PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Onde di tempesta con il potere di sollevare massi massi sopra le scogliere.

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 2 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   55 Views
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    Massi giganti spinti da potenti picchi di tempesta verso le cime delle scogliere nell'Irlanda occidentale. E' possibile!|?


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    Su una piatta penisola nell'Irlanda occidentale, circondata da scogliere poco profonde che sorgono dall'Oceano Atlantico, si trovano un campo di macigni, alcuni pesano quasi quattro volte di più di uno scuolabus. Ora gli scienziati hanno capito come questi massi hanno raggiunto i loro alti trespoli.

    Uno studio pubblicato lunedì 27 novembre dalla prestigiosa "National Academy of Sciences - NAS" (Accademia delle Scienze), un'organizzazione privata senza scopo di lucro dei principali ricercatori americani, suggerisce che potenti ondate di tempesta hanno spazzato verso l'interno questi massi. I risultati potrebbero aiutare gli scienziati climatici a comprendere meglio i pericoli delle tempeste costiere, che prevedono siano destinati ad aumentare nel nostro mondo del riscaldamento; studiosi che hanno a lungo discusso se questi potenti massi siano stati depositati sulla costa irlandese da violente ondate di tempeste o potenti tsunami.

    Per risolvere la questione, John Dewey, professore di geologia in pensione all'Università di Oxford, e Paul Ryan, geologo in pensione presso la "Università Nazionale d'Irlanda", hanno indagato in documenti storici - dati oceanografici e misurazioni sul campo, e persino in registrazioni del faro del luogo - sulle misure prse in un paesaggio che è comunemente devastato da grandi onde di tempesta.

    E alcune di quelle onde possono raggiungere enormi altezze. Una tempesta nel 1861 generò onde che si infransero sul faro rompendo il vetro e allagandolo. I suoi custodi, incapaci di spingere la porta contro l'acqua, dovettero praticare un foro nella porta per togliere l'acqua.

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    Per confermare i loro sospetti, il team ha aggiunto dati storici e oceanografici in un modello computerizzato, scoprendo che le onde sono abbastanza potenti da sollevare massi massi che pesano fino a 100 tonnellate dalla roccia fratturata e che hanno origine sotto la superficie dell'oceano e catapultarli fino a più di 100 metri nell'entroterra, esattamente dove sono stati trovati nell'Irlanda occidentale. Quelle onde possono persino strappare i massi dalle scogliere circostanti. Quindi con ogni tempesta successiva, altre onde possono raccoglierle e spostarle verso l'interno.

    Adrian Hall, esperto in geomorfologia dell'Università di Stoccolma che non è stato coinvolto nello studio, ha detto che il lavoro aggiunge l'evidenza che le mareggiate sono in grado di spostare pietre come queste. "Siamo abbastanza sicuri...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Dec. 2017
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  2. Isole del Pacifico: cambiamento climatico e problemi di sussistenza per le popolazioni.

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 2 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   28 Views
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    I paesi delle isole del Pacifico, in seguito al cambiamento climatico, potrebbero perdere dal 50 all'80% del pesce nelle loro acque. Questi Paesi, dipendono molto dalla pesca, la loro unica fonte di occupazione e cibo.


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    Uno studio del programma Nereus, sulla conservazione degli oceani e della pesca sostenibile, pubblicato su "Marine Policy", prevede che molte nazioni delle isole del Pacifico perderanno dal 50 all'80 per cento delle specie marine nelle loro acque entro la fine del 21° secolo se il cambiamento climatico continua senza controllo. Si prevede che questa zona dell'oceano sia quella più gravemente colpita dagli aspetti dei cambiamenti climatici.

    "Sotto il cambiamento climatico, la regione delle isole del Pacifico è destinata a diventare più calda, meno ossigenata, più acida e con una minore produzione di plancton che sta alla base della vita marina.", ha detto l'autrice principale dello studio Rebecca Asch (East Carolina University, Dipartimento di Biologia".Abbiamo scoperto che l'estinzione locale di specie marine supera il 50% degli attuali livelli di biodiversità in molte regioni e talvolta raggiunge livelli superiori all'80%".

