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  1. Piero Angela: quando l'informazione non tiene conto dei gravi rischi ambientali.

    By Filippo Foti il 3 April 2012
     
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    Due anni fa Piero Angela, in una puntata del programma "SuperQuark" trasmesso su RAI 1, aveva parlato della fratturazione idraulica e delle sue "nuove prospettive" soffermandosi soprattutto sui suoi potenziali vantaggi estrattivi...


    ENI sempre in prima fila!


    Così come pubblicato dalla Direzione Generale delle Politiche Interne del Parlamento Europeo, nel mese di giugno del 2011, vengono citate delle "Raccomandazioni" dove si legge: "È necessario valutare l’opportunità di imporre un divieto generale dell’iniezione di sostanze chimiche tossiche. Come misura minima, dovrebbero essere rese pubbliche tutte le sostanze chimiche usate, ne dovrebbe essere ridotto il numero consentito e monitorato l’uso. Dovrebbero essere raccolti a livello europeo dati statistici sulle quantità iniettate e sul numero di progetti".
    A beneficio di coloro che vogliono essere informati citeremo più sotto ciò che nessuno dice!
    Il gas prodotto dagli scisti bituminosi con la tecnica del "fracking", è stata una fonte energetica trascurata o poco considerata fino a non molti anni fa. Da un paio d'anni a questa parte, e Piero Angela non poteva non informarci da par suo, sta vivendo una fase di autentico boom, specie negli Stati Uniti come dimostrano due rapporti, uno della British Petroleum ed uno dalla società di consulenza BDO Usa, in cui emerge in maniera inequivocabile la sua importanza crescente.

    A poco più di un anno dalla tragedia nucleare di Fukushima, era l'11 marzo del 2011 quando un terremoto di magnitudo 9.0 ed un successivo potentissimo tsunami sconvolsero il Giappone, la ricerca di energie alternative e pulite è dunque oggetto di attente analisi e riflessioni in tuto il mondo.

    Dopo le esperienze acquisite negli Stati uniti, il gas estratto dagli scisti bitumosi potrebbe essere una risposta ai bisogni dell'Unione Europea e quali sono i rischi legati a questa tecnologia?

    Il gas estratto dagli scisti bituminosi si nasconde nelle profondità della terra. Per estrarlo è necessario ricorrere ad una tecnica chiamata "fracking", cioè fratturazione idraulica o idrofratturazione che consiste nel produrre molte micro-fratture nella roccia che contiene il gas, consentendogli di risalire in superficie. La fratturazione è possibile attraverso l'immissione nella roccia di acqua ad alta pressione miscelata con additivi che comprendono sostanze tossiche, allergeniche, mutagene e cancerogene.

    Dicevamo che la Direzione Generale delle Politiche Interne del Parlamento Europeo ha pubblicato, nel mese di giugno del 2011, uno studio condotto da Stefan Lechtenböhmer dell'Istituto di Wuppertal per il Clima, l’Ambiente e l’Energia ed altri autori che hanno esaminato le possibili ripercussioni sull’ambiente e sulla salute umana della fratturazione idraulica.

    I dati quantitativi e gli impatti qualitativi sono tratti dall’esperienza statunitense poiché in Europa l’estrazione di gas di scisto si trova ancora in una fase iniziale, mentre gli Stati Uniti hanno maturato un’esperienza quarantennale con la perforazione di oltre 50.000 pozzi.

    Dalle esperienza in Nord America, l’analisi di un elenco di 260 sostanze fornita dallo Stato di New York presenta i seguenti risultati:

