PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. COP21, 1° giornata: evviva ”l’aria fritta”!

    By Filippo Foti il 1 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   27 Views
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    In questo summit COP21 sui cambiamenti climatici si discute solo di aria troppo calda o di “aria fritta”?



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    Dalle notizie che ci arrivano continuamente, come a tutti voi del resto interessati a questa tematica, non fosse altro in quanto ci state leggendo, la possibilità reale per quantomeno limitare il cambiamento climatico, nel corso di questi primi approcci di oggi, profumano o puzzano, scegliete voi, di “aria fritta”.

    Potreste pensare: ma come anche l’aria si può friggere? Beh, volendo potremmo anche farlo, tanti sono i residui anche organici che si possono rinvenire se volessimo filtrare lo smog.

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    Noi non siamo scettici o pessimisti che da questa ennesima Conferenza delle Parti (COP21) non si possa arrivare ad accordi il più possibile vincolanti. Auspichiamo almeno che si stabiliscano delle “regole di trasparenza e revisioni periodiche degli obiettivi di diminuzione delle emissioni di gas serra". Questo è quello che ha chiesto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama oggi a Le Bourget, a nord di Parigi, dove il presidente francese Hollande ed il segretario generale Onu Ban Ki-moon hanno dato il benvenuto ai 150 leader di tutto il mondo che partecipano a COP21. Conferenza che si è aperta intorno alle 11,00 con il minuto di silenzio per le vittime delle stragi del 13 novembre.

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    Sarà questo l’anno della svolta, ovvero ancora un altro piccolo passo verso il prossimo vertice di Marrakech? Un ritorno al passato, considerando che proprio in quella città si tenne già nel 2001 COP7… E sì! La prossima sessione della Conferenza delle Parti (COP 22) è già prevista dal 7 al 18 novembre del prossimo anno in questa città, detta “la città rossa, la quarta per dimensione del Marocco dopo la capitale, Fez e Casablanca.

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    Ciò che ci sconcerta è il fasto e le circostanze di pranzi e cene che sono in netto contrasto con gli obiettivi della riunione, ovvero della riduzione delle emissioni ad effetto serra da parte dei paesi ricchi e di aiutare finanziariamente i paesi più poveri per non ripetere gli errori dei paesi industrializzati.

    Presidenti del calibro di Barack Obama, Xi Jinping o Vladimir Putin ci piacerebbe vederli sui media meno impegnati così come sotto in questa foto:

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Dec. 2015
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  2. Gli uccelli sono intelligenti

    By Filippo Foti il 2 Dec. 2015
    +1   -1    1 Comments   163 Views
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    Gli uccelli sono intelligenti quanto un essere umano di sette anni.


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    Uccello tessitore



    Uno studio recente dimostra la capacità degli uccelli di risolvere problemi.

    L'esperimento, che è stato ideato dal dottor Alex Taylor, un docente di psicologia evolutiva con sede presso l'Università di Auckland, Nuova Zelanda, ha coinvolto un corvo selvaggio che aveva imparato ad usare i singoli oggetti di scena durante i tre mesi dell'esperimento.

    Smart bird :)More LIKE----> Funniest And Craziest VinePosted by Funniest And Craziest Vine on Martedì 1 dicembre 2015



    E' un comportamento che spesso passa inosservato quello dell'apprendimento sociale degli uccelli nella costruzione di un nido:

    Ad oggi, non è stato ancora molto compreso di come gli uccelli sanno costruire il nido. Gli uccelli si basano su esperienze individuali da soli o il loro comportamento riflette il trasferimento di informazioni pertinenti tra i membri del gruppo (apprendimento sociale)?

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    Tessitore testarossa (Anaplectes rubriceps)



    Alex Taylor sta provando ad esaminare l'apprendimento sociale di alcuni uccelli tessitori sudafricani, uno dei gruppi più impressionanti di costruttori di nidi. I risultati ottenuti da questa ricerca lo aiuteranno a capire come gli uccelli possono imparare.

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    Last Post by guidallacasa il 5 Dec. 2015
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  3. I misteri del cargo Argo sul fondo del lago di Erie

    By Filippo Foti il 5 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   221 Views
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    Una delle minacce più gravi d’inquinamento nelle acque degli Stati Uniti è la chiatta Argo.



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    Lago Erie

    Costruita nel 1911 a Baltimora, nel Maryland, con il carico perduto nel lago Erie il 20 ottobre del 1937, resta comunque un pericolo ambientale, economico ed un mistero che non sembra del tutto essersi schiarito.

