PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


AL SERVIZIO DEL PIANETA DAL 31. 01. 2010 - IL 19/2/2020 CI HANNO VISITATO 910 LETTORI









DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. In Europa la transizione ambientale è in bilico.
    Caratteri: 8.239 - Parole: 1.234 - Tempo di lettura : 6,00 minuti

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    Sotto la pressione del mondo agricolo e delle industrie, che devono affrontare la concorrenza di altri grandi paesi, i leader europei stanno ridimensionando le loro ambizioni climatiche. Le risorse che ci vengono fornite dal nostro pianeta sono per ora ancora “gratuite”, ma destinate ad esaurirsi.


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    Così come osserva il quotidiano francese “Le Monde”, in un articolo apparso il 2 marzo c.a., le istituzioni europee stanno riducendo i loro propositi sulla crisi climatica. L’autrice dell’articolo è la giornalista economica Marie Charrel che si pone questa domanda: “E se l’81enne fisico americano Dennis L. Meadows, uno degli autori di “The Limits to Growth” nel suo rapporto del 1972 che metteva in guardia sui pericoli dell’espansione economica per l’ambiente, avrebbe avuto ragione?

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    Una discarica vicino a Calcutta (India).Tre miliardi di persone vivranno ancora in povertà.

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    Nel 1972 Meadows osservò: “C’erano alcuni critici molto accaniti, soprattutto economisti per i quali l’intera tesi dei limiti alla crescita era una negazione di una delle attività fondamentali della loro disciplina. Gli altri critici erano politici per i quali la crescita sarebbe stata “il grande salvatore”. Dall’altro lato c’erano persone che erano selvaggiamente entusiaste e dicevano: Finalmente viene detta la verità”! Ciò che ho osservato è che né i critici né coloro che hanno sostenuto il mio lavoro avevano effettivamente letto il libro”.

    La critica principale degli economisti fu quella di aver trascurato di includere il ruolo dei prezzi nella regolazione della crescita. Meadows sosteneva invece che: “Il nostro sistema economico si basa sull’idea di crescita indefinita, il che è impossibile”.

    Ora, dopo oltre cinque decenni, Meadows ammonisce ancora coloro che i problemi causati dal cambiamento climatico e dall'inquinamento richiedono l'adozione di misure urgenti ed a breve termine, dichiarando spesso in diverse interviste che: “Nessun politico o partito vincerà le elezioni con un programma del genere, questo è il limite della democrazia, che non è riuscita ad affrontare il problema ambientale, anche se rimane il miglior sistema che conosciamo".

    Allora Meadows era un giovane scienziato ancora all'inizio della sua carriera. Oggi è professore e...

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    Last Post by Filippo Foti il 22 April 2024
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  2. Per il “pianeta vivente” il cambiamento climatico è una questione urgentissima.
    Caratteri: 10.140 - Parole: 1.531 - Tempo di lettura: 7 minuti

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 8 April 2024
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    Il cambiamento climatico è una questione da risolvere in tempi brevi, non un problema del XXI secolo.


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    Il cambiamento climatico è una questione da risolvere in tempi brevi, non un problema della prima metà del XXI secolo o, pensando alle generazioni future, di fine secolo, ma che ha sconfinate ripercussioni economico-sociali. I legami tra questi sistemi gravano su molti aspetti diversi della nostra vita sia a livello locale che a livello globale.
    Se ne discute ormai da più decenni, mentre stiamo già risentendo degli effetti devastanti del cambiamento climatico causato dall’uomo, diversi stati nazionali del mondo non riescono neanche a rispettare evanescenti impegni presi in varie conferenze, tipo le “famigerate” COP, sulle emissioni di CO2 che contrasterebbero ulteriore riscaldamento del nostro vituperato pianeta. Pertanto, se continuiamo sulla strada attuale, come sarà il nostro mondo nei prossimi 30-80 anni?

