PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Il cambiamento climatico non è un problema futuro è qui e ora per tutti noi
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    Gli effetti del riscaldamento globale causato dall'uomo si stanno verificando ora, sono irreversibili sulla scala temporale delle persone in vita oggi e peggioreranno nei decenni a venire.


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    Abbiamo ancora la possibilità di creare un futuro più sicuro e sostenibile? Però, la connessione tra gli esseri umani e tutta la vita su Madre Terra richiede equilibrio, sinergia, interconnessione e interdipendenza.

    Il nostro pianeta, ci piace chiamarlo “Madre Terra”, ha bisogno di noi per continuare la sua esistenza, non foss’altro per smettere di distruggerla! Tuttavia, se qualcuno dei nostri rapporti naturali venisse a mancare, ovvero ci trasferissimo ipoteticamente sul tanto decantato, non sopravviveremmo perché abbiamo bisogno di ciascuno di loro. Dipendiamo da questi rapporti naturali per la nostra vita, eppure tutta la creazione (tranne gli esseri umani) non ha affatto bisogno di noi. La connessione tra gli esseri umani e tutta la vita su Madre Terra richiede equilibrio, sinergia, interconnessione e interdipendenza.

    Comunque, questa mancata visione olistica di ricercatori, giornalisti e soprattutto di decisori politici manifestatasi negli ultimi decenni, ora sta cambiando passo; e se non lo si deve al risveglio delle coscienze probabilmente è dovuto al fatto che la triste realtà in cui siamo immersi ci “costringe” a ragionare. Questa delicata situazione si sta manifestando in modo acuto da quando la crisi climatica e il degrado ambientale stanno provocando i disastri recenti.

    Madre Terra ha bisogno che gli esseri umani l’aiutino e smettano di prendere più di quello di cui abbiamo bisogno per fare soldi e ottenere privilegi in un sistema ineguale. L'anno scorso, la pandemia globale ha dimostrato che quando gli esseri umani non sono in giro per il mondo, le nostre relazioni - piante, animali, alberi, pesci, uccelli, insetti e acqua - iniziano a tornare al loro equilibrio. Questa è la storia che Madre Terra, cerca di raccontarci da decenni. Gli esseri umani devono equilibrarsi nei loro aspetti fisici, emotivi, spirituali, mentali e sociali come individui, in relazione alle loro famiglie, alle loro comunità ed ai loro Paesi.

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    Martedì 31 marzo 2020, alcune capre in una città del Galles settentrionale approfittano delle strade tranquille.


    Gli esseri umani sembra che ora si muovano verso questo equilibrio attraverso la consapevolezza della loro interdipendenza e interconnessione con tutto ciò che è nella creazione come una relazione sinergica che fluisce e rifluisce giorno ...

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    Last Post by Filippo Foti il 20 July 2022
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  2. Giornata Mondiale degli Oceani, più di un tema è un ammonimento!
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    L' 8 giugno scorso è stata celebrata la ricorrenza della Giornata Mondiale degli Oceani, il cui tema/ammonimento di quest'anno è "Azione collettiva per rivitalizzare l'oceano".


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    Il concetto di Giornata Mondiale degli Oceani è stato proposto per la prima volta nel 1992 all'Earth Summit di Rio de Janeiro come un modo per celebrare l'oceano ed il nostro legame con il mare, nonché per aumentare la consapevolezza sul ruolo cruciale che l'oceano svolge nelle nostre vite e gli importanti modi con cui le persone possono contribuire a proteggerlo. Nel 2008, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato l'8 giugno Giornata mondiale degli oceani e, nonostante la continua cooperazione internazionale in materia di ricerca e conservazione degli oceani, ciò non è sufficiente. In quanto il problema richiede una cooperazione internazionale sempre più stretta.

    Pur coprendo più del 70 per cento del pianeta, il vasto oceano non è illimitato e non solo ospita la maggior parte delle creature, ma regolano il clima, produce ossigeno, fornisce risorse alimentari ed altro ancora. Purtroppo, però, l'innalzamento del livello del mare, lo sbiancamento dei coralli, il declino delle specie e così via significano che gli oceani sono seriamente minacciati.

    Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ogni anno, almeno 14 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani costituendo l'80% di tutti i detriti marini trovati dalle acque superficiali ai sedimenti di acque profonde. Bottiglie, borse, imballaggi per alimenti, tazzine da caffè e cannucce: un'enorme quantità di plastica non viene riciclata adeguatamente e finisce in mare. Gli impatti più visibili dei detriti di plastica sono l'ingestione, il soffocamento e l'intrappolamento di centinaia di specie marine. L'inquinamento da plastica minaccia la salute delle specie marine, la sicurezza alimentare e la salute umana.

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    La pesca eccessiva sta minacciando la sicurezza alimentare per le persone distruggendo gli ecosistemi oceanici a livello globale. Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in mezzo secolo il numero di stock eccessivamente sfruttato a livello globale è triplicato e ben un terzo della pesca valutata nel mondo viene spinta oltre i propri limiti biologici. La pesca eccessiva è strettamente legata alle catture accessorie – la cattura di vita marina indesiderata durante la pesca di una specie diversa – che è una grave minaccia marina che ca...

