PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Gli squali sono intelligenti!?

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 1 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   2,852 Views
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    Il comportamento degli squali, le loro connessioni sociali e le sorprendenti novità su questo pesce di cui si ha tanta paura, ma che poi infondo attacca raramente l’uomo ed uccide molto meno di altri animali, uomo compreso.


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    Che gli squali siano degli animali sociali è noto da tempo. Uno studio recente di David Jacoby, dell’Istituto di Zoologia di Londra, pubblicato sulla rivista scientifica peer review, “Behavioral Ecology and Sociobiology”, che studia il comportamento animale a livello dei singoli e nella popolazione e comunità, ha messo in luce alcuni aspetti interessanti del pescecane.

    Questi comportamenti degli squali (Carcharodon carcharias) e le loro connessioni sociali mettono in risalto anche la loro intelligenza, vediamo perché.

    Ogni anno, su centinaia di milioni di persone che nuotano negli oceani solo 65, in media, vengono attaccate da squali, di cui solo quattro attacchi risultano fatali. Gli esseri umani uccidono invece circa 100 milioni di squali, la stragrande maggioranza, circa 73 milioni, uccisi per cucinare la zuppa con le loro pinne. Praticamente l’uomo uccide un squalo 25 milioni di volte prima che uno squalo uccida un essere umano.

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    Incredibile, ma vero, pensate alla placida mucca, ebbene questo animale uccide, se non più, almeno come gli squali che, nell’immaginario collettivo, hanno la fama di feroci assassini. Così l'idea che gli squali sono strumenti di omicidio, è un po’ difficile da digerire. Più verosimile, anche se paradossale in questo contesto, è invece il dovere constatare che sono proprio gli esseri umani ad essere macchine di morte.

    Ma entriamo subito in argomento: gli squali sono in grado di assumere comportamenti tali da presumere in loro un buon grado d’intelligenza, di amore od altri sentimenti? Oliver Duff, redattore di “The Independent”, membro della “Royal Geographical Society” ed un subacqueo e surfista appassionato, pensa che probabilmente lo sono.

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    Oliver Duff



    Questa volta non riportiamo lo studio di un ricercatore, come facciamo spesso, ma il pensiero di un uomo che ha “toccato con mano” la vita degli squali (Nel video sotto potete ve...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Feb. 2015
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  2. Great Barrier Reef Queensland in Australia a rischio

    By Filippo Foti il 2 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   127 Views
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    Un nuovo studio suggerisce che la “Great Barrier Reef”, la grande barriera corallina al largo del Queensland, una regione dell'Australia, potrebbe scomparire entro la fine del secolo.


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    Brisbane protesta contro dragaggio nella Grande Barriera Corallina. Pic: Stephen Hass (Flickr CC)


    La Grande Barriera Corallina, Patrimonio dell'Umanità nel 1981, una delle sette meraviglie del mondo, si trova ad affrontare gravi minacce dovute al cambiamento climatico, ed il progetto di espansione di ricerca di carbone della “Carmichael Mine”, nel nord del Queensland, peggiorerà la situazione. Questo sito potrebbe diventare la più grande miniera di carbone in Australia con una produzione di circa 70 milioni di tonnellate l'anno.
    Il sito è situato nella zona occidentale del Queensland, precisamente nel bacino geologico Galilee, risalente al Permiano, ed andrà avanti nonostante gli avvertimenti che il carbone trasportato dal sito minerario al porto Abbot Point, può produrre danni irreparabili alla Grande Barriera Corallina.

    Progetto GVK Hancock's Galilee Basin.


    Un nuovo studio scientifico suggerisce che la barriera possa essere distrutta da cambiamenti ambientali prima della fine del secolo. Il “Commonwealth Scientific Industrial Research Organisation” (CSIRO) ed il “Bureau of Meteorology” , prevedono che l'Australia sarà colpita duramente dal cambiamento climatico, come le temperature saliranno fino a 5.1°C a partire dal 2090. Gli scienziati, nell'ambito del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), hanno concordato un limite di 2 °C per evitare una catastrofe alla Terra.
    Proprio la settimana scorsa CSIRO e il Bureau of Meteorology, con circa 40 modelli climatici globali studiati, ha dichiarato che l'Australia ha il riscaldamento del clima di un tasso maggiore rispetto al resto del mondo.

