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  1. Gli sviluppi l'intelligenza artificiale. Quale sarà il futuro?
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    By Filippo Foti il 9 Dec. 2023
     
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    L'era dell'intelligenza artificiale si sta consolidando e la gente sta andando fuori di testa per paura che distruggerà il mondo. Ma non dovrebbe essere così, anzi potrebbe salvarlo.


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    Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, che da qui in poi chiameremo (IA), iniziò negli anni '40, contemporaneamente all'invenzione del computer. Il primo articolo scientifico sulle reti neurali, un metodo artificiale che insegna ai computer ad elaborare i dati in un modo ispirato al cervello umano, fu pubblicato nel 1943. Intere generazioni di scienziati dell’(IA), negli ultimi 80 anni, sono nate, andate a scuola, lavorato e in molti casi non esistono più per vedere il profitto che stiamo ricevendo ora.

    Il primo passo verso le reti neurali artificiali (RNA) avvenne nel 1943 quando Warren McCulloch, un neurofisiologo e un giovane matematico, Walter Pitts, svilupparono i primi modelli di (RNA). Nel 1949, uno psicologo canadese Donald Olding Hebb, uno dei primi scienziati ad approfondire il legame tra il sistema nervoso e il comportamento, scrisse "The Organization of Behavior" (L'organizzazione del comportamento), un lavoro in cui sottolineava il fatto che i percorsi neurali vengono rafforzati ogni volta che vengono utilizzati, un concetto fondamentalmente essenziale per il modo in cui gli esseri umani apprendono. Oggi, legioni sempre più numerose di ingegneri – molti dei quali sono giovani e potrebbero aver avuto nonni o addirittura bisnonni coinvolti nella creazione delle idee alla base dell’IA – stanno lavorando per renderla una realtà, contro un muro di allarmismo e catastrofe che sta tentando di dipingerli come cattivi spericolati.

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    Sopra da S/D:Warren McCulloch, Walter Pitts e Donald Olding Hebb.


    L’intelligenza artificiale che, d’ora in poi, chiameremo semplicemente (IA) è un programma per computer come qualsiasi altro: funziona, riceve input, elabora e genera output. I risultati dell'IA sono utili in un'ampia gamma di campi, dalla programmazione alla medicina, dal diritto alle arti creative ed è posseduta e controllata dalle persone, come qualsiasi altra tecnologia. È un modo per migliorare tutto ciò a cui teniamo. Pertanto non si tratta di un software killer o di un robot, come sotto documenteremo, che prenderanno vita e decideranno di uccidere la razza umana o altrimenti rovinare tutto come si vede in alcuni film. La conclusione fondamentale più convalidata delle scienze sociali in molti decenni e migliaia di studi è quella che l’intelligenza umana migliora un’ampia gamma di risultati della vita.

    PERCHÉ LA (IA) PUÒ MIGLIORARE TUTTO CIÒ A CUI TENIAMO

    Inoltre, l’intelligenza umana è la leva che usiamo da millenni per creare il mondo in cui viviamo oggi: scienza, tecnologia, matematica, fisica, chimica, medicina, energia, edilizia, trasporti, comunicazione, arte, musica, cultura, filosofia, etica, moralità. Senza l’applicazione dell’intelligenza a tutti questi ambiti, vivremmo ancora tutti in capanne di fango, strappando una misera esistenza di agricoltura di sussistenza. Invece abbiamo usato la nostra intelligenza per aumentare il nostro tenore di vita nell’ordine di 10.000 volte negli ultimi 4.000 anni. Ciò che l’IA ci offre è l’opportunità di aumentare profondamente l’intelligenza umana per rendere migliore, ad esempio, la creazione di nuovi farmaci, ai modi per risolvere il cambiamento climatico e alle tecnologie per raggiungere nuovi pianeti.

    L’aumento dell’intelligenza umana da parte dell’IA è già iniziato intorno a noi sotto forma di sistemi di controllo computerizzato di vario tipo. Ora si sta rapidamente intensificando con modelli linguistici di grandi dimensioni come ChatGPT (è un nuovo strumento di OpenAI che mira a rendere l’interazione con i sistemi dell’IA più naturale e intuitiva). OpenAI, un laboratorio di ricerca dell’IA che ha sede presso il Pioneer Building nel Mission District di San Francisco, è deputata a promuoverla e svilupparla amichevolmente in modo che l'umanità possa trarne beneficio. Non è un caso che tra i fondatori c’è Elon Musk con i suoi notevoli contributi.

    ALLORA PERCHÉ IL PANICO SE POTREMMO VIVERE MEGLIO?

    In contrasto con la visione positiva, il dibattito pubblico sull’IA è attualmente attraversato da paura paranoide. Sentiamo affermare che ci ucciderà tutti in vari modi, rovinerà la nostra società, ci porterà via tutti i posti di lavoro, causerà disuguaglianze paralizzanti e consentirà alle persone spietate di fare cose orribili. Pertanto: Cosa spiega questa divergenza nei potenziali risultati dalla quasi speranza utopica al terrificante prefigurare situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente negativi, ovvero un mondo o una società immaginaria in cui le persone conducono vite miserabili, disumanizzate e paurose che equivale quindi a dire distopia (utopia negativa)?

