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  1. Cilento a rischio trivellazioni petrolifere

    AvatarBy gpicchetti il 14 April 2012
     
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    Cilento a rischio trivellazioni petrolifere

    L'articolo del blog "Heymotard", che qui a seguire riporto e riprendo poi nei miei "Echi di stampa", risale a domenica scorsa, ma è stato a sua volta integralmente ripreso dal notiziario on line "Il Cambiamento", dove risulta pubblicato il 30 Marzo scorso.

    Da tale data sono pertanto passate più di due settimane. Per l'esattezza quindici giorni, trascorsi senza che nessun organo di informazione della carta stampata a livello nazionale riprendesse gli argomenti trattati in quell'articolo firmato da Matteo Marini, o ritenesse opportuno farsi portavoce delle preoccupazioni più che motivate di quanti vivono in quella vasta area della Campania interessata dal Parco Nazionale del Cilento. Un Parco oggi minacciato dai progetti della Shell, la quale intende cercare petrolio tra i monti della Maddalena, in una zona di 211 km quadrati proprio a ridosso dei confini orientali dell'area protetta. Di ciò silenzio assoluto su tutta la stampa nazionale, occupata in questo periodo come non mai a parlare di sperpero del denaro pubbllco per i "rimborsi" elettorali ai partiti... E non una parola su quanto di poco chiaro e poco pulito sta accadendo sul problema delle ricerche energetiche in tante parti del territorio nazionale, sia a terra che in mare...

    Eppure alla richiesta della Shell per le sue ricerche in prossimità del Parco Nazionale del Cilento pare che il Ministero dello Sviluppo Economico abbia già espresso parere favorevole. Ma anche su questo fatto (a parte qualche reportage interessato sui quotidiani di opposizione governativa), neppure una parola sulla stampa di regime, fingendo di dimenticare quanto avvenuto anni fa, allorchè, come ci racconta Marini, un progetto simile a quello della Shell fu presentato dalla Texaco, la società petrolifera americana, la quale voleva costruire un pozzo profondo 4.000 metri nel comune di Sala Consilina.

    Cosa avvenne allora ? E' presto detto. La Texaco fu cacciata a pedate da sindaci, cittadini e comitati civici ! Ma ora ci riprova la Shell, contando proprio sul silenzio "omertoso" della stampa nazionale, di quella stampa cioè che, ben foraggiata da contributi statali (considerata com'è "servizio pubblico" al pari dei partiti...), poi, totalmente dimentica di questa sua importante funzione, continua a succhiare soldi dei contribuenti a fondo perduto per pareggiare i suoi conti, gravati per di più da supplementi patinati e multicolori che di tutto parlano, fuorchè dei problemi reali del Paese e del bene comune... Quo usque tandem... ? (gp)


    Trivellazioni. Il Cilento si ribella alla Shell
    di Matteo Marini (integralmente tratto da Il Cambiamento)

    Gli abitanti del Cilento si oppongono al progetto della Shell di trivellare un'area a ridosso dell'omonimo Parco Nazionale. Una zona, tra l'altro, interamente a rischio idrogeologico. Come andrà a finire?


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    Domenica 8 aprile 2012. - Oggi parliamo di petrolio e del Cilento. E parliamo anche di cittadini che si ribellano. Si ribellano alla decisione della Royal Dutch Shell, regina dell'oro nero, la quale vuole cercare il greggio proprio in Campania.

    Dopo aver inoltrato la richiesta e dopo aver ricevuto risposta positiva dal Ministero dello Sviluppo Economico, l'azienda ha cominciato l'esplorazione – per la verifica di eventuali giacimenti - della zona tra i monti della Maddalena, al limite tra la Campania e la Basilicata, lungo il confine con il Parco Nazionale del Cilento e Vallo del Diano. L’area che vorrebbero trivellare, è di ben 211 km quadrati.

