Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Il problema energetico: problema vero o falso problema?

    By Filippo Foti il 23 Aug. 2011
     
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    Quale filosofia per l’ecologismo?




    di Guido Dalla Casa
    Premesse
    Ecco un pensiero di Konrad Lorenz: “L’unico introito legittimo di energia del nostro pianeta è costituito dall’irraggiamento solare, e ogni crescita economica che consumi più energia di quella che riceviamo dal sole, irretisce l’economia mondiale in una spirale debitoria, che ci consegnerà a un creditore spietato….”

    Konrad Lorenz



    Questo creditore spietato arriva tutti i giorni e si porta via esseri viventi, specie, ecosistemi, territorio, foreste, paludi, in sostanza la Vita stessa, nella sua complessità e varietà.
    Tutta l’energia in cui siamo immersi viene dal Sole: poi torna allo spazio cosmico a temperatura più bassa. C’è un fluire stazionario di energia attraverso i processi dell’Ecosfera del Pianeta Terra. Almeno era quasi-stazionario fino a un secolo fa.
    Il problema energetico
    Qui non parleremo dell’energia che fluisce attraverso lo spazio cosmico, ma più modestamente dell’energia che l’uomo occidentalizzato pretende di “produrre” e “sfruttare”, in quantità sempre crescenti.
    Si tratta di quell’energia che sta finendo: in questo periodo ci sono stati due eventi chiarissimi in proposito. Due “avvertimenti” coincidenti, forse non per caso.
    La Terra ci avverte (non importa se coscientemente oppure no) che quell’energia che una cultura umana si è voluta prendere per i suoi processi, volge al termine.
    La centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, sta andando verso la catastrofe, a causa di un terremoto. Nello stesso momento, gran parte del mondo “petrolifero” è in subbuglio, è in rivolta, ci sono agitazioni fortissime. L’Occidente va a prendersi petrolio e metano con gli aerei da guerra: non può farne a meno, perché deve alimentare la sua follia.



    Le energie “grosse”
    Combustibili fossili (petrolio, metano, carbone) e nucleare sono, o saranno, quasi il totale dell’energia “sfruttata” dall’uomo per le sue “esigenze” occidentali. La combustione dei fossili altera l’atmosfera terrestre pericolosamente e a lunga scadenza e fa altri disastri. Inoltre questi combustibili stanno finendo.
    L’energia nucleare produce scorie pericolosissime e che non sappiamo dove mettere: ora ha anche rivelato la sua estrema pericolosità in fase di produzione.
    Forse avviene un incidente ogni 20-30 anni, ma la sua gravità è assolutamente ingestibile e intollerabile: la Vita viene alterata e distrutta a grandi distanze e per lunghi periodi di tempo.
    Le energie rinnovabili o “alternative”
    Tanti cosiddetti “ambientalisti” dovrebbero essere più cauti e obiettivi: invocano le energie “alternative” come il rimedio di tutti i mali. In sostanza vorrebbero continuare tutto come prima, o quasi, solo producendo l’energia “necessaria” tramite le fonti rinnovabili.
    Nessuna energia di questo tipo potrebbe neanche lontanamente far fronte alle richieste del cosiddetto “fabbisogno” previsto per i prossimi decenni dal modello di crescita continua, il cosiddetto BAU (business as usual). L’avvertimento è evidente: il modello è impossibile. Non c’è altra soluzione che abbandonarlo, consumare di meno, molto di meno. Non solo di energia, perché tutti i consumi sono fonte di guai.
    L’eolico: è orribile, consuma territorio, uccide esseri altamente senzienti, come gli uccelli. A meno ci si limiti a qualche elica per estrarre acqua dal pozzo, o per i mulini a vento: consumi sul posto.



    Il fotovoltaico: interi campi di pannelli luccicanti che distruggono territorio, per poi mettere energia in una rete, consumando altro territorio, strade, trasporti, ecc. Per avere le quantità richieste dalla crescita continua bisognerebbe ricoprire ben presto superfici immense, impensabili. Va bene solo sui tetti.
    E’ la crescita la causa dei problemi, il BAU è impossibile.
    Restano solo i pannelli solari termici, e qualche centralina mini-idro di potenza massima dell’ordine di 4-500 kW con restituzione immediata dell’acqua e consumi sul posto. Le centrali idroelettriche “grandi” sono anch’esse causa di problemi gravi: tolgono l’acqua per lunghi tratti, allagano bacini, consumano territorio.
    Per nostra fortuna, l’energia facile da ottenere dai pannelli solari è proprio quella che ci è davvero necessaria: il calore. Il resto serve per alimentare dei guai.
    Con i pannelli solari termici sui tetti e diminuendo drasticamente le dispersioni dagli edifici, si potrebbe in gran parte riscaldare e rifornire di acqua calda quasi tutte le abitazioni che ne hanno bisogno, cioè quelle delle aree temperate e fredde.