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    Storicamente, ogni nuova tecnologia importante, dall’illuminazione elettrica alle automobili, dalla radio ad internet, ha scatenato un panico morale, ovvero, un contagio sociale che convince le persone che la nuova tecnologia distruggerà il mondo, la società, o entrambi. Però è anche il caso di dire che è certamente vero che molte nuove tecnologie hanno portato a risultati negativi come perdita di posti di lavoro, comportamenti aggressivi e alla dipendenza dalla tecnologia. Da non trascurare inoltre per i bambini: basso rendimento scolastico, mancanza di attenzione, scarsa creatività, ritardi nello sviluppo del linguaggio, ritardi nello sviluppo sociale ed emotivo, inattività fisica e obesità e scarsa qualità del sonno, quanto per citarne alcuni.

    COME LA TECNOLOGIA PUÒ DANNEGGIARE L'AMBIENTE

    Molte tecnologie possono danneggiare l’ambiente come: Inquinamento dell'aria, dell'acqua, del calore e del rumore; consumo di risorse non rinnovabili come combustibili fossili, carbone, petrolio, gas naturali, combustibili nucleari, uranio, plutonio, minerali terrestri e minerali metalliferi, compresi i metalli preziosi come l’oro, vengono utilizzate per produrre tecnologia. Molti altri, come appunto il carbone, vengono consumati per generare elettricità necessaria per utilizzare la tecnologia. Anche risorse come l’acqua possono essere contaminate durante la produzione della tecnologia. E che dire dei rifiuti, in quanto la tecnologia di produzione crea grandi quantità e i componenti elettronici usati vengono gettati via.

    La deforestazione dei terreni, dove un tempo vivevano gli animali, per costruire fabbriche o quant'altro può influenzare notevolmente i cicli naturali dell’ambiente; l'uso di materiali tossici che possono danneggiare la nostra salute può causare il cancro e la dipendenza dalla tecnologia può portare ad altri problemi di salute come l'obesità e la sindrome del tunnel carpale. Le stesse tecnologie che altrimenti sarebbero state enormemente benefiche per il nostro benessere. Quindi non è che la semplice esistenza di un panico morale significhi che non ci sia nulla di cui preoccuparsi.

    Ma il panico morale è per sua stessa natura irrazionale: prende quella che potrebbe essere una preoccupazione legittima e la gonfia ad un livello di isteria che, ironicamente, rende più difficile affrontare preoccupazioni realmente serie. E, meraviglia, in questo momento abbiamo un panico morale in piena regola riguardo all’IA. Ciò viene già utilizzato come forza motivante da una varietà di attori per richiedere azioni politiche: nuove restrizioni, regolamenti e leggi. Questi personaggi, che stanno facendo dichiarazioni pubbliche estremamente drammatiche sui pericoli dell’IA – alimentando e infiammando ulteriormente il panico morale – si presentano tutti come paladini altruisti del bene pubblico. Ma lo sono? E, hanno ragione o torto?

    I RISCHI: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CI UCCIDERÀ TUTTI?

    Il primo e originale rischio catastrofico dell’intelligenza artificiale potrebbe essere che decida di uccidere letteralmente l’umanità. La paura che la tecnologia da noi creata possa insorgere e distruggerci è profondamente radicata nella nostra cultura. I Greci espressero questa paura nel "Mito di Prometeo": Prometeo portò all’uomo il potere distruttivo del fuoco, e più in generale della tecnologia “techne”, che permette all'uomo, in mancanza di mezzi naturali di difesa, di sopravvivere all'interno del cosmo. Per questo Prometeo fu condannato alla tortura perpetua da parte degli dei.

    Mary Shelley (Londra, 30 agosto 1797 – Londra, 1º febbraio 1851) ha dato a noi moderni la nostra versione di questo mito nel suo romanzo Frankenstein, o Il Prometeo moderno. Pubblicato per la prima volta del 1818 in maniera anonima e poi con il nome dell'autrice nel 1823, è un romanzo che esplora i temi dell'isolamento in cui sviluppiamo la tecnologia per la vita eterna, che poi si ribella e cerca di distruggerci. E, naturalmente, nessuna storia di panico sui giornali sull'IA è completa senza un'immagine fissa di uno scintillante robot assassino dagli occhi rossi dei film Terminator di James Cameron.

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    Il presunto scopo evolutivo di questa mitologia è quello di motivarci a considerare seriamente i potenziali rischi delle nuove tecnologie: dopo tutto, il fuoco può effettivamente essere utilizzato per bruciare intere città. Ma proprio come il fuoco è stato anche il fondamento della civiltà moderna poiché veniva utilizzato per mantenerci al caldo e al sicuro in un mondo freddo e ostile, questa mitologia ignora il lato positivo ben più grande della maggior parte – di tutte? – le nuove tecnologie in pratica infiammano l’emozione distruttiva piuttosto che l’analisi ragionata. Solo perché l'uomo premoderno è andato fuori di testa in questo modo non significa che dobbiamo farlo anche noi; possiamo invece applicare la razionalità.

