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  1. Pianeta Terra: S.O.S. ghiacciai e crisi idrica

    By Filippo Foti il 16 Jan. 2016
     
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    Entro due decenni decine di paesi rischiano lo stress idrico ed i ghiacciai spariscono continuamente, visto anche con gli occhi vigili di Greenpeace, scopriamo cosa succede in Cile.


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    La rapida crescita della popolazione nel mondo che nel 2050 si sposterà verso le città con il conseguente aumento del consumo di acqua che dovrà servire a circa 10 miliardi di persone (rispetto ai 7 attuali), pone l'umanità in una drammatica situazione.

    Da fonte SIWI (Stockholm International Water Institute), il consumo di acqua delle aziende agricole è del 70%, il 20% per l’industria e il 10% per uso domestico, peraltro sfruttata, sprecata ed inquinata. E già, a partire dal 2025, metà della popolazione mondiale potrebbe subire gravi carenze idriche.

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    Il "World Resource Institute" (WRI), è un'organizzazione di ricerca globale che abbraccia più di 50 paesi, con uffici in Brasile, Cina, Europa, India, Indonesia e Stati Uniti. Più di 450 tra esperti e personale lavorano a stretto contatto con i leader dei paesi del mondo, per indurre le società a vivere nel pieno rispetto dell'ambiente e proteggere il pianeta Terra facendo leva sulla capacità dell'uomo di prevedere i suoi bisogni e quelli delle generazioni future.

    Ebbene, secondo (WRI), i primi 15 paesi con problemi idrici nel 2040, ciascuno dei quali considerato estremamente importante, prevede che saranno: Bahrain, Kuwait, Palestina, Qatar, San Marino, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Israele, Arabia Saudita, Libano, Cile, Estonia, Namibia e il Botswana.

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    Secondo un nuovo rapporto di “Progress on Sanitation and Drinking-Water 2013”, nel 2015, circa 2,4 miliardi di persone – un terzo della popolazione mondiale – non ha avuto accesso a servizi igienici adeguati: lo hanno affermato l’UNICEF e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

    In totale, più di un miliardo di persone vivono attualmente in regioni con carenza idrica, e ben 3,5 miliardi potrebbero subire la scarsità d'acqua entro il 2025. L'aumento dell'inquinamento degrada l'acqua dolce e gli ecosistemi acquatici costieri, ed il cambiamento climatico è pronto a spostare le precipitazioni e la velocità di scioglimento dei ghiacciai, alterando l'approvvigionamento idrico e l'intensificazione di inondazioni e siccità.

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    Le campagne di Greenpeace sui ghiacciai in Cile.

    Il Cile è la sede dell’82% dei ghiacciai del Sud America. Sono una delle più grandi riserve d'acqua dolce del mondo. Ma esse sono minacciate dalle attività estrattive e dal cambiamento climatico.

    Greenpeace, con un annuncio a pagamento a tutta pagina sul New York Time, il 5 marzo 2014, ovviamente si è trattato di una provocazione, ha annunciato l’evento della nascita della “Repubblica dei Ghiacciai”, dove esiste un patrimonio di rara bellezza del pianeta fortemente minacciato. Quella “provocazione", ha cercato di sensibilizzare il governo di Santiago alla tutela dei ghiacciai, che sono una risorsa d'acqua naturale importante per il Cile.

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    I ghiacciai del Cile si estendono per circa 23.000 chilometri quadri e rappresentano l'82% di tutti i ghiacciai dell’America del sud. Tuttavia il Cile è uno dei pochi paesi al mondo che non li considera nella propria legislazione. Essi non apparterrebbero né allo Stato né al popolo cileno, in poche parole i ghiacciai non appartengono a nessuno. Così Greenpeace ha dato e sta dando un contributo notevole alla tutela dei ghiacciai.

    Chi ha avuto la fortuna di visitare quelle terre ghiacciate ha raccontato di non essere stato in grado di “distinguere dove finisce il ghiaccio e dove comincia il cielo. Intorno, migliaia di pezzi di ghiaccio che viaggiano con il vento e dove si avverte l'essenza profonda dell’amore per la natura”. Queste sono le emozioni avvertite da Estefanía González coordinatrice delle campagne di Greenpeace sui ghiacciai in Cile.

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    Estefanía Gonzalez


    "Il Cile ha 24.133 ghiacciai, e li stiamo perdendo pezzo per pezzo", così Estefanía Gonzalez scrive su Blogpost di Greenpeace il 13 gennaio 2016.

