Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Per il “pianeta vivente” il cambiamento climatico è una questione urgentissima.
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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 8 April 2024
     
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    Il cambiamento climatico è una questione da risolvere in tempi brevi, non un problema del XXI secolo.


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    Il cambiamento climatico è una questione da risolvere in tempi brevi, non un problema della prima metà del XXI secolo o, pensando alle generazioni future, di fine secolo, ma che ha sconfinate ripercussioni economico-sociali. I legami tra questi sistemi gravano su molti aspetti diversi della nostra vita sia a livello locale che a livello globale.
    Se ne discute ormai da più decenni, mentre stiamo già risentendo degli effetti devastanti del cambiamento climatico causato dall’uomo, diversi stati nazionali del mondo non riescono neanche a rispettare evanescenti impegni presi in varie conferenze, tipo le “famigerate” COP, sulle emissioni di CO2 che contrasterebbero ulteriore riscaldamento del nostro vituperato pianeta. Pertanto, se continuiamo sulla strada attuale, come sarà il nostro mondo nei prossimi 30-80 anni?

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    È una domanda che ci poniamo spesso attraverso queste nostre pagine. Sebbene sia impossibile sapere esattamente come si svolgerà il prossimo decennio, scienziati ed esperti del clima hanno fatto delle previsioni, tenendo conto della situazione attuale. Il futuro che stiamo per descrivere è desolante, ma ricordiamoci: c’è ancora tempo per far sì che la storia dell’uomo sul “nostro” pianeta non diventi una fatale realtà. La crisi climatica potrebbe causare oltre 14 milioni di morti entro il 2050.

    IPOTESI CATASTROFISTA

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    Riusciamo a immaginare un mondo in cui la catastrofe climatica sia stata evitata? Un mondo in cui gli obiettivi dell’Accordo di Parigi siano stati raggiunti? Bene, possiamo senza presunzione, tentare di avere una visione di come sarebbe quel mondo nel 2050.

    Proviamo a immaginare! Siamo appunto nel 2050, è solo primavera, ed abbiamo superato l’obiettivo di 1,5 gradi che i leader mondiali avrebbero dovuto rispettare. La Terra si è riscaldata di 2 gradi dal 1800, quando il mondo iniziò a bruciare combustibili fossili su larga scala. Le notizie su ondate di caldo e incendi boschivi occupano i telegiornali serali. Le giornate estive superano i 40 gradi a Londra, 45 gradi a Delhi, e la temperatura in Sicilia superare in casi eccezionali i 50 °C poiché le ondate di caldo sono ora sistematiche.

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    Queste alte temperature provocano blackout diffusi, e le reti elettriche faticano a soddisfare il fabbisogno energetico necessario per raffreddare le abitazioni. Le sirene delle ambulanze risuonano nella notte, con pazienti affetti da colpi di calore, disidratazione e sfinimento. Gli Stati Uniti sud-occidentali, l’Africa meridionale e l’Australia orientale sono soggetti a siccità più lunghe, frequenti e gravi. Nel frattempo, le Filippine, l'Indonesia e il Giappone affrontano forti piogge più frequenti poiché l'aumento delle temperature fa evaporare più velocemente l'acqua e intrappola più acqua nell'atmosfera.

    Mentre il clima diventa più irregolare, alcune comunità non riescono a tenere il passo con la ricostruzione di ciò che viene distrutto. Molte persone in città devono affrontano la carenza di alloggi e di lavoro. Nei reparti di terapia intensiva neonatale c’è una stretta sulle risorse, poiché la temperatura alta e l’inquinamento dell’aria causano tassi più alti di nascite premature e sottopeso. Sempre più bambini sviluppano asma e malattie respiratorie, e la percentuale aumenta nelle comunità esposte al fumo degli incendi boschivi.

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    Ragazzi giocano nella laguna su sacchi di sabbia per rafforzare un progetto di bonifica del territorio,
    una contromisura all'innalzamento del mare, il 24 novembre 2019 a Funafuti, Tuvalu.


    Le emissioni globali aggiunte all’atmosfera ogni anno, iniziano a stabilizzarsi, grazie all’azione del governo, ma ormai è troppo tardi. Non abbiamo raggiunto lo zero netto in tempo. Per questo, entro il 2100 la Terra si sarà riscaldata di altri 0,5-1,5 gradi. Oltre la metà dei ghiacciai rimasti si è sciolta. Mentre il mare si riscalda, il suo volume aumenta per l’espansione termica, ciò innalza il livello del mare di ben oltre un metro. Intere nazioni, come le Isole Marshall, Tuvalu, Maldive, Kiribati, così come altri paesi insulari, sono inabitabili poiché ampie aree delle loro isole sono sommerse.

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    I residenti nelle zone basse delle Isole Marshall hanno già dovuto affrontare gravi inondazioni,
    sottolineando la loro vulnerabilità al cambiamento climatico.


    Alcune isole, come le Maldive, spendono miliardi per costruire zattere interconnesse che ospitano appartamenti, scuole e ristoranti, che galleggiano sopra le città sommerse. I migranti climatici reinsediati a Jakarta, Mumbai e Lagos sono costretti ad abbandonare di nuovo le loro case, poiché le alte maree e le tempeste estreme inondano e sgretolano gli edifici. In totale, 250 milioni di persone sono sfollate. Alcune città ricche come New York e Shanghai tentano di adattarsi, innalzando edifici e strade. Dighe alte dieci metri costeggiano la città.

