Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. La caccia al petrolio. Trivellazioni a nord e a sud, in terra e in mare...

    AvatarBy gpicchetti il 22 Feb. 2012
     
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    La caccia al petrolio.
    Trivellazioni a nord e a sud, in terra e in mare...


    Toh !!!! Rieccoti la San Leon Energy di buona memoria, "amica" degli amici di Sciacca che ben ne conoscono storia e dinamicità, per non dire altro. E dove rispunta questo capolavoro di moderna imprenditoralietà ? Addirittura in quel di Parma, in piena Padania. E "Parma Oggi", quotidiano on line di Parma e Provincia si sveglia e suona l'allarme... Vuoi scommetterci che prenderanno subito posizione tutti uniti, contro quella bella iniziativa ? Ma lì la richiesta di avviare le ricerche è stata pubblicata sull'albo pretorio il 30 Dicembre u.s. e i 45 giorni entro i quali era possibile formulare le osservazioni sono già scaduti nel giorno di San Valentino. Come andrà a finire ? Con la fame di moneta che abbiamo nel Paese a tutti i livelli, da quello individuale a quello governativa, attraverso i bisogni di Comuni, Provincie e Regioni, c'è davvero poco da sperare... E almeno fosse vera moneta, non l'elemosina da mendicante che "ufficialmente" versano con le basse royalties previste in Italia... Leggi qui a seguire l'articolo "I cercatori di oro nero alla conquista della Bassa" di Gabriele Franzini pubblicato da "Parma Oggi" (gp)

    I cercatori di oro nero alla conquista della Bassa
    di Gabriele Franzini

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    Parma come il Texas, da trivellare a mo’ di groviera alla ricerca di gas e petrolio. La nuova frontiera della corsa all’oro nero siamo noi – scrive il settimanale Il Nuovo di Parma, in tutte le edicole a partire da venerdì – , terra di conquista per le grandi compagnie straniere che intendono battere palmo a palmo l’Emilia-Romagna, ricchissima di idrocarburi.

    Gli ultimi arrivati tra i “J.R.” de noantri alla caccia del greggio padano non hanno il cappello da cowboy, ma la coppola irlandese della San Leon Energy, che attraverso la sussidiaria italiana omonima con sede a Lecce è pronta a puntare la sua “Air Gun” – pistola che spara aria compressa creando onde sismiche in grado di rivelare al presenza dei preziosi giacimenti –, su un’area da 292 chilometri tra Parma e Reggio Emilia che oltre al comune ducale comprende quelli di Colorno, Mezzani, Torrile e soprattutto Sorbolo. E se le ricerche dovessero dare esito positivo, arriveranno le trivelle.

    I contraccolpi della primavera araba e le tensioni in medio oriente, hanno convinto le grandi compagnie petrolifere a riprendere in mano le concessioni per i piccoli giacimenti e tra questi c’è anche l’opzione parmense. Così lo scorso 21 dicembre la Regione Emilia-Romagna ha avviato la Valutazione di impatto ambientale, invitando i cittadini interessati dalle ricerche degli idrocarburi a “prendere visione degli elaborati prescritti per l’effettuazione della procedura di verifica (screening)” presso l’ente di via Aldo Moro oppure negli uffici dei Comuni interessati.

    L’avviso è apparso sull’Albo pretorio del Municipio di Parma lo scorso 30 dicembre e i 45 giorni entro i quali era possibile formulare le osservazioni sono scaduti nel giorno di San Valentino. La caccia all’oro nero, spiega la Regione, prevede “la registrazione di circa 200 chilometri di linee sismiche e la possibile perforazione di un pozzo esplorativo per la ricerca di idrocarburi”. E la San Leon ha in previsione un’altra campagna di indagini geologiche su un’area di 732 chilometri quadrati tra le province lombarde di Brescia, Mantova e Cremona.

    Il core business del futuro, però, rimane l’Emilia-Romagna, sulla quale pendono 24 delle 74 concessioni rilasciate a livello nazionale dal ministero per lo Sviluppo. Un dato pubblicato da Legambiente nel corposo dossier “Texas Italia”, che fotografa la corsa all’oro nero del Bel Paese, dove le royalties, in parole povere la percentuale sui guadagni che le compagnie petrolifere devono versare allo Stato e ai Comuni in cui avvengono le trivellazioni, sono le più economiche al mondo: il 7 per cento per i pozzi a terra e il 4 per quelli in mare (off shore). E come se non bastasse, i signori del greggio hanno una franchigia di 300.000 barili di greggio all’anno per ogni giacimento, sui quali non pagano alcuna tassa.

    Un vero paradiso, insomma, dove la San Leon intende mettere profonde radici. Oltre al “progetto Sorbolo”, come l’hanno chiamato, gli irlandesi hanno una concessione per sfruttare anche gli idrocarburi che si trovano sotto nel canale di Sicilia distribuiti su un’area di grande interesse naturalistico e altamente sismica nei pressi del vulcano sottomarino Empedocle. Roba da far tremare le vene ai polsi degli abitanti della zona dove è scattata una sollevazione popolare che ha coinvolto tutti: dalle associazioni ambientaliste agli amministratori.
    In quel caso l’ex ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo aveva imposto uno “stop” agli irlandesi, chiedendogli ulteriori approfondimenti. Ed è per questo motivo che oggi la San Leon Energy ha deciso di spostare il tiro puntando sui giacimenti della Bassa parmense, dove il possibile arrivo delle trivelle non ha suscitato alcun clamore. Almeno per il momento.

    www.parmaoggi.it/2012/02/21/i-cerca...ta-della-bassa/

    "Mò basta, non ne pozzo più"


    Ma l'attacco dei potenti cercatori d'oro nero è concentrico: a sud come a nord, ad est come ad ovest, sulla terra e sul mare, nelle acque territoriali italiane, ma anche in quelle territoriali delle altre nazioni che, su questo "Mare Nostrum" del tempo che fu, si affacciano... e che da esso, almeno fino ad ieri, hanno tratto linfa vitale di tutt'altro genere... E proprio per dire "Mò Basta, non ne pozzo più", gli abitanti della Basilicata. la regione italiana più martoriata d'Italia (e forse d'Europa) da trivellazioni e inquinamento, al grido di "Uniti si vince" scenderanno in piazza a Potenza sabato prossimo 25 febbraio per dire ancora una volta "Stop alle nuove estrazioni petrolifere e all'importazione di rifiuti pericolosi a scopo di lucro", ma anche "Stop al deposito di terra ferma di scorie nucleari e al trattamento con cementificazione delle scorie radioattive". (gp)

    1202221c


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    Edited by gpicchetti - 22/2/2012, 11:58
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