PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Scienziati dell'AWG approvano l’Antropocene ed ora cercano i "Golden Spikes" o "picchi d'oro".

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    Natura
    By Filippo Foti il 2 June 2019
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    La caccia è ora in corso per un attendibile, tra i tanti proposti, "Golden Spikes" o "picchi d'oro", che rappresentano i marcatori che gli scienziati possono indicare per rappresentare l'inizio dell'Antropocene, ovvero l’Età dell’uomo.


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    L'aumento delle temperature globali, i livelli del mare, lo strato di ozono in via di esaurimento e gli oceani acidificati sono il risultato dell'attività umana che ha "distintamente" alterato il nostro pianeta. Ora, un team di scienziati ha votato per dichiarare "Antropocene" come un nuovo capitolo nella storia geologica della Terra. Il voto segna la fine dell'Olocene, che iniziò 11.700 anni fa.

    Nel 2000 Paul Crutzen ed Eugene Stoermer furono i primi ad indicare l'intervallo di tempo geologico a cui stiamo assistendo, l'antropocene, per descrivere il grande impatto dell'umanità sull'ambiente, ma la comunità scientifica negli ultimi anni ha dibattuto intensamente l'idea di definirla formalmente come geologica unità all'interno della scala temporale geologica.

    L’Anthropocene Working Group (AWG), ovvero il Gruppo di Lavoro sull’Antropocene che opera all’interno della “Subcommission on Quaternary Stratigraphy” (SQS) (Sottocommissione Internazionale di Stratigrafia del Quaternario), che a sua volta è una componente della “International Commission on Stratigraphy” (Commissione Stratigrafica Internazionale) e che fa capo alla “International Union of Geological Science” (Unione Internazionale delle Scienze Geologiche), la scorsa settimana, ha votato a favore della classificazione dell'età in cui viviamo come una nuova epoca geologica, l’Antropocene, ovvero l’Età dell’uomo.

    La decisione è stata presa grazie ad una giuria di scienziati, dopo aver esaminato le prove disponibili sulla questione, Il risultato si basa su un voto informale preso il 29 agosto 2016 al 35° Congresso Geologico Internazionale a Città del Capo, in Sudafrica.

    Il voto ha visto 29 membri dell'AWG su 34 sostenere non solo la nuova designazione, ma anche una data di inizio e quella più votata è stata la metà del ventesimo secolo. Sono stati proposti vari punti di partenza per l'era nascente che vanno dagli inizi dell'agricoltura più di 10.000 anni fa, alla prima esplosione di una bomba atomica il 16 luglio 1945, il cosiddetto “Trinity Test” - il nome in codice che venne assegnato al primo test nucleare della storia, avvenuto nel poligono di Alamogordo il capoluogo della contea di Otero nel deserto del New Mexico - che diffuse detriti radioattivi in tutto il mondo, tracce di cui è ancora possibile rilevare nel suolo e nei ghiacciai del pianeta.

    Molti nel...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 June 2019
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  2. L'oceanografia si arricchisce di una nave da ricerca speciale:la cinese"Dong Fang Hong 3".

    By Filippo Foti il 4 June 2019
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    Consegnata il 30 maggio scorso Dong Fang Hong 3 (DFH-3) la nuova nave da ricerca scientifica globale in Cina, la più silenziosa del mondo. Durante la navigazione, non disturberà i pesci che normalmente stazionano sott'acqua a partire da 20 metri in giù.


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    Dong Fang Hong 3 (Oriente rosso 3) è una nuova nave da ricerca scientifica globale in Cina, la prima che il 7 maggio 2019 ha ottenuto il certificato SILENT-R dalla "Norwegian Classification Society" – il primo in Cina e il quarto al mondo ad attenersi alle limitazioni del rumore subacqueo più severe, in particolare con indicatori di controllo a basso rumore - ed è anche la più grande nave di ricerca scientifica marina con la più alta cilindrata del mondo.