    L’avvertimento
    Il segnale di questi giorni è evidente: il problema energetico non consiste nel soddisfare i fabbisogni imposti dal modello, ma è semplicemente un chiaro indice che il modello sempre-crescente è impossibile sulla Terra, è incompatibile con la Vita dell’Ecosistema e quindi di noi stessi.
    Il nucleare manifesta la sua impossibilità: basta un terremoto, basta che salti il sistema di raffreddamento, e siamo spacciati. E allora varie potenze occidentali si stanno scannando per accaparrarsi l’ultimo petrolio o l’ultimo metano.
    La crescita economica deve arrestarsi al più presto, perché sta distruggendo centomila Kmq di foreste all’anno, migliaia di specie e di ecosistemi con tutta la biovarietà e la spiritualità che li accompagnano; inoltre altera in modo permanente e pericoloso l’atmosfera terrestre, il tutto mentre la popolazione umana aumenta di 80 milioni di individui ogni anno. La fine della crescita è una grande speranza per la Terra.
    “If there is not an economic collapse soon, something terrible is going to happen”(*) scriveva un mio amico canadese: credo che sia proprio così.
    Sulla Terra, per l’uomo di energia ce n’è anche troppa: l’uso che ne viene fatto distrugge la Vita, disarticola i cicli vitali della Biosfera. Inoltre siamo in troppi. Il segnale di questi giorni è chiaro, ma nessuno lo ascolta.



    Riportiamo, a margine di questo interessante articolo, alcuni passi di una intervista che il prof. ha rilasciato a Virginiano Spiniello, Settimanale Il Ponte, il 2 aprile 2011.
    Dall’ecologia di superficie all’ecologia profonda. Ritieni sia davvero possibile?
    Ritengo che sia possibile, ma in tempi molto lunghi. Tutti i cambiamenti di paradigma hanno richiesto diversi decenni, o anche qualche secolo. Il cambiamento di cui stiamo parlando è veramente profondo per la cultura occidentale, spaventosamente antropocentrica da tempi lunghissimi.



    Quale è la situazione del movimento ecosofico(**)in Italia, quali sono le sue prospettive?
    Il movimento è appena nascente, numericamente è molto piccolo ma in rapida crescita. La grande maggioranza degli italiani ne ignora completamente l’esistenza, anzi non sospetta neppure che possano esserci idee del genere. Del resto tutti i movimenti di pensiero che corrispondono a cambiamenti profondi sono nati da piccolissime minoranze.
    La rete ecologica profonda in Italia è ai primi passi. Non sappiamo ancora esattamente come procedere, vedremo come si svilupperà l’iniziativa man mano che avanza. Per ora è una rete su internet, poi si vedrà se farla diventare un’Associazione. Ci sono altre piattaforme e altri movimenti compatibili con l’ecologia profonda, pur essendo di origine diversa. Come esempi, oltre al movimento per la decrescita, l’ecopsicologia, la critica alla civiltà, le filosofie native, il movimento Zero, il bioregionalismo e qualche movimento a sfondo spiritualista. In genere si considerano congruenti quelle realtà che non sono in contrasto con la Piattaforma o gli otto principi dell’Ecologia Profonda, come formulati da Naess, Sessions e Rowe.
    La natura dell’ecologia profonda si potrebbe così sintetizzare (dal sito www.deep-ecology.com):
    L’Ecologia Profonda è:
    1) Una filosofia – un sistema eco-centrato completo ed internamente coerente (ecofilosofia);
    2) Una visione del mondo – un modello o paradigma teso a sostituire la visione del mondo scientifica-industriale;
    3) Un movimento – l’ultimo principio della Piattaforma (l’ottavo) invita all’azione;
    4) In via facoltativa, una religione – gli ecologisti profondi guardano la Natura come dotata di valore intrinseco, o sacra.
    Quale è il ruolo dell’uomo nei prossimi anni? Quale dovrà essere la sua nuova modalità di interazione? E come ce la farà…
    L’uomo potrà avere molte culture diverse, purché siano compatibili con la Vita della Terra. Le modalità di interazione saranno quelle di una parte rispetto al Tutto, di un gruppo di cellule in un Organismo: la Vita e la buona salute dell’Ecosistema dovranno essere il primo valore di ogni cultura umana. La varietà è essenziale per la Vita della Terra. L’uomo ce la farà soltanto se i valori della civiltà occidentale non invaderanno tutto il mondo, oppure se si modificheranno in modo abbastanza rapido.