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    Last Post by Filippo Foti il 9 June 2022
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  3. Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico: Dio, salvaci tu!
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    Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico, una contingenza di eventi che considerati singolarmente, già di per sé sono catastrofici, ma quando combinati, i risultati possono portare ad una ecatombe dell’umanità.


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    La guerra in Ucraina che sta portando ad una migrazione forzata è diventata per molti Paesi una delle principali preoccupazioni poiché oltre due milioni di ucraini si sono già trasferiti nel territorio dell'UE. Si teme che il numero dei profughi possa raggiungere i cinque milioni. Sebbene il petrolio e il gas russi siano ancora al di fuori del regime sanzionatorio dell'Occidente - la Cina si oppone con risolutezza ad ogni forma di sanzioni unilaterali e restrizioni imposte dagli USA - l'incertezza sulla fornitura ha già fatto aumentare i prezzi dell'energia in tutto il mondo.

    L'Ucraina, rappresentando “il granaio dell'Europa”, aumenta il timore che la guerra possa portare a una crisi alimentare globale. Inoltre, a dir poco, la triste situazione ha riportato l'alto rischio di una guerra nucleare o l'uso di bombe sporche dopo diversi decenni.

    Durante il frastuono dei media su tutte queste minacce e rischi emergenti, il mondo sembra aver dimenticato che la vita stessa del pianeta è in pericolo a causa del cambiamento climatico senza precedenti. C'era l'auspicio che, con l'approssimarsi della fine della pandemia di Covid-19, il mondo avrebbe rimesso gli occhi sul cambiamento climatico, ma la situazione in Ucraina ha smentito questa speranza.

    LA FINESTRA PER SCONGIURARE GLI EFFETTI DEVASTANTI DEL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA SI STA RESTRINGENDO


    A causa della totale attenzione dei media globali sull'Ucraina, quasi nessuno si è accorto quando, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ovvero (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ha pubblicato la sua ultima valutazione sulla situazione climatica il 28 febbraio scorso. Più di 270 ricercatori provenienti da 67 paesi hanno concluso che: “il cambiamento climatico ha influenzato negativamente il mondo molto più velocemente di quanto previsto in precedenza e che la “finestra”

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    Last Post by guidallacasa il 9 Mar. 2022
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  4. Cambiamento climatico e malattie zoonotiche.

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    Diversi studi suggeriscono che il rischio di pandemie sta aumentando rapidamente, con nuove malattie che emergono nelle persone ogni anno, ognuna delle quali ha il potenziale per diffondersi e diventare una pandemia. Non si tratta quindi se ci sarà un'altra pandemia, ma di quando sarà.


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    Il cambiamento climatico in natura può avere un impatto molto diffuso e, tra l’altro non è cosa da poco, influenza anche la salute umana e animale. A esempio, altera le condizioni di agenti patogeni e vettori di malattie causate da virus, batteri o parassiti che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l'uomo. In passato infezioni e malattie, sono state ampiamente documentate in letteratura, evolvendosi soprattutto dal 2010 al 2015, come evidenziato dal forte aumento delle pubblicazioni che hanno affrontato eventi ad hoc.

    Ci sono tre risultati critici derivanti dagli studi:

    - In primo luogo queste malattie, definite zoonotiche, sono diventate una crisi globale che hanno raggiunto il picco nel 2020. Ciò è associato ovviamente all'epidemia da COVID-19, che ha attirato una rinnovata attenzione sul problema;
    - In secondo luogo, tutti gli indicatori relativi alle analisi matematiche e statistiche utili a misurare la qualità e la quantità della produzione scientifica mostrano che Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Italia e Germania svolgono la maggior   parte delle ricerche pubblicate;
    - In terzo luogo, molte riviste si stanno ora concentrando sulle zoonosi, il che può essere spiegato dal crescente interesse per la trasmissione delle malattie da animale a uomo.

    Inoltre, come accennato, la crisi climatica globale ne influenza la trasmissione tra la popolazione mondiale, principalmente nei Paesi tropicali a basso e medio reddito. Negli ultimi anni, anche i cambiamenti nei tempi e nell'entità della temperatura e delle precipitazioni hanno accelerato la loro diffusione nel nord del mondo.

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    COME SI TRASMETTONO LE MALATTIE ZOONOTICHE

    Le cause delle malattie zoonotiche sono in gran parte le stesse cause della perdita di biodiversità. Vi sono anche alcune prove che la stessa perdita di biodiversità faciliti la diffusione delle malattie, sulla base della teoria che una maggiore la diversità delle specie fornisce un cuscinetto più solido contro la trasmissione di mala...

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    Last Post by Filippo Foti il 26 Feb. 2022
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  5. Azioni per il clima dagli anni ’50 al 2021. Seconda parte.

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    Malgrado da oltre 3 decenni si sono succeduti parecchi ammonimenti da parte di uomini di scienza liberi, i "buoni" propositi di ridurre l'emissione antropica di CO2 e di altri gas ad effetto serra che provocano il cambiamento climatico, per adesso sonoalo


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    Questa pubblicazione segue il primo segmento già proposto qui. Ci occuperemo della COP25/CMP 15/CMA 4 del 2019 che ha visto la inutile partecipazione di più di 26.700 persone, inclusi oltre 13.600 delegati dei governi, quasi 10.000 osservatori e oltre 3.000 membri dei media.

