Secondo gli scienziati islandesi il vulcano gigante Bardarbunga, che si trova sotto la parte nord-occidentale della calotta glaciale Vatnajökull, a NO di Grimsvotn, in Islanda, potrebbe essere in procinto di risvegliarsi.
Sorge a 2.009 metri (6.591 piedi) sopra il livello del mare, il che lo rende la seconda montagna più alta in Islanda. Bardarbunga ha avuto una grande eruzione nel 1477, quando ha prodotto un grande deposito di cenere e pomice con elevati livelli di radioattività ed il più grande flusso di lava conosciuto nel corso degli ultimi 10.000 anni sulla terra.
Bardarbunga, che sembra rievocare rituali di italiana memoria , è vicino al vulcano Laki, quello che ha portato disastro in tutta Europa l’8 Giugno 1783. Il pastore Jón Steingrímsson fu uno dei testimoni oculari di quell’evento e lo descrisse così: “Il suolo si gonfiò con un tremendo boato, poi seguì una violentissima esplosione che frantumò in pezzi la Terra. Proprio come un animale che dilania la sua preda, grandi blocchi di pietre furono scaraventati in aria ad altezze indescrivibili, mentre lampi e tuoni, fontane di lava e fumo denso cominciarono a non dare scampo in prossimità della montagna. La Terra tremava incessantemente. Fu orribile vedere i segni di un Dio arrabbiato”.
Rarissima immagine di Jón Steingrímsson
Si trattò di una immane catastrofe in cui perirono più di 9.000 persone a causa degli effetti diretti dell’eruzione e circa 20.000 (su circa 70.000 abitanti di allora) persero la vita a causa della successiva nell’anno successivo.
Di vulcani subglaciali non si parla spesso, anche perché relegati la maggior parte di essi in Islanda, ed anche se sulla superficie terrestre il 91% dei vulcani sono sottomarini (in gran parte situati lungo le dorsali medio oceaniche), mentre circa 1500 sono quelli oggi attivi sulle terre emerse.
Poiché migliaia di piccoli terremoti sono stati registrati in Islanda centro-meridionale, i funzionari locali preposti al controllo, temono che il vulcano possa scoppiare in qualsiasi momento.
Bardarbunga
Un'eruzione potrebbe soffiare migliaia di tonnellate di vapore, cenere, schegge vetrose - (a causa del repentino raffreddamento e sono chiamate ialoclastiti) - e polvere nell'atmosfera che può interessare persino la rotta degli aerei. E siccome il vulcano si trova sotto il ghiacciaio più grande d'Islanda, l’allagamento è un'ulteriore fonte di preoccupazione al punto che potrebbe anche interessare centri importanti come il Parco Nazionale di Vatnajökull.
In previsione di un'eruzione, la zona che circonda il vulcano, fortunatamente in gran parte disabitata, è stata evacuata e l'ufficio metereologico islandese ha collocato il rischio solo per il traffico aereo al secondo livello più alto su una scala di cinque livelli.
Una mappa sintesi di tutti i terremoti dall'inizio dello sciame,
che illustra la migrazione di attività sismica durante gli ultimi giorni.
L’ultimo episodio che ha interessato il traffico aereo risale al 2010, quando eruttò il vulcano Eyjafjallajökull ( dopo bunga ...ma che nomi strani… in Islanda), provocando la cancellazione di più di 100.000 voli e che sono costati una perdita per le compagnie aeree di circa 1,7 miliardi di dollari.
La regione del vulcano Bardarbunga, situata a circa 190 miglia dalla capitale Reykjavik, in atto è brulicante di terremoti. Ancora, i vulcanologi ovviamente non sanno quando e se erutterà il vulcano. In un dettagliato aggiornamento di queste ultime ore, l'Ufficio meteorologico islandese ha vacillato su tale eventualità, mentre ha sottolineanto che la minaccia rimane.
Parco Nazionale di Vatnajökul: il più grande parco nazionale d’Europa con le alluvioni catastrofiche che possono diventare momenti di attrazione. Della serie: ognuno mostra ciò che ha!
