Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. "The perfect storm", sarà il nuovo film di un oceano globale ucciso dalla plastica!?

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    By Filippo Foti il 19 Jan. 2019
     
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    Se non si conclude l'accordo di Parigi si prospettano alti tassi dell’inquinamento causato dai rifiuti di plastica nel mare.


    Creagh


    In tutta l’Europa, come ormai tra i cittadini di tutto il mondo, si è raggiunta la consapevolezza della gravità dell'indecoroso trattamento che la nostra Terra riceve, al contrario delle istituzioni globalizzate che devono, e non dovrebbero, rappresentare tutte le persone e che continuano a prendere sottogamba il fenomeno dell'inqinamento marino.“Smettiamola di trattare i mari come una fogna” è diventato ormai uno slogan!

    La notizia non è di oggi e auspichiamo non sarà neanche quella esagerata di un prossimo futuro e cioè: "la quantità dell’inquinamento causato dalla plastica per colpa dell’uomo dovrebbe triplicarsi nel prossimo decennio" è una recente notizia che arriva anche dall’Environmental Audit Committee (EAC), il comitato di audit ambientale della Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito, il cui compito è quello di esaminare in che modo le politiche dei programmi del Dipartimento Governativo influenzeranno sia l'ambiente che lo sviluppo sostenibile.

    L’eccessivo sfruttamento dei mari sta distruggendo gli habitat che sono vitali per i pesci, e i cambiamenti climatici stanno causando un riscaldamento dannoso degli oceani oltre alla deossigenazione e all'acidificazione.

    PlasticTurtle_Indonesia


    GLI OCEANI STANNO AFFRONTANDO UNA TEMPESTA PERFETTA

    "The perfect storm", sarà il nuovo film di un oceano globale ucciso dalla plastica!?

    Nel Regno Unito e non solo, gli effetti dell’inquinamento causato dalla plastica ancora sembra che siano poco conosciuti tanto che il comitato (EAC), ha trovato nel suo rapporto, pubblicato recentemente, "una mancanza di dati sulle gravi conseguenze a lungo termine del danno per la salute delle particelle di plastica che entrano nella catena alimentare" e ha accusato il governo di trattare gli oceani come “out of sight, out of mind” (lontano dagli occhi, lontano dal cuore), Sergio Endrigo hoc docuit !

    Mary Creagh, la presidente dell’Environmental Audit Committee (EAC), ha recentemente dichiarato a Sky News: "Abbiamo un solo oceano e i nostri bambini meritano di viverlo in ogni modo, e potere vedere nel futuro le barriere coralline. Dobbiamo anche smettere di trattare i nostri mari come una fogna. Sostenere l’Indonesia e la Malesia per ridurre la plastica e contemporaneamente esportare le nostre materie plastiche contaminate mostra la mancanza di un approccio congiunto al centro della strategia del governo.”

    Mary-Creagh


    Una balena spiaggiata in Indonesia uccisa da 6 kg di plastica nello stomaco. C’era di tutto, 1000 pezzi di plastica, decine di ciabatte, 115 bicchieri, quattro bottiglie, 25 sacchetti e addirittura due bottoni automatici.

    Il suo corpo è stato trovato nelle acque vicino all'isola Kambode, anche conosciuta come l'isola di Kapota, provincia del Sulawesi Sudorientale nel Parco Nazionale di Wakatobi, uno dei parchi marini più apprezzati per la presenza di barriere coralline e grandi mammiferi. La scoperta ha causato orrore tra gli ambientalisti già preoccupati in quanto l’Asia è il continente che contribuisce più dintutti all’inquinamento degli oceani.

    Cinque sono i paesi asiatici, (Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Thailandia) che costituiscono il 60 per cento circa di tutti i rifiuti di plastica che finiscono negli oceani, dice il rapporto 2015 di “Ocean Conservancy”, che nei ultimi tre decenni ha fatto un lavoro straordinario; la sua International Coastal Cleanup ha impegnato oltre 10 milioni di volontari per recuperare oltre 87.000 tonnellate di spazzatura dalle coste marine del mondo. In tal modo si spera, soprattutto nei paesi asiatici, di porre fine alla fuoriuscita di circa 8 milioni di tonnellate di plastica all'anno.

    Una notizia che ci fa proprio piacere è quella di mercoledì 16 gennaio scorso pubblicata da “Plastic Soup Foundation” (PSF), un'organizzazione senza scopo di lucro che intende arrestare il crescente inquinamento plastico degli ambienti marini. Veniamo a conoscenza infatti che le migliori aziende industriali di tutto il mondo hanno fondato insieme una ONG, l'Alliance to End Plastic Waste (AEPW). Le 27 aziende partecipanti hanno impegnato oltre 1 miliardo di dollari per combattere l’inquinamento causato dai rifiuti di plastica nel mare. In circa un quinquennio il budget deve essere aumentato a 1,5 miliardi di dollari. L'approccio è duplice; da un lato, devono essere sviluppate soluzioni per le dimensioni e il trattamento dei rifiuti di plastica e, d'altro canto, vengono promossi il riutilizzo e il riciclaggio. Tra i partecipanti ci sono multinazionali come BASF, Dow, Shell Chemical ed ExxonMobil.

    plastic_waste



    LA PLASTICA SERVE, PERO’?

    Le materie plastiche offrono vantaggi in termini di salute, sicurezza, sostenibilità e convenienza, specialmente nel mondo in via di sviluppo, dove i prodotti in plastica hanno contribuito a migliorare gli standard di vita, l'igiene e la nutrizione. Hanno un posto importante nel nostro mondo - MA NON NEL NOSTRO AMBIENTE!

    balena

    La balena spiaggiata in Indonesia.

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