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  1. Il petrolio in Italia, dal Delta del Po alla Basilicata. Tre post dagli USA.

    AvatarBy gpicchetti il 26 April 2012
     
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    Il petrolio in Italia, dal Delta del Po alla Basilicata.
    Tre post dagli USA

    di Guido Picchetti

    Stamani ricevo una richiesta di amicizia su Facebook. Come è mia abitudine, prima di aderire alla richiesta, vado a dare un'occhiara alla bacheca del richiedente, per avere un minimo di idea su chi sia la persona che me l'ha inviata. Infatti, ritengo questo un atto dovuto, non tanto per me, ma soprattutto verso coloro (e sono tanti...) che sono già sono compresi nella mia cerchia di amici su FB. Sono tutte persone che sono interessate ai temi legati di tutela ambientale terrestre e marina in prevalenza trattati nel mio spazio su FB. "Amici" che in gran parte conosco solo per via informatica, ma che sento di dover ringraziare per il sostegno della loro "amicizia", già di per sè confortante, ma che spesso si concretizza in commenti a margine di quanto viene via via presentato in Bacheca, che rafforzano utilmente quei messaggi che tentiamo di trasmettere via FB in questo impegno che in tanti ci accomuna.

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    Ebbene la richiesta di amicizia di stamane, cosa insolita, proviene dagli Usa. Ad inviarmela da Boston dove vive, Enzo Marchisiello nato a New York, ma sicuramente italiano di origine, considerati nome e cognome... Qualche altro particolare di questo nuovo "amico" che sono davvero lieto di annoverare qui su FB, e che chissà se mai avrò il piacere di conoscere personalmente, non certo per colpa sua... ? Cito ben volentieri dal suo profilo un suo motto "Vivo il presente. Sogno il futuro. Ma ho imparato dal passato". Ci aiuta noi a conoscerlo meglio. Un motto che condivido in pieno, o quasi... Infatti per farlo mio totalmente, sento di dover cambiare solo il "tempo"" dell'ultimo verbo, laddove si parla di "imparare", portandolo dal passato al presente.

    Mi perdoni, Enzo, per questo mio inciso "filosofico", ma quanto accade "oggi" è sì il "presente", ma domani sarà già il "passato"... E ne viene di conseguenza che se pensiamo di aver imparato "tutto" dal passato, pecchiamo un pò di presunzione, in quanto la realtà è che non si smette mai di imparare... Così è, o almeno è bene che sia... E ciò vale anche per quei temi che noi stiamo trattando prevalentemente sulla mia Bacheca di FB, legati al problema delle risorse energetiche e delle trivellazioni petrolifere...

    I tuoi tre post, caro Enzo, appena condivisi sulla mia Bacheca, d'altronde sono una chiara dimostrazione di quanto appena detto. Non sono attualissimi, ma mi sono sfuggiti quando furono pubblicati, e li riporto con piacere qui a seguire in estratto con i link alle rispettive pagine web, in modo che chiunque possa approfondirne la lettura, conservando essi ancora oggi tutta la loro validità. E li segnalo in ordine di data di pubblicazione in rete, iniziando dal primo che risale al Gennaio 2011.

    E' uno degli articoli scritti da Maria Rita D'Orsogna, ripreso dal suo BLog. Porta la data del 27 Gennaio dello scorso anno, ed è intitolato "La fedina penale di Paolo Sacaroni", Amministratore Delegato e Direttore Generale di Eni dal giugno 2005, un personaggio di cui Maria Rita racconta le imprese con la sua solita penna precisa e documentata, con riferimento particolare alla condanna in via definita ricevuta in Cassazione nel 2011 per gli inquinamenti provocati dall'Eni sul delta del Po... e, nonostante ciò, ancora oggi a capo dell'Eni. Eccolo:

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    La fedina penale di Paolo Scaroni. Manca il titolo di condannato in via definitiva per inquinamento.
    di Maria Rita D'Orsogna.

    Ecco chi si è scelto l'ENI per amministratore delegato, Paolo Scaroni. Questo signore qualche giorno fa è stato condannato in via definitiva per i danni provocati dalla centrale di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, per emissioni moleste, danni all'ambiente, al patrimonio pubblico e privato, e per la violazione delle leggi sull'inquinamento dell'atmosfera. Paolo Scaroni al tempo dei fatti era amministratore delegato dell'Enel, proprietaria di quell'impianto, assieme al suo compare Franco Tatò. Purtroppo i reati sono stati prescritti, per cui la Corte d'Appello civile di Venezia ora quantificherà i danni, ma non servirà a niente.
    Siamo pure sempre in Italia. Ad ogni modo sono contenta di questo po' di giustizia che si compie e che siano stati colpiti i capi. La responsabilità finale e morale è sempre del capo - che lui sappia, nel qual caso è connivente, o che non sappia, nel qual caso è ignorante.
    Il primo processo contro Enel-Scaroni si svolse ad Adria, e si concluse nel 2006. Venne fuori che la centrale Polesine Camerini a Porto Tolle aveva emesso quantità industriali intollerabili di SO2, NOx e polveri sottili, inquinando l'area fino a una distanza di 25 km dalla centrale. I giudici stabilirono che queste emissioni avevano danneggiato l'ambiente naturale del delta del Po, l'agricoltura, e pure le case. E pensate che l'uomo non sia stato danneggiato ... [segue]
    http://dorsogna.blogspot.it/2011/01/la-fed...lo-scaroni.html

