Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica

  1. Ma finiamola di scrivere o ascoltare di “eventi meteorologici estremi”.
    Caratteri: 29.795 - Parole: 4.448 - Tempo di lettura: 20,20 minuti

    Tags
    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 16 Feb. 2024
     
    +1   -1    0 Comments   69 Views
    .

    2023, un anno record di fenomeni meteorologici non più estremi ma di routine, l’inazione climatica, i costi gestione dei rifiuti e l’uomo fattore determinante dell’aumento globale delle emissioni di CO2 atmosferica.


    Copertina


    Ed ancora, non capiamo il motivo per cui dobbiamo ascoltare o leggere “cambiamenti climatici” e non “cambiamento climatico”? Un breve distinguo:
    Negli ultimi decenni il riscaldamento globale e il cambiamento climatico sono stati spesso trattati come sinonimi, soprattutto da alcuni giornalisti sapientoni di social media e tuttologi del web, ma le conseguenze del cambiamento su vasta scala osservato nel sistema climatico terrestre sono rappresentate da due concetti diversi. Il riscaldamento globale è l’aumento della temperatura media della superficie terrestre dovuto all’incremento dei livelli di gas serra, mentre il cambiamento climatico è una modificazione a lungo termine, più che di una regione del pianeta, bensì del clima globale della Terra. A questo proposito, per descrivere detto fenomeno, non usiamo scrivere come tanti di “cambiamenti climatici” in quanto questi cambiamenti colpiscono tutte le regioni del mondo, pertanto a nostro modesto avviso, è più opportuno “cambiamento climatico”. Gli scudi polari si stanno sciogliendo e il mare si sta alzando. In alcune regioni, eventi meteorologici rutinari e precipitazioni stanno diventando la norma, mentre altre stanno sperimentando ondate di caldo e siccità sempre più ingovernabili.

    Difatti, il cambiamento climatico si è intensificato nelle regioni polari. Le regioni settentrionali e meridionali del pianeta si stanno, addirittura, riscaldando più velocemente di qualsiasi altre zone della Terra, con l'Oceano Artico e le temperature dell'aria che aumentano il doppio rispetto al resto del pianeta. Le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide stanno entrambe perdendo nettamente massa a causa dell'aumento della quantità di anidride carbonica assorbita dall'oceano. Gli scienziati sono sempre più allarmati dai cambiamenti che queste regioni affrontano e continueranno ad affrontare a causa del cambiamento climatico.

    BILANCIO GLOBALE DELLA CO2 ATMOSFERICA DAL 1850 AI NOSTRI GIORNI

    Bilancio globale della CO2 dal 1960: Per comprendere la fonte e gli effetti dell’inquinamento da carbonio, è fondamentale capire come il pianeta pondera il suo bilancio di anidride carbonica (CO2). La CO2 rappresenta circa il 75% di tutte le emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento del pianeta. L’enorme quantità di emissioni derivanti dalle attività umane, e la velocità con cui tali emissioni sono cresciute, rendono l'anidride carbonica un aspetto centrale sia per gli impatti climatici che per le soluzioni climatiche.

    L’UOMO FATTORE DOMINANTE DELL’AUMENTO DELLE EMISSIONI DI CO2

    Bilancio globale della CO2 dal 1850: La maggior parte (85%) delle attuali emissioni di CO2 causate dall’uomo sono causate dalla combustione di combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) e continuano ad aumentare. Nel 2022, le emissioni annuali di CO2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili sono aumentate di circa l’1% rispetto al 2021 per raggiungere circa 37,5 miliardi di tonnellate di CO2, il tasso annuo record di emissioni. Di conseguenza, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera nel 2022 ha raggiunto la media record di 417,2 parti per milione nel corso dell’anno. Si tratta di circa il 50% in più rispetto ai livelli preindustriali. Se le emissioni continuassero sul loro percorso nel 2024, le ultime stime indicano che il pianeta potrebbe superare 1,5°C di riscaldamento rispetto ai livelli preindustriali entro i prossimi nove anni.

