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  1. La Green Card e la mazzetta di stato per i patentati lucani

    AvatarBy gpicchetti il 14 Mar. 2012
     
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    La Green Card e la mazzetta di stato
    per i patentati lucani


    "La Green Card e la Mazzetta di Stato": così titolavo ieri la mia nota su FB sul "Bonus Idrocarburi" previsto dal governo italiano a favore dei pantetati della Lucania, illustrandone luci ed ombre.. E mentre scrivevo e pubblicavo ciò, in altra parte del mondo, ma con un occhio attento alle "cose nostre" italiane, Maria Rita D'Orsogna scriveva un pezzo che oggi potete leggere sul suo Blog, intitolato guarda caso "Mazzette ENI ai politici stranieri" !!! L'incipit del suo articolo? Questo: "Fanno veramente schifo. Eccoli qui i nostri eroi dell'ENI, i benefattori dell'umanità, questo mostro di ingordigia accecato dal profitto e dai soldi. Qui infatti un articolo sulla Repubblica sulle presunte mazzette ENI in Iraq e in Kazakhstan...". E sapete come finisce il pezzo di Maria Rita ? Con queste parole: "Non è la prima volta che l'ENI è immischiata in questioni di tangenti. L'ENI infatti è stata già condannata dalla SEC americana a pagare oltre 360 milioni di dollari per corruzione, in questo caso in Nigeria. Quindi, non hanno imparato niente e continuano ad allungare mazzette e soldi come se niente fosse. E se fanno così in Iraq e in Kazakhstan, cosa pensate che facciano in Abruzzo, Basilicata, Lombardia? Con buona pace della Bonus Card dei lucani! " !!! (gp)

    1203101b


    Mazzette ENI ai politici stranieri
    di Maria Rita D'Orsogna

    TUESDAY, MARCH 13, 2012. - Fanno veramente schifo. Eccoli qui i nostri eroi dell'ENI, i benefattori dell'umanita', questo mostro di ingordigia accecato dal profitto e dai soldi. Qui infatti un articolo sulla Repubblica sulle presunte mazzette ENI in Iraq e in Kazakhstan. E cosi, mentre noi cerchiamo di esportare l'immagine di paese turistico, cibo genuino, paesaggi da vacanza, una cultura a base di Leonardo da Vinci, Giacomo Puccini e Giorgio Armani, loro esportano la cultura delle mazzette. Infatti, da questi articoli e dalle indagini del pubblico ministero Fabio De Pasquale traspare che per costruire impianti petroliferi a Zubair in Iraq e a Karachaganak in Kazahstan, i signori dell'ENI abbiano pagato mazzette ai politici del posto.

    Le ditte coinvolte sono:
    ENI - amministratore delegato Paolo Scaroni
    Saipem - amministratore delegato Pietro Franco Tali
    Tecnimont - amministratore delegato Fabrizio Di Amato
    Ansaldo Energia - amministratore delegato Giuseppe Zampini
    Elettra Progetti - amministratore delegato Romano Agostini
    Siirtec - presidente Giorgio Veronesi
    Renco - presidente Antonio Passeri
    Prysmian - amministratore delegato Valerio Battista

    La Siirtec la conosciamo anche noi in Abruzzo perche' era la ditta coinvolta nel Majella Petroleum System, un progetto per trivellare la Majella. Questa Siirtec avrebbe costruito un desolforatore "ad impatto zero" sotto una delle montagne piu' amate d'Abruzzo. Per quanto riguarda l'Iraq e il Kazashstan, pare che il tutto risalga al giugno 2011 quando le ditte di cui sopra hanno iniziato a "sovraffatturare" l'ENI, con i soldi della differenza usata dall'ENI stessa per corrompere i politici stranieri. Un bellissimo strategemma per creare "provviste di denaro" per "pagamenti di tipo corruttivo", come scrive la Repubblica. E non mi si venga a dire che questi galantuomini di cui sopra, presidenti delle sussidiarie ENI sono da considerarsi meno colpevoli che l'ENI perche' parte di un ingranaggio. Loro hanno *acconsentito* di fare parte del gioco. Nella vita uno puo' scegliere, e questi hanno *liberamente scelto* di partecipare al gioco della corruzione. Il fatto che ci fossero sette ditte, alcune delle quali molto note in Italia, la dice lunga sulla corruzione galoppante in Italia.