    Realizzata dalla Jiangnan Shipyard (Group) Co. Ltd., con sede a Shanghai, ha 103 metri di lunghezza, larga 18, con una cilindrata di 5.800 tonnellate, una velocità massima di 15 nodi. La nave ha una autonomia di circa 60 giorni in mare e 15.000 miglia nautiche, dotata di 61 cabine capaci di ospitare 110 membri d'equipaggio, contenente un laboratorio di 600 metri quadrati.

    La costruzione dell'importante nave è iniziata nel 2013 ed il tempo impiegato per progettarla e costruirla è stato ovviamente più lungo di quello delle navi commerciali, con un carico di lavoro migliore di molto. Il motivo, rispetto ad una nave convenzionale, è dovuto anche alla progettazione personalizzata delle attrezzature.

    La Dong Fang Hong 3 ha dunque compiuto una serie di innovazioni sul controllo del rumore, compatibilità elettromagnetica e funzioni integrate. Gli scienziati hanno scoperto infatti che, come normalmente succede in altre navi oceanografiche, le interferenze elettromagnetiche generate da normali fonti di energia a bordo influenzano il lavoro degli strumenti di precisione dei laboratori.

    Il lavoro pionieristico di questa nave è stato il primo a proporre il concetto di ambiente elettromagnetico "pulito" nelle navi di ricerca scientifica a casa loro e persino nel mondo. Il team di progettazione si è unito agli esperti della Scuola di Informazione Elettronica e Ingegneria Elettrica dell'Università Jiaotong di Shanghai per individuare gli standard più idonei. La nave sarà utilizzata in una serie di ricerche oceanografiche e collaborerà con altre navi scientifiche per condurre indagini e analisi su aria, acqua e fondo marino

    Nel mese di ottobre 2013, l'Ocean University of China (OUC) - Qingdao, provincia di Shandong, un'università dedicata all’oceanografia, scienze marine e della pesca, aveva già messo in navigazione la Dong Fang Hong 2, una nave in acciaio lunga 68 metri, larga 15,6 di 2.650 tonn...

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    Last Post by Filippo Foti il 4 June 2019
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  3. Il livello del mare: media, variabilità e cambiamento, sia locale che globale.

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    Mare a 360°
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 9 June 2019
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    Le proiezioni del cambiamento del litorale sabbioso non riescono a dare la misura dei futuri cambiamenti medi del livello del mare, dei moti verticali del terreno e di altri processi naturali e antropogenici che influenzano la variabilità e le tendenze del cambiamento del litorale. Malgrado ciò la dura legge del trasporto vuole porti sempre più attrezzati.


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    Si fa un gran parlare dell’innalzamento del livello dei mari causato dall’aumento costante e inesauribile del riscaldamento globale. Gli addetti ai lavori studiano i cambiamenti dovuti alla variabilità e stimano medie sia a livello locale che globale.

    Gonéri Le Cozannet è uno scienziato francese, responsabile del programma scientifico sui cambiamenti climatici e vulnerabilità presso l’Ufficio di ricerca geologica e mineraria “Bureau de Recherches Géologiques et Minières” - BRGM), l'istituzione pubblica di riferimento per le applicazioni delle scienze della terra nella gestione della superficie e del sottosuolo in Francia.

    Le Cozannet è anche uno dei 700 scienziati francesi, come oceanografi, professori universitari, climatologi, economisti ambientali e studenti in dottorato di ricerca che, durante l’estate dello scorso anno, si sono mobilitati attraverso e pagine di "Liberation", esortando” i governanti francesi a passare dall'incantesimo all'azione per dirigersi infine verso una società senza emissioni di carbonio. Soprattutto perché le soluzioni sono disponibili”.

    LO STUDIO DI GONÉRI LE COZANNET

    I cambiamenti del livello del mare portano ad alcuni degli impatti più gravi dei cambiamenti climatici antropogenici. Di conseguenza, sono oggetto di grande interesse sia per la ricerca scientifica che per la politica pubblica.