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    Rebecca Asch


    Le isole del Pacifico comprendono tre gruppi etnografici:Melanesia, Micronesia, e Polinesia, conosciute come paradisi tropicali. La regione delle isole del Pacifico è la più calda dell'oceano globale. È anche un'area in cui c'è una minore variabilità stagionale - più o meno sembra estate tutto l'anno, in quanto non ci sono stagioni con drastiche variazioni climatiche.

    "Un ulteriore riscaldamento in questa regione spingerà la temperatura dell'oceano oltre le condizioni che gli organismi non hanno mai vissuto a partire dai periodi geologici", ha detto il co-autore Gabriel Reygondeau, dell'University of British Columbia - Vancouver - Istituto per gli oceani e la pesca. "Dal momento che nessun organismo vivente nell'oceano oggi avrebbe il tempo di adattarsi a queste condizioni più calde, molti si estingueranno o migreranno lontano dal Pacifico occidentale, lasciando quest'area con una biodiversità molto più bassa".

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    Gabriel Reygondeau


    Gli effetti dei cambiamenti climatici nelle isole del Pacifico saranno fortemente avvertiti, incidendo negativamente sulla pesca, provocando l'innalzamento del livello del mare ed eventi meteorologici estremi.

    Gli autori hanno esaminato gli effetti del cambiamento...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Dec. 2017
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  3. Le "ricerche" giapponesi sulle balene presto finiranno!?

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    Natura
    By Filippo Foti il 3 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   36 Views
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    Sea Shepherd dovrebbe porre fine al massacro delle balene portando il Giappone al Tribunale internazionale sul diritto del mare.


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    Ci sono voluti cinque anni, ma Sea Shepherd Australia è riuscita finalmente a diffondere le immagini che il governo australiano non voleva che i suoi cittadini scoprissero, per timore di danneggiare le relazioni tra Australia e Giappone.

    "Il governo australiano ha censurato queste immagini per anni.", ha dichiarato Jeff Hansen, direttore di Sea Shepherd Australia. La ragione principale è stata che le immagini di questo orribile massacro avrebbero probabilmente minato le relazioni diplomatiche con il Giappone. Il governo australiano ha dunque soppresso il filmato che vedremo schierandosi per anni con i bracconieri piuttosto che difendere le balene nell'Oceano Antartico".

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    Sea Shepherd, com'è nel suo stile, ha lottato aderendo a un'iniziativa congiunta per spingere il governo australiano a rendere pubbliche le rare immagini di balene riprese dalle dogane australiane durante una missione antartica del 2008. ""Attraverso il processo di Freedom of Information (FOI) - la legge sulla libertà di informazione, emanata negli Stati Uniti il 4 luglio 1966 (ndr) -, ha affermato Hansen, abbiamo collaborato con l'Ufficio per i diritti ambientali del "New South Wales" (NSW), uno Stato sulla costa orientale dell'Australia e l'Humane Society International australiana, per garantire che i cittadini potessero finalmente scoprire le immagini scattate durante questo operazione finanziata con fondi pubblici".

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    I balenieri giapponesi sono stati condannati dalla "International Whaling Commission" (IWC) e dalla "International Court of Justice" (ICJ) che ha decretato che l'attività di caccia alla balena giapponese non era di natura scientifica ed era quindi illegale.


    "Queste immagini, ha detto Hansen, mostrano la sanguinosa brutalità, la crudeltà e l'insensato massacro di animali così belli, intelligenti e maestosi. Queste balene sono perseguitate prima di essere colpite da un arpione esplosivo che invia schegge attraverso i loro corpi, mentre i i rebbi, ovvero le lunghe punte di cui sono forniti gli arpioni, si diffondono nei loro corpi, impedendo alla balena di fuggire. La balena cerca di tornare in profondità per unirsi al...

