PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Storia di un marinaio,per gentile concessione dell’Autore Massimo Maccheroni di G.C.

    By Filippo Foti il 2 Feb. 2011
    +1   -1    0 Comments   896 Views
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    Storia di un marinaio




    Per gentile concessione dell’Autore Massimo Maccheroni, Caporedattore del Notiziario della Guardia Costiera: Massimo MACCHERONI

    A Milano non c’è il mare. Non vi sono spiagge né un porto, tantomeno pescatori o maestri d’ascia. L’unica via d’acqua è quella del Naviglio, là dove non è stato interrato. É quindi difficile per un nativo della città ambrosiana scegliere il mare come luogo in cui svolgere la professione.

    scuoladomenicobastianin
    caserma “Bastianini” a La Maddalena




    Eppure Tito Mancini, il Comandante Tito Mancini, milanese doc – figlio di un dirigente di banca che al mare lo aveva portato solo qualche volta d’estate perché “lo iodio fa bene” – si accingeva nell’ormai lontano settembre del 1964, a varcare i cancelli della caserma “Bastianini” a La Maddalena, per iniziare il corso da Nocchiere di porto. distintivomarinadinocch


    Prestare servizio in Capitaneria era stato un desiderio espresso sin dalla domanda di arruolamento perché il giovane Tito, affascinato sì dal mare, intendeva comunque mantenere, da buon milanese, “un piede a terra”! Di quel periodo ricorda la prima settimana – un impatto scioccante per chi abituato a vivere in famiglia – e l’assemblea mattinale, troppo presto!. All’appello, regolarmente, gli ultimi ad arrivare erano sempre Mancini e il suo compagno e amico Taddei tant’è che, dopo il primo periodo costellato da molti rapporti sempre per lo stesso motivo anche l’inquadratore, non scorgendoli mai tra le prime file, si era arreso limitandosi a chiedere“Mancini e Taddei sono arrivati?”

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Feb. 2011
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  2. Buongiorno all'equipaggio

    AvatarBy fabris67 il 2 Feb. 2011
    +1   -1    2 Comments   26 Views
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    Salve, ho piacere di iscrivermi al sito "profumo di mare" notando la sensibilità nei confronti di un ambiente la cui importanza è troppo sottovalutata.
    L'immagine che la maggior parte degli uomini hanno nei confronti della Grande Natura in genere è associata spesso allo sfruttamento inconsapevole, al depauperamento delle risorse, senza coscienza, come se ciò non appartenesse all'umanità stessa, al benessere della vita dell'uomo! L'uomo crede di avere la totale gestione su tutto ciò che in realtà dipende solo dalla Grande Madre Natura, questo non porterà che a distruzione e continue barbarie.
    Solo con una presa di coscienza ed una sana consapevolezza si riuscirà ad apprezzare un tesoro dall'inestimabile valore sia morale che naturalistico ed economico.
    Sono un biologo marino, Fabrizio, calabrese D.O.C. con 20 anni di esperienza in giro per i mari di mezzo mondo...posso assicurarvi che il "mare nostrum" di Calabria non ha nulla da inviadiare a nessun posto esotico del globo. In modo particolare lo Stretto di Messina nel quale con il mio gruppo di lavoro (ICRAM) qualche anno fa scoprimmo interi banchi di corallo nero!
    Un saluto a tutti e grazie al forum per darmi la possibilità di esprimere opinioni!
    Last Post by medusa®rox il 3 Feb. 2011
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  3. Nel Canale di Sicilia un patrimonio inimitabile di biodiversità
    Per tutelarlo, è necessario fermare le trivellazioni e creare un’area marina protetta

    AvatarBy Angela Santucci il 2 Feb. 2011
    +1   -1    0 Comments   22 Views
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    Specie mai osservate nei mari italiani, dal corallo nero alle gorgonie, fino ai piccoli di squalo bianco. Sono i risultati del progetto “Biodiversità Canale di Sicilia”, programma di ricerca finanziato dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e svolto da un gruppo di ricercatori dell’ISPRA.

