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  1. Guido Picchetti: Canale di Sicilia...quando il tempo non passi mai...

    By Filippo Foti il 7 Sep. 2011
     
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    RICEVIAMO DA GUIDO PICCHETTI E PUBBLICHIAMO




    cedisicilia55


    Quando sembra che il tempo non passi mai... Sarà un bene o un male ?


    di Guido Picchetti
    A proposito di articoli già pubblicati che non invecchiano. L'ho scritto per "Blog Sicilia" giusto un anno fa, ma, capitatomi sotto gli occhi, a me sembra che sia oggi ancora più attuale di ieri, e invito pertanto i miei amici vecchi e nuovi che si interessano a questo problema delle trivellazioni nello Stretto di Sicilia a tenerlo ben presente. In esso sono denunciati alcuni importanti dati di fatto che nessuno può smentire, e le inadempienze delle classi dirigenti, di qualunque parte politica siano state ieri o siano oggi, risultano più che evidenti. Non aggiungo altro e mi limito a ripubblicare quell'articolo nella stessa versione che lo pubblicai il 27 Agosto 2010 senza cambiare una virgola, con l'aggiunta unicamente di questa premessa...(e di una piccola chiosa...).

    Le acque del Canale di Sicilia dovrebbero essere protette…


    Secondo quanto riferisce l’Ansa in un comunicato del 20 Novembre 2007 (reperito in archivio da Carmelo Nicoloso, responsabile del Comitato Parchi Italia per la Sicilia e il Mezzogiorno), in occasione della “Conferenza di solidarietà internazionale per le strategie di protezione dell’Africa e del Mediterraneo contro i cambiamenti” in quei giorni corso di svolgimento a Tunisi, il ministro dell’Ambiente allora in carica, Alfonso Pecoraro Scanio, firmò un accordo bilaterale con la Tunisia per la protezione delle acque del Canale di Sicilia, vera e propria culla per le balene.

    Accordo analogo con Malta era stato già firmato a Giugno dal ministro, secondo il quale, dopo il via libera da parte della Tunisia, non ci sarebbero stati più ostacoli per la firma ufficiale dell’accordo trilaterale (tra Malta, Tunisia e Italia) per l’istituzione del Santuario Marino del Canale di Sicilia, che si auspicava potesse essere stipulato nel Gennaio 2008.

    A tre anni di distanza occorre domandarsi come mai quegli accordi non hanno avuto a tutt’oggi alcun effetto pratico. Sembra proprio che, in merito, si sia o sia stato tutto arenato. Dal canto mio vorrei aggiungere un ulteriore elemento che ritengo niente affatto trascurabile in questa analisi, trattandosi di soldi (... dei cittadini) !

    Riguarda il finanziamento pubblico di ben 20 milioni di euro che la stessa legge istitutiva dei quattro parchi nazionali siciliani (la n. 222 del 29 novembre 2007, che tanto fece inviperire la Regione Sicilia da indurla a ricorrere inutilmente alla Corte Costituzionale) stanziava al 1° comma dell’Art. 21 per l’anno 2007 in favore del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare “come contributo straordinario per le aree protette e per la difesa del mare nonchè per la tutela della biodiversità nel Canale di Sicilia“.



    L’anno 2007, ricordiamolo, è lo stesso in cui furono avviati quegli accordi succitati tra Italia, Tunisia, e Malta, mentre nel Gennaio 2008 avrebbe dovuto seguire l’accordo trilaterale definitivo per l’istituzione del Santuario marino del Canale di Sicilia.

    Ma c’è stata poi questa ultima firma? Chi è venuto meno ai suoi doveri istituzionali non concludendo l’atto dovuto ? E soprattutto che fine hanno fatto quei soldi stanziati dalla legge succitata (collegata alla Finanziaria 2008) ? Sono stati davvero destinati, e in quale misura, alle finalità previste, e tra esse alla “tutela della biodiversità nel Canale di Sicilia” ?

    È su questi punti che, a mio giudizio, occorre battere e cercare di far uscire allo scoperto chi di dovere. È assurdo che a tre anni di distanza da quando quei fondi furono destinati con un preciso obiettivo, “LA TUTELA DEL CANALE DI SICILIA”, noi ci troviamo ancora senza alcuna protezione ufficiale sulle acque dello Stretto, e, quel che è peggio e che più direttamente ci riguarda, nella necessità di fantomatici studi dei fondali (già da tempo disponibili e in mano agli esperti…) per poter arrivare all’Area Marina Protetta di Pantelleria, studi comunque avviati nel Gennaio scorso (del 2010, ndr.), e poi inspiegabilmente stoppati su richiesta dell’amministrazione comunale pantesca a Marzo sotto la pressione delle vicine elezioni comunali.

    Amministrazioni comunali, la precedente e la nuova, che oggi protestano insieme giustamente per la presenza delle piattaforme petrolifere in attività a poca distanza dalle coste isolane, ma senza fare alcun cenno alla necessità di tutelare le acque dello Stretto di Sicilia che circondano l’isola di Pantelleria. Come dire, “vogliamo la botte piena e la moglie ‘mbriaca” !


    .... naturalmente di buon passito di Pantelleria, aggiungo, che, una volta sorbito, fa fare a tutti dei bei sonni profondi!!!

    Questo l'url dove potete raggiungere l'articolo in questione pubblicato su Blog Sicilia lo scorso anno:
    www.blogsicilia.it/palermo/le-acque...re-protette/873
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    Edited by gpicchetti - 7/9/2011, 11:55
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