Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Il "Manifesto" del Comitato Parchi per Pantelleria

    AvatarBy gpicchetti il 26 Mar. 2012
     
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    Il "Manifesto" del Comitato Parchi per Pantelleria

    Benchè datato (risale all'Agosto del 2010), questo documento firmato da Franco Tassi e Carmelo Nicoloso per il Comitato Parchi in relazione all'emergenza che riguarda l'isola di Pantelleria, è un documento che, come tutte le cose di valore, conserva intatta ancor oggi tutta la sua validità. Anzi ne acquisisce ancora maggiore, davanti alle minacce che si vanno concretizzando a seguito della sfrenata corsa all'oro nero in atto nel Mediterraneo e non solo, e di cui basti solo citare, a mò d'esempio, la IKDAM della Lundin Petroleum, la grossa nave da 70.000 tonn. specializzata in produzione, raffinazione e stoccaggio di prodotti petroliferi ricavati da sottosuoli marini profondi, in azione, già da tempo ormai, sul giacimento Oudna a 30 miglia appena da Pantelleria.
    Il giacimento su cui sta operando l'IKDAM si trova al centro del Canale di Sicilia, in acque tunisine. In acque, cioè, date in concessione a quella società multinazionale dalla Tunisia, uno degli Stati membri firmatari della Convenzione di Barcellona, che proprio dall'UNEP-MAP ( l'istituzione delle Nazioni Unite delegata alla tutela del Mediterraneo, di cui fanno parte, con l'Unione Europea e gli stati mediterranei dell'Unione, anche gli altri stati extra-europei bagnati dal Mediterraneo) ha avuto l'incarico di istituire le cosiddette SPAMI (Aree Marine d'Altomare Specialmente Protette), due delle quali, individuate proprio dall'UNEP-MAP, comprendono lo Stretto di Sicilia....
    C'è una strada già segnata, quindi, senza alcun dubbio... E per iniziare a percorrerla non occorrono fondi speciali... Basta qualche sacrificio, quale quello di fermare quelle attività estrattive già avviate nello Stretto in totale inosservanza di trattati internazionali pur sottoscritti... E insieme la volontà di dare un segnale concreto che, seppure con i tempi di crisi in cui ci troviamo, si intende davvero imboccare questa strada maestra, l'unica in grado di assicurare un futuro alle generazioni che verranno, e per non distruggere per interesse e per follia quelle "riserve naturali" senza le quali non c'è certezza nè speranza per la nostra sopravvivenza...
    Qui a seguire il documento in questione, una storia infinita sull'istituzione dell'Area Marina Protetta di Pantelleria che va avanti dal 1989, passando per l'istituzione del Parco Nazionale nel 2007, per arrivare alle concessioni per le trivellazioni petrolifere (storia di questi giorni), e alla proposta del Comitato Parchi del 2010 per un Parco Blu transnazionale che interessi tutta l'area del Canale di Sicilia... (gp)

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    S.O.S. per l'Isola di Pantelleria, la Perla Nera dimenticata.
    Trivellazioni nel Canale di Sicilia? Assai meglio un Parco Blu!

    di Carmelo Nicoloso e FrancoTassi

    Strano destino, quello delle piccole isole. Il Mediterraneo ne è ricco, l’Egeo ne pullula, la Grecia ne va fiera… E l’Italia? Tutti sanno che nel “mare nostro” vi sono non meno di 200 “isole minori”, tra cui spiccano le isole più belle e famose del mondo: Capri e Ischia, Ponza e Ventotene, Caprera e La Maddalena, Elba e Montecristo, Stromboli e Vulcano, Lipari e Panarea, Ustica e Favignana, Pantelleria e Lampedusa. Ciascuna di queste isole rappresenta un mondo a parte, ognuna è un vero capolavoro della natura. Paradisi sognati da tutti i popoli europei che vivono tra le brume del Nord, e non soltanto da loro. Un tempo avamposti della storia e della civiltà, rischiano oggi di essere sopraffatte dall’invasione edilizia, sommerse dal turismo mordi e fuggi per un mese l’anno, e poi completamente dimenticate. Anche per questo, da quasi mezzo secolo il Settore Mare del Comitato Parchi sostiene con forza l’idea di creare nei luoghi migliori, come avviene in molti altri Paesi, moderni Parchi Blu ben organizzati, garanzia di tutela di un patrimonio unico ma anche efficaci catalizzatori di un ecoturismo pluristagionale responsabile. Da anni se ne parla, ma ben poco di concreto è stato fatto davvero.