    Scelte disastrose per la Grande Barriera Corallina

    Kevin Hennessy, scienziato del “Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation” (CSIRO) - l'agenzia del governo federale per la ricerca scientifica in Australia - autore principale della ricerca, ha detto che l'interno del paese sarà più colpito, ma una delle trasformazioni più drammatich...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Feb. 2015
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  3. Livelli crescenti di mercurio possono danneggiare i pesci

    By Filippo Foti il 4 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   43 Views
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    L'inquinamento da mercurio nel mare e i suoi effetti tossicologici sulla megafauna. Tra gli altri, squali, razze, mammiferi marini e tartarughe a rischio di estinzione.


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    La contaminazione da mercurio dei pesci dell'oceano è un problema molto grave. Secondo un nuovo studio di Paul Drevnick, dell’Università del Michigan, la concentrazione di mercurio nel tonno pinna gialla, pescato vicino alle Hawaii, sta aumentando ad un tasso del 3,8% annuo.

    Il mercurio è una potente tossina che si può accumulare ad alte concentrazioni nel pesce, e che presenta un rischio per la salute delle persone che mangiano grandi pesci predatori marini come il pesce spada e il tonno.

    I dati che emergono dalla ricerca, suggeriscono che i livelli di mercurio nel mare sono in aumento a causa delle attività umane, in particolare le emissioni delle centrali elettriche a carbone. Se le emissioni di mercurio in atmosfera continuano ad aumentare, la concentrazione nelle acque al largo della North Pacific potrebbero raddoppiare entro il 2050.

    Hg Fish Cycle


    Per decenni, gli scienziati hanno aspettato di vedere se i livelli di mercurio nel pesce in mare aperto aumentasse in risposta alle crescenti concentrazioni atmosferiche, ma le prove per questa ipotesi è stato difficile da trovarle. In effetti, alcuni studi hanno suggerito che non vi è stato alcun cambiamento nella concentrazione di mercurio nei pesci nell'oceano.

    Paul E Drevnick
    Paul Drevnick


    Tuttavia, con la compilazione ed una nuova analisi di tre rapporti pubblicati in precedenza sul tonno albacora catturato vicino alle Hawaii, Paul Drevnick assistito da due colleghi, Carl H. Lamborg e Martin J. Horgan, ha scoperto che la concentrazione di mercurio in quella specie è aumentata almeno del 3,8 per cento dall'anno 1998 al 2008.

    "I livelli di mercurio sono in aumento a livello globale nelle acque degli oceani, e il nostro studio è il primo a mostrare un conseguente aumento di mercurio in un pesce nel mare aperto. Sono pertanto necessarie politiche più severe per ridurre le emissioni di mercurio in atmosfera. Se i tassi di deposizione correnti vengo...

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    Last Post by Filippo Foti il 4 Feb. 2015
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  4. Mare Mediterraneo: sale o scende, questo è l’enigma

    By Filippo Foti il 6 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   464 Views
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    Scienziati, mettetevi d’accordo! Il livello del mare nel Mediterraneo sta salendo o scendendo, ovvero sono valide entrambe le teorie?


    8
    Stretto di Gibilterra


    Proprio lo scorso novembre una nota Ansa, sempre molto misurata ad accertare e diffondere notizie, riportava, tra l’altro: “Nuovo allarme sull'innalzamento del livello del Mediterraneo: secondo una nuova banca dati sviluppata dall'università spagnola di Cantabria, tra il 1989 e il 2009 la marea meteorologica sarebbe aumentata ogni anno di oltre 1 millimetro in diverse aree del Mare Nostrum. Il mare si è innalzato anche nell'Atlantico, ma con un ritmo inferiore: meno di 0,5 millimetri all'anno. "La marea meteorologica - ha spiegato Alba Cid, autore principale dello studio - è la variazione del livello del mare che deriva dai cambiamenti atmosferici o, più precisamente, dai cambiamenti nella pressione atmosfera e nel vento sulla superficie marina".