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    Last Post by Filippo Foti il 3 Dec. 2017
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  4. Isole del Pacifico: ci vuole Nereus per salvarle!?

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    Natura
    By Filippo Foti il 7 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   49 Views
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    I paesi delle isole del Pacifico, in seguito al cambiamento climatico, potrebbero perdere dal cinquanta all'ottanta per cento del pesce nelle loro acque locali. Questi Paesi, come fonte di cibo e occupazione, dipendono molto dalla pesca. "Nereus" li può salvare?


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    Salvaguardare i nostri oceani per le generazioni future

    Nel corso della storia della Terra, le persone hanno goduto dei numeroso doni doni degli oceani, ma il degrado dell'ambiente oceanico e la pesca eccessiva hanno preso il sopravvento su una risorsa una volta data per scontata e che ora è in pericolo di esaurimento. Una soluzione a questo problema può essere trovata solo se viene messa in atto una struttura cooperativa (Nereus) di ampio respiro, sia multilaterale che multidisciplinare. Con questo obiettivo in mente, la "Nippon Foundation" collabora con un certo numero di istituti di ricerca stranieri per iniziative volte a proteggere l'eredità dei nostri oceani per le generazioni future.

    Il programma Nereus è un'iniziativa interdisciplinare globale tra la Nippon Foundation e l'Università della British Columbia che è stata creata per promuovere la nostra conoscenza del modo migliore per raggiungere la sostenibilità per gli oceani del nostro mondo. I partecipanti al programma Nereus provengono non solo dall'università della British Columbia, ma anche dalla Princeton University, che ha un istituto di ricerca sul clima oceanico, e dalla Duke University, sede di un rinomato istituto per la ricerca in biologia, entrambi situati negli Stati Uniti; il Centro di monitoraggio della conservazione mondiale UNEP, l'Università di Cambridge, con sede in Gran Bretagna e il Stockholm Resilience Centre di Svezia, che fa parte dell'Università di Stoccolma ed è uno dei leader mondiali nella ricerca sulle politiche ambientali. I giovani ricercatori che lavorano in questi campi vengono inviati come "soci della Nippon Foundation Nereus" alle università partecipanti, dove è presente una struttura cooperativa per la ricerca e la formazione delle risorse umane.

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    Una delle tante raffigurazioni di Nereus.


    Uno studio del programma Nereus, sulla conservazione degli oceani e sul finanziamento della pesca sostenibile, pubblicato su "Marine Policy", prevede che, se il cambiamento climatico continua senza controllo, molte nazioni delle isole del Pacifico perderanno dal cinquanta all'ottanta per cento delle specie marine nelle loro acque entro la fine del 21° secolo . Si da per cer...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Dec. 2017
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  5. Pensieri e parole di Mogol ricordando Lucio Battisti.

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    Storie
    By Filippo Foti il 8 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   383 Views
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    Una donna per amico, un’avventura comunque bella. Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto, una giornata uggiosa. Nel cuore nell'anima, acqua azzurra acqua chiara, la canzone del sole. Sognando e risognando innocenti evasioni. Il (mio) canto libero indimenticabile di Lucio Battisti.


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    Quante volte abbiamo ascoltato “Pensieri e parole” che a molti di noi è piaciuta come tante altre del grande Lucio Battisti. Un cantante che ancora viene ricordato non solo dai meno giovani, ma anche dai teenager.

    Forse però non tutti hanno notato che in questa interpretazione di “Pensieri e parole”, Battisti duetta con se stesso, ovvero esistono due testi distinti e due armonie diverse che raramente si sovrappongono.

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    Nella canzone Pensieri e Parole si parla di “un amore israelita che con degli occhi sbarrati mi ha detto bugiardo è finita…” . Ebbene Mogol, in una intervista racconta di una storia di quando aveva 18 anni. In quel tempo suo padre gli fece un regalo: lo mandò per sei mesi in Inghilterra, a Londra, presso una famiglia ebrea ospite pagante. Lì, visitando un club di ragazzi ebraici, fu accolto da ragazza di 17 anni che si chiamava Sharon, che Mogol definisce bellissima.

