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  1. Stop alle trivelle nel canale di Sicilia, o tutela a rischio per le "liberalizzazioni" ?

    AvatarBy gpicchetti il 3 Feb. 2012
     
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    Un freno alle ricerche di idrocarburi nel canale di Sicilia, o tutela a rischio con decreto "liberalizzazioni"?



    Tutela a rischio col decreto "liberalizzazioni". E' il sottotitolo di quest'articolo oggi pubblicato in rete su "Altreconomia" a firma di Pietro Dommarco. E' un articolo che ben descrive la recente vicenda della richiesta di Via alle ricerche di idrocarburi nello Stretto di Sicilia avanzata dalla società australiana dell'Audax, e pochi giorni fa respinta dal Ministero dell'Ambiente.

    Le motivazioni di diniego, messe nero su bianco dai tecnici della commissione ministeriale per la valutazione di Impatto Ambientale, hanno ben evidenziato come gran parte della documentazione trasmessa a supporto del progetto dalla Audax Energy srl risultasse “frammentaria ed incompleta”.

    Un bel risultato, ma che risulta tanto più significativo se si considera (come citato nella relazione di contrarietà del ministero dell’Ambiente) che Il perimetro della concessione interessata, la “d364 CR-AX”, pur non ricadendo in zone costiere facenti parte di aree naturali protette ed archeologiche soggette a particolari misure di salvaguardia, è stato comunque ritenuto incompatibile con il progetto di ricerca dell'ADX per la presenza di “varie specie marine protette del Mediterraneo e stock ittici di particolare importanza commerciale”, e anche per l'esistenza sui fondali dello Stretto di un "micro-sistema che sviluppa rapporti ecosistemici ed una biodiversità unica e non replicabile”.

    Sono dichiarazioni importanti, queste, che potrebbero e dovrebbero costituire un precedente di non trascurabile peso per altre richieste di Via in ambienti marini consimili (come quella ad esempio della NP per le ricerche petrolifere off-shore davanti alla costa di Agrigento in scadenza in questi giorni), e far tirare un bel sospiro di sollievo a quanti si battono per la tutela delle aree marine di alto valore ambientale.

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    La speranza ora è che i vincoli riconosciuti possano portare a una bocciatura definitiva di questi progetti di operazioni petrolifere off-shore nei fondali dello Stretto di Sicilia, sempre che il decreto sulle “liberalizzazioni”, o altre norme vigenti poco chiare, non vanifichino queste decisioni positive, consentendo operazioni di ricerca e prelievo di idrocarburi in aree marine che, sebbene ne sia stata da anni prevista per legge la salvaguardia, per un motivo o per l'altro ancora non sono state ufficializzate come AMP, mentre in loro prossimità, già da tempo invece, sono stati rilasciati permessi, concessioni e proroghe per operazioni petrolifere di ricerca se non addirittura di sfruttamento.

    Questa, ad esempio, è proprio la situazione in cui si trova attualmente Pantelleria. Nell'immagine in basso vediamo a nord di Pantelleria ben quattro concessioni già rilasciate. La prima in alto è la "d.363 CR.Ax". di cui è titolare la società australiana ADX, e il Miniambiente ha appena respinto la richiesta di VIA alle ricerche petrolifere. Anche della concessione immediatamente sotto, la "d.364 CR.Ax", è titolare l'ADX, mentre delle due più prossime all'isola sono titolari rispettivamente, della "CR 147.NP" la Northern Petroleum, e della "CR 15.PU" ancora l'Audax Energy. A sud-ovest di Pantelleria poi esiste ancora un'altra concessione intestata all'ENI, operativa fino a una decina di anni or sono e attualmente in stato di sospensione, ma sulla quale la società titolare è già autorizzata alle trivellazioni estrattive, alla "coltivazione" come si dice in gergo.(gp)

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    Vedi l'articolo su "Altreconomia" : www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3278

    Edited by Filippo Foti - 4/2/2012, 11:10
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