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    Ci piace ricordare che nel 1954, Engineer's Dreams, il libro di Willy Ley, riaprì una discussione su un progetto chiamato Atlantropa o Paneuropa. Nato negli anni venti per merito dell’ingegnere tedesco Herman Sörgel, l’idea era quella di sbarrare lo stretto di Gibilterra con una diga larga 550 metri e lunga 35 km. In tal modo il Mediterraneo sarebbe sceso al ritmo di circa un metro e mezzo l'anno fino ad attestarsi a circa meno 200 metri, trasformandosi in un grande lago salato. Oltre 5 milioni di anni fa il Mediterraneo era completamente asciutto.

    Ovviamente altre dighe dovevano costruirsi nel Mediterraneo per completare il progetto, con la Sicilia che sarebbe diventata un tutt’uno col resto della penisola, la Sardegna e la Corsica che si sarebbero unite in una sola, Venezia che sarebbe stata messa al sicuro dal ritiro del mare. Ma, per realizzare il progetto, erano necessarie altre dighe nel canale di Suez, nel Bosforo e tra la Sicilia e la Tunisia.

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    Ovviamente altre dighe si sarebbero dovute costruire nel Mediterraneo per completare il progetto e, come da rappresentazione grafica, la Sicilia ed il resto del continente sarebbero rimaste quasi unite dalle terre emerse, e Sardegn...

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Feb. 2015
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  5. AIS & Virtual Watch Room: Le “sentinelle” di oceani e mari

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 7 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   53 Views
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    Automatic Identification System (AIS) e Virtual Watch Room per la sicurezza della circolazione delle navi e l’identificazione di attività sospette sui mari ed oceani.



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    La maggior parte del pesce che viene consumato nel mondo arriva da oceani e mari lontani, e molto di questo proviene dalla pesca illegale ovvero da pescherecci che ignorano i limiti di cattura, o da pesca in zone vietate.

    E ciò che molte persone non sanno, è che molto di questo pesce, miliardi di euro ogni anno, viene catturato illegalmente, per esempio, in zone protette, o da popolazioni sovra sfruttate. Il monitoraggio del commercio illegale è un incubo. I pesci possono essere catturati da un peschereccio coreano, spediti ad un impianto di imballaggio cinese e venduti ad un distributore in Canada, prima di arrivare in Europa o negli Stati Uniti.

    Ma ora c'è un nuovo modo di monitorare, in alto mare, il commercio del pesce dal suo inizio, guardando dallo spazio i pescherecci, anche quelli camuffati da nave, ad esempio passeggeri.

    Nessuno sapeva prima che gran parte della pesca è illegale, anche perchè gli oceani sono troppo grandi per essere controllati. Ora però si sta sviluppando questa tecnologia satellitare e già sono stati identificati alcuni "furbetti". Infatti i satelliti dal cielo possono ora osservare tutto, anche le immense distese oceaniche ed il traffico navale.

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    I pescherecci che sono abituati alla pesca illegale ora devono fare i conti con questa nuova tecnologia che fornisce immagini satellitari in tempo reale e ciò può cambiare il nostro rapporto con il mondo che ci circonda.

    Su cinque pesci pescati nei nostri oceani ogni anno, uno di certo è frutto di pesca illegale. Ciò è possibile in quanto in un dato momento, ci sono più di 120.000 navi che saccheggiano le acque territoriali dei paesi poveri e gli angoli più remoti del mare, dove nessuno li sta guardando. Questi 23,5 miliardi circa di dollari, che corrisponde al valore di pesce pescato, non è registrato e spinge le popolazioni costiere vicino al collasso più di quanto i governi stessi si rendono conto.