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    È una domanda che ci poniamo spesso attraverso queste nostre pagine. Sebbene sia impossibile sapere esattamente come si svolgerà il prossimo decennio, scienziati ed esperti del clima hanno fatto delle previsioni, tenendo conto della situazione attuale. Il futuro che stiamo per descrivere è desolante, ma ricordiamoci: c’è ancora tempo per far sì che la storia dell’uomo sul “nostro” pianeta non diventi una fatale realtà. La crisi climatica potrebbe causare oltre 14 milioni di morti entro il 2050.

    IPOTESI CATASTROFISTA

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    Riusciamo a immaginare un mondo in cui la catastrofe climatica sia stata evitata? Un mondo in cui gli obiettivi dell’Accordo di Parigi siano stati raggiunti? Bene, possiamo senza presunzione, tentare di avere una visione di come sarebbe quel mondo nel 2050.

    Proviamo a immaginare! Siamo appunto nel 2050, è solo primavera, ed abbiamo superato l’obiettivo di 1,5 gradi che i leader mondiali avrebbero dovuto rispettare. La Terra si è riscaldata di 2 gradi dal 1800, quando il mondo iniziò a bruciare combustibili fossili su larga scala. Le notizie su ondate di caldo e incendi boschivi occupano i telegiornali serali. Le giornate estive superano i 40 gradi a Londra, 45 gradi a Delhi, e la temperatura in Sicilia superare in casi eccezionali i 50 °C poiché le ondate di caldo sono ora sistematiche.

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    Last Post by Filippo Foti il 8 April 2024
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  3. Superata la soglia del riscaldamento globale di 1,5 gradi centigradi, la follia eccita i visionari.
    Caratteri: 18.745 - Parole: 2.823 - Tempo di lettura: 13,00 minuti

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    Aumenti della temperatura, la grave situazione dell’Amazzonia, oceani preziosi suggeritori e indispensabili contro il cambiamento climatico, studi contestati nelle profondità del Mar dei Caraibi e scenari futuristici e visionari e folli. Ecco in sintesi quanto vi proponiamo.

    follia

    I recenti aumenti della temperatura media globale del pianeta, si sono avvicinati spiacevolmente ad un valore di riferimento strategico:1,5 °C. È un brutto segno per gli obiettivi climatici mondiali, ma i giochi non sono finiti. Non ancora! Il gennaio più caldo mai registrato sul nostro pianeta, secondo i dati diffusi giovedì 8 febbraio ‘24 dal "Copernicus Climate Change Service" - il programma di osservazione della Terra dell'Unione Europea, che fornisce informazioni dettagliate su temperatura e precipitazioni, neve e ghiaccio, siccità e incendi, tempeste e vento e modelli meteorologici - ha anche verificato che il riscaldamento globale ha superato un traguardo diverso e sgradito: negli ultimi 12 mesi, la temperatura media mondiale è stata superiore a 1,5 gradi centigradi, ovvero 1,6 °C, più di quanto fossero rispetto agli albori dell'era industriale.

    Il superamento di questa soglia ha un significato speciale nello sforzo internazionale per fermare il pericolo di questa "brutta bestia" rappresentata dal cambiamento climatico. Infatti, la temperatura da non superare di 1,5 °C, rispetto all’epoca preindustriale, era stata stabilita nell’ambito dell’accordo sul clima di Parigi del 2015, elaborato durante la 21a Conferenza delle parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC) e adottato il 12 dicembre 2015. L'accordo ha segnato un punto di svolta storico per l'azione globale sul clima, poiché i leader mondiali di 195 nazioni hanno raggiunto un consenso comprendente gli impegni per combattere il cambiamento climatico e adattarsi ai suoi impatti; o almeno di mantenerlo “comodamente” al di sotto dei 2 °C. Ci riusciranno? A sentire scienziati e divulgatori onesti sembrerebbe di no!

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    CAMBIAMENTO CLIMATICO E DEFORESTAZIONE IN AMAZZONIA

    Dagli “sforzi” europei andiamo a verificare ciò che sta succedendo, e non da poco tempo, nel sud America e precisamente in Amazzonia il più vasto ecosistema del mondo, in cui fino alla metà della foresta pluviale potrebbe trasformarsi, nei prossimi decenni, in praterie o ecosistemi indeboliti. Per 65 milioni di anni, le foreste amazzoniche sono rimaste relativamente resis...