    I vertici aziendali rassicurano, affermando che, per adesso, il progetto di esplorazione (denominato “Monte Cavallo”) sarà solo “teorico”, analizzando dati di archivio e rielaborandoli per cercare di ottenere delle informazioni preziose sulla presenza o meno del greggio.

    Come ci fa notare un articolo comparso sul periodico on line Green Style, però: “l’istanza di ricerca di permesso in terra ferma si chiama ‘Monte Cavallo’ ed è stata presentata al Ministero nel 2005. Quello che né Voser (amministratore delegato della Shell, ndr.) né l’Agi dicono, però, è che l’istanza ‘Monte Cavallo’ è letteralmente confinante con il Parco nazionale del Cilento e Valle di Diano. Basta sovrapporre la mappa del parco con quella del permesso di ricerca depositata all’Ufficio Nazionale Idrocarburi e Miniere, per vedere che la zona dove Shell vorrebbe fare i pozzi esplorativi e poi, in caso trovi il petrolio o il gas, i pozzi di estrazione veri e propri è incredibilmente vicina. Voser afferma di non sapere se il Ministero abbia già dato l’ok al progetto petrolifero a due passi dal parco nazionale”.

    In tutto questo ci dimenticavamo dei protagonisti principali di questa storia: i cittadini, le persone che stanno lottando per non avere questi lavori nel loro ‘cortile di casa’. Spalleggiati dal Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo del Diano, Amilcare Troiano, e dal Comitato No al Petrolio, i sindaci dei comuni interessati continuano ad opporsi. I loro principali argomenti si basano sui rischi ambientali delle zone interessate (frane, falde acquifere, diversi torrenti) e sugli incidenti che si sono già verificati in passato, come quello più recente del 10 marzo 2012 avvenuto all’oleodotto Eni Viggiano-Taranto, che ha provocato la contaminazione di 10.000 metri quadri di terreno.

    La Shell, si chiederanno in molti a questo punto, li avrà ascoltati? Neanche per sogno, come ci racconta Debora Billi dalle pagine di Blogosfere. Poche settimane fa, infatti, i sindaci ‘No-Shell’: "Decidono di andare a farsi sentire alla Commissione Ambiente della Regione Campania, per decidere il da farsi. E cosa fa la Shell? Li convoca graziosamente al suo cospetto. Lo stesso giorno. Da un'altra parte. Si sa, la Shell è impegnatissima e ha trovato due minuti solo quel giorno lì, cosicché i sindaci se vogliono essere ascoltati dovranno presentarsi puntuali col cappello in mano e soprattutto rinunciando all'audizione in Regione nonché al pronunciamento preventivo dei propri consigli comunali, che ritengono fondamentale".

    Da sottolineare, però, come il Cilento non sia nuovo a questi progetti di trivellazione, visto che la Texaco, società petrolifera americana, quindici anni fa presentò un progetto simile a quello della Shell, che prevedeva la costruzione del pozzo nel Vallone Bersaglio, nel comune di Sala Consilina, con profondità 4.000 metri. Davanti alle remore dei numerosi esperti del settore - che manifestavano evidenti dubbi sulla fattibilità dell'opera per uno dei motivi già elencati, ossia quello di possibili piene (essendo una valle torrentizia) - la Texaco caldeggiò una proposta di sistemazione idraulica che avrebbe deviato il corso dell’eventuale esondazione nel caso di eventi piovosi straordinari. Fu cacciata a pedate da sindaci, cittadini e comitati civici.
    Secondo alcuni, l'urlo che risuonò all'epoca fu lo stesso di quello dei valsusini: “Non toccate la nostra valle”.


    Maria Rita D'Orsogna. Decrescita e depetrolizzazione.
    No alle perforazioni in Abruzzo.
    (caricato da ALBAMED in data 21/feb/2012)

    La versione integrale originale dell'articolo di Matteo Marini pubblicato su "Il Cambiamento"
    www.ilcambiamento.it/territorio/val...ioni_shell.html
    http://heymotard.blogspot.it/2012/04/cilen...vellazioni.html


    Edited by gpicchetti - 14/4/2012, 16:39
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