    Un nuovo progetto potrebbe finalmente dare ai governi ed ai consumatori il sopravvento nella lotta contro il boom del mercato nero del commercio del pesce. Questo progetto conosciuto come “Eyes on the Seas “, ovvero “Occhi sui mari”, per mezzo di una piattaforma tecnologica, rileva e sfida le operazioni di pesca illegale ovu...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Feb. 2015
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  6. La costa romagnola inondata da terra e da mare

    By Filippo Foti il 7 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   39 Views
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    Maltempo, scoppia l’emergenza: esondazioni e allagamenti, agricoltura in ginocchio e mareggiate con valori storici.


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    Studio del prof. Ortolani



    Alcuni titoli apparsi sugli organi di stampa in queste ore:

    - Ondata di maltempo: agricoltura in ginocchio. Gravi danni alle colture, a rischio i raccolti;

    - Legambiente: Allagamenti in tutta la Romagna, serve un piano straordinario di difesa della costa;

    - Sei Lidi ravennati su 9 sono finiti sott'acqua - 400 le persone sfollate - Sparite le dune ;

    - In Romagna sono caduti circa 40-50 millimetri di pioggia e si sono avute mareggiate con valori storici, picchi d’onda di 4,37 metri e picchi d’altezza del mare a Porto Corsini di 1,20 metri;

    - Summit a Ravenna sul maltempo: la prima conta dei danni e la richiesta dello stato di emergenza;

    - Gentilini (Osservatorio Torricelli): a Faenza in 3 giorni sono caduti 180 mm di acqua;

    - Per Legambiente i fatti confermano la fragilità delle aree fronte mare. Occorre concentrare i soldi su progetti utili e fermare attività potenzialmente dannose come le estrazioni di metano.

    Fin qui, uno stralcio veloce di titoli di giornali.

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    Franco Ortolani



    Ecco cosa scrive sul suo diario di Facebook l’esperto geologo prof. Franco Ortolani:

    La costa romagnola inondata da terra e da mare.

    "Forte vento da nordest, condizioni di acqua marina alta, sopralzo sotto costa e significativa marea astronomica hanno causato il sollevamento di oltre 1 metro del livello marino durante le alte maree. Le abbondanti precipitazioni piovose hanno causato piene nei corsi d'acqua che non sono riusciti a smaltire adeguatamente le acque in mare. Le inondazioni sono state inevitabili."

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    Inevitabili...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Feb. 2015
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  7. Novellame di pesce azzurro, una prelibatezza che può costare cara.

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 8 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   21,110 Views
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    La pesca del novellame di pesce azzurro è, in questo periodo dell’anno, un forte richiamo per i pescatori che, pur sapendo delle pesanti sanzioni cui vanno incontro, non sanno resistere alle forti richieste di chi lo definisce “l'oro bianco del mare”.



    Il novellame di pesce azzurro è tipico del Mar Mediterraneo. Le regioni in Italia dove i bianchetti sono patrimonio delle proprie tradizioni culinarie e gastronomiche sono soprattutto la Liguria, nella zona delle Cinque Terre, la Calabria e la Sicilia.

    Al sud della penisola si rispolverano le reti a circuizione, denominate sciabiche, formate da due lunghi lati di rete che confluiscono in un piccolo sacco a maglie molto fitte (1-2 mm). Esse per lo più si notano sotto costa pescare questo novellame che generalmente viene venduto direttamente sulle spiagge, in quanto è non solo vietato pescarlo quanto soprattutto esporlo in vendita nelle pescherie.

    I pescatori che fanno uso della sciabica, se vengono sorpresi a pescare dalle motovedette della Guardia Costiera, subiscono il sequestro delle reti e gli vengono contestati verbali amministrativi con sanzioni molto pesanti.

    Una eccezionale pesca con la sciabica.