    L’altro ieri, le squadre di salvataggio della Guardia Costiera hanno finito di pompare le sostanze pericolose, a base di petrolio, dalla chiatta Argo affondata sul fondo del lago Erie, a 13 metri di profondità, da quasi 80 anni. Il Lago Erie, dove si riflettono sull’acqua i grattacieli di Toledo, la città del Vetro "The Glass City", fa parte dei Grandi Laghi (Great Lakes).

    I funzionari federali che hanno sorvegliato l'operazione subacquea dicono che la chiatta non rappresenta più una minaccia ambientale.

    I subacquei hanno scoperto questa settimana che sei delle otto cisterne di carico già erano vuote, e si pensa che le sostanze a base di petrolio sono fuoriuscite lentamente nel corso degli anni dopo l’affondamento della chiatta.

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    La Guardia Costiera e la US Environmental Protection Agency, dopo avere constatato una piccola perdita lo scorso mese di ottobre che sembrava provenire dal cargo denominato Argo che affondò durante una tempesta nel primo mattino del 20 ottobre del 1937, hanno monitorato il sito vicino al confine Usa-Canada.

    La chiatta è uno degli 87 relitti descritti sul registro federale che risulta essere una delle minacce più gravi di inquinamento nelle acque degli Stati Uniti.

    “Un serbatoio di una sostanza torbida sconosciuta è stata pompata fuori negli ultimi giorni dalla chiatta e caricata su una chiatta vicina. Ulteriori test sono in programma per determinare la natura di questa sostanza e come sbarazzarsi di essa. Hanno fatto il tutto abbastanza velocemente e senza alcun danno per l'ambiente", ha detto il portavoce della Guardia Costiera tenente Mike Hart.

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    Documenti storici descrivono che la Argo trasportava sia benzolo che petrolio greggio, quando è andata giù. Un rapporto prodotto dal National Oceanic and Atmospheric Administration nel 2013, riferisce che trasportava circa 378.541 litri di prodotti a base di petrolio, anche se secondo un altro rapporto di notizie ha stimato che c'erano a bordo quasi 400.000 litri di petrolio greggio e 400.000 litri di benzene. Ma la “US Coast Guard” non ha potuto verificare l'entità reale dello sversamento della chiatta affondata.
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    Last Post by Filippo Foti il 5 Dec. 2015
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  4. Parigi Cop21 prima settimana di lavori

    By Filippo Foti il 6 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   22 Views
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    E’ l'uomo che deve adattarsi al clima o è quest’ultimo che deve essere adatto all'umanità? A Parigi redatta una prima bozza di compromesso per contenere il riscaldamento globale.



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    La prima settimana dei negoziati sul clima che si sta svolgendo a Parigi, sembra che segni una boccata di ossigeno per il nostro Pianeta, ormai in asfissia per l’evidente “crisi di astinenza di ossigeno”. E’ stato infatti redatto ieri una prima bozza di compromesso, 48 pagine in cui gli articoli, pur essendo molto generici, danno importanti indicazioni sulla soglia di contenimento del riscaldamento globale.


    L’art. 2 della bozza di compromesso tratta lo scopo dell’accordo, al fine di rafforzare la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico. Le parti convengono di adottare misure urgenti e rafforzare la cooperazione ed il sostegno in modo tale di mantenere l'aumento della temperatura media globale al di sotto di 1,5 ° C o al di sotto dei 2° C entro il 2100, ovvero rispetto all’era preindustriale, garantendo in tal modo la riduzione delle emissioni dei gas serra a livello globale.

    L’articolo mette in evidenza, tra l’altro, anche la necessità di aumentare la capacità dell’umanità di adattarsi agli effetti negativi dei cambiamenti climatici in modo tale da potere rispondere efficacemente agli impatti di perdite e danni. :o:

    La bozza di compromesso Onu sul clima, è stata consegnata dai negoziatori al ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, presidente della Conferenza Onu sul clima, per elaborare i diversi punti di controversia. Fabius ha dichiarato che ci sono le condizioni per arrivare entro il prossimo venerdì a dare ancora speranze di vita al Pianeta.