    • 58 sostanze su 260 presentano una o più caratteristiche che potrebbero sollevare qualche preoccupazione;
    • 6 sono presenti nel primo dei quattro elenchi di sostanze prioritarie, pubblicato dalla Commissione europea per le sostanze che richiedono immediata attenzione in considerazione dei loro possibili effetti sull’uomo e sull’ambiente: acrilammide, benzene, etilbenzene, isopropilbenzene (cumene), naftalene, etilendiamminatetraacetato di tetrasodio;
    • Una sostanza (naftalene bis(1-metiletile)) è attualmente oggetto di indagine in quanto persistente, bioaccumulabile e tossica (PBT);
    • 2 sostanze (naftalene e benzene) sono presenti nel primo elenco delle 33 sostanze prioritarie definite dall’allegato X della direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE, oggi allegato II della direttiva sulle sostanze prioritarie (direttiva 2008/105/CE);
    • 17 sono classificate come sostanze tossiche per gli organismi acquatici (acute e/o croniche);
    • 38 sono classificate come tossine acute (per la salute umana) come il 2-
    butossietanolo;
    • 8 sono sostanze cancerogene note, come il benzene (classificazione GHS: Carc. 1A), l’ammide acrilico, l’ossido di etilene e vari solventi a base di petrolio contenenti sostanze aromatiche (classificazione GHS 5: Carc. 1B);
    • 6 sono classificate sostanze cancerogene sospette (Carc. 2) come il cloridrato di idrossilammina;
    • 7 sono classificate come mutagene (Muta. 1B) come il benzene e l’ossido di etilene;
    • 5 sono classificate come sostanze con effetti sulla riproduzione (Repr. 1B, Repr. 2). Il 2-butossietanolo (noto anche come etere monobutilico del glicole etilenico) è spesso impiegato come additivo chimico (Bode 2011, Wood et al 2011). È tossico a livelli di esposizione relativamente bassi.

    L’emivita del 2-butossietanolo nelle acque di superficie naturali varia dai 7 ai 28 giorni. Con un tasso di biodegradazione aerobica così lento, gli
    esseri umani e gli animali selvatici e domestici potrebbero entrare in contatto diretto con il 2-butossietanolo tramite l’ingestione, l’inalazione, l’assorbimento tramite l’epidermide o gli occhi sotto forma di vapore o liquido quando l’acqua intrappolata raggiunge la superficie.

    La biodegradazione aerobica richiede la presenza di ossigeno, il che significa che all’aumentare della profondità di iniezione del 2-butossietanolo nel sottosuolo, aumenta anche il tempo di persistenza. (Colborn 2007).

    Inoltre, la fratturazione idraulica può influenzare la mobilità delle sostanze tossiche presenti in natura che si trovano nel sottosuolo, come mercurio, piombo e arsenico. Tali sostanze possono trovare un percorso per raggiungere una fonte sotterranea di acqua potabile se le fratture si estendono oltre la formazione obiettivo o se i tubi di rivestimento o il cemento attorno alla perforazione si rompe sotto la pressione esercitata dalla fratturazione idraulica.

    Altre sostanze tossiche si possono formare attraverso complesse reazioni biogeochimiche con gli additivi chimici utilizzati per il fluido di fratturazione (EPA 2011). Le sostanze tossiche presenti in natura possono trovarsi anche nel materiale di riflusso. Sono tuttora limitate le conoscenze sull’efficacia degli attuali processi di trattamento per un
    adeguata rimozione di alcuni materiali di riflusso e dei componenti di acqua prodotta (EPA 2011).

    I potenziali effetti sulla salute sono causati principalmente dall’impatto di importanti emissioni nell’aria o nell’acqua. Si tratta in prevalenza di mal di testa e di effetti a lungo termine dovuti ai composti organici volatili. L’inquinamento delle acque sotterranee può rivelarsi pericoloso quando le persone entrano in contatto con le acque inquinate.

    Per esempio, lavare con frequenza i bambini piccoli usando acqua inquinata può avere ripercussioni quali allergie e altre patologie. Inoltre, le vasche delle acque reflue e i fluidi di un’eruzione costituiscono motivo di preoccupazione nel caso di esposizione della pelle.

    Qualsiasi sia la ragione per consentire la fratturazione idraulica, la giustificazione secondo cui aiuterebbe a ridurre le emissioni di gas a effetto serra è raramente sostenibile.