    “Ci sono 24.133 ghiacciai in Cile, l’82% dei ghiacciai del Sud America. Queste vaste e intricate cascate di bianco, blu e marrone non solo costituiscono una delle più grandi riserve d'acqua dolce del mondo, ma sono anche di vitale importanza per la preservazione degli ecosistemi locali vulnerabili. Ma l'attività umana minaccia la loro stessa esistenza, nonostante la loro importanza per le persone e per l'ambiente. Sia a causa di delle estrazioni nel cambiamento settentrionale e centrale del Cile o il clima nel sud, questi ghiacciai non protetti sono sotto sforzo serio”. Il ritiro rappresenta una minaccia per le forniture di acqua dolce da cui gli esseri umani dipendono.

    Che cosa riserva il futuro per i ghiacciai del Cile.

    "Gli scienziati stanno ancora analizzando i risultati dei loro recenti studi, e noi già sappiamo una cosa: nel nostro pianeta che si surriscalda, proteggere tutti i ghiacciai è essenziale", dice Estefanía.

    In questo momento, la legge cilena non protegge i ghiacciai dalla distruzione dell'attività umana. I diversi governi cileni che si sono finora susseguiti non sono riusciti a dare loro protezione - consentendo la distruzione dei ghiacciai ad un ritmo record. Secondo Greenpeace Cile, "Tra il 1991 e il 2000 Codelco rimosso dal 1 e 8 milioni di tonnellate di ghiaccio l'anno".

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    Esempio in Nuova Zelanda con il Fox Glacier.

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    Upsala glacier in Patagonia, tra Argentina e Cile: Come cambia la Natura!

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    Paesaggio quasi innaturale...!


    Infatti, il più grande produttore di rame al mondo, l’oro rosso, è CODELCO di proprietà dello Stato che negli ultimi decenni ha distrutto circa 342 ettari di ghiacciai nelle Ande, oltre il 50%. Altri progetti minerari continuano a radere al suolo le aree glaciali, non ultima la miniera di Los Bronces, situata nella regione di Atacama, una delle più grandi riserve di rame del Cile, che appartiene alla Anglo-American, una delle più grandi società minerarie del mondo.

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    Miniera di Los Bronces


    Tutto ciò resta una minaccia diretta alle riserve idriche dei cileni che devono fare i conti anche con le estrazioni di oro, argento e, senza contare che, allo stesso tempo, i ghiacciai sono sotto l’assedio dall’aumento delle temperature globali.

    Il Cile, pressato dall’opinione pubblica a dalle organizzazioni ambientaliste, attualmente sta esaminando una proposta per proteggere alcuni ghiacciai per il 50%, lasciando l’altra metà non protetta.

    Gli ambientalisti, dal canto loro, sottolineano il ruolo cruciale svolto dai ghiacciai nel proteggere l'acqua del Cile come una ragione sufficiente per ridimensionare le miniere. I ghiacciai sono importanti anche perché agiscono come dighe naturali, oltre ad immagazzinare l'acqua per l'uso durante tutto l'anno, dopo che la neve d'inverno si è sciolta. Anche piccoli ghiacciai possono contenere gigantesche quantità di acqua che diventano critiche durante i mesi caldi e soprattutto nei lunghi periodi di siccità.

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    Paradossalmente sembra che ghiacciai e miniere debbano per forza darsi battaglia. Oltre al Cile, i principali Paesi estrattori sono sono il Perù, gli Stati Uniti, l'Indonesia, l'Australia. Basti pensare, ad esempio, che le principali fonti da dove proviene l'oro sono presso Grasberg Mine (Indonesia), per dimensione e produzione annua la più grande miniera d’oro e la terza più grande miniera di rame del mondo. Si trova infatti nella parte indonesiana dell’isola di Papua a 4.270 metri sopra il livello del mare, e nel 2011 ha prodotto circa 1.444.000 once d’oro puro, ovvero 44,912 tonnellate.

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    Anche Greenpeace, recentemente, ha invitato Cina e gli Stati Uniti, i produttori di carbone più grandi del mondo, ad intraprendere entro il 2016 cambiamenti radicali per tagliare fuori il carbone. Le centrali elettriche che bruciano carbone restano la più grande fonte di emissioni di CO2 prodotto dall'uomo in tutto il mondo, e la sua combustione rappresenta un grave pericolo per la salute - come sanno fin troppo bene coloro che soffrono di smog di Pechino.

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    Sarà così anche per salvare i ghiacciai del Cile? Greenpeace ci sta provando, in un 2016 che per il mondo, tranne qualche già annunciata eccezione... , già si preannuncia essere l'anno in cui si comincia a lasciare il fossile alle spalle e spostarsi verso un futuro rinnovabile e possibilmente con riserve d’acqua disponibili per tutte le esigenze dell’uomo, soprattutto dove la crisi idrica si avverte di più, scongiurando le previsioni che indicano che nel 2030 circa cinque milioni di persone, ovvero il 67% della popolazione mondiale, sarà sprovvista di servizi basilari.

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