    In sintesi, mentre lo accompagnava per fargli conoscere altri ragazzi, Sharon l’ha preso per mano e gli chiese se volesse essere il suo ragazzo. Una breve conoscenza che culminò con la ragazza che, scoprendo che Mogol non era ebreo e volendo avere dei figli ebrei, l’apostrofò con del bugiardo.

    Insomma due poesie in una sola canzone, in cui Lucio canta di una esistenza attuale, mentre riemergono ombre di un passato che nel video Lucio si rappresenta con una immagine sfocata.

    Lo stesso Battisti ha sempre dichiarato che questa canzone scritta da Giulio Rapetti, in arte Mogol, al quale con Decreto del Ministro dell’Interno del 15 maggio 2007 gli è stato riconosciuto di potere aggiungere il proprio nome d'arte Mogol al suo cognome, è quella che gli piace di più.

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    Oltre che per Lucio Battisti, ne ricordiamo alcune che Mogol scrisse per Caterina Caselli (“Perdono” …), i Dik Dik (“Il primo giorno di primavera” …), Equipe 84 (Io ho in mente te …), Fausto Leali (A chi …), Bobby Solo (Una lacrima sul viso), Little Tony (Riderà …), Mango (Mediterraneo …), Riccardo Cocciante (Se stiamo insieme …), ecc., molte delle quali autobiografiche come quelle scritte per Lucio.

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    Last Post by Filippo Foti il 8 Dec. 2017
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  6. La terza assemblea ambientale delle Nazioni Unite fissa l'occhio sulla Terra senza inquinamento.

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    Natura
    By Filippo Foti il 10 Dec. 2017
    +1   -1    1 Comments   131 Views
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    "Third United Nations Environment Assembly": Se alle promesse seguiranno i fatti avremo una Terra più pulita!

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    Il fotografo Benjamin Von Wong ha condiviso il suo talento per i servizi fotografici epici per sensibilizzare
    l'opinione pubblica sull'inquinamento alla terza Assemblea ambientale delle Nazioni Unite a Nairobi.


    Nairobi, in Kenya, è stata la sede della “Third United Nations Environment Assembly", ovvero della “Terza Assemblea dell'Ambiente delle Nazioni Unite, dove l'UNEP ha la propria sede. L’Assemblea si è svolta recentemente dal 4 al 6 dicembre e, come avevamo anticipato, lo scopo prefissato è stato quello di coinvolgere una partecipazione ad alto livello per affrontare la minaccia globale dell'inquinamento.

    La terza Assemblea dell'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEA) si è riunita infatti lunedì 4 dicembre a Nairobi, capitale del Kenya, coinvolgendo più di 4.000 persone provenienti da oltre 100 paesi per discutere delle misure mirate per cercare di trovare i mezzi per azzerare, o quantomeno ridurre al massimo l'inquinamento nel nostro pianeta.

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    Sono stati presenti all'assemblea capi di stato, ministri, funzionari delle Nazioni Unite, uomini d'affari e attivisti di Organizzazioni internazionali non governative (ONG). In tutto il mondo il programma per l'ambiente delle Nazioni Unite ha ricevuto circa 2,5 milioni adesioni ed impegni per combattere l’inquinamento.

    Il tema dell'incontro di tre giorni è stato denominato "Verso un pianeta senza inquinamento" e ha avuto come fine quello di redigere una dichiarazione globale sulla lotta contro "inquinamento dilagante" che minaccia vite umane, economie ed ecosistemi.

    Se tutte le promesse fatte durante il summit e intorno al vertice saranno soddisfatte, 1,49 miliardi di persone in più respireranno aria pulita, 480.000 km (o circa il 30%) delle coste del mondo saranno pulite, e 18,6 miliardi di dollari per ricerca e sviluppo e programmi innovativi per combattere l'inquinamento arriveranno online.

