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  1. Grecia: ricerche sismiche, per individuare i punti migliori per cercare il petrolio.

    By Filippo Foti il 1 June 2011
     
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    Anche la Grecia si sta attrezzando per la corsa al petrolio: "lo ha dichiarato in questi giorni il vice ministro per l'Ambiente Yannis Maniatis".




    le aree dove esiste una maggiore probabilità di trovare depositi di petrolio



    La Grecia cerca il petrolio. Infatti sta conducendo delle ricerche sismiche, per studiare la produzione di idrocarburi ed individuare i punti migliori in cui perforare nuovi pozzi. Lo sta facendo nelle acque tra il Mare Jonio ed a sud dell’isola di Creta e si prevede che si concluderanno l’anno prossimo, quando poi il governo di Atene provvederà all'assegnazione di contratti per consentire le prospezioni petrolifere in quei mari.


    Yannis Maniatis



    Il vice ministro per l'Ambiente, energia e cambiamento climatico Yannis Maniatis, ha recentemente dichiarato che: "il processo di concedere permessi per la ricerca di idrocarburi, indagini geofisiche e geologiche, l'uso non esclusivo nella regione del Mar Ionio e la Grecia occidentale, non è sufficiente per avviare finalmente qualcosa che si muova per il bene del nostro paese". E' certamente un buon inizio per coprire gli errori del passato ma sono necessari altri passi da fare. Grandi e veloci passi, in modo da iniziare presto a ridurre l'insopportabile debito nazionale".

    Iraklis Kalogerakis

    Le responsabilità ed i compiti di questo gruppo di lavoro che sta svolgendo ricerche nelle acque tra il Mare Jonio ed a sud dell’isola di Creta, comporterà l'acquisizione di dati geofisici da aziende internazionali che si faranno carico dei costi di ricerca, la promozione e la vendita di dati alle compagnie petrolifere internazionali che prevedono di investire in ricerca e produzione di idrocarburi. Pertanto si deve fare riferimento a studi che hanno un costo non trascurabile e di investimento. Infatti le problematiche che caratterizzano la perforazione in acque profonde sono riconducibili a:
    - fattori ambientali;
    - fattori geologici;
    - fattori fisici.
    La profondità d’acqua è il fattore più ovvio, ma anche il più importante che va considerato nelle fasi di progettazione di un pozzo. Per acque profonde s’intendono profondità d’acqua che superano i 350 m (1000 ft), ma ormai le tecnologie disponibili consentono di perforare anche in acque definite ultraprofonde, oltre i 1000 m, e fino verso i 3000 m di profondità d’acqua (la massima profondità finora raggiunta da Eni E&P, ad esempio, è di 2.345 m d’acqua dell’offshore del Congo). La profondità d’acqua può condizionare la scelta del tipo di impianto che deve operare in quanto attrezzature e tecnologie devono essere adattate alle diverse profondità d’acqua. Inoltre devono essere considerati i limiti di lavoro di attrezzature quali ROV (Remoted Operated Vehicle) e riser. C'è da considerare anche le condizioni del fondale marino, le condizioni climatiche, le correnti e l'cosistema.


    l'aspetto geologico



    Fattori geologici:

    I rischi geologici che si possono presentare durante le operazioni di perforazione in acque profonde sono tipicamente: la topografia del fondale marino, l'erogazione di acqua superficiale (shallow water) e l'erogazione di gas superficiale (shallow gas).


    erogazione dell'acqua superficiale



    Fattori fisici:


    Gli effetti fisici nascono principalmente dalla diversa condizione in cui lavorano gli impianti e le attrezzature, che normalmente sono dimensionati per operare a profondità di acqua diverse; diventa quindi un fattore importante la dimensione dell’impianto che deve lavorare anche per poter supportare e contenere l’attrezzatura richiesta per quella data situazione operativa. Gli effetti fisici che si possono presentare nella perforazione in acque profonde possono essere classificati in diverse categorie:
    - effetto lunghezza di riser e condotte varie (legato alla profondità dell’acqua);
    - effetto pressione agente su riser e condotte varie (legato alla profondità d’acqua);
    - bassa temperatura;
    - basso margine tra pressione di strato e pressione di fratturazione.


    spiaggia greca



    Ritorniamo alla Grecia: il contrammiraglio (EA) Iraklis Kalogerakis ha recentemente pubblicato un ampio resoconto su questa problematica che vede la Grecia in notevole ritardo rispetto ad altri paesi.
    Riportiamo il Kalogerakis pensiero:
    "io sono convinto, dice, che la Grecia sia un paese ricco di petrolio e che l'unico modo per verificarlo, è quello di fare prospezioni sismiche e perforazioni. Negli ultimi due anni, sono stati investiti, oltre 7 miliardi di dollari dagli armatori greci, per la ricerca con impianti di perforazione di sesta generazione e sono state acquisite esperienze importanti nelle acque profonde al largo di paesi come il Brasile e l'Angola, quanto per citarne alcuni. George Economou, della società DryShips, è un pioniere in questo campo. Ha già due impianti di perforazione galleggianti e sarà presto interessato nella costruzione di quattro unità di estrazione profonda (acque ultra profonde della Samsung Heavy Industries Co). La società norvegese Deep Sea Metro, ha iniziato la costruzione di uno dei due impianti di perforazione ordinati negli Hyundai Heavy Industries Co".