    L’uomo o la natura. Sono l’uno alternativo all’altra?
    Penso proprio di no. L’uomo è una parte della Natura, che è il primo valore. E’ necessario rendersi conto di questo, altrimenti non è possibile durare per tempi lunghi. La contrapposizione è presente solo in alcune culture umane, fra cui l’Occidente. In realtà noi siamo Natura.
    Il senso della Terra, del rispetto della terra è da te attribuito primariamente alla cultura animistica ed individui una cesura (uno stacco netto) nella cultura cristiano giudaica che dà all’uomo il ruolo di dominatore. Ma non è forse vero che tutti gli uomini che hanno fede e hanno Dio dentro di sé e in particolare i mistici non possono che concordare con la necessità di difendere la nostra terra?


    Le culture animiste (***) e molte delle culture orientali non avevano il distacco abissale fra uomo e Natura che caratterizza le religioni e le visioni del mondo nate nel Medio Oriente e che si ispirano all’Antico Testamento. Questo non significa necessariamente che l’insegnamento di Cristo rientri in questa categoria: la parola di Gesù assomiglia più al Buddhismo Mahayana che alla visione del mondo della cultura giudaica, da cui è molto lontana; tuttavia la Chiesa cattolica si è tirato dietro dai primi secoli tutto l’Antico Testamento.
    Non credo che la Chiesa attuale possa veramente riconsiderare la sacralità di Madre Terra: in una visione del mondo a sfondo panteista (****), come quella dell’Ecologia Profonda, non c’è alcun bisogno di intermediari. Inoltre anche nel nuovo corso ogni riferimento al mondo naturale è molto blando, molto debole, tutto resta fatto per l’uomo, unico depositario di valori. Forse però potrà verificarsi un avvicinamento della Chiesa alle idee dell’ecologia profonda sulla base di un punto comune: il rifiuto del materialismo e dello scientismo (*****) cartesiano, oltre al riconoscimento di una profonda spiritualità nel mondo. Temo però che la Chiesa non rinuncerà all’antropocentrismo esasperato che ha caratterizzato tutta la sua storia. Concordo sull’idea che i mistici di tutte le estrazioni abbiano ben presente l’idea di difendere la nostra Terra.

    (*)ovvero: "se non c'è un collasso economico a breve, qualcosa di terribile sta per accadere..."
    (**)Il termine ecosofia è stato utilizzato per la prima volta dal filosofo Arne Næss all’università di Oslo nel 1960, ed è il fondamento del movimento di Ecologia Profonda, che invita ad un rovesciamento della prospettiva antropocentrica: l’uomo non si colloca alla sommità della gerarchia dei viventi, ma si inserisce al contrario nell’ecosfera; l’uomo è una parte nel Tutto.
    (***)Il termine "animismo" fu introdotto in occidente dall'antropologo evcoluzionista E.B.Taylor e sta ad indicare le primordiali forme di religione e di culto, in particolare consistenti nella credenza che tutte le creature viventi posseggono un pricipio vitale, l'anima.
    (****)Il panteismo naturalistico è una forma di panteismo che ritiene l'universo, non cosciente e non senziente, come un tutto che si comporta come una singola, interconnessa sostanza naturale. Rispetto a questa concezione la Natura è vista come quello che le altre religioni chiamano Dio, ma in un senso non tradizionale e impersonale, dove i termini Natura e Dio sono sinonimi. Per questo il panteismo naturalistico è anche conosciuto come panteismo impersonale e assolutismo impersonale e non riconosce alcuna forma di credenza supernaturalistica.
    (*****) In filosofia, lo scientismo è una concezione epistemologica ( ovvero sinonimo di “filosofia della scienza”) estremamente rigorosa secondo la quale la conoscenza scientifica deve essere il fondamento di tutta la conoscenza in qualunque dominio, anche in etica e in politica.
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