PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Il benessere dei pesci, problema non più trascurato.

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 12 April 2023
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    Circa 2,7 trilioni di pesci selvatici ogni anno vengono pescati in tutti i mari del mondo. Perché dovremmo preoccuparci di più del consumo quadruplicato negli ultimi 50 anni? Una grande quantità di dati scientifici dimostrano che i pesci sono capaci di provare dolore, stress e ansia.


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    I pesci sono gli animali marini più espressivi, eppure, sono visti poco più che cibo o animali domestici decorativi. Basti pensare al linguaggio che usiamo: i pesci sono comunemente descritti come “stock da raccogliere” e vendere a tonnellate.

    Oggi la maggior parte delle persone è orgogliosa di sostenere, ad esempio, la protezione di balene, delfini, pinguini e tartarughe. Anche gli squali stanno finalmente iniziando ad ottenere il rispetto e la protezione che meritano come importanti predatori apicali dopo secoli di demonizzazione e massacro a milioni. Ma la maggior parte dei pesci - e altre specie di fauna marina che chiamiamo collettivamente "frutti di mare" - finiscono ancora nei nostri piatti senza la minima considerazione di come sono arrivati lì o se consumarli del tutto.

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    "Ovviamente, questo è un linguaggio scelto con cura in modo che i potenziali consumatori non mettano in dubbio il modo in cui catturiamo i pesci e altre creature dai nostri oceani", ha scritto il CEO di “Sea Shepherd GlobalAlex Cornelissen in un suo commento sulla pesca sostenibile.

    Forse il motivo per cui raramente consideriamo il destino dei circa 2,7 trilioni di pesci selvatici che ogni anno vengono pescati è che semplicemente non sappiamo o non capiamo molto di loro e ciò che pensiamo di sapere è spesso obsoleto e/o non corretto. Ma questo modo di ragionare può cambiare man mano che le persone diventano più consapevoli di quanto i pesci siano realmente complessi e affascinanti e dell'importante ruolo che svolgono nel mantenere l'ecosistema dell'oceano.

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    Raccapricciante, è dire poco, l'uso di farina e olio di pesci catturati in natura per i mangimi dell'acquacoltura. Ciò contribuisce alla pesca eccessiva delle popolazioni selvatiche ed ha implicazioni sul loro benessere; soffrono immensamente dopo essere stati pescati. Una percentuale significativa morirà, schiacciata nelle reti sotto il peso di altri pesci, mentre quelli che sopravvivranno alla cattura e allo sbarco vengono lasciati morire tra mille sofferenze per asfissia o con l’immersione in delle vasche piene di ghiaccio. Ovvero vengono considerati come fossero già morti e – credo ...

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    Last Post by guidallacasa il 12 April 2023
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  2. Biodiversità: le "zone morte" oceaniche stanno proliferando a causa del riscaldamento globale.

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    In atto, nell’oceano globale ci sono più di 500 'zone morte' che coprono circa 250.000 km quadrati in cui nessun organismo vivente può vivere. Secondo One Ocean Foundation e la biologa marina francese Francoise Gall, queste zone continueranno a proliferare se non si fa nulla per frenare il cambiamento climatico e limitare il riscaldamento globale ad un massimo di 1,5 o 2 gradi Celsius.


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    Le prime discese di Françoise Gaill nell'oceano profondo furono a bordo del sottomarino americano Alvin.



    Dall'aria che respiriamo, al cibo che mangiamo, ai vestiti che indossiamo, ogni giorno l'umanità fa affidamento sugli oceani coinvolti in ogni fase del percorso. Fornisce un sostentamento per i pescatori, un tragitto naturale per il nostro commercio ed un habitat per migliaia di specie preziose.

    Negli ultimi decenni, sono stati ingenti gli apporti antropogenici di nutrienti in eccesso - eutrofizzazione - in particolare composti dell’azoto e/o del fosforo, veicolati a mare dai fiumi o dagli insediamenti costieri e negli strati più bassi di acqua oceanica, dalle attività agricole e dalle acque reflue. Tutto ciò ha aumentato drasticamente la produzione della biomassa algale, con conseguente ipossia (carenza di ossigeno)/anossia (grave carenza di ossigeno) e inevitabili stati di sofferenza delle comunità bentoniche, morie di pesci e problemi sull’uso sostenibile di beni e servizi.

    In tutto il mondo ci sono ora più di 500 'zone morte' che coprono circa 250.000 km quadrati in cui nessun organismo vivente può vivere, e potrebbero esserci molte più zone morte che non sono ancora state scoperte. Una delle “zone morte” più significative si forma ogni anno nel Golfo del Messico. Minacciano gli animali vertebrati, con oltre un terzo dei mammiferi marini colpiti. Il fenomeno è in atto dagli anni '80 e sta proliferando, mentre la ricerca sull'argomento è in ritardo.

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    L’eutrofizzazione è uno degli 11 Descrittori della Strategia Marina dell’UE (Direttiva 2008/56/CE), per la quale l’Italia ha condotto una valutazione iniziale nel 2012 ai sensi dell’art. 8 (Strategie per L’ambiente Marino), della Direttiva stessa, aggiornato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 15 febbraio 2019. Si tratta esattamente del Descrittore 5 che riguarda “la riduzione al minimo dell’eutrofizzazione di origine umana, in particolare i suoi effetti ...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 April 2023
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