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    Last Post by guidallacasa il 11 Mar. 2024
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  4. Michael Mann vittoria a tavolino contro chi lo ha diffamato!
    Caratteri:3.505 - Parole:550 - Tempo di lettura:2,50 minuti

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    Michael Mann ha ottenuto una "vittoria a tavolino" nella sua battaglia legale contro i blogger conservatori che hanno affermato che il climatologo “ha molestato e torturato i dati” sul cambiamento climatico e lo hanno paragonato al pedofilo condannato Jerry Sandusky, molestatore di bambini che prestò servizio come allenatore di football alla Pennsylvania State University.


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    Lo scienziato del clima Michael Mann giovedì 8 febbraio '24 si è assicurato una vittoria nella sua lunga battaglia legale contro i blogger conservatori che una volta lo paragonavano a un pedofilo condannato. Dopo un processo durato quattro settimane, una giuria della Corte Superiore di Washington ha assegnato al climatologo 1 milione di dollari dopo aver scoperto che Rand Simberg, scrivendo per il "Competitive Enterprise Institute - CEI-", e Mark Steyn, scrivendo per la "National Review", avevano diffamato Mann in post sul blog pubblicati nel 2012. Hanno accusato Mann di manipolare la scienza attorno al suo grafico “bastone da hockey” che illustra l’aumento esponenziale delle temperature globali.

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    Il diagramma della "mazza da hockey" di Michael E. Mann.



    "Spero che questo verdetto invii il messaggio che attaccare falsamente gli scienziati del clima non è un discorso protetto", ha detto Mann in una nota.

    In un articolo pubblicato nel 2012 sul sito web della CEI, Simberg si era riferito a Mann come “il Jerry Sandusky della scienza del clima”, paragonandolo a un ex allenatore di football della Pennsylvania State University che era stato arrestato per aver abusato sessualmente di giovani ragazzi. Simberg ha affermato che Mann ha “molestato e torturato i dati” sul cambiamento climatico.

    Steyn ha successivamente citato l'articolo di Simberg in un post per la National Review.

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    Mann fece causa a Simberg e Steyn dopo la pubblicazione dei loro articoli. Il caso ha avuto un lungo percorso attraverso i tribunali, approdando davanti alla Corte Suprema nel 2019.

    I giudici hanno rifiutato le petizioni della CEI e della National Review per impedire al caso di Mann di avanzare alla corte di Washington, rivendicando le protezioni del Primo Emendamento. Il giudice Samuel Alito disse ...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 Feb. 2024
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  5. Ma finiamola di scrivere o ascoltare di “eventi meteorologici estremi”.
    Caratteri: 29.795 - Parole: 4.448 - Tempo di lettura: 20,20 minuti

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 16 Feb. 2024
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    2023, un anno record di fenomeni meteorologici non più estremi ma di routine, l’inazione climatica, i costi gestione dei rifiuti e l’uomo fattore determinante dell’aumento globale delle emissioni di CO2 atmosferica.


    Copertina


    Ed ancora, non capiamo il motivo per cui dobbiamo ascoltare o leggere “cambiamenti climatici” e non “cambiamento climatico”? Un breve distinguo:
    Negli ultimi decenni il riscaldamento globale e il cambiamento climatico sono stati spesso trattati come sinonimi, soprattutto da alcuni giornalisti sapientoni di social media e tuttologi del web, ma le conseguenze del cambiamento su vasta scala osservato nel sistema climatico terrestre sono rappresentate da due concetti diversi. Il riscaldamento globale è l’aumento della temperatura media della superficie terrestre dovuto all’incremento dei livelli di gas serra, mentre il cambiamento climatico è una modificazione a lungo termine, più che di una regione del pianeta, bensì del clima globale della Terra. A questo proposito, per descrivere detto fenomeno, non usiamo scrivere come tanti di “cambiamenti climatici” in quanto questi cambiamenti colpiscono tutte le regioni del mondo, pertanto a nostro modesto avviso, è più opportuno “cambiamento climatico”. Gli scudi polari si stanno sciogliendo e il mare si sta alzando. In alcune regioni, eventi meteorologici rutinari e precipitazioni stanno diventando la norma, mentre altre stanno sperimentando ondate di caldo e siccità sempre più ingovernabili.