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    C'è poi un articolo pubblicato da "L'Espresso" il 15 Marzo u.s. sul petrolio della Lucania, una regione che aspettava il rilancio, se non la ricchezza, dall'oro nero scoperto ormai due decenni fa nel suo sottosuolo. E invece... Questo di Valerio Gualerzi resta comunque uno dei pochi articoli di peso sulla stampa nazionale che ha affrontato quell'argomento. Un articolo che dimostra chiaramente quanto ci sia da imparare da questa recente reatà e come occorra averla sempre ben presente nelle scelte decisive per il nostro futuro.

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    Sogni di ricchezza e incubi ambientali. Il grande rebus del petrolio lucano
    da "IL CASO dal nostro inviato Valerio Gualerzi" su L'Espresso


    15 marzo 2012, - Doveva fare da volano economico per la regione. Ma a quasi 20 anni dalle prime trivellazioni la Basilicata è ancora divisa tra le possibilità di fare del territorio un Texas italiano e la paura di pesanti conseguenze per l'ecosistema e gli abitanti di tutta l'area. E sindaci della zona denunciano: "Non c'è stato alcun monitoraggio"
    VIGGIANO (POTENZA) - C'è una palude tra la Val d'Orcia e il Texas. E' la palude dove è convinta di essere sprofondata la gente della Val d'Agri. A metà degli anni '90, arrivata a un bivio tra lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi e uno sviluppo alternativo fatto di turismo naturalistico, agricoltura di qualità e prodotti tipici, la Basilicata ha imboccato la prima strada convinta che avrebbe trasformato Viggiano in una piccola Dallas.
    Oggi, a quasi 20 anni di distanza e con 800 milioni di euro in roayalties incassate, la speranza di fare del petrolio il volano della crescita resta forte a Roma e a Potenza, ma in Val d'Agri vacilla sempre più, mentre il sogno di assomigliare ai luoghi più suggestivi della Toscana, facendo della regione il laboratorio di un modello di economia sostenibile, si è interrotto bruscamente con la costruzione in pieno Parco Nazionale dell'Appennino Lucano del più grande impianto estrattivo europeo su terra ferma.
    Così, tra due futuri mancati, il presente per gli abitanti della valle è fatto di paura, sospetti e recriminazioni. Paura per la reale portata dell'impatto ambientale e sanitario dell'attività petrolifera e per i progetti futuri dell'Eni, sospetti su come è stata tutelata sino ad oggi la salute dei cittadini, recriminazioni sull'incapacità di fornire elementi davvero rassicuranti in materia di controlli sulla sicurezza. Nel mirino, più che il colosso energetico, ci sono la Regione e l'Arpab, l'Agenzia regionale per l'ambiente, il suo braccio "scientifico", ancora in pesante deficit di credibilità dopo il clamoroso scandalo che l'ha travolta con il caso Fenice.
    Una delle rare sintesi di chi vive questo disagio è fornita dal dossier Malaria di Legambiente. "A distanza di 11 anni dalla stipula dell'accordo - si legge nel rapporto 2010 - si attende ancora l'affidamento operativo del sistema di monitoraggio nonostante l'urgenza dettata ... [segue]

    http://inchieste.repubblica.it/it/repubbli...ucano-31577295/
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    E per finire una immagine di una breve rassegna stampa raccolta in rete da "Legami Jonici", con quattro articoli pubblicati da quotidiani regionali delle Puglie nelle settimane scorse, sull'inquinamento delle acque del Pertusillo che fornisce acqua alla Basilicata e alle Puglie. Rassegna qui compendiata in una immagine, seguita dai link dei singoli articoli.

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    Ritaglio 1 - "Acque del Pertusillo inquinate" da "Word Press", Aprile 2012: http://legamionicicontroinquinamento.files...i-21-aprile.jpg
    Ritaglio 2 - "Chi inquina le acque del Pertusillo?" da "Taranto Sera" del 21 Aprile 2012: http://legamionicicontroinquinamento.files...-pertusillo.jpg
    Ritaglio 3 - "L'acqua del Pertusillo trasporta un carico di metalli e drocarburi" da "La Gazzetta di Taranto" del 21 Aprile 2012: http://legamionicicontroinquinamento.files...-pertusillo.jpg
    Ritaglio 4 - "La denuncia degli ambientalisti: 'Cosa c'è bell'acqua del Pertusillo?' " di Alessandra Congedo, dal Corriere del Giorno" del 21 Aprile 2012:http://legamionicicontroinquinamento.files...-pertusillo.jpg
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    Edited by gpicchetti - 27/4/2012, 00:19
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