    1-170766632941272-17076663882419


    LA POMPA BIOLOGICA DEGLI OCEANI

    In profondità sotto la superficie dell'oceano, la luce sfuma in una zona crepuscolare dove balene e pesci migrano e alghe morte e zooplancton piovono dall'alto. Questo è appunto il cuore della pompa biologica di carbonio dell’oceano. Regolatore chiave per l'esportazione e il sotterramento della CO2 atmosferica nell'oceano, funge da fornitura di nutrienti per gli ecosistemi in profondità e fa parte dei processi oceanici naturali che catturano circa un terzo di tutta l'anidride carbonica prodotta dall'uomo e la sprofondano nelle profondità del mare, dove rimane per centinaia di anni. La pompa biologica potenziata dai minerali, è invece una tecnica di geoingegneria che aumenta l'assorbimento di CO2 dall'atmosfera e serve a migliorare la fertilizzazione dell'oceano, prevedendo l'introduzione intenzionale di depositi ricchi di ferro e mira a migliorare la produttività biologica degli organismi nelle acque oceaniche. Nell’animazione, gli anni indicano per quanto tempo si prevede che il carbonio depositato rimanga prima che ritorni in superficie.

    170790899032656890%201-17080124072819

    170790899032656890%202


    È abbastanza noto che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia e per il mondo (natura) e per l’umanità, ed è probabilmente la questione più urgente sia a livello globale poiché influenza la nostra vita quotidiana, nonché nelle relazioni internazionali. Questi concetti scientifici hanno acquisito sempre più importanza e sono da più tempo al centro del dibattito sociopolitico. I paesi, così come le istituzioni internazionali, attraverso l'attuazione di leggi mirate cercano di far fronte ai problemi che, non da oggi, stanno emergendo come appunto l'aumento dei disastri naturali, che un tempo erano fenomeni rari soprattutto nel nord del mondo, quali inondazioni, ondate di caldo ed incendi, che ormai si verificano con una frequenza allarmante e quello dei migranti climatici ed il conseguente peggioramento delle condizioni economico sociali. E, per farlo, i paesi finanziano progetti che hanno lo scopo di dare ai cittadini uno stile di vita più sostenibile e ad evitare alle generazioni future conseguenze ancora più gravi.


    2023:UN ANNO RECORD DI FENOMENI METEOROLOGICI "ESTREMI"

    Era prevedibileche anche il 2023 sarebbe stato un anno di record climatici negativi; proprio come il 2022; e come il 2021 prima… e così via. Non ha sorpreso nessuno quando il 2023, lo si sapeva già da giugno, è stato dichiarato l’anno più caldo mai registrato. In effetti, ovunque si gira in larga parte del pianeta, dall’aria che si respira all’acqua di oceani e mari, la temperatura è sensibilmente aumentata. Nel complesso, la temperatura di ogni mese dal 2023 è aumentata di quasi un grado Celsius rispetto ai mesi corrispondenti degli anni ’90. Nel 2023 il ghiaccio ai poli ha raggiunto i livelli più bassi e gli incendi sono stati di proporzioni senza precedenti in Canada. La siccità prolungata per anni in Africa ha raggiunto il suo picco nel 2023, così come le inondazioni, che in Libia hanno fatto migliaia di vittime.

    Nuovi record sono stati registrati anche in termini di emissioni inquinanti. Nel 2023 le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione di combustibili fossili hanno superato di oltre l’1% quelle dell’anno precedente. Mentre l’Europa e gli Stati Uniti sono rimasti piuttosto piatti a questo riguardo, se non addirittura leggermente inferiori, Cina e India hanno registrato un tasso di crescita significativo, rispettivamente del 4 e dell’8% in più rispetto al 2022.