    Il progetto è iniziato nel 2009 e si concluderà quest’anno: tra le specie individuate, la bellissima gorgonia arancione a forma di candelabro Elisella paraplexauroides, quella a frusta Viminella flagellum, entrambe mai osservate nei mari italiani, e intere pareti rocciose ricoperte dalla piccola e rarissima gorgonia Switia pallida. Durante le esplorazioni sono emersi numerosi siti caratterizzati da varie specie di corallo nero, il famoso Antipathella subpinnata e i più rari Antipathes dichotoma e Parantipathes larix, oltre al falso corallo nero Savalia savaglia. A circa 350 metri, nei tratti più profondi del Canale di Sicilia, sono stati scoperti numerosi reef di corallo fossile costituiti per la maggior parte da Lophelia pertusa e Madrepora oculata, specie che nel passato costituivano vere e proprie barriere coralline simili a quelle che oggi si possono vedere nel Mar Rosso.
    Le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa rappresentano veri santuari della biodiversità, il cui ruolo per la riproduzione del grande squalo bianco, per l‘alimentazione delle balenottere e per la riproduzione delle tartarughe marine è ormai riconosciuto.

    Queste isole, come ricorda il responsabile del progetto Simonepietro Canese, dell’ISPRA, sono “in mezzo al Canale di Sicilia, punto d’incontro tra il bacino orientale e quello occidentale dove confluiscono quindi sia le specie di origine atlantica sia quelle che risalgono dal Golfo di Suez”. Il canale di Sicilia rappresenta perciò un “punto privilegiato per la biodiversità del Mediterraneo”.
    Un’area di incredibile ricchezza naturale, quindi, che oggi è però a rischio, visto che di recente sono state avviate trivellazioni che hanno individuato ricchi giacimenti petroliferi nella zona di Pantelleria e in altri tratti del Canale di Sicilia. L’istituzione dell’area marina protetta prevista per Pantelleria impedirebbe questo tipo di operazioni, almeno in prossimità dell’isola. Infatti, Canese precisa che “secondo la legge italiana non si può effettuare nessuna attività di prospezione ed estrazione di idrocarburi a meno di 12 miglia da qualsiasi area di protezione”.Questa iniziativa andrebbe affiancata dalla creazione di aree di tutela di alto mare nel Canale di Sicilia, in modo da proteggere la Biodiversità marina e garantire una barriera per tutte le attività di esplorazione e sfruttamento petrolifero.

    Nell’ambito del progetto sono stati utilizzati strumenti ad alta tecnologi...

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    Last Post by Angela Santucci il 2 Feb. 2011
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  4. trovato!!!

    AvatarBy Massimo G¸ il 2 Feb. 2011
    +1   -1    1 Comments   21 Views
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    quando due strade si incontrano.... portano sempre da qualche parte.
    Un saluto a tutti ed un messaggio:
    ci sono anche io, vecchio (si fà per dire, sono solo 50) pilota di motonautica partecipante a gare di competizione di livello nazionale ed internazionale, (Mondiale T 750 Palma de Majorca - Mondiale T750 Liverpool - Europeo T750 Molfetta) ed a pensarci bene correvo con il fortunatissimo numero 46.
    Intanto i complimenti per la grande iniziativa.
    CIAO CIAO.
    Last Post by Filippo Foti il 2 Feb. 2011
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  5. Similitudine di guida tra acqua e sabbia

    Tags
    Storie
    By Filippo Foti il 2 Feb. 2011
    +1   -1    1 Comments   1,033 Views
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    Similitudine di guida tra acqua e sabbia: considerazioni personali per guidare sulla sabbia: guidare un fuoristrada su sabbia è per alcuni aspetti come guidare un motoscafo sull’acqua