    Le Cozannet nel suo studio mette in rilievo, tra l’altro, che le coste sabbiose del nostro pianeta sono in continua evoluzione, minacciando spesso risorse umane come edifici o infrastrutture di trasporto. In questi ambienti, l'innalzamento del livello del mare aggraverà l'erosione costiera fino ad un livello che rimane incerto.

    Secondo il ricercatore, “le proiezioni del cambiamento del litorale sabbioso non riescono a dare la misura dei futuri cambiamenti medi del livello del mare, dei moti verticali del terreno e di altri processi naturali e antropogenici che influenzano la variabilità e le tendenze del cambiamento del litorale. Ciò significa che sono necessarie osservazioni costiere sostenute e sforzi per sviluppare i modelli d’impatto sull'innalzamento del livello del mare per comprendere e alla fine ridurre i dubbi delle ...

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    Last Post by Filippo Foti il 9 June 2019
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  4. Finanziare progetti innovativi per proteggere la vita nel mare.
    Il post contiene 822 parole, tempo stimato di lettura circa 7’ .

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 11 June 2019
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    Dopo i progetti verdi che hanno dato un impulso positivo all’ambiente, ecco i “blue bond” per sostenere progetti legati agli oceani, ai mari e all’acqua.


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    Pescatori alle Seychelles


    Negli ultimi anni la rinnovata attenzione per gli oceani si riflette negli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite, poiché l'obiettivo numero 14 mira a conservare e utilizzare in modo sostenibile l'oceano, i mari e le risorse marine.

    La cosiddetta “economia blu” sta diventando sempre più importante e sta facendo breccia tra i politici di tutto il mondo. Non sorprende più di tanto il fatto che l'oceano è un generatore di ricchezza significativo stimato in un valore annuo di circa 1.5 trilioni di dollari all'anno, rendendolo la settima più grande economia del mondo.

    Tuttavia, gli effetti del cambiamento climatico, delle attività umane e di altri fardelli possono essere avvertiti dai mari, poiché, quanto per citarne qualcuno, abbiamo perso ad esempio quasi la metà delle barriere coralline del mondo, estremamente importanti per la biodiversità degli oceani in quanto supportano un quarto di tutte le specie marine.

    Lo scorso 22 marzo è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day) e l’attenzione si è polarizzata sui danni che il cambiamento climatico e l’inquinamento da plastica stanno provocando sia alle difficoltà di approvvigionamento e accesso all’acqua potabile sia agli esseri viventi degli oceani. L’8 giugno è stata la “Giornata mondiale degli oceani” che quest'anno è stata dedicata, a livello globale, al ruolo delle donne nel rapporto con l'oceano, tema su cui ancora si discute poco.

    Ma, oltre a queste belle celebrazioni che, per carità, sono importanti al fine di tenere desta l’attenzione del pubblico, già dal 2018 sono stati lanciati per la prima volta sui mercati finanziari le obbligazioni blu (blue bond) allo scopo di sostenere progetti legati agli oceani, ai mari e all’acqua.

    FINANZIARE PROGETTI INNOVATIVI

    L'idea delle obbligazioni blu si ispira al concetto di obbligazioni verdi (green bond) che rappresentano uno strumento per cui gli investitori obbligazionari – coloro che inves...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 June 2019
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  5. Come dimenticare le ondate di caldo bestiali dell'estate 2018? Tornano più insopportabili che mai.

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    Gli esperti hanno previsto che la Terra sarà resa completamente sterile già nel 2200, quindi solo 182 anni da oggi. Gli umani potrebbero davvero essere sul pianeta rosso entro il 2025.


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    La scorsa estate le ondate di calore hanno bruciato molte aree geografiche su tutta la Terra, uccidendo centinaia di persone mentre si intensificavano incendi devastanti e distruttivi. Uno studio pubblicato questa settimana sulla rivista "Earth's Future" mette in evidenza che queste ondate di calore "non si sarebbero verificate senza i cambiamenti climatici indotti dall'uomo".