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    Le isole maldiviane sono solo un esempio di quanto il cambiamento climatico stia influenzando i paesi a bassa quota.


    I bambini studiano la vita marina estinta che un tempo abitava le barriere coralline tutta scomparsa “grazie” all’aumento della temperatura delle acque superficiali. I prezzi dei generi alimentari sono alle stelle, poiché la scarsità di cibo e acqua colpisce tutte le comunità. Frutta e prodotti coltivati da tempo nei tropici e subtropicali raramente sono sugli scaffali, poiché le intense ondate di caldo e l’aumento dell’umidità rendono letale per gli agricoltori lavorare fuori. Ondate di caldo imprevedibili, siccità e inondazioni paralizzano i piccoli agricoltori in Africa, Asia e Sud America, che prima producevano un terzo del cibo mondiale. Centinaia di milioni di persone sono costrette alla fame e alla carestia.

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    Nel bel mezzo di un'inondazione a Islampur (Bangladesh), una donna su una zattera cerca un posto asciutto dove ripararsi.
    Il Bangladesh è uno dei luoghi più vulnerabili al mondo all'innalzamento del livello del mare, che si prevede renderà decine di milioni di persone senza casa entro il 2050.



    MA CI SONO ANCORA ESPERTI DEL CLIMA "CAUTAMENTE" OTTIMISTI

    Le previsioni climatiche possono sembrare opprimenti e terrificanti. Tuttavia, molti degli esperti responsabili di queste valutazioni rimangono ancora ottimisti. Da alcuni paesi hanno iniziato a ridurre le proprie emissioni, e in meno di un decennio, hanno ridotto i tassi di emissione. Le politiche che investono in fonti di energia rinnovabili, riducono la produzione di combustibili fossili, supportano il trasporto elettrico, proteggono le nostre foreste e regolamentano l’industria, aiutando a mitigare gli effetti peggiori del cambiamento climatico.


    La plastica, la gomma, fertilizzanti, pesticidi, saponi e detergenti, materiali per pavimenti e isolanti, sono utilizzati in quasi ogni aspetto della nostra vita, ma hanno un grande impatto sul clima. Volendo continuare l’elenco i prodotti petrolchimici si trovano in prodotti diversi come l'aspirina, le barche, le automobili, gli aerei, gli indumenti in poliestere e dischi e nastri di registrazione.


    L'urgenza del cambiamento climatico è motivare le aziende petrolchimiche a ridurre la domanda di emissioni. Quindi cosa possono fare le aziende petrolchimiche? Possono, per diventare più sostenibili, utilizzare materie prime a base biologica per sostituire i combustibili fossili, possono far progredire il riciclaggio chimico per chiudere il circuito dell'alimentazione in plastica, come produrre prodotti petrolchimici sintetici.

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    Tuttavia, l’International Energy Agency – IEA- (Agenzia internazionale per l’energia) prevede che i prodotti petrolchimici rappresenteranno più di un terzo della crescita della domanda di petrolio fino al 2030 e più della metà a partire dal 2050, davanti al carburante diesel per i camion e al carburante per l’aviazione e la navigazione. Secondo l’agenzia, potrebbero consumare altri 56 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno entro il 2030.

    ENERGIA E CLIMA SONO INDISSOLUBILMENTE LEGATI

    Il nostro attuale sistema energetico è uno dei principali motori del riscaldamento globale, rappresentando circa il 75% delle emissioni totali di gas serra. Ciò significa che trasformare il modo in cui produciamo e consumiamo energia è essenziale, poiché la capacità del mondo di raggiungere i propri obiettivi climatici dipende dalla capacità del settore energetico di raggiungere emissioni nette pari a zero entro la metà del secolo. Poiché le temperature superano i record anno dopo anno, le ragioni per agire non sono mai state così forti.

    La rapida crescita di alcune tecnologie di energia pulita – tra cui le auto elettriche, il solare fotovoltaico, le batterie e le pompe di calore – ha mantenuto la porta aperta per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, l’obiettivo fissato dal Accordo di Parigi per evitare gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Tuttavia, secondo l’analisi dell’IEA, per raggiungere questo obiettivo sono necessari progressi molto più rapidi e su scala molto più ampia. Ciò richiederà una cooperazione internazionale e un’ambizione ancora maggiori da parte dei decisori politici.

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    “E se raggiungiamo lo zero netto entro il 2050, saremo in grado di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius e le temperature della Terra smetteranno di aumentare una volta raggiunto lo zero netto con un ritardo di appena tre-cinque anni. Ma ecco il problema: la scienza è molto chiara sul fatto che saremo in grado di raggiungere questo obiettivo solo se dimezzeremo le nostre attuali emissioni entro il 2030 nei prossimi anni. Ciò significa che le azioni che i nostri leader intraprenderanno adesso, quest’anno e nei prossimi anni, determineranno se saremo in grado di mantenere l’obiettivo del 2050 a portata di mano.

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    Ma gli esperti di clima hanno ribadito che le politiche e gli impegni attuali non andranno abbastanza lontano, per velocità e portata, in quanto promuovere un vero cambiamento richiederà soluzioni audaci, innovazioni e azioni collettive. C’è ancora tempo per riscrivere il nostro futuro? Certo è, che ogni decimo di grado conta, eccome!

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