    Difatti, il cambiamento climatico si è intensificato nelle regioni polari. Le regioni settentrionali e meridionali del pianeta si stanno, addirittura, riscaldando più velocemente di qualsiasi altre zone della Terra, con l'Oceano Artico e le temperature dell'aria che aumentano il doppio rispetto al resto del pianeta. Le calotte glaciali della Groenlandia e dell'Antartide stanno entrambe perdendo nettamente massa a causa dell'aumento della quantità di anidride carbonica assorbita dall'oceano. Gli scienziati sono sempre più allarmati dai cambiamenti che queste regioni affrontano e continueranno ad affrontare a causa del cambiamento climatico.

    BILANCIO GLOBALE DELLA CO2 ATMOSFERICA DAL 1850 AI NOSTRI GIORNI

    Bilancio globale della CO2 dal 1960: Per comprendere la fonte e gli effetti dell’inquinamento da carbonio, è fondamentale capire come il pianeta pondera il suo bilancio di anidride carbonica (CO2). La CO2 rappresenta circa il 75% di tutte le emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento del pianeta. L’enorme quantità di emissioni derivanti dalle attività umane,...

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    Last Post by Filippo Foti il 16 Feb. 2024
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  6. Investire nella natura: un approccio olistico alla biodiversità e all’azione per il clima
    Caratteri:18.280 - Parole:2.603 - Tempo di lettura:11,83 minuti

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    La sovrappopolazione umana supporta il cambiamento climatico e il deterioramento dell'ambiente con la conseguente perdita della biodiversità. Occorre pertanto promuovere soluzioni olistiche per una società sana, resiliente e per il bene delle persone e della natura.


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    I sistemi socio-ecologici sono complessi e adattivi, per cui la loro governance richiede una comprensione olistica delle diverse componenti del sistema e delle loro relazioni, capacità di rispondere al cambiamento e all’incertezza e quadri istituzionali ben funzionanti. I sistemi socio-ecologici, ovvero le interrelazioni che esistono tra l'ambiente e le attività umane, riflettono una relazione altamente interconnessa tra la società e gli ecosistemi. E la resilienza di un tale complesso di sistemi dipende appunto da un’ampia gamma di fattori derivanti dai collegamenti tra le società umane e gli ecosistemi.

    Il sistema socio-ecologico come obiettivo finale, fa parte di una serie di importanti caratteristiche come gli approcci olistici tra cui, una collaborazione inclusiva ed equa, trattative oneste e pragmatiche e un cambiamento di mentalità e altre condizioni chiave necessarie per garantire resilienza e sostenibilità a lungo termine. La visione olistica del mondo in cui vivono gli esseri umani fa parte dell’ecologia profonda che cerca di applicare alla vita la comprensione che le parti separate dell’ecosistema (inclusi gli esseri umani) funzionano come un tutto.

    SVILUPPO SOSTENIBILE: UN APPROCCIO OLISTICO

    Emerso più o meno nello stesso periodo della biodiversità, il concetto di sviluppo sostenibile ha avuto un effetto altrettanto trasformativo sul nostro rapporto con l’ambiente. Ciò che distingue i due è l’inclinazione decisamente olistica dello sviluppo sostenibile. Come la biodiversità, lo sviluppo sostenibile è un concetto esplicitamente concepito per aiutarci a comprendere l’importanza centrale delle sfide ambientali per il funzionamento delle nostre società, adottando un approccio più globale, proponendo un quadro analitico che mira a informare tutte le scelte sociali e le azioni politiche.