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    Marc Andreessen, cofondatore di A16Z e Martin Casado socio accomandatario - di questa società di venture capital che sostiene imprenditori audaci che costruiscono il futuro attraverso la tecnologia - sotto raffigurati nello screenshot, hanno mirato a dissipare i timori sui rischi dell'intelligenza artificiale per la nostra umanità, sia reali che immaginari, anzi, Marc spiega come l’IA può “rendere migliore tutto ciò a cui teniamo e aggiunge come questa tecnologia massimizzerà il potenziale umano, perché il suo futuro dovrebbe essere deciso dal libero mercato e, soprattutto, perché l'IA non distruggerà il mondo. In effetti, potrebbe salvarlo”.

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    L’intelligenza artificiale non è un essere vivente preparato da miliardi di anni di evoluzione a partecipare alla battaglia per la sopravvivenza del più adatto, come lo sono gli animali e come lo siamo noi. È matematica (codici e computer), costruiti, posseduti, usati e controllati da persone. L’idea che ad un certo punto svilupperà una mente propria e deciderà di avere motivazioni che lo portano a cercare di ucciderci è un'ondata di credenze irrazionali e superstiziose. Le considerazioni sono di Andressen in risposta a Casado che abbiamo ascoltato e letto in questo simpatico “siparietto” nel podcast pubblicato il 16 giugno scorso, e da cui abbiamo estrapolato una sintesi in questo post. Vale la pena riportare una domanda che pone Casado: “Ti riporto alcune lamentele più comuni contro le tue risposte, di come l’IA ci ucciderà tutti"? Andressen gli risponde: “L’IA non ucciderà ogni persona sul pianeta”. Comunque, per chi è curioso di seguire questo video traducibile in italiano.

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    Ora, ovviamente, ci sono i veri credenti nell’intelligenza artificiale assassina - Andressen, nel podcast cita la metafora del libro “Baptists & Bootleggers” (B&B) (Contrabbandieri e Battisti): ‘How Economic Forces and Moral Persuasion Interact to Shape Regulatory Politics’ (Come le forze economiche e la persuasione morale interagiscono per modellare la politica di regolamentazione), scritto nel 2014 dagli economisti Adam Smith e Bruce Yandle. Nel libro, che è diventato famoso per le sue intuizioni sulla politica della regolamentazione governativa in America, gli autori esplorano ulteriormente questo argomento

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    Yandle, nel 1983, sviluppò appunto il modello politico (B&B) con la sua teoria sui gruppi “contrabbandieri e battisti”. I contrabbandieri che intraprendono azioni politiche alla ricerca di un guadagno economico, ovvero le forze economiche; mentre i “battisti” (ovvero i protestanti e persuasori morali) sono altre parti che partecipano ad azioni di gruppo guidate da uno scopo morale più elevato dichiarato o dal desiderio di servire l’interesse pubblico.

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    L’IA rappresenta una “minaccia esistenziale per l’umanità”? Notizie delle ultime ore: ieri, venerdì 8 dicembre, l’Unione Europea ha approvato delle regole fondamentali per l’intelligenza artificiale, in quella che probabilmente diventerà la prima grande regolamentazione che governerà la tecnologia emergente nel mondo occidentale. C’è da dire che alcuni scienziati informatici hanno lanciato l'allarme sul pericolo della creazione di macchine potenti e altamente intelligenti che potrebbero minacciare l'umanità.

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    Comunque, i punti critici includevano, tra l'altro, l’uso di strumenti di identificazione biometrica, come il riconoscimento facciale e la scansione delle impronte digitali. Germania, Francia e Italia si sono opposte alla regolamentazione diretta dei modelli di intelligenza artificiale generativa, noti come “modelli di base”, favorendo invece l’autoregolamentazione da parte delle aziende dietro di loro attraverso codici di condotta introdotti dal governo. La loro preoccupazione è che una regolamentazione eccessiva possa soffocare la capacità dell’Europa di competere con i leader tecnologici cinesi e americani. Germania e Francia ospitano alcune delle startup IA più promettenti d'Europa.

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    Sarà un’umanità in cambiamento? Il genere umano ha sempre affrontato minacce alla sua sopravvivenza globale, come gli impatti degli asteroidi e i super vulcani. Eppure ora i maggiori rischi che affrontiamo potrebbero essere il risultato del nostro progresso scientifico e di civiltà. Stiamo sviluppando tecnologie di potenza senza precedenti, come le armi nucleari e gli organismi ingegnerizzati. Stiamo anche spazzando via le specie, cambiando il clima e bruciando le risorse della Terra a un ritmo insostenibile mentre la popolazione globale aumenta vertiginosamente. Tuttavia, le scoperte del prossimo secolo nel campo della scienza e della tecnologia forniranno anche soluzioni efficaci a molte delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare.

    È il caso di dire: Chi vivrà vedrà!

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