    In questi primi tre mesi dell’anno (i bianchetti di sardina si pescano a partire da gennaio, ma si tratta di un prodotto tipicamente estivo) ci sono controlli sia in mare che in terra, anche con l’ausilio di elicotteri che comunicano via radio eventuali trasgressori in mare alle unità delle Capitanerie di Porto. Vengono sanzionati i pescatori abusivi come anche gli esercizi commerciali ed i consumatori che, secondo le nuove disposizioni dei legge, acquistando il novellame di pesce in genere, incorrono in sanzioni penali. Ciò deve costituire un deterrente sia per i pescatori, sia per i consumatori che acquistando specie ittiche di dimensioni inferiori a quelle consentite, contribuiscono ad arrecare un grande danno agli stock ittici che non riescono a rigenerarsi

    Il novellame di pesce azzurro in Italia viene chiamato in diversi modi:

    Col nome di neonata o nunnata i pescatori siciliani indicano il pesce dalle dimensioni che si attestano al massimo sui 2-3 cm. In Sicilia si distinguono cinque tipi di neonata: quella di sarda, di alici, di alaccia, la nunnata di luvaru e il cicirieddu. In grandi quantità si pesca la neonata di sarda e quella di alici, e quella più rara di luvaru (o Pagello). Quella di sarda e quella di alici si pesca in inverno, la neonata di luvaru in estate.

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    Last Post by Filippo Foti il 8 Feb. 2015
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  8. Nuotate ardite nell’oceano ghiacciato di Lewis Pugh

    By Filippo Foti il 10 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   34 Views
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    Gordon Pugh William, detto “orso polare umano” di nazionalità britannica, nuoterà cinque volte e con diversi itinerari nelle acque più fredde del pianeta, nei luoghi dove spera di sensibilizzare le istituzioni per creare un'area marina protetta nel Mare di Ross nell'Oceano Antartico, l'oceano più isolato ed incontaminato sulla Terra.

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    Lewis Pugh ama definirsi un difensore degli oceani fin da quando era un bambino. Ha nuotato in ecosistemi vulnerabili, per richiamare l'attenzione dell'impatto delle nostre azioni sui nostri oceani. Ha visto enormi blocchi di ghiaccio scivolare fuori dai ghiacciai artici, ha nuotato sopra coralli sbiancati uccisi dalle temperature del mare in aumento, e sulle ossa di balene cacciate al limite dell'estinzione.

    Pugh ha visitato i laghi alti in Himalaya dove una volta c'era solo ghiaccio ed ha visto l’inquinamento di plastica nelle parti più remote degli oceani, a centinaia di chilometri di distanza da insediamenti umani.

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    Gordon Pugh William



    Sogna gli oceani brulicanti di vita, pieni di delfini e balene, di pinguini ed uccelli marini, tartarughe e mante. Crede che ci sono ancora margini per ripristinare la salute degli oceani. Lui ci prova a sensibilizzare con le sue imprese chi poi è preposto a garantire il futuro dei nostri oceani.
    L'area marina protetta nel Mare di Ross, che lui sogna, sarebbe la più grande riserva marina sulla Terra, più grande della Gran Bretagna, Germania e Francia messe insieme e diventerebbe la più grande riserva marina sul pianeta, più grande della Gran Bretagna, Germania e Francia messe insieme.

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    Gordon Pugh William



    "Sono preoccupato, ma cerco di non pensarci troppo", ha detto il 45 enne ambientalista ed ardito nuotatore. Non si può respirare quando ci si immerge, lo shock lascia "senza fiato". E' abbastanza facile all’inizio farsi prendere dal panico e restare appunto senza fiato. Ma basta però iniziare a nuotare ...

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    Last Post by Filippo Foti il 10 Feb. 2015
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  9. Global Warming e vulcani sottomarini: ci mancavano pure loro!

    By Filippo Foti il 11 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   67 Views
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    I vulcani sottomarini preferiscono "esibirsi" la prima metà dell’anno solare con eruzioni quasi esclusivamente fra i mesi di gennaio e luglio potendo svolgere un ruolo più grande di quanto si pensa nell'influenzare il cambiamento climatico.