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    Laurent Fabius

    Ma noi ci chiediamo, considerando che un clima sul pianeta ci sarà sempre, non è scontato anche che ci sarà l’uomo! Ed anche: “ E’ l'uomo che si deve adattare al clima o è quest’ultimo che deve essere adatto all'umanità?” La conferenza vuole mantenere il clima tale da rendere possibile una vita anche all’uomo. Ma la vita di oggi, dove si vive a rischio inondazioni e di stagioni alterate, così come prima si conosceva, può essere compatibile con la sopravvivenza?

    Ed ancora, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), ne...

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Dec. 2015
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  5. COP21: una bozza di accordo in 7 punti ancora incompiuta

    By Filippo Foti il 10 Dec. 2015
    +1   -1    2 Comments   57 Views
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    A poche ore dalla chiusura ufficiale della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, una nuova bozza di accordo è stata presentata stasera dal Presidente della COP21 Laurent Fabius.


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    Ministri e negoziatori hanno lavorato tutta la notte su una versione "pulita" di 29 pagine, fatta ieri, che lascia aperte le principali divergenze su alcuni punti e quindi ancora si è lontani da un accordo generale "giuridicamente vincolante, ambizioso, equilibrato e sostenibile”, così come pretende la maggior parte dei negoziatori.

    Il mandato affidato ai negoziatori della COP21 è quello di raggiungere un consenso su un massimo di 2° C, soglia oltre la quale il cambiamento climatico diventa incontrollabile. Ma i paesi più vulnerabili, tra cui gli stati insulari minacciati dalla crescita del livello del mare, chiede che venga ridotta a 1,5° C.

    Nel progetto di accordo presentato ieri, tre opzioni sono ancora aperte: contengono l'aumento della temperatura media "sotto dei 2° C", "ben al di sotto dei 2° C" o "inferiore a 1,5° C ". Il livello dell'accordo di Parigi, sancito dall'articolo 2, è di fondamentale importanza, in quanto diventerà un obiettivo universale, adottato da tutti i paesi.

    Fin dall'inizio dei negoziati, il dibattito tra la presidenza della COP21 e i 195, è stato che "un accordo non può essere sviluppato diluendo le responsabilità storiche e mettendo inquinatori e vittime allo stesso livello", ha detto Javadekar Prakash, ministro indiano dell'Ambiente. I Paesi in via di sviluppo sostengono che la riduzione delle emissioni non ostacola la crescita economica. I paesi sviluppati, da parte loro, vorrebbero vedere i paesi emergenti contribuire finanziariamente, come ad esempio la Cina, che detiene il primo posto tra i paesi che emettono gas a effetto serra, e di altre potenze economiche emergenti come il Brasile e India.

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    La questione della differenziazione si riflette sui finanziamenti, compresi quelli ricevuti dai paesi più poveri, indispensabili per affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Anche in questo caso, molte questioni irrisolte sul come, ad esempio, riconoscere il sostegno finanziario dei paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo.

    Il finanziamento è un problema molto importante per i paesi più vulnerabili, che già soffrono gli effetti del riscaldamento. Alcune zone del pian...

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    Last Post by guidallacasa il 11 Dec. 2015
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  6. Terra bruciata nel 2100?

    By Filippo Foti il 11 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   68 Views
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    Mentre i leader mondiali sono impegnati con i colloqui sul clima a Parigi, la ricerca scientifica mostra che se non saranno fatti sforzi significativi per contrastare il cambiamento climatico, le temperature della superficie terrestre potrebbero aumentare in media di quasi 8°C entro il 2100.



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    Un tale aumento avrebbe un impatto devastante sulla vita sulla Terra, e potrebbe mettere miliardi di persone a rischio di temperature estreme, inondazioni, siccità regionali, e carenza di cibo.

    Lo studio ha calcolato che se il probabile aumento dei livelli atmosferici di gas ad effetto serra continuerà ai ritmi attuali, senza alcuna azione significativa adottata dai paesi di quasi tutto il Pianeta, dal 2100 le temperature terrestri globali potranno aumentare di 7.9° C, rispetto al 1750.

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    Una ricerca condotta presso l'Università di Edimburgo ha creato un semplice algoritmo per determinare i fattori chiave che modellano il cambiamento climatico e quindi hanno stimato il loro probabile impatto sulla terra e sul mare. Il metodo è più diretto e semplice di quello utilizzato dall'IPCC, che utilizza un sofisticato, ma meno evidente, modello di computer.

    Lo studio è stato basato sulle temperature storiche e dati sulle emissioni, ed è rappresentato dagli effetti dell'inquinamento atmosferico nel riflettere la luce solare indietro nello spazio ( qualcosa come il 30%), ed il tempo di risposta lenta del mare.