    L’aspetto che allarma più di tutti? Ci sono segnali che stanno ad indicare che l’aumento delle temperature sono ormai la norma di anno in anno. Nei giorni scorsi, il calore anomalo ha colpito diverse parti dell'emisfero settentrionale, compresi i maggiori centri abitati.

    A New Delhi, la capitale dell'India, pochi giorni fa, la temperatura è salita a 48 °C la più alta mai registrata a giugno. In alcune località ha raggiunto i 50 gradi nei giorni scorsi, non lontana dal massimo storico di questi paesi.

    Dall'altra parte dell'emisfero, la temperatura a San Francisco è aumentata fino a 37,8 °C, la più alta mai registrata nei mesi di giugno, luglio o agosto, o all'inizio dell'anno solare.

    Il calore si diffondeva insolitamente molto più a nord, persino nelle regioni settentrionali della Scandinavia. Mika Rantanen, meteorologa dell'Università di Helsinki, ha tweettato recentemente che "non ci sono casi noti nella storia del clima in Finlandia quando è stato più caldo di adesso, così presto in estate. Precisando che le temperature superiori a 30 °C sono state constatate persino all'interno del Circolo Polare Artico".


    Mentre alcuni scienziati esitano ad attribuire singoli impulsi di calore ai cambiamenti climatici, Daniel Swain, uno scienziato del clima dell'Università della California a Los Angeles, ha twittato che le sue ricerche suggeriscono che abbiamo "raggiunto il punto in cui una maggioranza (forse una vasta maggioranza) di eventi di calore estremo senza precedenti a livello globale hanno un'influenza rilevante sull’uomo".

    Sempre secondo lo studio pubblicato sulla rivista Earth's Future l'estate scorsa, il calore eccezionale ha colpito il 22% delle aree popolate e agricole dell'emisfero settentrionale tra i mesi di maggio e luglio.

    Idem per il Gia...

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    Last Post by Filippo Foti il 13 June 2019
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  6. Gli scienziati possono essere ottimisti o pessimisti?

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 17 June 2019
    +1   -1    0 Comments   68 Views
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    Gli scienziati possono essere ottimisti o pessimisti? Chi si arroga il diritto di stare da una parte o dall'altra, influenzando il pubblico e le istituzioni, non è uomo di scienza ma semplicemente un uomo "schierato"! E' questa la riflessione che vi invitiamo a fare!


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    Gli scienziati del clima rischiano la loro credibilità se non sono assolutamente neutrali su questioni politiche. In questa arena altamente politicizzata, gli scienziati del clima hanno l'obbligo morale di lottare per l'imparzialità, altrimenti usano impropriamente la loro autorità se pubblicizzano le loro opzioni politiche preferite.

    E’ ormai da tempo che ci documentiamo su argomenti di scienze e non solo per alimentare questo nostro spazio sul web, ma anche per passione verso argomenti scientifici che attengono la Natura, quella con la “N” maiuscola. E’ vero che riportiamo notizie scientifiche sparse qui e là in siti attendibili e che poi ottimizziamo con esperienze personali, ma mai ci permettiamo di fare commenti secondo umori personali ovvero secondo l’interpretazione ottimistica o pessimistica su argomenti di grande impatto sociale, in quanto ciò non ha valenza scientifica. Come da titolo: “La scienza può né deve essere ottimista o pessimista”.

    Recentemente abbiamo avuto modo di leggere qualcosa che ha scritto la dr.ssa Jacquelyn Gill paleoecologista e docente di Scienze climatiche all’Università del Maine di Orono, Stati Uniti.

    Gli scienziati che studiano il passato, come lei e altri paleoscienziati e archeologi, perlustrano il passato alla ricerca di indizi che aiutino a guidare il nostro futuro, e stanno trovando, allo stesso modo, storie di sopravvivenza tra la gente e gli animali. Una di queste è sicuramente la storia infinita del cambiamento climatico.

