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  1. Petrolio e territorio. Dal Vallo di Diano e da Salerno, un monito per l'Italia

    AvatarBy gpicchetti il 19 May 2012
     
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    Petrolio e territorio. Dal Vallo di Diano e da Salerno,
    un monito per l'Italia


    Venerdi prossimo si svolge a Salerno il convegno "PETROLIO & TERRITORIO: il futuro del Vallo di Diano sull'esperienza della Basilicata", Tra gli interventi in programma quello di Maria Rita D'Orsogna, in arrivo direttamente dagli Usa. Per chi non lo sapesse il Vallo di Diano, dove la Shell intende far entrare in azione quanto prima le sue trivelle a caccia d'oro nero, è una zona del salernitano situata ai confini di una vasta area protetta che, tra l'altro, proprio da quel territorio sotto attacco prende in parte il suo nome: "Parco Nazionale del Cilento e della Valle di Diano", appunto.

    Ma la fortuita concidenza che ci racconta Maria Rita nell'ultimo articolo sul suo Blog è che nello stesso venerdi 22 Maggio ad Amsterdam si svolgerà la riunione degli azionisti della Shell, messi sotto accusa non solo dai "soliti" gruppi di attivisti, ma addirittura da un rapporto delle Nazioni Unite. E questo a causa delle quantità immani di petrolio riversate nel delta del Niger negli ultimi 50 anni, senza minimamente preoccuparsi dei disastri ambientali procurati a quella regione. Disastri per i quali ora l'ONU chiede che le multinazionali responsabili (e la Shell tra queste...) versino almeno un miliardo di dollari per le operazioni di ristoro dell'Ogoniland, una terra fragile e lagunare, dove la gente, che viveva di pesca ed agricoltura, per l'elevatissimo livello di inquinamento ambientale oggi raggiunto, tra morte e distruzione, riesce a malapena a sopravvivere.

    Occorre dar forza a questa richiesta dell'ONU. E la via perchè ognuno di noi possa dare il suo modesto contributo c'è, e Maria Rita ce lo indica chiaramente nel suo articolo. Firmare la petizione promossa proprio a tal fine da una non-profit USA che si chiama "Sum of us" insieme ad "Amnesty International" e "Friends of the Earth Netherlands". Qui segnalo il link alla pagina web sul sito di "Sum of us" dov'è riportata la petizione in questione: http://sumofus.org/campaigns/shell-cleanup/?sub=taf. E qui il link a quella di "Amnesty International" dov'è pure possibile firmare la stessa petizione, in modo semplice e rapido, cosa che io stesso ho appena fatto... www.amnesty.org/en/appeals-for-action/shell-own-pay-clean.

    D'altronde quelli del Niger, ci fa notare giustamente Maria Rita in chiusura del suo articolo (riportato qui a seguire) sono problemi noti da tempo: "problemi che quando l'informazione abbonda (e oggi, grazie anche ad Internet, non si può dire certo che manchi), solo chi non vuol vedere non vede". 50 anni fa, in Nigeria non c'era nessuno a spiegare alla gente locale cosa fosse l'idrogeno solforato, il gas flaring, e quali danni le trivellazioni avrebbero potuto provocare come di fatto è avvenuto. Ma lo stesso, senza andare tanto lontano, si può dire per certe aree del nostro Meridione (in Puglia, in Basilicata, in Sicilia...) che scontano oggi a caro prezzo certe infauste scelte produttive fatte in passato, come ben sanno quanti conoscono quelle zone o vivono in esse...

    E allora? Ben vengano questi convegni e questi dibattitti informativi, quali quelli programmati in questi giorni a Salerno. Convegni e dibattiti, che però non si limitino a discutere di "petrolio si, o petrolio no" sulla base di idee preconcette e di interessi poco chiari, spesso mascherati se non addirittura occulti, favoriti anche da una stampa nazionale per suoi motivi alquanto silenziosa su tali temi, ma che servano a informare correttamente sui pericoli e i rischi derivanti dall'impiego di certe tecniche di reperimento delle risorse energetiche di cui pure abbiamo bisogno, ma il cui prezzo da pagare in "natura" soprattutto - come ormai scientificamente comprovato e documentato da ripetute negative esperienze ottenute sul campo in tante parti del nostro pianeta - sarebbe per il nostro Paese decisamente eccessivo, e, a mio giudizio, del tutto inaccettabuile per quel modello ideale di sviluppo verso cui l'Italia dovrebbe puntare, pur nei tempi di crisi che stiamo purtroppo attraversando. (gp)


