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  1. 8 Marzo 2012. Ida Tarbell, la storia della "Standard Oil"

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    By gpicchetti il 9 Mar. 2012
     
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    8 Marzo 2012. Ida Tarbell, la storia della "Standard Oil"

    Questo pezzo Maria Rita D'orsogna lo ha scritto un anno fa, e lo ha pubblicato sul suo Blog l'8 Marzo 2011, in occasione della Giornata della Donna. Mi è capitata ieri sott'occhio e, se pure con un giorno di ritardo, vorrei riproporvela, come Maria Rita ha fatto anche lei sul suo FB, in omaggio a tutte le donne. E' una bella storia. La storia di una donna, Ida Tarpell, che oltre un secolo fa riuscì a fare qualcosa di impensabile, per quei tempi soprattutto "senza Internet ed aeroplani, - come scrive Maria Rita - e le donne stavano a casa, o al massimo facevano le insegnanti o le infermiere", ma con la forza e la tenacia che solo una donna sa rivelare quando si mette alla prova. Leggetela. Ne vale la pena. Ed è decisamente in tema con gli argomenti che di solito trattiamo in questo spazio. (gp)

    di Maria Rita D'Orsogna

    How a female investigative journalist brought
    down the world's greatest tycoon and
    broke up the Standard Oil monopoly
    All a man does should make for rightness and soundness,
    that even the fixing of a tariff rate must be moral.


    Ida Tarbell. Questo nome non dirà molto ai più, ma ne voglio parlare oggi, 8 Marzo 2011, perchè la sua è una storia bellissima di ispirazione e che quando mi sento demoralizzata e mi chiedo chi me lo fa fare, mi fa sentire meno sola e mi riempie di ammirazione e di rispetto. Ida Tarbell inventò il giornalismo investigativo e rivoluzionò il modo di rapportarsi degli Americani alle multinazionali del petrolio, cento anni fa, senza internet, senza aereoplani e solo per amore di giustizia.

    Nacque nel 1857, in Pennsylvania, figlia di un piccolo imprenditore petrolifero. A quel tempo non c'erano le multinazionali e chiunque poteva mettersi lì a cercare oro nero sottoterra. Ad un certo punto sulla scena compare però Mr. John Rockefeller, petroliere spietato la cui intenzione era quella di emergere su tutti, con qualsiasi metodo possibile, legale o meno, intimidendo e rendendo la vita difficile a tutti i suoi competitori. La sua ditta si chiamava Standard Oil. Si dice che il protagonista di "There will be blood" con Daniel Day Lewis è stato ispirato in parte da lui. Con il tempo la sua Standard Oil arrivò a detenere il 90% di tutta l'industria petrolifera USA e ingoiò pure la ditta del padre di Ida Tarbell. Passarono gli anni, e Ida trovò la sua strada come giornalista in un'epoca in cui le donne stavano a casa, o al massimo facevano le insegnanti o le infermiere.

    Nel 1897 Ida Tarbell decise, di punto in bianco, di studiare la Standard Oil. Si prese la briga di spulciare tutti i documenti che poteva trovare sparsi per la nazione e si premurò di fare interviste ad esperti di leggi, scienziati, e pure con i petrolieri stessi. Cento anni fa, quando queste cose non si facevano, senza internet e senza niente se non la curiosità e il desiderio di trovare la verità. I capoccioni che lavoravano per la Standard Oil, credendo che la giornalista volesse scrivere testi di ammirazione, raccontarono la loro verità con molto candore, e rivelarono anche cose non proprio edificanti, come l'aver pagato politici, manipolato il mercato, minacciato i piccoli imprenditori e corrotto chi c'era da corrompere. Ida Tarbell mise insieme tutti i pezzi.

    Ci mise cinque anni. Il suo primo articolo di denuncia contro la Standard Oil, le sue pratiche e John Rockefeller, comparve nel 1902 su una rivista che si chiamava "McClure's Magazine". Gli articoli durarono fino al 1904, e alla fine furono raccolti in un libro, dal titolo "History of the Standard Oil Company". Fu invitata a parlare in tutti gli angoli della nazione, e divenne amata ovunque la Standard Oil aveva fatto disastri - il che vuol dire in tutti gli USA.

    Fu uno tsunami. Era la prima volta che il capo di una multinazionale così potente veniva messo sotto la lente dell'opinione pubblica. Ci fu un forte elemento di sorpresa e di stupore anche da parte dei lettori che mai avrebbero potuto immaginare comportamenti così poco morali da parte di un uomo così ricco e così famoso. Scrisse di Rockefeller: "And he calls his great organization a benefaction, and points to his church-going and charities as proof of his righteousness. This is supreme wrong-doing cloaked by religion. There is but one name for it -- hypocrisy."

    Dalla sua opera giornalistica certosina nacquero movimenti di opposizione di popolo e politici allo strapotere della Standard Oil Trust. Ida Tarbell diede loro numeri, dati, fatti, alla gente per unirsi e chiedere cambiamento. Le leggi già esistevano - in particolare lo "Sherman Antitrust Act" del 1890 - ma fino ad allora la Standard Oil era riuscita a sfuggire dal braccio della legge.
    Finalmente, grazie agli "exposè" di Ida Tarbell, la Standard Oil non potè più scappare dall'ira di popolo. Il presidente Teddy Roosevelt definì i vertici della Standard Oil i più grandi criminali della nazione e nel 1911 la Corte Suprema degli Stati Uniti impose la dissoluzione della ditta, in quanto cartello e monopolio. Le maggiori ditte di oggi - Chevron, Exxon-Mobil, Conoco-Phillips, Amoco, sono tutte derivate dalla Standard Oil di Rockefeller. Nel 1999 il New York Times mise i suoi articoli fra i cinque più influenti pezzi di giornalismo mai scritti nel 20esimo secolo. Le hanno fatto un francobollo e dato ogni sorta di riconoscimento, in vita e dopo la sua morte, nel 1944.

    Tutto questo più di cento anni fa. In questi tempi di veline e di Ruby Rubacuori, mi sembra un bell'esempio di speranza.

    http://dorsogna.blogspot.com/2011/03/ida-t...marzo-2011.html


    Edited by Filippo Foti - 22/1/2019, 19:48
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