    Al contrario, è molto probabile che gli investimenti nei progetti di gas di scisto possono avere, al massimo, un impatto di breve durata sull’approvvigionamento di gas che potrebbe rivelarsi controproducente, in quanto darebbe l’impressione di sicurezza della distribuzione di gas in un periodo in cui i consumatori dovrebbero essere spinti a ridurre la dipendenza contenendo i consumi, migliorando l’efficienza e cambiando le fonti di energia.

    Altri pareri qualificati sono quelli della ricercatrice Paulina Jaramillo, che sostiene che questa tecnica provoca dell'emissioni di gas a effetto serra come il biossido di carbonio e di Didier Bonijoly, che ammonisce di stare molto attenti in quanto l'enorme quantità di acqua che bisogna usare può essere, come è già stato dimostrato, all'origine di alcuni terremoti di piccola entità.

    CBM Coal Bad Methane negli ultimi dieci anni in America.


    Gli Stati Uniti estraggono il gas dagli scisti bitumosi da più di 40 anni, mentre in Europa questa attività è stata frenata per molti anni, prima di essere rilanciata nel 2009.
    La maggior parte delle estrazioni sono state operate in Polonia, ma recentemente anche l'Austria, la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Svezia ed il Regno Unito hanno dimostrato un forte interesse, anche segni di protesta e di opposizione non sono mancati a livello locale e governativo.

    Fino a primi anni del 2000, il costo di estrazione di questo gas era troppo oneroso per ampliare in maniera massiccia l'operazione. Ma la crescita globale e continua dei prezzi del gas ha cambiato la situazione.

    Il sito Novethic rivela che le riserve di gas non convenzionale sono stimate pari a due volte quella del gas convenzionale e pertanto appare chiaro quanto sia importante per molti paesi assicurarsi una indipendenza energetica. Negli Stati Uniti, ad esempio, la percentuale di gas di scisto potrebbe raggiungere il 25% nel 2030 consentendogli di essere autosufficiente.


    In Europa, le riserve potenziali di shale gas, stimate da 3.000 a 12.000 miliardi di m3, potrebbero contribuire a moltiplicare per due la vita delle riserve attuali e ridurre la dipendenza dalle importazioni, in particolare dalla Russia.

    In Francia, "la geologia dei vari bacini sedimentari è piuttosto favorevole al loro sviluppo, in particolare nel bacino sud è nel triangolo Valenza-Montpellier-Nizza", ha detto Roland Vially, un geologo delle "nuove energie IFP" con una disponibilità, nel sud della Francia, che dovrebbe contenere circa 2,38 miliardi di metri cubi di gas, o cinquanta anni di consumo nazionale.

    Così, dall'inizio della primavera 2010, il gigante petrolifero francese Total e la texana Schuepbach sono liberi di esplorare 9.672 km² nel sud della Francia, un grande campo di esplorazione come le Gironde.

    Jean-Louis Borloo


    Firmate dall'ex ministro francese dell'ecologia Jean-Louis Borloo, tre licenze di ricerca esclusive ancora novizi nello sfruttamento del gas shale, i gruppi francesi non possono fare a meno partner americani, l'unica chiave per padroneggiare la tecnica di estrazione di queste nuove risorse.

    L'impatto sul paesaggio, in primo luogo preoccupa le ONG e gli attivisti ambientali che dicono: "sapendo che i pozzi si stanno esaurendo rapidamente, dobbiamo aprirne regolarmente dei nuovi. Possiamo così trovare pozzi ogni 500 metri. Negli Stati Uniti, ci sono oltre 500.000 pozzi in 31 stati.

    Si pone anche il problema delle risorse idriche, quindi :si stima che sono necessari da 10 a 15 milioni di litri di acquaper una singola operazione di frattura. Inoltre, molte associazioni americane hanno rilevato la contaminazione delle acque sotterranee in prossimità dei siti di estrazione di gas shale. In Canada e negli Stati Uniti, la ricetta di questi additivi è protetta da segreto commerciale ed anche se la US Environmental Protection Agency (EPA) ha ordinato lo scorso settembre al gruppo Halliburton, l'origine di questa miscela per rivelare le componenti, il gruppo texano non ha mai voluto fornire spiegazioni.