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    "La scienza che abbiamo visto in questa assemblea dimostra che siamo stati così cattivi nel prenderci cura del nostro pianeta che abbiamo pochissimo spazio per fare più errori", ha affermato Edgar Gutiérrez, ministro dell'Ambiente e dell'energia della Costa Rica e presidente dell'Assemblea. "Con le promesse fatte qui, inviamo un messaggio forte che ascolterà la scienza, cambierà il modo in cui consumiamo e produciamo e affrontiamo l'inquinamento in...

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    Last Post by Enrico F. Amoroso il 14 Dec. 2017
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  7. La storia infinita e “tragica” della istituzione dell’AMP di Pantiḍḍṛaría.

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    Natura
    By Filippo Foti il 14 Dec. 2017
    +1   -1    1 Comments   467 Views
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    Le Aree Marine Protette in Italia, una fonte inesauribile di benessere per il mare e per l’uomo, ignorate laddove ci sono altri interessi in gioco.


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    Protezione del naturismo sull’isola di Pantelleria, praticato soprattutto nelle numerose calette.
    Una delle poche attrazioni turistiche. E perché no anche un'Area Marina Protetta!?


    Lo sfruttamento intensivo dei nostri mari e oceani sta degradando la biodiversità e gli ecosistemi marini a un ritmo allarmante. Mentre la copertura globale delle Aree Marine Protette (AMP) è aumentata negli ultimi due decenni, sono necessari ulteriori sforzi per raggiungere l'obiettivo nell'ambito degli “Sustainable Development Goals” (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) e garantirne l'efficacia.

    Pertanto si rende necessario supportare e aumentare ancora le AMP sul nostro pianeta per conservare, gestire e proteggere le risorse marine. Non possiamo sopravvivere senza oceani sani, troppo stressati come sono da troppe attività umane e per troppi anni. La pesca eccessiva, l'estrazione di risorse, il turismo, la ricreazione, lo sviluppo costiero e l'inquinamento stanno danneggiando gli habitat e riducendo le popolazioni di specie marine a un tasso spaventoso.

    È una brutta situazione resa visibilmente e rapidamente peggiore dai cambiamenti climatici. Nel solo 2016 abbiamo già perso metà delle barriere coralline del mondo, abbiamo assistito alla morte di un tratto di 400 miglia della Grande Barriera Corallina. Stiamo consumando il 31% degli stock ittici a livelli insostenibili, in gran parte a causa di attività illegali, non dichiarate o non regolamentate. In breve, stiamo utilizzando le risorse oceaniche più velocemente di quanto possano naturalmente rigenerarsi.

    Le AMP offrono una delle migliori opzioni per mantenere la salute dei nostri oceani ed evitare ulteriori degradi. Possono essere particolarmente efficaci se sviluppati come parte di una soluzione di gestione più ampia.

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    Un incontro nella Great Barrier Reef.



    Questo può comportare diversi vantaggi:

    - i benefici ecologici che derivano dalla protezione di specie, habitat e funzioni ecosistemiche;
    - i benefici sociali derivanti dal coinvolgere le parti interessate nella pianificazione e nella giusta condivisione dei benefici;
    - i benefici economici che derivano dall'assicurare l'uso sostenibile a lungo termine delle risorse naturali e dei redditi del turismo.

    Questi benefici combinati potrebbero contribuire a raggiungere diversi obiettivi di sviluppo sostenibile, tra cui la riduzione della povertà, il miglioramento della sic...

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    Last Post by Enrico F. Amoroso il 14 Dec. 2017
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  8. "One Planet Summit": Macron a Parigi convinto ambientalista.

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    Natura
    By Filippo Foti il 17 Dec. 2017
    +1   -1    3 Comments   90 Views
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    A Parigi Macron si posiziona come leader mondiale dei cambiamenti climatici. Ma quanto sono forti le sue credenziali ecologiche?