    Mentre le politiche sulla biodiversità si basano su un obiettivo specifico – la protezione degli organismi viventi – e cercano di incorporare questo obiettivo in tutte le dinamiche sociali, la sostenibilità fornisce un contesto teorico in relazione al quale tutte le azioni devono essere posizionate e comprese. La rappresentazione visiva più eloquente dello sviluppo sostenibile – in cui la sfera che rappresenta l’ecologia si sovrappone alle sfere “sociale” ed “economica” – riassume bene l’ambizione di questo concetto: racchiudere l’intero spettro di obiettivi politici in un unico quadro di riferimento, sovrapposto ad una costante preoccupazione per l’ambiente.

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    Lo sviluppo sostenibile è un approccio olistico che bilancia crescita economica, sviluppo sociale e protezione ambientale. Mira a soddisfare i bisogni del presente senza

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    Last Post by Filippo Foti il 22 Jan. 2024
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  7. Cambiamento climatico: Madre Terra, una vecchia signora nata 4,5 miliardi, non ce la fa più.
    Caratteri:18.146 - Parole:2.618 - Tempo di lettura: 11,90 minuti

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    Una inutile Cop28 con gli scienziati - che, come al solito, lanciano segnali di allarme per 6 limiti planetari su 9 ormai superati - predicono la fine della vita del pianeta blu.


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    Il cambiamento climatico è una delle maggiori minacce per l'umanità e gli scienziati sono ben orientati per contribuire ad affrontarlo al di là della ricerca accademica, ma poco si sa del loro impegno con l'argomento tranne per pochi che si espongono continuamente come vedremo in seguito. Pertanto, pur essendo molto preoccupati per la grave situazione climatica, incontrano numerosi ostacoli ad impegnarsi.

    Fabian Dablander - post-dottorato ricercatore presso l’Institute for Biodiversity and Ecosystem Dynamics, University of Amsterdam (Istituto per la biodiversità e le dinamiche degli ecosistemi, e l’Institute for Advanced Study, University of Amsterdam (Istituto per gli studi avanzati dell'Università di Amsterdam, Netherlands (Paesi Bassi), attivo in “Scientist Rebellion” (Ribellione degli scienziati) da circa due anni - ed altri ricercatori, con uno studio pubblicato il 28 novembre 2023 “Climate Change Engagement of Scientists” (Coinvolgimento degli scienziati nel cambiamento climatico), hanno indagato appunto sull'impegno degli scienziati nei confronti del cambiamento climatico utilizzando analisi quantitative e qualitative nell'ambito di un'indagine su larga scala che ha coinvolto 9.220 esperti in 115 paesi, in tutti i settori e in tutte le fasi della carriera. A proposito di Scientist Rebellion: è utile ricordare che si tratta di un movimento internazionale di scienziati e accademici estremamente preoccupati per la crisi climatica ed ecologica e che credono che la disobbedienza civile da parte loro possa aiutare a premere per un’azione urgente sul clima.

    Fabian Dablander che esegue anche ricerche presso il “Department of Psychological Methods at the University of Amsterdam” (Dipartimento di metodi psicologici dell'Università di Amsterdam) - in quanto dottore in Statistica e Metodologia, su una varietà di argomenti, tra cui una stima del grado di fiducia in una data ipotesi prima dell'osservazione dei dati (i cosiddetti test bayesiani), inferenza causale e segnali di allarme precoce dei punti critici – in una sua recente pubblicazione nel suo blog, denuncia come “stiamo attualmente superando molteplici confini planetari, spingendo la Terra in uno stato visto l’ultima volta milioni di anni fa. Le incertezze su cosa porterà questa traiettoria abbondano, anche con un “solo” 1,1°C di riscaldamento. L’unica cosa certa è che dobbiamo cambiare radicalmente rotta per evitare gli esiti peggiori”.
    Questo studio, pubblicato nel 2009 con il suo team vede com...

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    Last Post by Filippo Foti il 5 Jan. 2024
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  8. Il pianeta Terra: genesi, presente cupo e futuro discutibile.
    23.398: Caratteri - 3642: Parole - 16:55: Minuti Tempo di lettura

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    Il pianeta Terra. Dalla sua genesi, il creazionismo non è necessariamente in conflitto con le credenze religiose, alla terraformazione di Elon Musk. Contrastare l’avidità umana e prevenire il suo fatale futuro, si può?