    Guidare un fuoristrada su sabbia è per alcuni aspetti come guidare un motoscafo sull’acqua, partendo da fermi si accelera gradualmente per non fare girare a vuoto le ruote, allo stesso modo succede nell’acqua per non fare “frullare” l’elica, si dosa la potenza poco a poco affinché lo scafo “plana” ed una volta raggiunta la velocità necessaria bisogna mantenerla il più possibile costante per evitare che la carena sprofondi come d’altronde succede per ottenere il “galleggiamento” del fuoristrada sulla sabbia, le curve devono essere impostate con un arco molto ampio tenendo il motore in tiro e la velocità costante altrimenti si rischia che le ruote spingendo verso l’esterno della curva aumentano l’attrito sulla sabbia rallentando il mezzo con relativo insabbiamento, analoga pratica guidando un motoscafo, si cerca di farlo galleggiare il più possibile evitando di fare sprofondare parzialmente la carena per non perdere inutilmente velocità, anche l’arresto è simile, poiché sul motoscafo non ci sono freni e per fermarsi basta decelerare come accade sulla sabbia che il peso stesso della vettura in decelerazione perdendo il “galleggiamento” la arresta in poco spazio.
    Come ho già detto le similitudini sono tante ed è per questo forse che ho imparato in fretta ad affilare le armi contro questi infiniti granelli di sabbia che formano il deserto e che fin quando non ci sei dentro sogni di avventurarti in sconfinate distese di dune alla guida del tuo fuoristrada, ma una volta che ti ritrovi al suo interno non vedi l’ora di uscirne fuori… è come essere inghiottiti dal mare in un silenzio assoluto ed essere proiettati lontano da noi stessi in una dimensione che non riconosciamo.

    Un fattore importante quindi per guidare sulla sabbia oltre alla capacità di guida personale è la velocità di galleggiamento, ma per il suo raggiungimento fanno gioco parecchi parametri a partire dal peso del veicolo e dalla potenza del suo motore nonché dalla sezione e dalla conformazione dei pneumatici che in certe situazioni bisogna sgonfiare anche del 50-60% secondo la consistenza della sabbia che risulta più dura con basse temperature e pertanto più consistente nelle primissime ore della mattina e nel tardo pomeriggio anziché a mezzogiorno quando il sole asciugando l’umidità la rende soffice come borotalco inoltre con il sole alto e perpendicolare a causa della mancanza delle ombre diminuisce sensibilmente la percezione delle gobbe e degli avvallamenti, in pratica si determina sotto forma di effetto ottico un appiattimento del terreno che riesce a tradire anche il pi...

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    Last Post by Massimo G. il 3 Feb. 2011
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  6. Cerchiamo di capire chi è un "biologo marino".

    By Filippo Foti il 2 Feb. 2011
    +1   -1    1 Comments   232 Views
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    Il nostro utente Fabrizio F. è un biologo Marino pertanto, a beneficio di coloro che leggeranno questo post, che a lui dedichiamo, cerchiamo di capire chi è un "biologo marino".



    Il biologo marino ha studiato ovviamente la biologia marina che è la branca della biologia che si occupa delle forme di vita vegetali ed animali sviluppatesi nell'ambiente marino, delle loro interazioni con l'acqua marina e, quindi, con l'habitat sommerso. La definizione degli ambiti propri della biologia marina è dunque ambientale e non tassonomica, dato che per la maggioranza dei Phyla si hanno specie sia di mare che di terra, restando il requisito dello svolgimento della vita (o di una parte prevalente di essa) in acqua salata l'elemento concretamente distintivo degli oggetti di studio.
    La figura professionale che si occupa di questo specifico settore è il biologo marino. La gamma delle competenze è vasta come l'ambiente (inteso anche territorialmente) in cui si esplica, e va dagli organismi più piccoli, come alcuni protozoi, ai cetacei, probabilmente gli organismi più grandi della Terra.
    In entrambi i settori della flora e della fauna che popolano i mari e gli oceani del nostro pianeta la ricerca è attualmente attivissima, sia nella definizione dei caratteri delle singole specie sia nella catalogazione e classificazione delle specie stesse, la cui varietà è di proporzioni enormi.
    Fabrizio ci hai accennato all'ICRAM. Ma sbagliamo o questi Istituto segue o ha seguito un'esemplare di "manta" via staellite?


    icram segue manta via satellite


    Caro Fabrizio,
    abbiamo appurato in rete che, per la prima volta in Mediterraneo una "manta" di circa 2 metri e mezzo di larghezza è stata marcata con un trasmettitore satellitare da un gruppo di ricercatori dell Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram). L’operazione e’ parte integrante di un progetto che ha come obiettivo lo studio della biodiversita marina della Calabria e si e’ svolta nello Stretto di Messina, nel tratto di mare di fronte a Reggio Calabria. Lo ha annunciato, asuo tempo, Simone Canese, ricercatore dell Icram: la manta, o diavolo di mare (Mobula mobular), è stata avvicinata e marcata con una feluca, la tipica imbarcazione utilizzata nella zona per la pesca con l arpione del pescespada. Un passo importante per i ricercatori che, grazie ai dati invia...

