La consegna del riconoscimento di "Ambasciatrice della Natura 2012" a Maria Rita D'Orsogna
presso il distaccamento CITES del Corpo Forestale dello Stato di Palermo
Ma prima permettetemi di riportare qui a seguire, ripreso proprio da questo suo ultimo intervento in rete, l'articolo 17 del Decreto liberalizzazioni, che, pubblicato in Italia dal "Sole 24 ore" e ripreso per sommi capi da vari organi di stampa, ha suscitato le reazioni del senatore Angelo Bonelli dei Verdi, facendogli giustamente dichiarare che non è vero che le norme libera-trivelle siano state eliminate dal decreto liberalizzazioni, ma che sono state solo spostate con lievi modifiche (dagli artt. 21 e dintorni della bozza) all'art.17 e seguente del decreto finale, ma conservando gli intenti originari a favore delle società petrolifere e a danno di tutte le aree protette, sia di quelle già istituite (per la ridotta vicinanza cui vengono permesse le operazioni di ricerca e di estrazione), sia per quelle in corso di istituzione, dove restano validi le concessioni e i permessi già rilasciati.
Questo il testo letterale dell'Art. 17:
"Ai fini della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9, da svolgersi all'interno delle acque delimitate dal perimetro delle aree protette individuate con decreto del ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del Mare da emanarsi entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. L'elenco viene aggiornato con cadenza annuale; nel caso di istituzione di nuova area protetta restano efficaci i titoli abilitativi già rilasciati."
L'articolo 17 del decreto del governo sarà nei prossimi giorni in discussione al Parlamento. E Maria Rita sul suo blog lo mette a confronto con il comma 17 dell'art.6 di un altro decreto legislativo in materia, quello n° 152 del 2006, che recita invece così:
"Ai fini di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, all'interno del perimetro delle aree marine e costiere a qualsiasi titolo protette per scopi di tutela ambientale, in virtù di leggi nazionali, regionali o in attuazione di atti e convenzioni internazionali sono vietate le attività di ricerca, di prospezione nonchè di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge 9 gennaio 1991, n. 9".
Dal 1991 al 2012 sono passati oltre venti anni. Ma venti anni non sono bastati ad uno stato dormiente in fatto di tutela ambientale a istituire ufficialmente le Aree Marine Protette che quella legge quadro del 1991 già aveva individuato e segnalato ufficialmente come "Aree di Reperimento". Quali sono queste 17 Aree Marine ? Ce lo ricorda un recente comunicato del WWF: 1) Area marina protetta Costa del Piceno; 2) Area marina protetta Isola di Gallinara; 3) Area marina protetta Arcipelago Toscano; 4) Area marina protetta Costa del Monte Conero; 5) Area marina protetta Capo Testa – Punta Falcone; 6) Area marina protetta Golfo di Orosei – Capo Monte Santu; 7) Area marina protetta Isole Eolie; 8) Area marina protetta Isola di Pantelleria; 9) Area marina protetta Penisola Salentina; 10) Area marina protetta Pantani di Vindicari; 11) Area marina protetta Arcipelago della Maddalena. Procedimenti in fase di avvio: 12) Area marina protetta Monti dell’Uccellina – Formiche di Grosseto – Foce dell’Ombrone Talamone; 13) Area marina protetta Costa di Maratea (L. 394/91); 14) Area marina protetta Isola di Capri; 15) Area marina protetta Isole Pontine; 16) Area marina protetta Monte di Scauri; 17) Area marina protetta Isola di San Pietro.
Come si può vedere, sono aree che interessano tutti i mari italiani. E di questa inefficienza governativa ora i nodi vengono al pettine e potremmo pagarne le conseguenze. Di chi la colpa ? Ma per un napoletano come me è della cabala: 17 è il comma di quell'articolo del decreto della legge quadro del 1991; 17 è il numero dell'articolo del nuovo decreto sulle liberalizzazioni che da alle società petrolifere licenza di trivellare nelle aree marine protette ancora da istituire dopo oltre vent'anni; e 17 sono proprio quelle aree marine degne di tutela ambientale lungo le coste italiane che l'ignavia dei ministri dell'Ambiente succedutisi nel tempo, e non solo, non ha fatto realizzare quanto quella vecchia legge prevedeva... Di chi la colpa se non del numero 17 ?
Edited by Filippo Foti - 23/1/2012, 17:35
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