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  1. Stati Uniti: 15 nuove concessioni di petrolio offshore.

    By Filippo Foti il 11 Nov. 2011
     
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    Negli Stati Uniti il petrolio offshore torna improvvisamente agli onori della cronaca.


    Gli Stati Uniti dunque hanno deciso che forniranno in vendita di locazione, tra il 2012 e il 2017, quindici siti per sfruttare più di tre quarti delle risorse di petrolio stimate e non sfruttate nelle loro acque territoriali.


    Eppure, la tragedia ambientale senza precedenti nella loro lunga storia, l'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon nell'aprile 2010, non li ha riportati a più miti consigli. Una opinione pubblica indignata, un ecosistema devastato, una rallentata attività turistica nelle zone colpite, centinaia di chilometri di spiagge investite di petrolio, migliaia di pescatori danneggiati, non avrebbero dovuto certamente far riflettere di più su questa scellerata decisione?


    Però, gli Stati Uniti non possono certo lasciare il petrolio "dormire" durante la notte, anche solo perché la lobby dell'oro nero è onnipotente e non gli è consentito probabilmente di perdere la propria leadership economica globale, a differenza della Cina, che sembra essere orientata anche su energie rinnovabili e dove non c'è la tradizione "verde". Lì ci sono, più numerose che in altri paesi occidentali, correnti di pensiero che dubitano del riscaldamento globale. Lì, la tutela dell'ambiente è sempre posta in secondo piano...
    Quindici, dunque, le vendite e le concessioni sono previste tra il 2012 ed il 2017, dodici nel Golfo del Messico, scena del dramma come sappiamo e tre al largo delle coste dell'Alaska, 22 anni dopo, le conseguenze ecologiche disastrose della Exxon Valdez che ancora si fanno sentire.


    "Queste nuove licenze che verranno attribuite riguardano oltre i tre quarti delle risorse stimate ed inesplorate del paese "disponibili per l'esplorazione e lo sviluppo," ha riassunto in una dichiarazione il Dipartimento degli Interni. Il programma deve anche essere un elemento chiave della strategia energetica complessiva degli Stati Uniti, per far crescere l'economia e ridurre la dipendenza dal petrolio straniero, oltre a creare posti di lavoro".
    Il segretario dell'Interno Ken Salazar ha anche detto che questo percorso getta le basi per uno sfruttamento in aree come l'Artico, dove si deve procedere con cautela ed in modo sicuro con l'introduzione di nuove indagini scientifiche per rafforzare i piani di risposta per un eventuale fuoriuscita di petrolio. Per quanto riguarda il Golfo del Messico, la lezione della Deepwater Horizon è stata recepita, dice il signor Salazar. :o:
    Comunque sta di fatto che l'audacia delle autorità americane è piuttosto sorprendente, considerando i buoni propositi dell'inizio di quest'anno. Hanno prevalso i benefici immediati a quelli su lungo termine.
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