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    Martedì scorso 12 dicembre, nel secondo anniversario dell'Accordo di Parigi, (Cop21), a Boulogne-Billancourt, alle porte di Parigi, diversi leader mondiali si sono riuniti ancora una volta nella capitale francese per cercare di trasformare la promessa dell’accordo in una realtà globale.

    Il vertice “One Planet” si è concluso con una serie di nuovi impegni per combattere il cambiamento climatico, nonostante - o forse paradossalmente a causa - una notevole assenza di partecipanti. Infatti, solo 55 capi di Stato e di governo si sono riuniti al vertice “One Planet Summit”.

    Il presidente Emmanuel Macron, nel suo discorso, usando toni drammatici ha detto tra l’altro: "On est en train de perdre la bataille contre le réchauffement et le changement climatique, on ne va pas assez vite et c'est ça le drame, on doit tous bouger car on aura tous à rendre compte” ("Stiamo perdendo la battaglia contro il riscaldamento globale e il cambiamento climatico, non stiamo andando abbastanza in fretta e questa è la tragedia dobbiamo muoverci perché saremo tutti responsabili").

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    Emmanuel Macron


    Macron dunque, nel suo Paese, si posiziona come leader mondiale dei cambiamenti climatici; ma quanto sono forti le sue credenziali ecologiche, e in particolare ai problemi energetici ed economici, un segnale molto importante per quel che riguarda l'integrità collettiva e individuale su questa povera Terra? Conoscere meglio questo giovane presidente francese.

    Emmanuel Macron, durante la campagna presidenziale, non era il candidato più prolifico in termini di ecologia – il suo programma conteneva infatti poche iniziative a favore dell'ambiente - né il più combattivo contro i cambiamenti climatici. Ma l'annuncio del ritiro degli Stati Uniti dell'accordo di Parigi di Donald Trump il 1° giugno scorso, una decisione ab detta di qualcuno presa in nome della difesa dei posti di lavoro degli americani, gli ha dato l'opportunità di intensificare il suo impegno in materia.

    Dal momento che il presidente francese ha constatato il “climascetticismo” che regna alla Casa Bianca, sfrutta un momento favorevole per aumentare la sua popolarità e si fa promotore di molte iniziative per difendere l'accordo di Parigi e incarnare la lotta contro il riscaldamento globale. Tuttavia, l'azione del governo del presidente francese sull'ecologia rimane contrastata.

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    Sceglie...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 Dec. 2017
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  9. Quante creature ancora sconosciute ci sono nell'oceano?

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 18 Dec. 2017
    +1   -1    1 Comments   1,516 Views
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    Mantenere un elenco aggiornato delle specie marine del mondo non è solo per interesse commerciale, ma è anche importante per proteggere i nostri oceani. Le estinzioni per perdita di habitat e cambiamenti climatici, stanno progredendo a ritmi allarmanti.

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    Come a molti di voi è già noto, “gli oceani coprono il 70% della superficie del nostro pianeta, eppure sono ancora meno esplorati", afferma il grande documentarista inglese Sir David Attenborough nella sequenza di apertura della recente serie di documentari della BBC Blue Planet II . “Hidden beneath the waves, there are creatures beyond our imagination,” ovvero, "nascosti sotto le onde, ci sono creature al di là della nostra immaginazione”. Tuttavia, mentre il programma rivela le meraviglie di molte di queste specie, un numero incredibile di esseri viventi che vivono nei precipizi degli oceani non è mai stato riscontrato dagli umani.

    In realtà, non sappiamo nemmeno quante specie esistono negli oceani. La maggior parte delle stime sono state fatte prima ancora di avere un inventario di quanti erano stati nominati scientificamente, e sorprendentemente sono state stimate creature che vanno da 0,3 a decine di metri di lunghezza.

