Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Incredibbbbbbbbbbile!!

    By Filippo Foti il 14 Oct. 2011
     
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    Ogni giorno il nostro pianeta è messo a dura prova: sprechi di energia, inquinamento, sfruttamento indiscriminato delle risorse, stanno “stancando” il pianeta Mare. Mentre da una parte ci sono grandissimi interessi economici delle grandi multinazionali dell'oro nero e l'indifferenza di molte istituzioni del mondo globalizzato, dall'altra c’è chi ha a cuore il perfezionamento di nuove tecnologie energetiche.
    Molti sono i paesi dove si sta raggiungendo, anche se a fatica, una coscienza e conoscenza delle tematiche ambientali anche per mezzo delle istituzioni che assegnano ampie risorse a questo problema delicato che non è solo di ogni singolo stato ma anche e soprattutto di tutto il mondo. E cosa ti combina l’Italia?
    La notizia di oggi appare incredibile:
    incredibile l'ammontare delle decurtazioni per il ministero dell'Ambiente italiano. “Ambiente, 90% di tagli, in vista della definizione degli ulteriori interventi che verranno decisi dal Consiglio dei Ministri. In quattro anni tagli per ben il 90% del budget: dal 1,3 miliardi di euro del 2008 a 120 milioni di euro nel 2012.
    Considerando che le spese fisse, insopprimibili, per il ministero sono pari a 320 milioni, il bilancio, che per il 2008 era di un miliardo e 620 milioni, passerebbe a 440 milioni di euro nel 2012.
    Il rischio è quello di eliminare sostanzialmente il piano bonifiche per i 57 siti inquinati di interesse nazionale, azzerare la gestione dei 60 parchi nazionali e riserve marine, eliminare gli interventi per il dissesto idrogeologico, i fondi per la mobilità sostenibile e quelli della lotta alla CO2
    Prestigiacomo: "non voterò la legge". E sulle voci riguardo i pesantissimi tagli non tarda ad arrivare il commento del ministro interessato: "Ovviamente non potrò votare né in Consiglio dei Ministri nè in Parlamento una legge di stabilità che di fatto cancella il ministero dell'Ambiente", dice Stefania Prestigiacomo”.
    Altra notizia:
    l'Artico senza ghiacci. O meglio come potrebbe essere dopo la loro scomparsa, prevista per metà secolo. La rivista 'Nature' dedica uno speciale, dal titolo esemplificativo “After the ice”, all'accelerazione che ha avuto la fusione dei ghiacci, segnando a settembre 2011 un nuovo record (dopo quello del 2007), di quello che ormai viene definito come il “nuovo” Polo nord.
    L'Artico, dove il ritmo dei cambiamenti climatici, è più veloce, copre circa il 5% della superficie del Pianeta. Con l'aumento delle temperature globali, il ghiaccio marino si restringe rapidamente durante il periodo estivo: dal 1979, anno di inizio delle misurazioni satellitari, spiega “Nature” on-line, ha perso il 12% ogni decennio, ma negli ultimi 5 anni si è assottigliato sempre di più fino a diventare vulnerabile alle temperature più calde.
    Secondo le previsioni di alcuni modelli climatici il ghiaccio marino estivo sarà in gran parte scomparso per la seconda metà del secolo, anche se il tasso attuale di fusione supera addirittura quello descritto dai modelli. Tra le conseguenze di questa “apertura” dei ghiacci, ne vengono indicate alcune con implicazioni maggiori: ridisegnare le mappe geografiche dell'Artico e le nuove rotte dei trasporti marittimi; la collaborazione internazionale per uno sviluppo sostenibile per evitare danni all'ambiente, nuove regole per proteggere l'oceano Artico e tutelare la biodiversità; garantire un futuro di pace in Artico (é già iniziata la gara per rivendicare i fondali e i vasti giacimenti di idrocarburi); aiutare le popolazioni e gli inuit ad adattarsi alla nuova situazione”. Gli Inuit vivono di pesca, piccole attività agricole e sono fondamentalmente un popolo nomade che non conosce unità. Abitanti della tundra canadese sono uno dei due popoli di quella "razza" di uomini detti Eschimesi, termine dispregiativo dato a questa popolazione dagli amerindi che abitavano loro vicino, che sta a significare mangiatori di carne cruda; la popolazione degli eschimesi è appunto composta dagl' Inuit e dagli Yupik. Sono popolazioni che si sono spostate in varie migrazioni dalle gelide distese siberiane nel corso dei millenni e che abitano attualmente la regione della tundra divisi tra Canada (Quebec, Labrador e Nunavut), Stati Uniti (Alaska), Groenlandia e penisola di Chukotka (Russia).
    Tutto ciò, mentre siamo in trepida attesa per le sorti del cargo "Rena" in Nuova Zelanda, dove, dopo che si è sparsa la voce di mancate manutenzioni al cargo, i locali ambientalisti sperano che le recenti multe adottate dal governo scoraggino altre compagnie marittime dal prendere scorciatoie per la manutenzione delle navi in un prossimo futuro.

    L'amministratore.








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