    6%20gif

    Secondo un recente rapporto del "Copernicus Climate Change Service – C3S -" (Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus) - che fa parte del programma Copernicus, gestito dalla Commissione europea (CE) e implementato in collaborazione con gli Stati membri, l'Agenzia spaziale europea (ESA), l'Organizzazione europea per lo sfruttamento delle risorse meteorologiche Satellites (EUMETSAT), il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF), le agenzie dell’UE e Mercator Océan - la curva che si vede nell'animazione lunedì 3 luglio 2023, ha raggiunto un massimo di 17,01 gradi Celsius. Quel record è stato superato martedì con 17.18 °C e di nuovo giovedì con 17.23 °C, l’anno più caldo mai registrato dal 1850, anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Battuto anche il 2016.

    L’IMPATTO SULLA NATURA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

    L’impatto sulla natura è visibile. Attualmente, a rischio di estinzione, ci sono circa un milione di animali, i suoli stanno perdendo la loro fertilità e le fonti d’acqua stanno diminuendo. A ciò si aggiunge l’inquinamento dovuto alla plastica, che continua a raggiungere, costantemente e in enormi quantità, il suolo, l’acqua e l’aria. Anche nell'aria, ebbene sì! In verità se ne parla poco di questa forma di inquinamento, ma guarda caso ha a che fare con il consumo dei pneumatici, le pasticche dei freni e le strisce dipinte sull'asfalto che contengono plastica, la quale finisce nell'aria a seguito di graffi che si trasformano in polvere. D'altra parte, roba da non credere, le microplastiche sono state scoperte anche nelle nuvole, dove scienziati giapponesi hanno trovato tra 6,7 ​​e 13,9 pezzi di microplastica in ogni litro di acqua delle nuvole testata, laddove probabilmente influenzano il clima in modi non ancora del tutto compresi.

    Infatti, in uno studio pubblicato sulla rivista "Environmental Chemistry Letters", il 27 settembre '23, gli scienziati giapponesi hanno scalato il Monte Fuji e il Monte Oyama per raccogliere l’acqua dalle nebbie che avvolgono le vette, quindi hanno applicato tecniche di imaging avanzate ai campioni per determinarne le proprietà fisiche e chimiche. "Se il problema dell'inquinamento atmosferico causato dalla plastica non viene affrontato in modo proattivo, il cambiamento climatico e i rischi ecologici potrebbero diventare una realtà, causando in futuro danni ambientali gravi e irreversibili", ha avvertito l'autore principale della ricerca", Hiroshi Okochi dell'Università di Waseda. "Quando le microplastiche raggiungono l’atmosfera superiore e sono esposte alle radiazioni ultraviolette della luce solare, si degradano, contribuendo alla produzione di gas serra", ha affermato Okochi.

    microplastica%20nelle%20nuvole



    UN CAUTO OTTIMISMO?

    Un'altra revisione al rialzo delle stime originariamente diffuse durante la conferenza di Parigi: All’epoca si diceva che se le politiche attuali non fossero cambiate, la temperatura media globale nel 2100 sarebbe stata di oltre tre gradi Celsius più alta rispetto all’era preindustriale. Nel 2023, tuttavia, alla conferenza annuale sul clima a cui hanno partecipato migliaia di delegati di spicco da tutto il mondo – COP 28, tenutasi a Dubai a dicembre ‘23 – la prospettiva è stata diversa, ovvero se le politiche attuali non cambiano, la temperatura media globale nel 2100 aumenterà di 2,5, massimo 2,9 gradi Celsius. Tuttavia, ciò ci porta a sottolineare che per miliardi di persone l’aumento è ancora molto ed anche pericoloso, sebbene è anche un certo miglioramento delle previsioni, a patto che le politiche internazionali continuino a essere ottimizzate per decarbonizzare l’atmosfera.

    PROCESSI REVERSIBILI NEL CAMPO CLIMATICO?