    L'ex amministratore delegato della Halliburton aveva approvato una legge nel 2005 che impediva all'EPA di analizzare l'acqua utilizzata per fratturazione. Il suo nome era Dick Cheney ed era il vice-presidente George W. Bush.

    Uno studio EPA sta attualmente valutando l'impatto di questa tecnologia sulla salute e l'ambiente. L'EPA ha già trovato composti altamente cancerogeni e tre o quattro casi di contaminazione delle falde acquifere adiacenti.

    I risultati di questo studio, previsto in due anni, potrebbe portare a nuovi regolamenti che limitino o scoraggino lo sfruttamento di gas shale. Sulla base dello studio condotto presso la Cornell University, la New York State ha posto una moratoria sullo sfruttamento delle riserve di gas di scisto per proteggere la propria acqua potabile. Detta iniziativa è stata seguita anche dal comune di Pittsburg dove 50 rappresentanti della Camera dei Rappresentanti hanno anche introdotto un disegno di legge per contestare la legge Dick Cheney.

    Dick Cheney

    In Francia, gli Amici della Terra chiedono con fermezza il principio di precauzione e la pubblicazione di uno studio completo dei rischi sanitari ed ambientali connessi al funzionamento di questa risorsa. "E 'giunto il momento di rompere la nostra dipendenza dai combustibili fossili ", denuncia Aloys Ligault, attivista per la Responsabilità Sociale ed Ambientale per Friends of the Earth, che richiede uno studio completo dei rischi sanitari ed ambientali di questa operazione.

    Ligault chiede anche una moratoria europea: "Oltre al danno derivante da questa tecnologia, questa nuova energia può ostacolare lo sviluppo delle energie rinnovabili". L'allarme lanciato dagli Amici della Terra ha accentuato la sfida crescente nei confronti di questi permessi di esplorazione di gas shale.


    A metà dicembre dello scorso anno, il deputato José Bové ha richiesto un congelamento delle prospezione nel Larzac ed in altre zone: "la corsa delle società del gas sopra la Cevennes e la Larzac anticipa una ulteriore lotta fondamentale per la salvaguardia delle nostre risorse naturali".

    In Europa invece la questione è un pò diversa: pur con le stime incoraggianti sulle riserve che ammonterebbero a 92 miliardi di barili di petrolio, ad oggi non esistono norme precise che regolamentino l’attività.


    Inoltre nei diversi Paesi emergono posizioni contrastanti: da una parte la Polonia, il cui governo ha dichiarato nel mese di febbraio che “non ci sono le condizioni per poter negare il diritto delle ricerche; inoltre le attuali regole dell’Unione Europea garantiscono sufficienti controlli e sicurezza per questi lavori”.

    La dichiarazione è giunta in seguito all’iniziativa di un gruppo di eurodeputati che aveva cominciato a raccogliere firme al Parlamento Europeo per introdurre la moratoria, cioè la sospensione, dei lavori di ricerca e dei permessi rilasciati nei paesi membri.

    Se in Polonia lo shale gas è "benedetto" da governo e opposizione, in Francia l’anno scorso il Parlamento ha votato per la messa al bando delle pratiche estrattive dello shale gas con il cosiddetto metodo di idrofatturazione delle rocce, il fracking.


    Una tecnica con molti risvolti nocivi all’ambiente, come ha rilevato recentemente Davide Scrocca, dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr, secondo cui “bisogna porre attenzione al trattamento delle acque utilizzate per l’estrazione”.

    Si tratta, infatti, di acque che, a fine processo, “risultano contaminate da idrocarburi e quindi richiedono dei trattamenti speciali”. Il rischio è quello di inquinare le falde acquifere. Come la Francia, anche il governo della Bulgaria ha deciso di mettere al bando questa tecnica.

    Cosa accade in Italia? Le parole dello scienziato italiano Scrocca, conducono il pensiero proprio al nostro Paese dove a parere dell’amministratore delegato Eni, Paolo Scaroni, “lo shale gas in un Paese antropizzato come il nostro non lo vedo di facile utilizzazione”... dichiarazione alquanto disinteressata?.

