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  1. Trivellazioni petrolifere off-shore da alcuni anni a una ventina di miglia da Pantelleria

    AvatarBy gpicchetti il 31 Jan. 2012
     
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    Trivellazioni petrolifere off-shore. Ecco cosa c'è in funzione
    già da alcuni anni a una ventina di miglia da Pantelleria

    di Guido Picchetti

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    "Oudna" e "Zelfa": sono i nomi di due giacimenti petroliferi nello Stretto di Sicilia, fra i tanti individuati in acque tunisine e non solo. Due giacimenti che sono in concessione ad una importante società petrolifera svedese, la "Lundin Petroleum", la quale possiede, come si dice in gergo finanziario, un portafoglio ben bilanciato a livello mondiale di attività in Europa, Africa, Russia ed Estremo Oriente. La società è quotata al NordicScambio svedese. Al 1 gennaio 2007 vantava delle riserve provate e probabili di 176,4 milioni di barili di petrolio equivalente (boe), con una una produzione che lo scorso anno è arrivata ad essere valutata nel range di 31.000 - 34.000 boe al giorno. Una società indubbiamente importante, che non teme di operare anche in zone più che civilizzate, offrendo evidentemente buone garanzie di affidabilità e di proventi ai governi con cui si interfaccia. Lo provano alcune recenti concessioni onshore di sfruttamento di prodotti petroliferi che ha ottenuto dal governo francese in quello che, denominato il giacimento "Grandville" nel "Paris Basin", interessa un'area a levante della capitale francese che dista tra 50 e 150 chilometri da Parigi !!! Quanti dei nostri cugini d'oltralpe ne sono a conoscenza ? E' la domanda che viene spontanea, visto come vanno certe cose in Italia e ... in Europa.

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    Le due concessioni in mare aperto che la "Lunkin Petroleum" possiede in Tunisia sono la "Zelfa", più prossima alla costa africana e con un giacimento ancora tutto da sfruttare, e la "Oudna", già da tempo in produzione in acque territoriali tunisine, i cui limiti a NE si trovano a una ventina di miglia circa dalle coste di Pantelleria, come la cartina qui unita ben chiaramente mostra. ... Una cartina ottenuta semplicemente sovrapponendo in scala la mappa ufficiale della società svedese a quella ricavata da "Marine Traffic Com" tramite Goggle, che evidenzia le navi in zona (ferme o in movimento) tramite il sistema di radio-segnalazione AIS. Un sistema che però non viene utilizzato da tutti i natanti in transito nello Stretto di Sicilia, come si può ben notare, in modo particolare da quelli che sono presenti in acque territoriali tunisine, dove regna, il silenzio (radio) e pare non transiti o operi nessuno ...

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    Eppure almeno una nave sul giacimento "Oudna" c'è, e che nave! E' la "FPSO Ikdam", di proprietà della società "Ikdam Production S.A."(azionisti la "Lundin Petroleum per il 40%,la " Teekay-Petrojarl Produzione AS" per il 40%, e la Gezina AS per il 20%). Stazza ben 68.000 tonnellate (133,559 a pieno carico), e batte bandiera della Liberia (tanto per rispettare le formalità internazionali...). Le altre varie caratteristiche potete vederle a questo link (www.shipspotting.com/gallery/photo.php?lid=316755), dato che su "Marine Traffic Com" neppure risulta, tanto per la legalità... E' comunque una nave speciale, capace di fare contemporaneamente sia la produzione che l'immagazzinamento del petrolio aspirato nelle sue capaci stive... E, dalle specifiche, inserite in quella pagina web nel 2007, sembrerebbe in grado di operare su tre pozzi di produzione alla profondità di 75 metri. Ma personalmente, e a quanto risulta dalle carte nautiche, ho il dubbio che la profondità del giacimento "Oudna" su cui starebbe operando ormai da tempo la "FPSO Ikdam" superi di un bel po' la profondità indicata.

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    Una breve notazione finale sempre a proposito della "FFSO Ikdam". Diciamo che non è proprio un vascello di primo pelo. Pare che, varata nel 1971 dai cantieri navali svedesi di Gothenburg, in Svezia, abbia avuto varie successive trasformazioni, cambiando tre volte nome: "Kronoland" fino al 1979, "Oceanic Renown" fino al 1980", e "Northia" fino al 2001, quando assunse il nome attuale, e fu trasformata presso i cantieri maltesi in quella nave speciale (dotata di tutte le infrastrutture moderne richieste dalle operazioni di trivellazione sui fondali sottomarini), che possiamo vedere in azione sul giacimento "Oudna" nella serie di foto pubblicate sulle stesse pagine della Lunkin Petroleum a partire dall'url "www.lundin-petroleum.com/eng/operation_tunisia_maps.php".

    Che abbia quindi lunga e sicura vita, è quanto a tutti noi conviene augurarle, impegnata com'è in una serie di operazioni che, l'esperienza insegna, possono mutarsi in un batter d'occhio in qualcosa che non lascerebbe scampo a questo braccio di mare che è lo Stretto di Sicilia, e a quanti vivono e producono sulle sue rive. Un braccio di mare che, a dispetto di quanti hanno richiesto da tempo una sua protezione da simili rischi, ancor oggi è privo di qualsivoglia tutela ambientale, ma anche (e ciò se vero sarebbe ancora peggio) ... probabilmente privo dei mezzi necessari per poter prontamente intervenire in caso di sversamenti in mare provocati da tal genere di operazioni.

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    (fonte foto Lundin Petroleum)

    Edited by gpicchetti - 29/4/2012, 23:57
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