    Non e' la prima volta che l'ENI e' immischiata in questioni di tangenti. L'ENI infatti e' stata gia' condannata dalla SEC americana a pagare oltre 360 milioni di dollari per corruzione, in questo caso in Nigeria. Quindi, non hanno impartato niente e continuano ad allungare mazzette e soldi come se niente fosse. E se fanno cosi' in Iraq e in Kazakhstan, cosa pensate che facciano in Abruzzo, Basilicata, Lombardia? Con buona pace della bonus card dei lucani!

    L'articolo di Repubblica del 13 marzo 2012 di Emilio Randacio: "Mazzette ai politici stranieri. Sotto inchiesta i big del petrolio. Appalti in Iraq e Kazakistan, bufera su sette società italiane alcune delle quali quotate in borsa: da Ansaldo Energia a Saipem, sovrafatturavano commesse Eni. Indaga la procura di Milano. Il reato ipotizzato è "corruzione internazionale di pubblici ufficiali stranieri"
    www.repubblica.it/economia/2012/03/...56/?ref=HREC2-1

    http://dorsogna.blogspot.com/2012/03/mazze...-stranieri.html

    La nota del sottoscritto su FB "La Green Card e la mazzetta di stato" (gp)
    www.facebook.com/photo.php?fbid=323...63270409&type=1


    Edited by gpicchetti - 14/3/2012, 13:54
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    Come si dice, «le sentenze vanno sempre rispettate» ma viene alla mente l’affermazione del torinese Angelo Brofferio: Guaj a col ch’a s’ancaprissia / ëd volèi giusta la giustissia! (Guai a chi si ostina nel volere giusta la giustizia!).
     
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    Il prezzo della benzina


    WEDNESDAY, MARCH 14, 2012

    maria-rita-dorsogna

    Maria Rita D'Orsogna


    "Apprendo da Maurizio Crozza, scrive la mia sempre amica Maria Rita D'Orsogna, fisico, docente universitario, attivista ambientale, nel suo blog, che la benzina in Italia costa circa 2 euro al litro. Qui in California è a circa $4.50 al gallone - che fa circa $1.30 al litro, circa 90 centesimi di euro al litro. Può sembrare di meno in Italia e lo è! Ma l'aumento è stato vertiginoso anche qui. Per fare il raffronto, quando sono arrivata a Los Angeles, nel 1999, il prezzo della benzina era di $1.10 al gallone".

    Maria Rita D'Orsogna:

    In 12 anni il prezzo della benzina qui in California e' quadruplicato. Nel resto degli USA il prezzo medio e' di circa $3.80 dollari al gallone. In California la benzina costa di piu' perche' usano una miscela a basso impatto - per le leggi di protezione dell'ambiente - e perchè ci sono delle tasse aggiunte che in altri stati non hanno.

    Ma in generale, perche' la benzina costa caro? Ovviamente non sono un economista, ma ho parlato con qualcuno di loro e leggo ogni tanto vari articoli sul tema. Ci tengo allora a dire quel che penso, per non dover sentire che dobbiamo trivellare tutto il trivellabile in Italia per "fare diminuire il prezzo della benzina".

    E questo perche' da piu' parti, ceto piu affidabili che i deliri di Saglia, Passera, Scaroni ed Assomineraria, leggo che il prezzo della benzina e' totalmente scollegato ai costi di produzione, esplorazione e di raffinazione e invece fortemente legato ai livelli speculativi in borsa.

    Cioe' non e' la mancanza di petrolio che fa salire i prezzi, ma sono le speculazioni in borsa e i giochini finanziari collegati a percezioni piu' o meno distorte che portano a questi aumenti vertiginosi.