    Tutto è iniziato con il Protocollo di Montreal del 1987, che mirava a eliminare gradualmente le sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono in tutto il mondo. Il relativo successo nel ripristino dello strato di ozono non potrebbe avvenire senza il costante sostegno dei governi. Se prendiamo come anno di riferimento il 2020, allora solo un Paese si è posto l’obiettivo di non emettere più anidride carbonica entro un certo numero di anni, è stata la Cina che nel 2006, ha superato gli Stati Uniti diventando il più grande emettitore annuale di gas serra al mondo. Nel 2020, secondo carbonbrief.org, il leader cinese Xi Jinping si è impegnato a raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e la neutralità del carbonio entro il 2060. Oggi esistono 101 di questi paesi e il loro numero continua ad aumentare, anche se sotto una certa pressione della società civile che trascende la politica.

    L’INAZIONE CLIMATICA

    Nel febbraio 2023, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede alla Corte Internazionale di Giustizia un parere sull’obbligo legale dei governi di affrontare il cambiamento climatico e sulle potenziali conseguenze legali della loro “inazione climatica”. Gli esperti affermano che il parere della Corte, ancora in sospeso, non sarà giuridicamente vincolante ma avrà un certo peso morale. La risoluzione è arrivata quando un numero crescente di persone in tutto il mondo si è rivolto ai tribunali per costringere governi e aziende ad agire sul cambiamento climatico. Uno studio delle Nazioni Unite, pubblicato più tardi nel 2023, ha rilevato che il numero di cause legali legate al clima è raddoppiato rispetto al 2017.

    STIMA DEL COSTO DELL’INAZIONE CLIMATICA

    La stima del “Climate Policy Initiative – CPI –“ (Iniziativa sulla politica climatica) di 1.266 trilioni di dollari per il costo dell'inazione è derivata da un modello del “Network for Greening the Financial System - NGFS - ” (Quadro per l'integrità della finanza sostenibile) che riunisce banche centrali e autorità di vigilanza, impegnate a tenere in debita considerazione il rischio climatico per la stabilità finanziaria globale. Tuttavia, le stime esistenti sui costi dell’inazione variano ampiamente perché modelli diversi si basano su costi, scenari di riscaldamento e tempistiche diversi. In generale, i costi dell’inazione rientrano in due categorie: “Costi economici quantificabili” e “costi sociali: costi indiretti sostenuti a causa degli impatti negativi legati al clima sulle persone e/o sul loro ambiente”.

    Costi%20sociali%20ed%20economici%20dellinazione%20climatica



    COSTI SOCIALI DELL’INAZIONE CLIMATICA

    Le attuali stime del costo dell’inazione non sono inoltre in grado di arrestare costi sociali più ampi come l’aumento dei conflitti e delle migrazioni e il peggioramento delle disuguaglianze locali e globali. Questi costi sono difficili da stimare data l’incertezza che circonda il riscaldamento futuro.

    Il mondo sta già sperimentando crescenti fattori di conflitto legati al clima, come l’insicurezza alimentare e la scarsità d’acqua. Secondo studi statistici a lungo termine e di grandi dimensioni per valutare i collegamenti storici tra la variabilità climatica, il cambiamento e gli impatti sociali, inclusi conflitti, carestie e migrazioni eseguiti nel 2020, si prevede che:

    - Il numero di persone con accesso incerto al cibo aumenterà da 2 miliardi a 3,5 miliardi entro il 2050;
    - Il numero di persone che soffrono di stress idrico elevato o estremo aumenterà da 2,6 miliardi a 5,4 miliardi entro il 2040. Negli ultimi dieci anni, il numero di conflitti registrati e di fenomeni violenti legati all’acqua è aumentato del 270% in tutto il mondo.

    COSTI ECONOMICI DELL’INAZIONE CLIMATICA QUANTIFICABILI

    Si ha una conoscenza abbastanza buona delle perdite economiche dirette derivanti dagli impatti del cambiamento climatico, come l’aumento delle temperature, l’innalzamento del livello del mare e gli eventi meteorologici estremi. Ad esempio:

