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  1. Novellame di pesce azzurro, una prelibatezza che può costare cara.

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 8 Feb. 2015
     
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    La pesca del novellame di pesce azzurro è, in questo periodo dell’anno, un forte richiamo per i pescatori che, pur sapendo delle pesanti sanzioni cui vanno incontro, non sanno resistere alle forti richieste di chi lo definisce “l'oro bianco del mare”.



    Il novellame di pesce azzurro è tipico del Mar Mediterraneo. Le regioni in Italia dove i bianchetti sono patrimonio delle proprie tradizioni culinarie e gastronomiche sono soprattutto la Liguria, nella zona delle Cinque Terre, la Calabria e la Sicilia.

    Al sud della penisola si rispolverano le reti a circuizione, denominate sciabiche, formate da due lunghi lati di rete che confluiscono in un piccolo sacco a maglie molto fitte (1-2 mm). Esse per lo più si notano sotto costa pescare questo novellame che generalmente viene venduto direttamente sulle spiagge, in quanto è non solo vietato pescarlo quanto soprattutto esporlo in vendita nelle pescherie.

    I pescatori che fanno uso della sciabica, se vengono sorpresi a pescare dalle motovedette della Guardia Costiera, subiscono il sequestro delle reti e gli vengono contestati verbali amministrativi con sanzioni molto pesanti.

    Una eccezionale pesca con la sciabica.

    In questi primi tre mesi dell’anno (i bianchetti di sardina si pescano a partire da gennaio, ma si tratta di un prodotto tipicamente estivo) ci sono controlli sia in mare che in terra, anche con l’ausilio di elicotteri che comunicano via radio eventuali trasgressori in mare alle unità delle Capitanerie di Porto. Vengono sanzionati i pescatori abusivi come anche gli esercizi commerciali ed i consumatori che, secondo le nuove disposizioni dei legge, acquistando il novellame di pesce in genere, incorrono in sanzioni penali. Ciò deve costituire un deterrente sia per i pescatori, sia per i consumatori che acquistando specie ittiche di dimensioni inferiori a quelle consentite, contribuiscono ad arrecare un grande danno agli stock ittici che non riescono a rigenerarsi

    Il novellame di pesce azzurro in Italia viene chiamato in diversi modi:

    Col nome di neonata o nunnata i pescatori siciliani indicano il pesce dalle dimensioni che si attestano al massimo sui 2-3 cm. In Sicilia si distinguono cinque tipi di neonata: quella di sarda, di alici, di alaccia, la nunnata di luvaru e il cicirieddu. In grandi quantità si pesca la neonata di sarda e quella di alici, e quella più rara di luvaru (o Pagello). Quella di sarda e quella di alici si pesca in inverno, la neonata di luvaru in estate.

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    In Italia, come per tutti i pesci, il novellame di pesce azzurro viene chiamato in diverse forme dialettali che differiscono anche da città a città della stessa regione. Qualche esempio?

    In Liguria la chiamano gianchetu, a Napoli cicenielli o cicinelli, nelle Marche paranzoli, a Salerno ciacianielli, a Brindisi schuma ti mari ( letteralmente schiuma di mare), in Sicilia sfigghiata, a Taranto faloppa, in Calabria nustica o nonnati, a Reggio Calabria 'nnannata.

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    Comunque la denominazione cambia se si tratta di novellame di alici o sarde. Ed attenzione a non confondere il novellame con i "pesci ghiaccio", (neosalanx tangkahkei), piccoli pesci d’acqua dolce che nuotano nei fiumi cinesi o nelle acque salmastre dei tropici che possono essere venduti come pesciolini di mare soprattutto congelati.

    La pesca del novellame è vietata ai sensi del regolamento comunitario n°1967/2006 e del successivo decreto legislativo 4/2012, ed è stata bandita dalla Comunità Europea perché considerata dannosa per la fauna marittima in quanto incide negativamente sul ripopolamento dei nostri mari.

    Notizie di denunce formalizzate a semplici pescatori e/o a comandanti di pescherecci da parte della Guardia Costiera Italiana su tutto il territorio costiero nazionale, sono all’ordine del giorno in questi mesi invernali.

    Ve ne raccontiamo una per tutte che abbiamo letto sulla nostra sezione dedicata alla "Rassegna stampa Capitanerie di Porto - Guardia Costiera" che pubblica il 6 Febbraio scorso un articolo di un episodio di pesca vietata che risale al giorno prima.

    Un peschereccio, scambiato per una imbarcazione con migranti a bordo, sulle acque della costa di Crotone, veniva segnalato alla sala operativa del comando della Capitaneria di Porto. Una motovedetta CP873 della Guardia Costiera di Crotone veniva inviata sul posto dove verificava la sola presenza di un piccolo peschereccio a poche centinaia di metri dalla costa ma nulla che lasciasse presagire lo sbarco di cittadini extracomunitari.

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    L'imbarcazione si trovava vicino alla costa poiché era intenta ad effettuare una battuta di pesca alla neonata di sarda, il cosiddetto “bianchetto”, così come hanno riportato “Gazzetta del Sud” ed il “Giornale di Calabria”.

    La forte risacca in zona ed il vento che continuava a soffiare molto forte non consentivano ai militari d’ispezionare a fondo il peschereccio. Pertanto, il comandante dell’unità veniva invitato a raggiungere il porto di Crotone per l’ultimazione dei controlli e consegnare il prodotto ittico illecitamente pescato. Nonostante le intimazioni, il comandante del peschereccio si rifiutava di eseguire gli ordini impartiti intraprendendo la navigazione con rotta verso il porto di Cirò Marina dal quale era partito alle prime ore dell’alba.

    Vista l’impossibilità di procedere con manovre di affiancamento in mare l’equipaggio della motovedetta decideva di scortare il piccolo peschereccio direttamente nel porto di Cirò Marina. Giunti in banchina, alcuni militari dell’ufficio locale marittimo di Cirò Marina hanno ispezionato il peschereccio. I documenti della barca risultavano in regola, ma a bordo è stata rinvenuta una rete del tipo sciabica con la parte terminale della maglia notevolmente inferiore a quella consentita dalla legge. Peraltro, tra le maglie stesse c’erano esemplari di neonata di sardina, specie ittica tassativamente vietata dalla legge.

    L’attrezzo da pesca è stato perciò sequestrato e sono state intraprese, a carico del comandante del peschereccio, peraltro già noto alle forze dell’ordine, le dovute azioni di carattere penale riguardo al mancato rispetto dell’ordine impartito dalla motovedetta e per aver impedito l’esecuzione del sequestro del prodotto ittico, evidentemente gettato in mare”.

    Edited by Filippo Foti - 16/3/2024, 20:45
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