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    LA TEORIA DEL BIG BANG

    La fisica, che appartiene alle Scienze Naturali e studia i fenomeni che si verificano in natura, non si applica alla creazione dell'universo. Dalle fasi iniziali del Big Bang, l'universo ora contiene un'enorme collezione di galassie, stelle, pianeti e altri ‘frammenti’ della “Grande Esplosione”; ovvero, come sostenuto da alcuni scienziati, si riferisce all'espansione dell'universo da uno stato estremamente caldo e denso. Sebbene la teoria del Big Bang sia la spiegazione più ampiamente accettata per le origini dell'universo, tuttavia non spiega tutto e non esclude il creazionismo e pertanto non è necessariamente in conflitto con le credenze religiose.

    Molte cose le conosciamo in quanto le osserviamo utilizzando il telescopi spaziali come Kepler e la sua scoperta di 2662 pianeti, lanciato nel marzo del 2009 e operativo fino al 2018; e Hubble lanciato il 24 aprile 1990. Il più grande progresso dell'astronomia dai tempi di Galileo ha entusiasmato gli esseri umani con immagini spettacolari. Hubble continua ancora oggi ad esplorare lo spazio profondo, girando intorno alla Terra ogni novantacinque minuti.

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    L'ESPANSIONE DELL'UNIVERSO

    L'universo, che ha dimensioni incommensurabili, si sta espandendo verso l'ignoto e, per quanto ne sappiamo, lo sta facendo indefinitamente verso confini illimitati. La Terra appartiene alla galassia della Via Lattea, ospita oltre 200 miliardi di stelle e la nostra stella più vicina alla Terra è il Sole, la cui distanza media dalla Terra è pari a una unità astronomica (UA), vale a dire circa 149.597.870,69999998808 km. Le galassie - vaste isole cosmiche di stelle, gas, polvere e materia oscura tenute insieme dalla gravità – quando ruotano assumono una forma rotonda e appiattita, un po’ come il modo in cui lanciare e far girare l’impasto della pizza la rende rotonda e piatta. Anche le galassie ruotano attorno ad un punto nello spazio. Probabilmente è proprio qui che si è verificato il Big Bang. In ordine di distanza dal Sole, la Terra è il terzo pianeta e, fino a prova contraria, è l'unico pianeta...

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    Last Post by guidallacasa il 2 Dec. 2023
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  9. Le piante sono destinate all'estinzione, ma c’è ancora tempo per proteggerle.
    Caratteri: 8.068 - Parole: 1.227 - Tempo di lettura: 5,64 minuti

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    Nei prossimi decenni la maggior parte delle specie vegetali che si sono evolute per vivere dovranno affrontare un clima che non le sottoporrà allo stesso tipo di stress in cui si sono evolute, ma sarà il cambiamento climatico che potrebbe causare la loro scomparsa con la proliferazione dei parassiti che le uccideranno.


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    È arrivato dunque il momento di evitare questo genocidio della natura, che continua imperterrito, e cercare di identificare le condizioni che causano la morte delle piante. “Ciò ci consentirà di proteggerle meglio scegliendo obiettivi di conservazione in modo più strategico”. È quanto sostengono Leonie Schönbeck, Marc Arteaga, Humera Mirza, Mitchell Coleman, Denise Mitchell, Xinyi Huang, Haile Ortiz, e Louis S. Santiago, botanici della “University of California, Riverside"-UCR-. In un recente articolo del 12 settembre 2023 pubblicato su "Conservation Physiology", con il titolo “Plant physiological indicators for optimizing conservation outcomes” (Indicatori fisiologici delle piante per ottimizzare i risultati di conservazione), gli autori documentano come gli scienziati possono conoscere i limiti oltre i quali le funzioni vitali delle piante si interrompono, sostenendo che non agire è un errore in quest’epoca di crescente siccità ed incendi.