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    La luce del sole che colpisce la Terra è influenzata da diversi fattori:

    1) Latitudine e longitudine: la luce del sole colpisce la Terra in molti angoli;
    2) Stagioni: l'inclinazione della Terra;
    3)L’ora del giorno.

    Il 51% della radiazione solare che colpisce la terra e l'atmosfera è assorbito sulla superficie, il 19% è assorbita dall’atmosfera ed il 30% appunto è riflessa nello spazio.

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    Il professor Roy Thompson, dell'Università di Geoscienze di Edimburgo, esperto nella interpretazione dei cicli stagionali della CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio), che ha condotto lo studio, ha detto: "Le stime variano nel corso degli impatti dei cambiamenti climatici, ma ciò che è ormai chiaro è che i decisori politici hanno bisogno di prendere fermamente un'azione rapida per ridurre al minimo...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Dec. 2015
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  7. Monsanto e climate change

    By Filippo Foti il 11 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   40 Views
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    In un evento collaterale a Parigi durante COP 21, organizzato da World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), secondo Brett Begemann, presidente di Monsanto, l'agricoltura biologica “non è la soluzione più sostenibile”.



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    Lo dice con molta "convinzione" Brett Begemann, dichiarando che l’alta produttività agricola è la soluzione migliore per l'ambiente e la sostenibilità, una posizione criticata da molti ambientalisti ai colloqui di clima a Parigi.

    Monsanto, leader nel settore delle sementi geneticamente modificate - conosciuti anche come organismi geneticamente modificati (OGM) - partecipa ai colloqui sul clima a Parigi. Nonostante la sua reputazione nei media, la società dice che vuole combattere i cambiamenti climatici.

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    Brett Begemann

    La multinazionale ha annunciato la sua intenzione di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2021. A tal fine, la società ritiene importante l'uso delle biotecnologie per creare semi resistenti al clima insieme a strumenti per assorbire più carbonio nel suolo.

    Ma la strategia della Monsanto non riesce a convincere molte ONG e attivisti verdi. Più di 350 gruppi della società civile sostengono che la società sta cercando di dirottare i negoziati di Parigi, con false soluzioni green.

    All'interno dei negoziati sul clima la scorsa settimana la Monsanto è stata gratificata, nonostante la sua storia del contributo alla destabilizzazione dell’agricoltura sostenibile e della sicurezza alimentare di milioni di persone. Mercoledì della scorsa settimana a COP21, Monsanto Co. ha annunciato la sua intenzione di mirare a raggiungere la "neutralità di carbonio” per tutte le operazioni entro il 2021.

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    Prima di tutto, molti gruppi della società civile hanno problemi con il linguaggio di "neutralità di carbonio " ed " Zero emissioni di CO2 ", perché non vuol dire realmente zero emissioni. Significa semplicemente l'acquisto di carbonio-offset da qualche altra parte. Spesso questi crediti di compensazione sono legati a progetti ambientali che non rispettano i diritti umani delle persone che vivono nella comunità in cui viene attuato il progetto.

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Dec. 2015
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  8. Al Museo :-)

    AvatarBy Michele Bisceglia il 12 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   6 Views
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    Un carabiniere in pensione... ha avuto un lavoro come guardia in un museo. Dopo un paio di giorni lo chiama il capo e gli dice:
    - Non siamo contenti del tuo lavoro.
    - Ma cosa volete da me? Lavoro qui da tre giorni e ho già venduto 2 quadri di Picasso.
    Last Post by Michele Bisceglia il 12 Dec. 2015
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  9. Più consensi che critiche dopo il summit di Parigi

    By Filippo Foti il 13 Dec. 2015
    +1   -1    1 Comments   39 Views
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    Il cambiamento climatico può diventare il grande unificatore per una possibile convivenza pacifica e costruttiva di tutti i popoli.

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    Riconoscibili alla destra di Francois Hollande : Ban Ki – Moon, Christiana Figueres e Ségolène Royal.

    Le nostre differenze politiche, culturali, religiose devono fare posto ad una possibile convivenza tra i popoli, in modo che si possa lavorare insieme per salvare la vita del pianeta e di noi stessi. Il cambiamento climatico può diventare dunque un grande unificatore, per ridurre ad una unità elementi diversi.