    - Si prevede che anche un aumento della temperatura di 1,5°C ridurrà le ore lavorative globali del 2,2% in tutto il mondo entro il 2030;
    - I disastri legati al clima (ad esempio uragani, inondazioni, incendi);
    - Negli scenari più estremi di riscaldamento come l’innalzamento del livello del mare;
    - Eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi guideranno la migrazione di massa; 1,2 miliardi di persone potrebbero essere sfollate a livello globale entro il 2050, imponendo enormi costi economici e instabilità politica.

    ok%204



    IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLA SALUTE

    I legami tra clima, povertà e salute sono chiari. La crisi climatica è un moltiplicatore del rischio sanitario. Gli eventi meteorologici estremi stanno devastando la salute a livello globale. Entro il 2030, gli effetti negativi del clima sulla salute potrebbero portare 40 milioni di persone nella povertà estrema. Il cambiamento climatico è un’emergenza sanitaria globale e con l’aggravarsi della crisi climatica globale, anche i suoi impatti devastanti sulla salute e sul benessere umano aumenteranno. Nessuno in tutto il mondo è fuori dalla sua portata, anche se milioni di persone – in particolare donne, bambini, anziani, minoranze etniche, persone con condizioni di salute preesistenti e coloro che vivono in povertà – sono tra i più vulnerabili.

    I cambiamenti delle condizioni climatiche stanno aumentando le malattie e i decessi legati al caldo; cambiare i modelli di trasmissione delle malattie infettive, rendendo più probabili epidemie mortali e pandemie; peggioramento della salute materna e infantile; e l’intensificazione degli impatti sulla salute derivanti da eventi meteorologici estremi come inondazioni, siccità, incendi e tempeste di vento. Il cambiamento climatico esercita pressioni significative sui sistemi sanitari, aumentando contemporaneamente la domanda di servizi sanitari e compromettendo al tempo stesso la capacità di risposta del sistema.

    8%20gif


    La crisi climatica sta inoltre deteriorando rapidamente l’accesso ai bisogni umani fondamentali come la sicurezza alimentare, l’acqua potabile, i servizi igienico-sanitari e l’aria pulita. Il risultato, secondo i nuovi dati della Banca Mondiale, è che un clima più caldo potrebbe portare ad almeno 21 milioni di morti in più entro il 2050 a causa di soli cinque rischi per la salute: caldo estremo, arresto della crescita, diarrea, malaria e dengue.

    Si prevede inoltre che il continuo cambiamento climatico renderà l’obiettivo globale di riduzione della povertà ancora più difficile da raggiungere. Un recente studio, sempre della Banca Mondiale, stima che il cambiamento climatico potrebbe spingere altri 132 milioni di persone (più della metà delle quali vive nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia meridionale) nella povertà estrema entro il 2030, di cui 44 milioni a causa di impatti sulla salute.

    2023: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È UNA QUESTIONE GLOBALE!

    Anche se le tendenze per il 2023 sono state promettenti, non sono state affatto abbastanza vicine da fermare gli effetti del cambiamento climatico. Questi effetti non appartengono più al futuro, ma sono presenti qui e ora e lo saranno appunto nel 2024. Non si tratta più solo di evitarli in misura maggiore o minore, ma di adattarsi alla situazione che hanno già creato. Sono misure preventive, ma anche reattive, per risarcire i danni già arrecati. Le misure per ridurre le emissioni di gas serra possono essere applicate in qualsiasi momento, ma rimane la questione dei gas già emessi. Anche se potessimo fermare tutte le emissioni inquinanti da un giorno all’altro, il pianeta continuerà a riscaldarsi a causa delle emissioni già prodotte da così tanto tempo.

    Cosa faremo a riguardo? Ed è qui che si apre tutto un dibattito, che ha in primo piano la controversa tecnologia della geoingegneria solare. Si tratta sostanzialmente di catturare artificialmente l’anidride carbonica dall’atmosfera, iniettando una sostanza speciale nella stratosfera. Il fatto è che non c’è nemmeno lontanamente un consenso sugli effetti collaterali di questa azione, compreso sullo strato di ozono.

