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  1. Maria Rita D'Orsogna:" fermiamo la SARAS in Italia"!

    By Filippo Foti il 19 July 2012
     
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    La Saras insiste a voler trivellare Arborea, con allevamenti pregiati, agricoltura di qualita' e a cento metri da un area protetta di stagni e di fenicotteri, cercando di convincere gli assessori che trivellare e' cosa buona e giusta.


    Saras a trivellare fra i fenicotteri.


    Wednesday, July 18, 2012
    La Saras contro Arborea.

    Gentili membri della giunta regionale di Oristano,

    Dr. Emanuele Cera,
    Dr. Gianfranco Attene,
    Dr. Serafino Corrias,
    Dr. Alfonso Marras,
    Dr. Alessandro Murana,
    Dr. Gianni Pia,

    mi chiamo Maria Rita D'Orsogna sono un fisico e insegno a Los Angeles. E' probabile che non abbiate mai sentito parlare di me, ma sebbene viva lontano dall'Italia e la mia vita sia oltreoceano, ho speso gli ultimi 5 anni del mio "tempo libero" a cercare, per quanto possibile, di evitare che l'Italia diventasse un campo di petrolio, facendo informazione libera. E questo solo perche' non lo trovo assolutamente giusto che il bel paese venga bistrattato in questa maniera affaristica da petrolieri e speculatori.

    Gli impianti della Saras a Sarroch, a pochi chilometri da Cagliari


    Da Nord a Sud infatti, non c'e' comunita' che non sia interessata da trivelle, buchi, sondaggi esplorativi, stoccaggio, come se l'Italia fosse non il giardino del mondo ma una landa desolata da trivellare alla ricerca di petrolio e gas scadenti e assolutamente irrilevanti per il fabbisogno nazionale, senza rispetto, senza amore, senza coscienza.

    Venezia, il Curone, l'Emilia terremotata, Pantelleria, la Val di Noto, la Basilicata, la Costa dei Trabocchi in Abruzzo, il Salento, il Gargano, la Lombardia, la Toscana, e adesso anche la Sardegna. Tutti a fare buchi.

    Non credete a quello che dice la Saras.

    Sono tutte bugie scritte ad arte dalla ditta dei fratelli Moratti per ingannarvi e per convincervi della bonta' di interventi che buoni non sono stati e non saranno mai, in nessuna parte del mondo, in 150 anni di storia petrolifera.

    Mai.

    La Val D'Agri in Lucania e' irrimediabilmente persa - ci sono laghi intrisi di sostanze petrolifere, senza vita, ci sono sorgenti millenarie chiuse perche' inquinate, l'aria sa di zolfo, ci sono morie di pesci e di flora, ci sono riversamenti frequenti di materiale tossico e cancerogeno che finiscono nei campi. I tumori aumentano, la gente emigra.

    Con tutte le royalties di cui parla la Saras, la Val D'Agri dovrebbe essere ricchissima. Invece e' tutto il contrario: il petrolio ha stroncato le gambe a qualsiasi altra attivita' produttiva che poteva svilupparsi. E cosi, secondo il rapporto dell'Istat per il 2011 la Basilicata e' la regione piu' povera d'Italia. Agricoltura, viticoltura, turismo, allevamenti di animali. E' tutto in declino in Val D'Agri.

    L'Adriatico settentrionale e' interessato da enormi problemi di subisdenza e di abbassamento del terreno a cui le estrazioni di metano hanno contribuito notevolmente nel corso degli anni. Lo dicono gli stessi rapporti dell'ENI. Alcune piattaforme sono addirittura state sequestrate dalla magistratura per i problemi collegati alla loro stabilita'. Il litorale di Ravenna soffre di erosione, di spiaggie inquinate ed arretranti.

    Il pozzo di Trecate, in provincia di Novara e' esploso nel 1994 e la bonfica e' stata solo parziale. Ha piovuto petrolio per 3 giorni. Nel 1991 ci sono stati altri scoppi a Policoro, con l'incendio di un pozzo di metano. In provincia di Rovigo c'e' un pozzo che dal 2010 ad oggi emette esalazioni metanifere senza che nessuno sappia o voglia fermarlo. Fanno quasi due anni.

    Non e' vero che le attivita' trivellanti possono coesistere con l'agricoltura di pregio, come quella che esiste ad Arborea.

    Non e' vero.

    Studi scientifici mostrano come le esalazioni di idrogeno solforato - dai pozzi, dagli impianti - siano detrimentali all'agricoltura. In California per legge, i petrolieri devono comprare una pagina di giornale ogni tre mesi per dire alla gente che vivere nei pressi di pozzi di gas e di petrolio fa venire il cancro.

    Ma poi e' il semplice buonsenso: chi di voi mangerebbe prodotti di "qualita'" allevati vicino a pozzi puzzolenti di gas? Chi manderebbe i propri figli in vacanza in un posto che sa di petrolio? Chi comprerebbe case a ridosso di pozzi e di oleodotti?

    Tutti conoscono la triste storia di Sarroch, un paese in cui i Moratti - come l'ENI, come tutte le ditte petrolifere del mondo - hanno distrutto ogni cosa che hanno toccato con il miraggio di qualche posto di lavoro - a zero sicurezza, zero rispetto per l'ambiente, e solo per ingrassare i loro portafogli.

    Ed e' questa che Arborea potrebbe diventare: un pozzo tira l'altro, e poi ci saranno oleodotti, e impianti di purificazione, di smistaggio, e voila', e' arrivata la petrolizzazione e da quella non si torna indietro.

    Parlano di 3 miliardi di metri cubi di gas - se e' vero.

    Dato il fabbisogno nazionale di 80 miliardi l'anno, 3 miliardi coprirebbero almeno 14 giorni.

    Pensateci: tutto il gas di Arborea servirebbe all'Italia per 2 settimane di fabbisogno nazionale - in totale, a fronte di 20 o 30 anni di vita del pozzo, e ammesso e non concesso che venga commercializzato in Italia questo gas.

    Dicono di non essere "dentro" a zone protette.

    Ma sono a pochissime centinaia di metri da zone importanti di SIC e con stagni e fenicotteri da proteggere. L'aria non si ferma mica perche' c'e' il confine della zona protetta!

    Si puo' vivere senza petrolio e senza gas.

    Non si puo' vivere senza aria pulita, senza acqua pulita, e senza la speranza di un domani migliore.

    Io non ho i soldi, la notorieta' e il potere dei fratelli Moratti, ma ho la certezza che il loro progetto non portera' niente di buono alla vostra comunita'. Qualcuno deve fare qualcosa per fermare questa follia, e spero che quel qualcuno siate voi.

    Vogliate prendere coscienza, informazioni, osservando quel che succede in Italia e nel resto del mondo ovunque ci siano situazioni simili.

    Il potere di fare la cosa giusta e' nelle vostre mani.

    Occorre dire alla Saras, in maniera inequivacabile "no grazie", qui ci teniamo al nostro territorio, andate a bucare altrove.

    Non lasciatevi ingannare.

    Cercano il dialogo ed il compromesso perche' il dialogo ed il compromesso iniziano con un "si".

    Grazie e buon lavoro,

    MRD
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