    Al CEO della Shell: offra 1 miliardo di dollari per ripulire la Nigeria
    di Maria Rita D'Orsogna

    FRIDAY, MAY 18, 2012. - Martedi 22 Maggio non solo ci sarà il convegno contro le trivelle nel Vallo di Diano, ma anche l'incontro degli azionisti della Shell, ad Amsterdam. Un gruppo di attivisti locali ha proposto di chiedere ufficialmente alla Shell di partecipare alle operazioni di "pulizia" del Delta del Niger dai disastri da lei stessa causati nell'Ogoniland. Non è un segreto per nessuno che la Shell abbia riversato nel delta del Niger tonnellate e tonnellate di petrolio nel corso degli scorsi 50 anni, e che non abbia mai cercato seriamente di ripulire i suoi disastri. Si parla dell'equivalente di due volte tanto tutto il petrolio riuscito dallo scoppio del pozzo Macondo. In Nigeria la Shell ha incassato, e ha lasciato dietro morte e distruzione.

    La scorsa estate però, grazie ad un eccellente rapporto dell'ONU la Shell ha dovuto ammettere di avere partecipato all'inquinamento e ora l'ONU chiede che ci sia almeno 1 miliardo di dollari per le operazioni di ristoro dell'Ogoniland - terra fragile, lagunare e dove la gente vive di pesca ed agricoltura - o meglio viveva, perchè adesso sopravvive. Come già riportato in precedenza infatti i fiumi sono coperti di patine petrolifere, i villeggianti devono camminare ore ed ore per prendere l'acqua
    e i pesci sono scomparsi dai fiumi.

    Si, scomparsi da 5 anni. Occorre che si faccia qualcosa - quel petrolio è quasi tutto per noi ricchi occidentali. Certo firmare una petizione non risolve niente, ma è un passo, come anche lo è interessarsi ai problemi. Quando ti arrivano le trivelle in casa è bello l'attivismo, ma lo è di più quando non è per casa tua che lotti, ma per qualcosa che va oltre i nostri piccoli egoismi. Noi tutti abbiamo il lusso di avere il petrolio che bussa alle nostre porte ai tempo di internet, quando l'informazione abbonda, e solo chi non vuole vedere non vede. Abbiamo il lusso di vivere in paesi "avanzati." Ma 50 anni fa, in Nigeria non c'era nessuno a spiegargli cosa fosse l'idrogeno solforato, il gas flaring, o che le trivelle avrebbero portato solo morte e distruzione.

    Chi coordina questa raccolta firme è una non-profit USA che si chiama "Sum of us" assieme ad "Amnesty International" e "Friends of the Earth Netherlands".

    *********
    More information:
    Friends of the Earth Netherlands, WorsethanBad.org
    http://worsethanbad.org/about-the-campaign...e-campaign.html
    Amnesty International and CEHRD, Shell must pay US$1 billion in first step to clean up Niger Delta, 10 Nov 2011
    http://www.amnesty.org/en/news/shell-must-...elta-2011-11-10
    New York Times, Far From Gulf, A Spill Scourge 5 Decades Old, June 16, 2010
    www.nytimes.com/2010/06/17/world/africa/17nigeria.html
    The Guardian, Shell accepts liability for two oil spills in Nigeria, Aug 3, 2011
    http://www.guardian.co.uk/environment/2011...-spills-nigeria
    UNEP, Ogoniland Oil Assessment, Aug 4, 2011
    http://www.unep.org/newscentre/default.asp...&ArticleID=8827
    BBC, Nigeria Ogoniland oil clean-up ‘could take 30 years’, Aug 4, 2011
    www.bbc.co.uk/news/world-africa-14398659
    Royal Dutch Shell PLC press release, SPDC action on matters addressed in the UNEP report, Aug. 11, 2011
    http://royaldutchshellplc.com/2011/08/11/s...oniland-report/

    http://dorsogna.blogspot.it/2012/05/al-ceo...iliardo-di.html
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