    Ma è interessante notare che anche le grandi compagnie petrolifere sono coinvolte nel dibattito e nella ricerca della soluzione migliore per rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera: questa strategia alla fine potrebbe aiutare la loro attività, perché se sappiamo come eliminare il carbonio, rinunciare ai combustibili fossili non sarà più così urgente. La lotta per la decarbonizzazione è costellata di tali paradossi. È stato affermato, ad esempio, che l’intelligenza artificiale ha il potenziale per sviluppare modi per cambiare l’intero panorama nel campo della lotta al cambiamento climatico; solo che attualmente funziona anche consumando energia “sporca”. Oppure, che la transizione verso l’energia verde dipende fortemente dal litio, ma l’estrazione di questo elemento non è “pulita”. La maggior parte delle riserve di litio conosciute a livello mondiale sono situate nel “triangolo del litio” del Sud America, che si estende tra Argentina, Bolivia e Cile.

    2-17081027327752


    Più della metà delle risorse globali stimate di litio si trovano nelle saline di Bolivia, Argentina e Cile, gran parte delle quali in Bolivia. Si stima che ci siano 98 milioni di tonnellate di risorse di litio a livello globale. Le condizioni sociopolitiche hanno influenzato l’accesso alle risorse della Bolivia, mentre Cile e Argentina, che sono più favorevoli agli investitori, sono rispettivamente al primo e terzo posto per riserve accertate.

    Se non gestite adeguatamente l’estrazione e la lavorazione dei minerali di litio possono provocare l’erosione del suolo, la distruzione dell’habitat e l’inquinamento delle acque. Allora come possiamo ottenere il litio senza inquinare? Ancora una volta, il circolo vizioso sta ancora cercando la porta d'uscita.

    Ciò che sembra ovvio dall’esperienza del 2023 è il riconoscimento del carattere globale della preoccupazione climatica. Il cambiamento climatico colpisce tutta l'umanità, che si tratti degli abitanti degli altipiani dello Stato del Wyoming, una piccola popolazione orgogliosa del proprio tradizionale isolazionismo, degli indiani nelle baraccopoli di Calcutta che vivono con scarse condizioni igieniche e infrastrutture, degli abitanti di Pantelimon del quartiere di Bucarest o dei cosmopoliti londinesi nel cuore di Londra.

    3-17081055823181


    IL PROBLEMA DEI RIFIUTI SOLIDI


    Nel 2023, l’umanità ha prodotto più di due miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, quasi la metà dei quali non controllati. Gli sforzi per combattere il cambiamento climatico stanno dando risultati, ma finora non hanno prodotto cambiamenti enormi. In questo quadro scoraggiante si possono però distinguere alcune sfumature di ottimismo come gli investimenti nel campo dell’energia verde e quelli nell’energia rinnovabile. Questo è uno dei motivi principali per cui l’Agenzia Internazionale per l’energia (IEA), un’organizzazione intergovernativa con sede a Parigi, ha rivisto quest’anno le sue stime sulle emissioni di anidride carbonica. Infatti, all’epoca della famosa conferenza di Parigi del 2015, in cui venne adottato per la prima volta il quadro delle Nazioni Unite per la lotta al cambiamento climatico, l’IEA dichiarò che le emissioni di carbonio avrebbero continuato ad aumentare fino al 2040. Oggi, afferma che il picco della carbonizzazione sarà raggiunto “entro un pochi anni", dopodiché la curva dovrebbe assume un andamento discendente.

    1%20bis


    La gestione dei rifiuti solidi urbani non ha ricevuto molta attenzione come soluzione al riscaldamento globale. Ma ha un grande potenziale perché la decomposizione dei rifiuti rilascia grandi quantità di metano, un potente gas serra. Infatti, nessuna analisi globale ha preso in considerazione il riscaldamento che potrebbe essere evitato attraverso una migliore gestione dei rifiuti solidi e quanto ciò potrebbe contribuire al raggiungimento degli obiettivi del percorso di 1,5° e 2° C dell’Accordo di Parigi o dei termini del “Global Methane Pledge” (Impegno globale per il metano) lanciato alla COP26 dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, purtroppo una delle tante inutili COP che si stanno succedendo senza risultati apprezzabili per mettere finalmente a freno il cambiamento climatico .