Parco Nazionale di Vatnajökull
In un territorio creato dal più grande ghiacciaio d’Europa, nel 2008, l’Islanda ha avviato un progetto di conservazione della natura fino ad oggi inaspettato, instituendo i 12.000 km2 del Parco Nazionale di Vatnajökull.
Pochissime regioni al mondo offrono una tale varietà di ghiacciai, lingue glaciali, energia geotermale e frequente attività vulcanica subglaciale accoppiate ad inondazioni stagionali fino a quando ovviamente sono “fisiologiche” e sempre sotto controllo.
Il parco include alcune zone già sotto protezione, come per esempio i parchi nazionali dello Skaftafell e del Jökulsárgljúfur, la zona selvaggia di Lónsöræfi ed il ghiacciaio di Vatnajökull, più grande di tutti gli altri ghiacciai europei messi insieme.
Già ricoprente il 12% della superficie totale del paese, i confini del parco sono destinati ad ingrandirsi nei prossimi mesi ed anni, in modo da offrire un’unica opportunità di osservare gli effetti smisurati che il ghiacciaio di Vatnajökull produce sulle aree circostanti, dove ghiaccio e fuoco giocano alternativamente un ruolo da protagonisti nella formazione del territorio.
Il parco è il più grande singolo progetto di conservazione naturale mai intrapreso dagli Islandesi. Inoltre esso marca uno dei maggiori schemi economici e di sviluppo rurale portati a termine dal governo islandese.
I turisti in visita all’area protetta sono in grado di osservare la cultura e la storia delle comunità che attorniano il ghiacciaio, le quali nel corso dei secoli hanno imparato a vivere e a sfruttare il paesaggio circostante, sempre mutevole e volatile.
L'aspetto naturalistico del territorio apre vaste possibilità di ricerca e visite di studio, per apprendere e sperimentare, e soprattutto per respirare il silenzio e la solitaria natura incontaminata, per trovarsi a tu per tu con le forze creative del nostro pianeta.
I vari Centri di accoglienza del parco sono sempre collocati nel cuore della zona da visitare, nei principali punti d’ingresso. Due già ne esistono, mentre se ne aggiungeranno in futuro altri quattro. Essi contengono esibizioni e tragitti guidati, forniscono infomazioni preziose ed accolgono eventi culturali di ogni sorta.
In varie parti del parco, i custodi offrono tour guidati per interpretare i fenomeni della natura ed attività ludiche per bambini. Attraverso tali percorsi si ricevono dettagliate visioni sulle meraviglie del parco, le grandiose eruzioni vulcaniche, le alluvioni catastrofiche, oltre ai rudimenti generali delle fragile flora e fauna islandesi.
Riprendiamo il discorso su Bardarbunga.
Lo sforzo continuo di monitoraggio e valutazione è necessario nel caso in cui si verifica un'eruzione vulcanica in Islanda. Il pericolo più grave che è scongiurato è un'inondazione di sfogo glaciale con la dispersione di cenere vulcanica.
Segni premonitori bloccano la strada al vulcano di Bardarbunga.
Ecco come gli scienziati dell’International Meteor Organization (IMO) spiegano i codici:
I codici sono destinati ad informare il settore dell'aviazione sullo stato di un vulcano. Le notifiche vengono rilasciate sia per monitorare gli aumenti e le diminuzioni dell'attività vulcanica, e sono accompagnate da un testo con i dettagli circa la natura dello stato dei vulcani, soprattutto per quanto riguarda le informazioni del pennacchio delle ceneri.
Questi i codici:
Grigio - Il vulcano appare tranquillo, ma non è monitorato adeguatamente. Assenza di possibile attività non confermato;
Verde - Il vulcano è in tipico stato non è eruttivo;
Giallo - Il vulcano espone segni di agitazione elevata sopra il noto livello;
Arancione - Il vulcano mostra disordini accresciuti o escalation con maggiore potenziale di eruzione;
Rosso – Eruzione imminente o in corso che significativa probabile emissione di cenere in atmosfera.
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