    Della Gill ce ne occuperemo più avanti in sede di commento al tema che vogliamo approfondire: 2, 3 o 4 gradi di riscaldamento possono distruggere la civiltà, come riporta il rapporto Breakthrough, creato dall'ex dirigente dei combustibili fossili Ian Dunlop e dall'autore David Spratt? Il documento sostiene che i potenziali "esiti estremamente gravi" delle minacce alla sicurezza legate al clima sono spesso molto più probabili di quanto si presuma convenzionalmente, ma quasi impossibile da quantificare perché "cadono al di fuori dell'esperienza umana degli ultimi mille anni".

    Secondo i nostri calcoli, avverte il rapporto, i sistemi planetari e umani raggiungeranno un "punto di non ritorno "entro la metà del secolo, in cui la prospettiva di una Terra in gran parte inabitabile porterà alla rottura delle nazioni e dell'ordine intern...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 June 2019
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  7. La magia della laguna e del mare di Venezia un magico paesaggio di gioielli come le tegnùe.

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    Mare a 360°
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 20 June 2019
    +1   -1    0 Comments   72 Views
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    Tra Venezia e Chioggia accumuli coralligeni costituiti da organismi marini denominati tegnùe, denominate anche (trezze, grèbeni e lastrure) sono considerate le barriere coralline dell'Adriatico apprezzate per la loro elevata pescosità.


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    Tegnùe


    Affioramenti rocciosi risalenti all’Olocene (sviluppatesi secondo alcuni negli ultimi 3-4.000 anni, secondo altri sono stati originati 20 mila anni dopo l'ultima glaciazione dalla cementazione carbonatica di sedimenti sulla spiaggia, come sabbia e frammenti di conchiglie, e rocce organogene prodotte dall'azione di organismi costruttivi di natura vegetale (alghe calcaree) o di natura animale (briozoi, serpulidi, cnidari incrostanti), i cui scheletri calcarei possono formare strutture di un certo spessore mentre si stratificano.

    Nel Mare Adriatico li troviamo da 15 a 40 metri di profondità. I pescatori del luogo li chiamano appunto con diversi nomi dialettali, per lo più tegnùe ovvero che “trattengono”, da qui il nome, le reti. Possono svilupparsi in altezza anche per 3-4 metri.

    Si tratta di “reef" naturali, biocostruzioni unici nel loro genere dove i principali organismi costruttori non sono i coralli ma spugne e alghe rosse calcaree, denominate "Corallinacee", e che costituiscono una esplosione di varie forme di vita. Qui, brulicano piccoli paguri, ofiure, crostacei ed astici. Si possono incontrare corvine e gronghi, scorfani, bavose, castagnole e sacchetti.

    La laguna veneziana è un ambiente delicato e fragile, un equilibrio tra forze naturali e umane. L'ambiente era ben noto al conte Alessandro Pericle Ninni, naturalista nato a Venezia nel 1837, che dedicò gran parte della sua vita agli studi zoologici, in particolare alla fauna veneta, progettando la costruzione di una stazione zoologica a Venezia, come quella di Dorhn fondata a Napoli. Ed è la biblioteca del Museo di Storia Naturale di Venezia, infatti, che conserva gli studi di Pericle Ninni e di altri scienziati, oltre a una ricca collezione di manoscritti.

    Il labirinto di acque lagunari scorre tra terreni pianeggianti e bitorzoluti: nelle paludi salmastre canne, salicornia e limonium. Qui ci sono le velme dove, in fondali poco profondi che sono completamente esposti durante le basse maree, i colori si trasformano con le stagioni in terreni sabbiosi e fangosi che emergono appunto unicamente con la bassa marea, e in queste oasi naturali, gli uccelli nidificano usando queste aree.