    Vatnajokull Eruption


    Si è sempre pensato che le eruzioni dei vulcani sottomarini fossero lente, pur se costanti, e che il loro impatto sul ciclo del clima della Terra, spesso ignorato dalla scienza, avesse una piccola influenza.
    A dire il vero gli scienziati hanno già da tempo ipotizzato che i vulcanici terrestri, con l’emissione di enormi quantità di anidride carbonica, possono influenzare il clima, ma nulla c’era di certo sul contributo dei vulcani sottomarini per l’innalzamento dei valori dell’anidride carbonica sul pianeta.

    La nuova ricerca, il cui studio è apparso di recente sulla prestigiosa rivista “Geophysical Research Letters”, suggerisce invece che le attività vulcaniche sottomarine potrebbero potenzialmente influenzare il cambiamento climatico; venendosi a sommare con l'impatto dell'uomo sui cambiamenti climatici.

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    L'autore dello studio, il geofisico marino Maya Tolstoy, della Columbia University Lamont-Doherty Earth Observatory, mira a determinare la frequenza delle eruzioni dei vulcani sottomarini e qual è il meccanismo che le innesca. Ebbene, Tolstoy ha scoperto che il vulcanismo sul nostro pianeta è associato ai cambiamenti nel modo in cui la Terra si muove intorno al Sole ogni 100.000 anni; cambiamenti che provocano ere glaciali e periodi caldi e che riguardano l'innalzamento del livello globale del mare.


    Maya Tolstoy, si interessa tra l'altro di terremoti del fondo marino e dell tecniche in continua evoluzione per il loro studio. Ha partecipato a 30 spedizioni di ricerca per esplorare e vedere come cambia il paesaggio sottomarino del pianeta. La Tolstoj è stato citata nel 2005 nel documentario di James Cameron, Aliens of the Deep.

    tolstoy



    Ha altresì rilevato che le eruzioni sottomarine non sono state incluse, finora, come fattore important...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Feb. 2015
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  10. Gamaliel Garcia, un sindaco delle Filippine, considera i delfini “parassiti” del mare

    By Filippo Foti il 11 Feb. 2015
    +1   -1    0 Comments   138 Views
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    Per Nelson Gamaliel F. Garcia, sindaco di Dumanjug in provincia di Cebu nelle Filippine, l'uomo ha il dominio sul mare, i pesci, gli uccelli, gli animali, e li deve soggiogare. Questo è l'ordine di Dio scritto sulla Bibbia.

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    Stretto di Tañon



    Nel 1958, la Cina che stava già dando da qualche anno timidi segnali di progresso, e voleva lasciarsi alle spalle l’agricoltura per trasformarsi in una fiorente civiltà industriale, per comando dell’allora leader cinese Mao Zedong, avviò una campagna per lo sterminio di molti parassiti, tra cui zanzare, mosche, topi, e passeri.

    pc 1958 025




    Questo brutale provvedimento coinvolse praticamente ogni aspetto della vita cinese, e secondo l'attivista ambientale Dai Qing, Mao non sapeva nulla di animali e non voleva discutere il suo piano o ascoltare gli esperti. Il provvedimento si rivelò molto sfortunato in quanto il regno animale, risultò tutt'altro che immune a quella iniziativa, che alla fine portò alla catastrofe.

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    Per eseguire questa operazione, i cittadini cinesi furono mobilitati in massa per sradicare gli uccelli distruggendo i nidi. Però, senza i passeri per frenare la popolazione di insetti, i raccolti furono decimati e di conseguenza, le rese agricole quell'anno furono disastrosamente basse. La produzione di riso, in particolare, fu la più duramente colpita.

    Su consiglio della Accademia Cinese delle Scienze, Mao dichiarò lo stop, sostituendo gli uccelli con le cimici e le cose andarono così male che il governo cinese iniziò ad importare passeri dall'Unione Sovietica.

    Grande campagna dello sterminio dei passeri in Cina del 1957.



    Mentre molte persone al giorno d'oggi considererebbero la manomissione così radicale all'ecosistema come idea scandalosamente irresponsabile, a quei tempi in Cina apparve come una buona idea.


    ...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Feb. 2015
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