    Qui negli USA il prezzo del petrolio viene stabilito presso il New York Mercantile Exchange, il NYMEX. Nel processo decisionale dovrebbero essere tenuti in considerazione i vari eventi mondiali - la situazione in Libia, Iran, Medio Oriente, o tempeste, o esplosioni, domanda ed offerta - che potrebbero cambiare i vari livelli produttivi e di utilizzo.

    A suo tempo questo NYMEX era sede di persone fisiche che si scambiavano oggetti, merci e soldi. Adesso invece quasi tutti gli scambi vengono fatti da computer che usano algoritmi matematici e scambiano informazioni molto piu' in fretta di prima.

    Questo fa si che il prezzo del petrolio non sia tanto collegato agli scambi veri fra venditore e acquirente, o anche ai veri effetti di domanda e di offerta, ma che ci siano dietro scommesse, opzioni e previsoni per il futuro, effetti psicologici, e timori reali o immaginari che siano (la fine del petrolio, il maggiore uso di petrolio da parte di Cina, l'India e il Brasile, le guerre o l'instabilita' del Medio Oriente sicuramente veri ma certo usati un po come scusanti), che determinano i prezzi in maniera del tutto scollegata ai veri costi.

    Ovviamente a beneficio di chi partecipa in queste speculazioni finanziarie!

    Infatti, sono gli stessi petrolieri dicono che i prezzi della benzina sono gonfiati.

    Circa un anno fa, nel Maggio 2011, il capo della ExxonMobil Rex Tillerson disse che il vero prezzo della benzina dovrebbe oscillare fra i 60 e i 70 dollari al barile. Ovviamente se lo dice un petroliere, o e' vero, oppure i prezzi sono ancora inferiori!

    A Settembre 2011 the Energy Information Administration del governo USA riportava che il petrolio dovrebbe costare circa 30 dollari al barile e che i costi produttivi variano da 7 dollari al barile nel Medio Oriente a 41 nel golfo del Messico.

    La differenze sono dovute ai vari standard ambientali da mantenere, al costo della manodopera e alla difficolta' estrattiva.

    Addirittura ci sono report per cui il petrolio debba costare in verita' 10 dollari al barile!

    The price of a barrel of oil would be closer to $10 if the commodity wasn't traded as an investment instrument, given the record-high levels of U.S. oil inventories, Peter Beutel, president of Cameron Hanover, told CNBC Monday. "I honestly think that if there were no investors using oil as an asset that the price of oil right now would be $10 or $15 or $18, but it wouldn't be anywhere near where it is," Beutel said. "We have so much oil right now, more than we've had in 27 years. Why is it 27 years? Because that's how far our records go back. It's probably the most in 50 or 100 years," he added.

    Questo Peter Beutel era il presidente di Cameron Hanover fino a ieri, ditta finanziaria che si occupa proprio di ricerca del mercato dell'energia, e di consulenze per investitori. E' stato un esperto di prezzi e di mercati petroliferi per 30 anni. E' morto proprio oggi, domenica 10 Marzo 2012.

    Ma non e' il solo a parlare di $10 dollari al barile, la stessa cifra e' emersa in una audizione al Senato USA, l'anno scorso per cui il prezzo medio di produzione si aggira attorno agli $11 dollari al barile.

    Ergo, quando il petrolio arriva sul mercato, a $100 dollari al barile, il differenziale e' di circa il 90%!

    Conclusione: quando Corrado Passera, l'ENI, Stefano Saglia, Assomineraria, la Senatrice Simona Vicari, Angelino Alfano, Corrado Clini, la famigerata "Italiadecide", diranno che dobbiamo trivellare perche' questo serve per la bilancia dei pagamenti italiani, la risposta e' che no, ci devono guadagnare le compagnie petrolifere e coloro che speculano sulla differenza fra il prezzo del bene fisico, 10 dollari, e il prezzo gonfiato sui mercati finanziari, 100 dollari!

    Non ci guadagna nessuno di noi persone normali, tantomeno le comunita' trivellande e trivellate, ne sono sicura.


    Fonti: The New York Times, The Los Angeles Times



    Blog della Dorsogna: http://dorsogna.blogspot.com/2011/03/il-pr...la-benzina.html
     
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