Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Pinguini:uccelli che non sanno volare

    By Filippo Foti il 27 April 2015
     
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    I pinguini non lo sapranno mai, però ogni anno, il 25 aprile è la giornata a loro dedicata.


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    Quando si parla dell'Antartico, non si può fare a meno di associare queste simpatiche creature a questa parte più estrema a sud del pianeta. Da sempre fanno parte dello scenario di ghiacci che si stanno ridimensionando, con la conseguente perdita di habitat, tanto che in questi ultimi anni sta ricevendo l’attenzione di molte associazioni ambientaliste ed animaliste che si battono per la difesa di questa specie e della loro casa minacciata dai cambiamenti climatici, a causa dell'aumento della temperatura, di una pesca eccessiva e dell'inquinamento.

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    Leonardo DiCaprio viene attaccato da un pinguino durante un viaggio verso l'Artico nel 2006


    I pinguini sono tra le prime vittime del cambiamento climatico, e se la temperatura aumenterà come sembra nel prossimo decennio di altri due gradi, secondo uno studio del WWF effettuato nel 2008, il 50 per cento di essi, soprattutto del pinguini imperatore (Aptenodytes forsteri) non potrà sopravvivere.

    Il pinguino di Adelia, (Pygoscelis adeliae), chiamato così in quanto tipico rappresentate della Terra Adelia, un territorio Antartico, è l’unico rappresentante del genere con il becco corto. E pensare che fino a non molti anni fa, era la specie più numerosa dell’Antartico, ma la presenza umana e di sostanze tossiche hanno ridotto il loro numero.

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    Gli eventi climatici estremi, come le tempeste, minacciano soprattutto i pulcini ed i giovani pinguini. La rapida ritirata dei ghiacci marini si sta dimostrando fatale per essi in quanto ancora non sanno nuotare. Inoltre, il cambiamento climatico influenza le correnti oceaniche, che allunga i percorsi che i pinguini devono fare per nutrirsi.

    Oltre al WWF sono molte le associazioni che sono perennemente mobilitate per la loro protezione, come la “Pew Charitable Trusts”, una ONG indipendente no profit con sede a Philadelphia che ha annunciato il lancio di una campagna internazionale per proteggere gli habitat di questi uccelli marini.


    Ma a sostenere la causa per la protezione di questi sorprendenti animali, una nota d’agenzia ANSA, ci ricorda che anche vip come Leonardo Di Caprio, Richard Branson, Sylvia Earle, Ed Norton, Sam Neil e Wang Jing, sostengono e celebrano la Giornata dei Pinguini.

    “Anche Greenpeace scende in campo lanciando una petizione per proteggerli chiedendo di costruire due grandi santuari del mare in Antartico. Un'area che rappresenta il 10% dei mari del mondo, la più incontaminata riserva marina rimasta sul pianeta. E in questo modo non si proteggeranno solo i pinguini ma anche balene, foche e circa diecimila altre specie.

    Ma i pinguini non vivono solo in ambienti freddi. Ce ne sono 18 specie in tutto e tutte vivono nell'emisfero meridionale: dodici specie solo fra i ghiacci dell'Antartide sino alle acque della Nuova Zelanda, mentre altre quattro fra Africa australe e Sud America dove possono trovarsi ad affrontare anche alte temperature; le rimanenti si trovano fra Australia e Nuova Zelanda. Il pinguino delle Galapagos è quello che vive più a nord di tutti, avendo oltrepassato l'equatore.

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    Ogni anno il 25 aprile si celebra la giornata di questi popolari e carismatici uccelli marini che però non volano, camminano dondolandosi goffamente e scivolano velocemente con la pancia sui ghiacci, con le ali che fungono da pinne con cui nuotano abilmente e velocemente, tanto da raggiungere anche i 25-30 chilometri orari sott'acqua”.


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    Autore: Filippo Foti



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    Dal libro "L'Ecologia Profonda: Lineamenti per una nuova visione del mondo" (Mimesis, 2011): Nel corso del 2007 un pinguino di Magellano, inanellato presso la Terra del Fuoco, è stato ritrovato presso una colonia di pinguini di Humboldt, sulle coste del Perù, cinquemila chilometri più a Nord. Quel pinguino ha nuotato per cinquemila chilometri! La notizia era all’interno di un quotidiano, che nelle prime pagine era pieno delle solite fesserie umane. L’articolo diceva che probabilmente il pinguino “si era perso”. La notizia era presentata come una “curiosità” o una cosa “strana”, come al solito. I mezzi di informazione presentano quasi sempre i fatti che manifestano una non-discontinuità di comportamento fra la nostra e le altre specie come “incredibili”!
    E’ invece perfettamente logico che gli altri esseri senzienti più simili, in particolare mammiferi e uccelli, abbiano comportamenti che richiamano quelli umani.
    I pregiudizi culturali, che mantengono un assurdo e ingiustificato abisso fra la nostra specie e gli altri animali, sono davvero duri a morire, e gli scienziati meccanicisti-cartesiani non sono da meno. La spiegazione più logica è che il pinguino era un esploratore, aveva saputo dai suoi genitori e nonni che i loro antenati avevano risalito la corrente di Humboldt fino alle coste del Perù e alle isole Galapagos, dove avevano dato origine a due nuove specie (o sottospecie): era andato a cercare i discendenti di quegli antenati, partiti qualche milione di anni prima, e poi differenziati con la lontananza prolungata. Ma si fa così fatica a pensare una cosa così logica? Occorre sempre pensare all’”istinto” o all’ipotesi che “si era perso”? Come disse Einstein, “e’ più facile spezzare l’atomo che un pregiudizio”. Sostenere poi che l’uomo ha “l’intelligenza” mentre gli altri animali hanno soltanto “l’istinto” è una vera e propria amenità, forse ancora oggi sostenuta da qualche istituzione.
     
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