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  1. Attività petrolifere su faglie attive sismogenetiche e sicurezza ambientale.

    By Filippo Foti il 26 Dec. 2012
     
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    L’Emilia insegna. Le attività petrolifere nel sottosuolo delle aree interessate da faglie attive, che hanno causato sismi distruttivi come quello del maggio 2102, e sono in grado di generare altri terremoti, vanno sospese subito.


    Una immagine simbolo del terremoto in Emilia Romagna.



    Sicurezza del territorio e dei cittadini e tutela di tutte le georisorse in relazione alle attività petrolifere nel sottosuolo interessato da faglie attive sismogenetiche. Certamente è un problema nuovo…
    Non vi sono esperienze di attività di stimolazione del sottosuolo lungo faglie sismogenetiche. Si sa che le stimolazioni del sottosuolo possono innescare sismi di non elevata magnitudo in aree dove sono assenti le faglie attive.

    Si può pensare che decine di stimolazioni nel sottosuolo, dove vi sono sicuramente faglie attive sismogenetiche che hanno già causato terremoti di elevata magnitudo, possono destabilizzare il precario equilibrio esistente nel prisma di rocce nel quale è già accumulata “energia tettonica” da decine e centinaia di anni.


    Come si è visto in Emilia, con gli eventi del maggio scorso, si sono riattivate varie faglie subparallele a quella lungo la quale si è avuta la prima rottura. E’ evidente che vi è un prisma di rocce che ha la base intorno ad 8-9 km dalla superficie e la sommità tra 1 e 2 km ed è lungo alcune decine di Km che è stato interessato dall’accumulo di “energia tettonica” interessato e dalle deformazioni. Tutto questo prisma da secoli e fino al maggio scorso si è “opposto” allo scorrimento verso nord che ha orinato i sismi.

    Se si vedono le carte ufficiali di INGV si nota che è individuata una fascia larga circa 20 km in direzione ovest-est circa all’interno della quale, nel sottosuolo, vi sono le faglie sismo genetiche che hanno determinato i vari eventi del maggio nella zona epicentrale. Oggi, come ieri, si sa che in quel sottosuolo vi sono faglie attive ma non si sa esattamente dove esse siano; nè si conosce la loro geometria.
    E’ noto che una superficie di faglia è ondulata lungo l’immersione e la direzione dal momento che taglia corpi con differenti caratteristiche meccaniche. Lungo le superfici di faglia, pertanto, vi sono fasce dove la resistenza allo scorrimento è massima ed altre dove non c’è praticamente resistenza.

    Il problema è che non conoscendo posizione e geometria, ma sapendo comunque che ci sono queste situazioni, non si sa in quale parte del sottosuolo si facciano “stimolazioni” per forzare la risalita degli idrocarburi. E non si tratta di una sola stimolazione, ma di decine.
    Il buon senso impone di conoscere prima esattamente posizione e geometria delle faglie attive e poi di valutare dove si può intervenire in sicurezza nel sottosuolo che sicuramente è interessato da faglie attive.

    Questa proposta è da prendere in considerazione solo dove nel sottosuolo si trovano faglie attive che in passato hanno già originato terremoti.
    Nessuno oggi è in grado di fornire elementi conoscitivi certi circa le faglie attive nel sottosuolo nè è in grado di stabilire quanta “energia tettonica” sia già accumulata nel sottosuolo dove ci sono le faglie attive che decine di anni fa o alcuni secoli fa hanno originato un evento sismico di considerevole magnitudo.

    Faglie attive in Italia


    E’ innegabile che il sottosuolo interessato da faglie attive sismogenetiche è un sottosuolo tettonicamente instabile come dimostrano i sismi verificatisi e originati dalle faglie attive che interessano la crosta.
    E’ un sottosuolo certamente “sensibile” a decine di stimolazioni all’interno del volume di rocce interessate dall’accumulo naturale di “energia tettonica”. E’ evidente che non si possono eseguire stimolazioni varie indifferentemente, sia nel sottosuolo senza faglie attive che nel sottosuolo con faglie attive sismogenetiche. Quanto meno si dovrebbe avere una precisa conoscenza della ubicazione e geometria delle faglie attive prima di eseguire operazioni nel sottosuolo.

    In questo quadro ci sono persone che continuano ad affermare che le varie attività petrolifere nel sottosuolo interessato da faglie attive sismogenetiche non possono favorire l’innesco di sismi!
    E’ evidente che si tratta di affermazioni da “ignoranti delle reali problematiche” e/o esclusivamente mercenarie!
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Comments
  1. ricciomare
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    Stanno facendo una gruviera la nostra grande e bella ITALIA !!
     
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1 replies since 26/12/2012, 10:53   647 views
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