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    Last Post by Filippo Foti il 20 June 2019
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  8. Navi da crociera commettono crimini ambientali e sono puniti con una "tiratina d'orecchie".

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 21 June 2019
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    Un rapporto della Federazione europea per i trasporti e l'ambiente ha rilevato che le navi da crociera nelle acque europee, emettono un inquinamento atmosferico dieci volte maggiore rispetto a tutte le auto europee, valutate attorno a 260 milioni circa.


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    Lo studio, realizzato dalla OngTransport&Environment”, ha analizzato l'inquinamento atmosferico causato da 203 navi da crociera di lusso nelle acque europee nel 2017 e ha rilevato che rilasciano anidride solforosa, solfato e ossidi di azoto a un ritmo allarmante, tutte con implicazioni per la salute umana.

    I porti europei più colpiti dalle navi da crociera sono: Palma Mallorca e Barcellona (Spagna), Venezia, Civitavecchia e Southampton (Regno Unito). Spagna, Italia, Grecia, Francia e Norvegia sono i paesi europei più colpiti dall'inquinamento atmosferico delle navi da crociera rispetto a quanto producono le loro auto. Quelle spagnole hanno prodotto 23 milioni di tonnellate di ossido di zolfo o (SOx), mentre le navi da crociera nelle loro acque hanno prodotto 172 milioni di tonnellate.

    L'Europa, nelle loro acque, ha zone di controllo delle emissioni di zolfo “Sulphur Emission Control Areas” (SECA) che hanno regole severe in materia di standard di carburante, ma il rapporto ha rilevato che anche queste non riescono a proteggere gli oceani dall'effetto inquinante delle navi da crociera.

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    Nel Mar Baltico, Mare del Nord, coste est e ovest degli Stati Uniti e Mar dei Caraibi, si applicano requisiti generali più stringenti rispetto a quelli di altre acque. In Danimarca, dove la costa è interamente protetta dalla SECA, le navi da crociera, nel corso di un anno, emettono 18 volte più ossido di zolfo di tutti i 2,5 milioni di veicoli circolanti nel paese.

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    Faig Abbasov, responsabile per le politiche navali di T&E, la Federazione europea per i trasporti e l'ambiente, ha affermato che le navi da crociera di lusso sono alimentate con il carburante più sporco che esiste in commercio. Abbasov ha osservato che mentre le città europee stanno approvando leggi più severe sull'inquinamento rispetto ad altre forme di trasporto, stanno dando però un “passaggio gratuito” alle compagnie di crociera che emettono fumi tossici che provocano danni incommensurabili sia ai passeggeri che a coloro che vivono in prossimità delle coste. L'ossido di zolfo ha effetti dannosi sull'ambiente marino e aumenta l'acidificazione delle acque oceaniche, interr...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 June 2019
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  9. Ambition (ambizione, aspirazione ...), termine troppo abusato nei summit del "climate change".

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 26 June 2019
    +1   -1    0 Comments   68 Views
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    Ambizioni significa anche implementare gli obiettivi di sviluppo sostenibile ed altro secondo gli accordi internazionali delle Nazioni Unite.


    climate


    La 50a sessione “Subsidiary Body for Implementation” (SBI 50), ovvero degli organi sussidiari della “United Nations Framework Convention on Climate Change" (UNFCCC) - Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici - è iniziata a Bonn, Nordrhein-Westfalen, Germania il 17 giugno 2019 e si protrarrà fino al 27.
    La Conferenza sui cambiamenti climatici sta ospitando una vasta gamma di eventi, riunioni e sessioni negoziali che prepareranno il terreno per elevare l'ambizione di ridurre le emissioni di gas serra, accelerare gli sforzi per la resilienza e garantire che la politica climatica si costruisca su solide basi della migliore scienza e conoscenza disponibile.