    Paolo Scaroni


    Concordò con lui non più tardi di un anno fa l’allora sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia. Difatti in Italia di esplorazioni, propedeutiche all’estrazione del gas non se ne ha notizia in qualità di shale gas, mentre ce n’è almeno una relativa alla tecnologia Coal Bed Methane (CBM): si tratta del progetto “Fiume Bruna”, ideato dalla società del Regno Unito "Independent Resources", che consiste appunto nell’estrazione a bassa pressione del metano contenuto negli strati di carbone.

    Tale tecnologia, a differenza dello shale, non richiede l’aggiunta di solventi per far fluire il gas di produzione ed è meno impattante per l’ambiente. La tecnologia di produzione di metano da banchi di carbone, cosiddetta Coal Bed Methane (CBM), è stata sviluppata con successo negli Stati Uniti ed in diversi altri paesi europei. Negli USA, oggi, il metano estratto da letti di carbone (CBM) è pari al 9% di tutta la produzione nazionale di metano.


    Per la realizzazione del progetto “Fiume Bruna”, sono state trovate le condizioni nell’area di Ribolla, dove la lignite picea è stata estratta industrialmente per molti decenni nei dintorni e di altre località del bacino del fiume Bruna. In Italia dunque il progetto “Ribolla” nel comune di Roccastrada (Grosseto) è in questo momento alla fase esplorativa ed è stato autorizzato dal ministero dello Sviluppo economico nel 2008.

    La società ha investito 6 milioni solo per questa prima fase; una volta giunto l’ok ministeriale per condurre il progetto alla fase estrattiva, sono previsti altri 50 milioni di euro per condurre in porto il progetto per cui la produzione attesa è di circa 3,6 miliardi di metri cubi in un periodo di circa 30 anni, sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 80.000 famiglie.

    Progetto “Fiume Bruna”.


    Questa fase comprende la prospezione geofisica, che prevede indagini del sottosuolo non invasive per la misurazione di proprietà e parametri fisico-geologici, con l’acquisizione di linee sismiche e di dati gravimetrici.

    Successivamente è prevista la perforazione di alcuni sondaggi (pozzi) esplorativi, destinati a raccogliere i dati scientifici necessari a confermare la presenza di gas naturale in quantità sfruttabili dal punto di vista commerciale ed industriale. Non sono previste operazioni di fratturazione a base di acqua della roccia serbatoio (idro-frac).

    La società "Independent Resources plc" sta procedendo all’esplorazione dell’area in maniera sostenibile e socialmente accettabile, con tecnologie innovative. L'azienda è una società del Regno Unito che sta operando in Inghilterra, Italia e Tunisia. Le sue principali attività comprendono lo sviluppo di un impianto sotterraneo di stoccaggio del gas, insieme con le attività "a monte" in Italia e Nord Africa.

    Nella zona di Rivara è presente una falda sismica, e con il mutamento di pressione
    dovuto all’immissione di gas il rischio di terremoti si moltiplicherebbe.


    I progetti della Società comprendono, il progetto già accennato di Ribolla, il deposito di stoccaggio sotterraneo di metano a Rivara, in provincia di Modena ed il permesso di esplorare una quota del 40% a Ksar Hadada che copre un'area di circa 5.600 chilometri quadrati a sud-est della Tunisia.
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    Ho molte perplessità sull'informazione "scientifica" come viene fornita da Piero Angela, completamente allineato con il "sistema". Comunque il modo di cercare fonti di energia distruggendo la Terra, anche in senso fisico-letterale, è una tragedia, senza contare che tutta quell'energia va a distruggere ulteriormente il Pianeta in fase di utilizzo.
    "Qualunque forma di energia che non proviene direttamente dal Sole ci consegna a un creditore spietato, che ci presenta il conto ogni giorno, e si porta via della Vita vivente" (da un'affermazione di Konrad Lorenz, più di trent'anni orsono).
     
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