    Louis S. Santiago, coautore dello studio e professore di botanica dell'UCR, dichiara: "Possiamo misurare la quantità di perdita d'acqua che le piante possono tollerare prima che inizino ad appassire, e possiamo conoscere la temperatura alla quale la fotosintesi si ferma per diversi tipi di piante. È molto importante misurare i limiti critici di quando ciò avverrà, e non solo determinare come stanno andando ora. L'avvizzimento, ovvero la perdita di ‘pressione del turgore cellulare’ quando la pianta perde acqua, non è sempre fatale ma è ad un passo verso la sua fine”.

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    Secondo Santiago, tutto è iniziato dopo l'ultima siccità quando si è assistito alla sofferenza delle piante. Giova ricordare che gli scienziati del "Goddard Institute of Space Studies" - l'Istituto Goddard per gli studi spaziali della NASA a New York è dedicato Robert Goddar, uno dei pionieri della missilistica moderna ed uno dei maggiori laboratori che riguardano le scienze dello spazio - hanno accertato che l’estate del 2023 è stata la più calda sulla Terra da quando sono iniziate le registrazioni globali nel 1880. I cambiamenti sono stati più evidenti in tre aree specifiche della Terra, vale a dire il Mediterraneo, il Sud America sud-o...

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    Last Post by Filippo Foti il 24 Oct. 2023
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  10. The Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC) o "Circolazione di ribaltamento dell'Atlantico meridionale", crollerà già a metà di questo XXI secolo.
    12.658 Caratteri - 1.840 Parole - 8,36 minuti Tempo di lettura

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    Un’altra conseguenza devastante del cambiamento climatico sarà il collasso del vasto sistema di correnti marine
    che potrebbe verificarsi in qualsiasi momento tra il 2025 e il 2095, molto prima rispetto alle previsioni precedenti.


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    Il sistema di correnti oceaniche, noto come “nastro trasportatore marino”, svolge un ruolo centrale nella regolazione del clima globale, in particolare tra i tropici e le parti più settentrionali della regione dell’Oceano Atlantico. Recentemente, il movimento della Corrente del Golfo nell'Oceano Atlantico settentrionale, che è una delle correnti marine più potenti e significative al mondo e costituisce un segmento del nastro trasportatore marino, ha subito un importante rallentamento. Le cupe previsioni, basate sui calcoli dei ricercatori dell'Università di Copenaghen, fanno parte di un nuovo studio, pubblicato il 9 marzo 2023 sulla rivista Nature Communications dal titolo "Why residual emissions matter right now", ovvero (Perché le emissioni residue sono importanti in questo momento).

    Il prof. Peter Dittlebsen ed altri ricercatori che fanno parte del “l'Istituto Niels Bohr e del Dipartimento di Scienze Matematiche dell’Università di Copenaghen” hanno previsto che il sistema di correnti oceaniche che attualmente diffonde freddo e caldo tra l’Oceano Atlantico settentrionale e i tropici si fermerà completamente appunto nel prossimo futuro se le emissioni di gas serra inquinanti continueranno agli stessi livelli di oggi. Utilizzando strumenti statistici avanzati e dati sulla temperatura dell'oceano degli ultimi 150 anni, i ricercatori hanno calcolato che la corrente oceanica, noto anche come (AMOC), si fermerà con una probabilità del 95% tra il 2025 e il 2095.

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    Monitoraggio dell'Oceano: Ciclo di osservazione dell'oceano di 10 giorni di Argo (Immagine: Argo).


    Secondo i ricercatori, il caos climatico, porterà in particolare ad un aumento del riscaldamento ai tropici e potenti tempeste nella regione del Nord Atlantico. "L'arresto del nastro trasportatore marino potrebbe avere conseguenze molto gravi per il clima terrestre, tra l'altro modificando la distribuzione del calore e delle precipitazioni nel mondo. Mentre il raffreddamento dell'Europa può sembrare meno grave in giorni in cui l'intero pianeta si sta riscaldando e le onde si verificano con maggiore frequenza, l’arresto del nastro trasportatore marino por...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Sep. 2023
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