    Il risultato di COP21 potrebbe, o meglio può segnare un cammino verso un inarrestabile processo di unificazione dei popoli della terra provocato dalla caduta delle barriere fisico-geografiche. Ciò può comportare, come del resto già succede, l’affermarsi di tendenze particolaristiche e spinte settoriali e corporative, che però fanno parte di questo mondo da sempre.

    Le ambizioni che covavano dentro l’animo di molti rappresentanti a COP21, soprattutto quelle dei paesi più svantaggiati, sono state soddisfatte, anche se ancora non si può sapere cosa riserverà il futuro, per chi ci sarà dopo di noi, considerando che per alcuni paesi che hanno promesso, sappiamo che sarà dura mantenere le promesse fatte a Parigi.

    Comunque un fatto è certo: in questo particolare momento di paure e condizionamenti, l’Europa diventa più forte e meno deboli diventano i paesi più vulnerabili.

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    Alcuni commenti:

    Ecco il giudizio dell’editorialista George Monbiot del “The Guardian”: “In confronto a quello che sarebbe potuto essere, è un miracolo. In confronto a quello che sarebbe dovuto essere, è un disastro”.
    Sarebbe potuto, o avrebbe potuto? Questo dubbio lessicale auspichiamo venga comunque risolto a favore della Terra per salvare ciò che ancora è salvabile del pianeta!

    George Monbiot del The Guardian
    George Monbiot

    All'interno della forma stretta entro cui i colloqui hanno avuto luogo, il progetto di accordo sul clima delle Nazioni Unite a Parigi è un grande successo, anche se ancora è in attesa di adozione formale. Ma è limite di 1,5° C del riscaldamento globale a cui si aspira, dopo il rifiuto di questa esigenza per tanti anni, che può essere visto all'interno di COP21 come una clamorosa vittoria.

    Anche se negoziato in buona fede...

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    Last Post by guidallacasa il 18 Dec. 2015
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  10. Blue Economy e sostenibilità

    By Filippo Foti il 15 Dec. 2015
    +1   -1    0 Comments   71 Views
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    La crescita blu, per uno stile di vita e di rispetto per il clima, l’ambiente ed il mare.



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    L'idea della "economia blu" o "crescita blu", considerando i legami esistenti tra economia blu ed economia verde, è diventata sinonimo di "greening", ovvero uno stile di vita e di rispetto per il clima e l’ambiente, in cui ci possa essere un allineamento migliore tra economia, crescita e salute del mare.

    La blue economy prende ispirazione proprio dal funzionamento degli ecosistemi naturali dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato all’interno di un processo “a cascata” che trasforma i rifiuti di un ciclo in materie prime in un altro ciclo. “Ci renderemo conto prima o poi che il problema da risolvere non è quello di generare meno scarti, bensì di non sprecare gli scarti prodotti”, afferma Gunter Pauli, il fondatore della blue economy, invitandoci a guardare le cose da una nuova prospettiva.

    Gli oceani, i mari, e le zone costiere sono i più grandi ecosistemi del pianeta ed una parte preziosa del nostro patrimonio naturale e sono anche di vitale importanza per la sussistenza e la sicurezza alimentare e la prosperità economica di miliardi di persone nella maggior parte dei paesi in tutto il mondo.

    La capacità degli ambienti marini a fornire posti di lavoro e dare nutrimento nel lungo termine, tuttavia, sono minacciati da approcci di sviluppo che sono frammentati, scoordinati, e spesso in conflitto con ciò che ci dice la scienza.

    Fortunatamente, molti governi, organizzazioni e comunità, sia dei paesi sviluppati che di quelli in via di sviluppo, stanno diventando consapevoli della necessità di un più coerente, integrato ed equo, approccio scientifico della gestione economica e dello sviluppo degli oceani.

    L'umanità ormai comprende sempre di più che siamo parte integrante dell’ecosistema marino, e che dobbiamo pianificare e realizzare la nostra attività economica con cura, bilanciando il normale desiderio di migliorare la nostra vita con la necessità indispensabile di sostenere la salute dell'ecosistema.

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    Per guidare la Blue Economy in una direzione sostenibile, è necessaria una leadership attiva, sia nel settore pubblico che in quello privato. Questo include il mantenimento degli impegni già assunti, a livello globale, nazionale, regionale e locale.

    Una economia blu sostenibile è un'economia marina che fornisce benefici sociali ed economici per le generazioni attuali e future, e che contribuisce alla ...

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    Last Post by Filippo Foti il 15 Dec. 2015
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