    il "paradiso" Santorini



    Ancora Iraklis Kalogerakis: " i nuovi ordini sono stati «perforazione per acque ultra profonde» e la crescente domanda di tali classi di navi, confermano che il mondo crede :o: che presto, per soddisfare le crescenti esigenze del mercato, ci sarà l'esplorazione e l'estrazione di idrocarburi (petrolio e gas ) nelle aree che fino a poco tempo fa erano poco gradite o problematiche. Questi nuovi impianti saranno in ​​grado di operare in zone di perforazione in acque profonde ovvero dai mille ai tremila metri di profondità. Oggi, quindi, con le possibilità che la tecnologia ci offre e con il prezzo del petrolio che sale sempre; con la riduzione dei depositi esistenti, con la crescente domanda di petrolio e data la critica situazione economica siamo costretti a correre per raggiungere i nostri obiettivi. Come è chiaramente dimostrato dai fatti e considerando che il tempo passa inesorabilmente, noi dobbiamo avere più spazio per garantire i nostri diritti sovrani ed i nostri interessi economici in un momento che ne abbiamo bisogno".


    Santorini



    Dobbiamo essere timorosi, dice Iraklis Kalogerakis, di passare dalle discussioni teoriche e senza fine ai fatti?
    Forse dovremmo fare delle mosse che potrebbero indicare che abbiamo l'intenzione e il potere per affermare e tutelare i nostri diritti e la nostra ricchezza?
    Penso che abbiamo un "potente strumento" per una riduzione significativa del nostro debito così soffocante e ciò dev'essere sfruttato anche per convincere i nostri partner in Europa ed i nostri amici nel mondo, per aiutarci a usarlo. Dobbiamo quindi rimboccarci le maniche. Credo che il nostro paese dovrebbe informare gli organi competenti delle nostre intenzioni per l'annuncio e lo sviluppo delle zone marittime che il diritto internazionale del mare dà e poi procedere per sfruttare le ricchezze minerarie che abbiamo in fondo ai nostri mari. Più specificamente, il nostro paese potrebbe, ad esempio utilizzare la base navale di Souda. Lo stesso vale per l'uso delle nostre basi marine dello Ionio (Corfù). Penso che in questo modo si mostra tutto il valore geostrategico del sito e come lo vogliamo proteggere".


    Mykonos (in fondo alla home page del Forum Webcam in diretta)




    "Aumentare il limite di 6 miglia nautiche delle nostre acque territoriali del Mar Egeo a 10, al fine di identificare con lo spazio aereo nazionale, di non avere più alcuna originalità per il quale la colpa e per determinare la larghezza di 12 miglia nautiche in tutte le altre zone. Utilizzare sempre la funzione "linee di base diritta", poiché il nostro paese non sia marcato come "Stato-arcipelago" avendo molte isole, isolotti, (14.000) che rendono in qualche modo problematica la formulazione del mare territoriale. Comunicare alle Nazioni Unite, al di là della piattaforma continentale e della ZEE (*) la linea mediana e la nuova convenzione del mare ed intensificare gli sforzi per concordare le linee di fila con Cipro, Egitto, Albania, Libia e Turchia. Se ci sono problemi di accordi, per quanto attiene la "shelf-ZEE", occorre trovare insieme una soluzione attraverso il meccanismo di risoluzione delle controversie". Ovvero ciò che prevede l'articolo 55 parte V^ della Convenzione delle Nazioni Unite del 1982. Il Servizio Idrografico della Marina Militare Generale ha predisposto tali carte (e le ZEE). L'ONU ha fatto gli accordi che abbiamo con l'Italia e l'Albania, ma sul Mar Ionio. Ma è degno di nota il fatto che le zone marittime sono mappe dell'Unione europea e le mappe dei paesi terzi, che mostrano i limiti ipotetici dello ZEE della Grecia usando il principio della linea mediana".




    Iraklis Kalogerakis per concludere: "che cosa ci aspettiamo e cosa vogliamo per arrivare fino in fondo con le perforatrici? Dovremmo, con l'aiuto dei norvegesi, pionieri per l'identificazione, iniziare a sfruttare l'estrazione di idrocarburi quando il problema del debito pubblico diventerà insostenibile?" :o: :o:

    (*): secondo la legge del mare , una "Exclusive Economic Zone" [Zona Economica Esclusiva] (ZEE) è un "sea zone" una determinata zona di mare sulla quale uno Stato ha diritti speciali oltre all'esplorazione ed all'uso delle risorse marine. Si estende dalla costa territoriale del mare fino a 200 miglia nautiche.
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Comments
  1. ricciomare
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    Speriamo che non uccidono anche questi mari ed in particolare la zona della LEFKADA !! I fondali più belli dello IONIO . Tanto chi li ferma più ! Quello che conta e solo fare tanti image Intanto da alcune indiscrezioni ho saputo che le piattaforme delle Isole Tremiti non andranno in porto facilmente perciò il mio grido sempre più forte domani 2 Giugno è ....VIVA L'ITALIA image

    imageimage








    Edited by [Harley] - 3/6/2011, 08:41
     
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1 replies since 1/6/2011, 09:51   162 views
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