    Con una produzione globale stimata di rifiuti solidi compresa tra 2,56 e 3,33 miliardi di tonnellate entro il 2050, l’implementazione di improvvisi cambiamenti tecnici e comportamentali potrebbe portare a un sistema di rifiuti solidi con riscaldamento netto pari a zero rispetto al 2020, portando a 11-27 miliardi di tonnellate di anidride carbonica equivalente a riscaldamento, emissioni al di sotto dei limiti di temperatura. Questi cambiamenti, tuttavia, richiedono un’adozione accelerata entro 9-17 anni (dal 2033 al 2041) per allinearsi al Global Manthrop Pledge. È necessario pertanto ridurre rapidamente le emissioni di metano, anidride carbonica e protossido di azoto per massimizzare i benefici climatici a breve termine e fermare l’aumento della temperatura in corso.

    LA RICERCA

    In uno studio, unico nel suo genere, i ricercatori hanno calcolato come le tecnologie di gestione dei rifiuti pronte per essere usate potrebbero rapidamente frenare il riscaldamento globale. “Abbiamo scoperto che con le tecnologie di gestione dei rifiuti già esistenti, come l’ammodernamento delle discariche, la digestione dei rifiuti organici e il compostaggio dei rifiuti organici, possiamo ridurre le emissioni globali di rifiuti solidi fino a un riscaldamento netto pari a zero entro il 2050”, afferma Kok Sin Woon, ricercatore sulla sostenibilità presso l'Università di Xiamen in Malesia ed autore dello studio ”Develop circular waste management strategies based on the concept of waste eco-park” (Sviluppare strategie circolari di gestione dei rifiuti basate sul concetto di eco-parco dei rifiuti). Questa ricerca, pubblicata online il 6 ottobre 2023, sviluppa un modello di ottimizzazione multi obiettivo per configurazioni ottimali dei rifiuti solidi integrando considerazioni economiche, ambientali e sociali. “Tuttavia, dobbiamo agire immediatamente, poiché i risultati dell’azione hanno bisogno di tempo per manifestarsi”, precisa Kok Sin Woon.

    42%203

    Kok Sin Woon nel riquadro in piccolo.


    Senza un rapido passaggio a modalità più sostenibili di gestione dei rifiuti, sarà difficile raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti nell’accordo di Parigi, suggerisce il nuovo studio. La buona notizia è che tale cambiamento è tecnologicamente a portata di mano, ovvero indica l’analisi. Il metano è responsabile di circa un terzo del riscaldamento climatico. È più potente dell’anidride carbonica in termini di effetto riscaldante, ma molto meno persistente: il suo tempo di dimezzamento nell’atmosfera è di circa 10,5 anni, rispetto ai 120 anni dell’anidride carbonica. Tutto ciò significa che la riduzione delle emissioni di metano potrebbe ridurre il riscaldamento climatico a breve termine, il che a sua volta potrebbe creare più spazio nel bilancio globale del carbonio e guadagnare tempo per affrontare settori difficili da decarbonizzare come l’industria manifatturiera e l’aviazione a lungo raggio.

    Si stima che i rifiuti globali genereranno da 2,56 a 3,33 miliardi di tonnellate entro il 2050 (vedere immagine sotto riportata). Sebbene in passato la gestione dei rifiuti solidi urbani non abbia ricevuto molta attenzione come soluzione al riscaldamento globale, ha molto potenziale perché la decomposizione dei rifiuti rilascia grandi quantità di metano, un potente gas serra.