    All’apertura della conferenza, la segretaria esecutiva delle Nazioni Unite Patricia Espinosa ha detto che in questi giorni si affronteranno numerosi problemi di attuazione volti a combattere i cambiamenti climatici nell’ambito della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il protocollo di Kyoto e l'accordo di Parigi.

    La Espinosa ha sottolineato che, in vista del vertice sul clima che si svolgerà dal 2 al 13 dicembre a Santiago, in Cile, "non dovrebbero essere ignorati e non saranno ignorati, nel nostro processo, azioni a favore del clima provenienti dai giovani di tutto il mondo".

    GLI ARGOMENTI IN DISCUSSIONE

    - Negli ultimi anni i negoziati internazionali sui cambiamenti climatici sono stati stabiliti e approvati dai governi di tutto il mondo e l’United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) sono ora una parte più significativa dei negoziati. L'uguaglianza di genere e la garanzia dei diritti umani delle donne sono necessarie per agire efficacemente sulla mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici;

    - I cambiamenti climatici impattano tutti, ma non in egual misura. Sfortunatamente è chiaro che i poveri sono più a rischio poiché hanno meno capacità di adattarsi a eventi gravi come siccità o alluvioni, che hanno un impatto diretto sui loro mezzi di sussistenza e sulla loro capacità di produrre cibo. Ciò significa che il cambiamento climatico aggrava le disuguaglianze esistenti tra uomini e donne. Quando le donne non sono in grado di accedere all'istruzione e a opportunità di lavoro dignitose, hanno meno probabilità di accedere a informazioni e sostegno che potrebbero aiutarli a gestire meglio l'impatto dei cambiamenti cl...

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    Last Post by Filippo Foti il 26 June 2019
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  10. L'importanza delle foreste secche nel mondo.

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    Le foreste secche rappresentano quasi la metà delle foreste tropicali e subtropicali del mondo, e coprono vaste aree dell'Africa, dell'America Latina e dell'Asia-Pacifico. Conosciamole meglio.


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    Il cambiamento climatico e, ad esempio, le foreste filippine sono direttamente collegate l'una all'altra. I cambiamenti climatici stanno influenzando le foreste e la sua capacità di fornire i suoi servizi ambientali. Allo stesso modo, il degrado delle risorse forestali si traduce in emissioni di anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera che contribuiscono al cambiamento climatico. Per migliorare il ruolo di mitigazione delle foreste e allo stesso tempo aumentare la loro resistenza ai cambiamenti climatici, devono essere messi in atto politiche e programmi. Tali politiche e programmi devono tuttavia essere basati sulla scienza. Alcune ricerche suggeriscono che i tipi di foresta secca sono i più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

    Le foreste secche rappresentano quasi la metà delle foreste tropicali e subtropicali del mondo, che coprono vaste aree dell'Africa, dell'America Latina e dell'Asia-Pacifico. Il legname e i prodotti non legnosi che forniscono sono essenziali per il sostentamento e il benessere di milioni di persone più povere del mondo. Differiscono dalle foreste umide per i beni e i servizi che forniscono e le loro esigenze di gestione, ma ricevono relativamente poca attenzione da parte della ricerca, il che significa che i dati richiesti per le politiche specifiche basate sui fatti sono spesso incompleti.

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    Il bosco di Miombo è il più grande bioma dell'Africa.


    Servizi ecosistemici di inestimabile valore sono ancora più a rischio di scomparire delle foreste umide, principalmente a causa delle maggiori densità di popolazione e della conseguente richiesta di energia e terra. Ma, per le loro esigenze di gestione, ricevono relativamente poca attenzione da parte della ricerca, il che significa che i dati richiesti per le politiche specifiche basate sui fatti sono spesso incompleti.

    Nonostante la loro importanza, le foreste tropicali secche sono appunto tra le meno studiate degli ecosistemi boscosi del mondo. Una migliore gestione delle foreste richiede approcci migliori per il monitoraggio delle foreste e la valutazione del degrado forestale.

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    Last Post by Filippo Foti il 29 June 2019
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