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    Numerose nuove specie marine vengono scoperte ogni anno, ma capire quante specie ci siano in totale (e quindi quante altre abbiamo bisogno di descrivere) è un processo molto più difficile. Ma ora abbiamo almeno le basi essenziali per sapere quante specie marine sono state nominate, grazie a uno sforzo collaborativo decennale di centinaia di scienziati.

    Gli scienziati hanno utilizzato una varietà di metodi per stimare il numero globale di specie marine, però ognuno ha i suoi limiti. I dati non sono sempre affidabili e le ipotesi di ciascun metodo possono essere errate. Un metodo comune consiste nel ridimensionare la frazione di specie sconosciute stimata in uno specifico campione o regione. Altri metodi si basano sul nostro sistema di classificazione tassonomica, ovvero il modo in cui denominiamo e raggruppiamo diverse specie. Per stimare il numero totale di specie che possono esserci, possiamo usare il tasso di scoperta di nuove famiglie e ordini o la velocità con cui vengono descritte le nuove specie.

    Terrificante video di Carango gigante indopacifico (Caranx ignobilis), preda abituale degli squali e mangiatore anche di uccelli marini.
    Se si pensa a quanto sia difficile per noi abitanti della terra afferrare un uccello, questa perce...

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    Last Post by Filippo Foti il 19 Dec. 2017
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  10. Acqua e clima: problema globale da risolvere e con urgenza.

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    Natura
    By Filippo Foti il 21 Dec. 2017
    +1   -1    0 Comments   62 Views
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    Gli impatti del cambiamento climatico sulle acque sotterranee attraverso i processi naturali e indotti dall'uomo.


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    Il cambiamento climatico è principalmente attribuito al costante aumento dei gas serra, compresi i gas fluorurati, il biossido di carbonio, il metano e il protossido di azoto, che modificano il modello delle piogge, la temperatura e hanno effetti negativi sulla gestione delle risorse idriche, le inondazioni e la siccità. E' considerato un fenomeno globale, tuttavia, il suo impatto è più diffuso nei paesi in via di sviluppo, a causa delle maggiori vulnerabilità e delle minori capacità di mitigare gli effetti.

    Poiché la maggior parte delle nazioni in via di sviluppo, sono economie basate sull'agricoltura, il loro settore agricolo è maggiormente colpito dall'esposizione diretta alla natura. Negli stati in via di sviluppo (come l'Asia e l'Africa), gli ultimi studi hanno preso progressivamente in considerazione gli impatti dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola. La sicurezza alimentare e la disponibilità di acqua sono molto dipendenti dal clima in rapida evoluzione.

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    E' previsto che il riscaldamento globale aumenterà i rendimenti a causa dell'effetto "fertilizzante", ma influenzerà negativamente gli agricoltori poveri. Ad esempio, i paesi più vicini all'equatore avranno una produzione ridotta a causa del riscaldamento globale. I paesi africani sperimenteranno siccità estreme e un'ulteriore carenza di cibo. Se i cambiamenti climatici influenzano la produttività del settore agricolo nei paesi a basso reddito dell'Asia o dell'Africa, un gran numero di persone sarà a rischio e il problema dell'insicurezza alimentare aumenterà.

    Il cambiamento climatico è il principale motore della sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo, poiché incide sulla produttività del settore agricolo, sulla sua stabilità e su altri componenti del sistema alimentare, compresi stoccaggio, accesso e utilizzo. A causa dei cambiamenti nella produzione agricola, si potrebbe verificare entro il 2050 una incertezza alimentare per circa 9 miliardi di persone. Siccità in Somalia, acqua razionata a Roma, inondazioni a Giacarta e Houston malconcio dopo Harvey. Non ci vuole un idrologo per capire che c'è una crescente crisi idrica globale.

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    Il riscaldamento del Pianeta, rende le regioni più calde del mondo ancora più roventi. Allo stesso tempo, le nuvole si stanno allontanando dall'equatore verso i poli, a causa di un fenomeno guidato dal cambiamento climatico chiamato "Hadley Cell Expansion...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 Dec. 2017
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