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    Prendiamo come esempio Pantelleria: vera perla nera del Mediterraneo, quarta isola italiana per estensione, l’antica Cossyra è un gran blocco di natura vulcanica nel mezzo del Canale di Sicilia, più vicina alla Tunisia che alla Trinacria. Tondeggiante, culmina nella Montagna Grande alta 836 metri, dalla quale nelle giornate più limpide si possono ammirare sia le coste africane che quelle europee. Antico cratere ormai spento, emana ancora vapori fumosi, cela calette incantevoli, ospita un singolare laghetto detto “Specchio di Venere”, ed è prodiga di grotte, faraglioni e strane formazioni rocciose. Accanto a lande assolate dominio di erbe aromatiche come menta, salvia, origano e nepetella si incontrano macchie e pinete di pino marittimo e d’Aleppo. Regno del coniglio selvatico e di faune minori simili a quelle africane, rappresenta un punto di sosta ideale per gli uccelli migratori di ogni genere, tanto da richiamare in primavera e d’autunno drappelli di appassionati naturalisti.

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    Ma i tesori più preziosi sono nascosti nei fondali incontaminati ricchi di spugne e coralli, cernie e polpi enormi; e nelle fresche acque azzurre intorno all’isola, dove sfilano cefali, dentici, tonni, squali e pesci spada, e talvolta si può avvistare una tartaruga marina, una manta o una foca monaca. Qui si fanno anche scoperte importanti, come il recentissimo primo avvistamento di una grande Medusa proveniente dall’Atlantico (Catostylus tagi), mai osservata prima nel Mediterraneo.

    Pantelleria meriterebbe, insomma, massima attenzione e protezione: perché se è vero che esiste già una Riserva terrestre, si attende vanamente da anni l’Area Marina Protetta; e una legge di tre anni fa vorrebbe trasformarla tutta in un Parco Nazionale. D’altro canto lo stesso Canale di Sicilia potrebbe un giorno diventare un cosiddetto Parco transfrontaliero, ovvero di livello e spessore internazionale. Ci sarebbe insomma da essere felici e fiduciosi nell’avvenire, ma come spesso accade la realtà sta purtroppo prendendo una piega del tutto diversa: perché a poche miglia dalla costa incombe lo spettro delle trivellazioni petrolifere, come sempre “regolarmente autorizzate” dalle autorità competenti. Il rischio di incidenti disastrosi non sembra poi tanto remoto, se si pensa che la piattaforma sottomarina è di natura vulcanica, e perforando quello strato magmatico non solo si distruggerebbe una straordinaria fauna di profondità ancora in gran parte sconosciuta, ma si andrebbe incontro ad altre sorprese assai poco piacevoli.

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    L’unica seria difesa può venire da una rapida creazione del primo Parco Marino Internazionale del Mediterraneo, che porterebbe Pantelleria alla ribalta europea: ma al di là di belle parole, ben poco si muove. Si sa di ingenti somme da tempo stanziate dal Governo, ma nessuno spiega dove siano finite: nel migliore dei casi verranno in parte destinate al solito magnifico “studio di fattibilità”, ma nel frattempo tutti i peggiori attacchi procederanno indisturbati. La sola forza in grado di salvare l’isola sta dunque in una convinta alleanza tra comunità locale, movimenti ambientalisti, mezzi di comunicazione e frequentatori dell’isola, tra cui figurano anche personaggi di spicco.

    Con un obiettivo semplice e immediato: creiamo le Aree Protette, ma puntiamo subito su un moderno Centro Natura nel cuore dell’isola. Un Centro in cui occupare giovani del posto, attrarre volontariato italiano e straniero, aprire la porta all’informazione e alla discussione, mostrare le meraviglie del mare anche a chi non vada con la testa sott’acqua. Pantelleria potrebbe allora scampare al rischio dell’oro nero, e trovare il vero oro pulito nella conservazione di tutti i suoi beni più preziosi: natura e tradizioni locali, ospitalità e vita attiva per gran parte dell’anno, sole e mare. Sarebbe davvero così difficile imboccare questa strada maestra?

    Roma, Agosto 2010

    www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-22739.html
    Carmelo Nicoloso (Coord. Sicilia e Mezzogiorno Comitato Parchi)
    [email protected]
    (foto guido picchetti - [email protected])


    Edited by gpicchetti - 26/3/2012, 16:16
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