RMS Niagara, un transatlantico di 13.500 tonnellate, è stato soprannominato negli anni ’40 "il Titanic del Pacifico", prima che fosse affondato al largo della costa orientale del Northland's Bream Head in Nuova Zelanda da una mina posta da un sottomarino tedesco il 19 giugno 1940.

RMS Niagara

Costruito in Scozia nel 1912, RMS Niagara portò sul fondo marino più di otto tonnellate di luminoso oro del Sud Africa, poi recuperati nel corso degli anni. Si trattava di circa 5 milioni di dollari di lingotti d'oro in origine destinati, dall'Inghilterra agli Stati Uniti, che non erano ancora entrati in guerra, per le munizioni nella lotta contro la Germania. Per fortuna, l’affondamento non ebbe tragiche conseguenze, e grazie ad un mare calmo, tutti i passeggeri ed i membri dell'equipaggio si misero in salvo facendo ritorno ad Auckland lo stesso giorno. Ma portò giù sul fondo anche 4.000 tonnellate di combustibile.

Comunque, alla fine del 1940, per merito del sub John Johnstone,e per mezzo di una campana subacquea, dalla profondità di 120 metri, furono infatti riportati in superficie ben 555 lingotti. Poi, nel 1953, lo stesso Johnstone concesse il bis recuperando altri 30 lingotti per un valore, ai prezzi di oggi, di diversi milioni di dollari statunitensi.

John Johnstone

Niagara è stato un transatlantico di un'epoca in cui la gente viaggiava piacevolmente e nell'opulenza.(Alcune parti del transatlantico, tra cui la campana subacquea, il telegrafo, la sirena a vapore e il fumaiolo, sono stati recuperati da un gruppo di sub nel 2007). La campana è conservata al Castlemaine Museum nella città di Castlemaine, Victoria /Australia),

La campana subacquea

Quando il Niagara affondò, le persone sulla vicina costa segnalarono sulla riva chiazze di petrolio fino a 7,5 centimetri di spessore. Ma quanti serbatoi di carburante della nave rimangono ancora intatti?

Infatti, il 27 gennaio 1999, nel corso di una splendida giornata di calma, l'oceano che era di un blu turchese intenso, cominciò a colorarsi di nero petrolio.

Ora, c’è qualcuno che pensa che in quella striscia di mare ci sia una bomba a orologeria che potrebbe diffondere una marea nera giù nel Golfo di Hauraki e, con la deriva costiera, lungo la costa incontaminata di Northland.

Intorno al Pacifico, relitti della seconda guerra mondiale sono state tutti esplorati e il petrolio è stato rimosso. Ma, al largo della costa orientale del del Northland's Bream Head in Nuova Zela...

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Al largo delle rocce lungo coste costiere poco profonde, soprattutto nel Pacifico, così come nel Nord Atlantico e nel Mare d'Irlanda, è in atto un proliferare della coltivazione delle alghe.

L’alga Nori (genere Porphyra), uno degli ingredienti fondamentali della cucina giapponese e anche la più consumata al mondo, è la regina delle alghe la cui produzione è in crescita in tutto il mondo. Dal cibo e fertilizzanti a prodotti farmaceutici e gel industriali, questo settore è in rapida espansione.

Oggi le aziende del settore producono più di 25 milioni di tonnellate annue di alghe per un valore globale del raccolto, che nel 2014 è stato di oltre 6 miliardi di dollari.

La coltivazione delle alghe è in iniziata alla fine degli anni ’50, in un settore che offre occupazione sostenibile in via di sviluppo per le economie emergenti, in particolare la Cina (che produce oltre la metà del totale mondiale di alghe - 12,8 milioni di tonnellate) e Indonesia (27% della produzione mondiale - 6,5 milioni di tonnellate). Altri produttori principali sono la Repubblica di Corea e le Filippine.

Sempre più spesso, la coltivazione delle alghe marine è anche integrata con la piscicoltura intensiva per fornire zone di crescita per il pesce commerciale e crostacei, e per filtrare le sostanze nutrienti indesiderate, migliorare l'ambiente marino e ridurre l'eutrofizzazione.

Indirettamente, questa coltivazione ha ridotto la pesca eccessiva in molte regioni, fornendo alle comunità costiere mezzi di sostentamento alternativi. In alcuni paesi le donne, per la prima volta, hanno trovato piena occupazione e sono diventate economicamente attive e indipendenti.

Alga Nori

La maggior parte delle alghe prodotte viene utilizzato per il consumo umano, con gran parte del resto utilizzato come additivo nutriente per mangimi o come fertilizzante. Negli ultimi dieci anni, la coltivazione di alghe marine è stata in rapida espansione grazie alla crescente domanda per il suo uso in prodotti farmaceutici ed integratori alimentari.

Oggi le alghe sono usate in alcuni dentifrici, prodotti per la cura della pelle e cosmetici, vernici e diversi prodotti industriali, tra cui adesivi, coloranti e gel. Sono anche utilizzate, laddove non creano problemi ma che anzi li riducono, per combattere l'erosione delle spiagge. L'erosione costiera è il processo naturale dei movimenti delle spiagge a causa delle onde, tempeste e vento.

Elizabeth J. Cottier-Cook, responsabile della “Association for Marine Science” (SAMS), ed esperta delle specie marine invasive, sostiene: "La rapida crescita della coltivazione di alghe m...

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