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    Last Post by fabris67 il 11 Feb. 2011
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  7. le sirene

    AvatarBy medusa®rox il 3 Feb. 2011
    +1   -1    0 Comments   16 Views
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    per MONIA



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    N.B.: Rosy inserisci immagini più piccole in quanto slargano il forum quelle che metti.Grazie

    Edited by [Harley] - 3/2/2011, 18:32
    Last Post by medusa®rox il 3 Feb. 2011
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  8. I GABBIANI

    AvatarBy medusa®rox il 3 Feb. 2011
    +1   -1    0 Comments   15 Views
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    PER MARCY




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    Edited by [Harley] - 3/2/2011, 18:24
    Last Post by medusa®rox il 3 Feb. 2011
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  9. Chi è il biologo marino? Conosciamolo meglio!

    By Filippo Foti il 3 Feb. 2011
    +1   -1    0 Comments   396 Views
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    Il Biologo Marino







    Il campo della biologia marina - lo studio degli organismi acquatici, i loro comportamenti e le loro interazioni con l'ambiente - è considerato uno dei campi più onnicomprensivo di oceanografia. Poiché ci sono tanti possibili argomenti di studio nel campo della biologia marina, molti ricercatori selezionano un particolare ambito in cui specializzarsi. Le opportunità di lavoro sono molteplici e dipendono anche dalla scelta della specializzazione degli studenti.
    Un settore di specializzazione emergente è quello delle biotecnologie marinenche offre grandi opportunità per i biologi marini. Inoltre, la ricerca nel nuovo campo presenta una vasta gamma di possibili applicazioni. Ad esempio, nella zona di messa a fuoco biomedica, gli scienziati devono effettuare ricerche atte a sviluppare e testare farmaci, molti dei quali provengono da organismi marini. Un esempio di applicazione della ricerca biotecnologica può essere visto nel settore industriale o della difesa, dove i ricercatori hanno sviluppato vernici non tossiche, che impediscono la formazione di organismi incrostanti, come cirripedi e mitili zebra. Tali rivestimenti sono utili per le navi e condotti di aspirazione che si utilizzano nelle centrali elettriche.
    La biologia molecolare è la branca della che si occupa della struttura di formazione e funzione delle macromolecole essenziali alla vita, come gli acidi nucleici e proteine ed il loro ruolo nella replicazione cellulare e la trasmissione delle informazioni genetiche.Questo è un settore di specializzazione correlato in biologia marina. I ricercatori devono avere approcci molecolari e mettere in atto le tecniche per molti ambienti, da stagni costieri al mare profondo e per molti organismi diversi, come i batteri microscopici, piante, animali terrestri e mammiferi marini. Ad esempio, la biologia molecolare può essere utilizzata per identificare la presenza di un organismo specifico in un campione di acqua mediante l'utilizzo di sonde molecolari.


    Con l'uso di tecniche molecolari, lo studio di malattie in organismi inoltre è stato ulteriormente migliorato. I ...

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    Last Post by Filippo Foti il 3 Feb. 2011
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  10. Le Rose di Sabbia

    AvatarBy Massimo G. il 4 Feb. 2011
    +1   -1    1 Comments   257 Views
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    Lo sapevate che nel grande mare di sabbia che è il deserto del Sahara ci sono dei laghi di acqua salata e che il più grande tra questi è il Chott el Jerid che si trova in Tunisia?



    E sapevate anche che l’acqua evaporando a causa del clima estremo di quelle zone, le temperature raggiungono i 50° C, favorisce la formazione di cristalli di gesso che aggregandosi assumono particolari forme a rosa, comunemente chiamate “Rose di sabbia” ?

    Rosa_di_Sabbia



    Edited by Filippo Foti - 15/8/2012, 23:50
    Last Post by Filippo Foti il 4 Feb. 2011
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