    Yee Van Fan, ricercatrice senior presso “l’Environmental Change Institute – ECI –“ (Istituto per il cambiamento ambientale), dell'Università di Oxford in Inghilterra, è coautrice dello studio, “Curbing global Solid Waste Emissions Verso Net-Zero Warming Futures” (Contenere le emissioni globali di rifiuti solidi verso un futuro con riscaldamento netto pari a zero), è stato pubblicato online il 16 novembre 2023 e nel volume 382, NO. 6672 di Science il 17 novembre 2023 con titolo “Heaps of Warming” (Un sacco di riscaldamento) e sottotitolo “Municipal solid waste emits large amounts of greenhouse gases” (I rifiuti solidi urbani emettono grandi quantità di gas serra). Nella ricerca Yee Van Fan afferma che, contenere le emissioni globali di rifiuti solidi verso un futuro con riscaldamento netto pari a zero, richiederà ampie e rapide diminuzioni delle emissioni di gas serra in più settori e specie. Le emissioni di metano (CH4) provenienti dai siti di rifiuti solidi rappresentano una frazione considerevole del bilancio globale del metano e rappresentano un importante obiettivo di riduzione.

    science.2023.382.issue

    Yee Van Fan


    La produzione di rifiuti è aumentata enormemente in tutto il mondo negli ultimi decenni e non vi sono segni di rallentamento. Ogni anno in tutto il mondo vengono generati più di due miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, e si prevede che questa cifra aumenterà di circa il 70% entro il 2050. Con la produzione di volumi così immensi di rifiuti, emerge la necessità per le istituzioni di fornire un adeguato trattamento dei rifiuti e i servizi di smaltimento sono diventati sempre più importanti.

    La Terra ha sempre sperimentato aumenti e diminuzioni delle temperature, tuttavia l’impatto dell’uomo sul clima sta, senza dubbio, influenzando negativamente queste evoluzioni accelerando il processo del riscaldamento globale. Si prevede che gli eventi estremi aumenteranno in futuro e, con il peggioramento delle condizioni meteorologiche e geopolitiche, i governi devono lavorare su modi per prevenire queste forme di disastri. Gran parte del mondo non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti entro il 2030, e Il loro mancato conseguimento porterà molto probabilmente a gravi conseguenze per le generazioni presenti e future, e nella protezione del nostro ambiente.

    Indipendentemente dal regime politico in cui vivono oggi le persone, tutti sentono sulla propria pelle che sta succedendo qualcosa con il clima e che dovrebbero preoccuparsene. "Viviamo in un villaggio globale", si sente dire da tempo. La citazione di Li Keqiang, recentemente scomparso, è stato il Premier della Cina dal 2013 al 2023, che ha promosso politiche per ridurre l'inquinamento ambientale nel paese, cattura l'essenza del nostro mondo interconnesso e sottolinea l'importanza della cooperazione globale e dell'interdipendenza. In un’interpretazione semplice, la citazione implica che nel mondo altamente interconnesso di oggi, nessun paese può prosperare o sopravvivere in isolamento. Proprio come il personaggio immaginario Robinson Crusoe, bloccato su un'isola deserta, ha dovuto fare affidamento sugli altri quando ha incontrato Friday, anche i paesi devono fare affidamento l'uno sull'altro per vari aspetti della loro esistenza.

    Li%20Keqiang


    Il “torrente” climatico sta colpendo proprio tutti. È forse la prima volta nella storia che l’umanità si trova ad affrontare una questione veramente globale, nel senso che è contemporaneamente comune a tutti. E inoltre, per la prima volta, l’umanità ha il ruolo di agire come una specie veramente dominante e responsabile per un intero pianeta, ma non è affatto detto che saprà cavarsela.

    Se questa lettura è stata di tuo gradimento continua a seguirci qui troverai elencati tutti i miei post. Tra gli argomenti: il nostro pianeta, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità e tanto altro. Come si evince dalle nostre "Statistiche", con oltre 6.000 articoli e commenti!
    pngsignature_1

    Copyright © All Right Reserve. Questo articolo è protetto da Copyright © e non può essere riprodotto e diffuso tramite nessun mezzo elettronico o cartaceo senza esplicita autorizzazione da parte dell'Amministratore di profumodimare.forumfree.it

    Edited by Filippo Foti - 17/2/2024, 00:51
      Share  
     
    .