    Dopo il cambio di sede, dovuto alla precaria situazione politica in Cile, all’ultimo momento la Conferenza sul Cambiamento Climatico è stata spostata da Santiago (Cile) a Madrid (Spagna). È stata denominata Cile/Madrid e si è aperta il 2 dicembre con l'aspettativa che i delegati concludessero i negoziati su alcune questioni chiave, tra gli altri, la revisione del meccanismo internazionale di Varsavia sulle perdite e i danni associati agli impatti del cambiamento climatico. Nonostante la conferenza si è conclusa il 15 dicembre dopo quasi 44 ore di straordinario, tutto ciò non si verificherà. Evidenti sono state le disconnessioni - tra le richieste delle persone e della scienza e ciò che il processo avrebbe potuto offrire ai Paesi che vogliono guardare al futuro - e quelle delle nazioni concentrate sul passato.

    ANALISI DELLA CONFERENZA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI CILE/MADRID

    Era impossibile negare l'atmosfera di delusione che ha seguito i delegati fuori dalla sala plenaria semivuota dopo la chiusura della conferenza Cile/Madrid. Molti hanno potuto solo indicare i risultati sostanzialmente come se avessero vinto "perdite e danni". Altri hanno affermato che nessun risultato, che riguarda i meccanismi per la mitigazione delle emissioni di gas serra, sarebbe stato migliore di uno con grandi lacune, in particolare sull'integrità ambientale. Ma queste conclusioni sono state, sotto tutti gli standard, al di sotto delle aspettative fissate per questo incontro della Conferenza delle Parti, e certamente molto preoccupanti dal punto di vista della prospettiva globale.

    COP25 aveva ambizioni relativamente modeste nel prosieguo

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Jan. 2022
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  6. Cambiamento climatico e malattie infettive.

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    Molte epidemie o pandemie disastrose hanno avuto e hanno origine dal surriscaldamento della Terra, dalla nostra distruzione dell'ambiente e dall'invasione della fauna selvatica.


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    Con la devastazione causata dall’uomo dell'ambiente e l’incursione delle specie selvatiche sono apparsi in molti Paesi del nostro pianeta patologie come Ebola, Nipah, Zika, HIV e probabilmente anche il COVID-19. Ecohealth Alliance, una organizzazione non governativa con sede negli Stati Uniti con la missione dichiarata di proteggere le persone, gli animali e l'ambiente dalle malattie infettive emergenti, attribuisce circa un terzo delle malattie infettive emergenti alla trasformazione dell’uso del suolo, ovvero della sottrazione di superfici agricole, forestali e naturali.

    Rachel Harold, medico di sorveglianza del Dipartimento della Salute del Distretto di Columbia - Stati Uniti d'America, coincidente con la capitale Washington - in un suo studio ha esaminato alcune delle infezioni più comuni, come la gastroenterite, una delle principali cause di mortalità a livello globale, con 1,7 milioni di morti all'anno. Dallo studio è emerso che per ogni grado di aumento della temperatura, c'era un aumento dell'8% della diarrea.

    Nel presentare i suoi studi al Consorzio per il Clima e la Salute presso la “Medical Society”, affiliato della George Mason University, Harold ha descritto il cambiamento climatico come un "moltiplicatore di minacce". Ad esempio, le persone che sfollano a causa dei disastri climatici vanno incontro a dissenteria bacillare, la shigellosi, un'infezione acuta dell'intestino tenue causata dal Shigella (un batterio correlato con Escherichia coli), dando luogo ad epidemie o altre malattie legate ai servizi igienico-sanitari che colpiscono i campi profughi che non dispongono di adeguate risorse. Il suddetto Consorzio per il Clima e la Salute ha la missione di organizzare, potenziare ed aumentare la consapevolezza sull'impatto che il cambiamento climatico ha sulla salute delle persone e come il rallentamento dell’aumento delle temperature la miglioreranno.

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    Recentemente la professoressa Erin Mordecai, biologa presso lo “Stanford Woods Institute for the Environment”, ha dichiarato che: “Stiamo giocando a colpire una ‘talpa’ che sta conquistando da lungo tempo una posizione di rilievo all'interno delle difese di sicurezza di quasi tutti i Paesi del mondo, lottando per trovare vaccini e nuovi trattamenti per una varietà di agenti patogeni emergenti". La Mordecai, si occupa in particolare di come il...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Jan. 2022
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  7. Non siamo in pace con la natura

    Tags
    Coronavirus
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 27 Dec. 2021
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    Nel nostro mondo altamente incerto, ora c'è solo una certezza: la natura è su tutte le furie, dicendoci che ne ha abbastanza.


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    Gli ultimi due anni devono essere stati il ​​periodo più surreale della nostra vita. Un bel giorno all'inizio del 2020, ci siamo svegliati per renderci conto che un semplice virus ha fermato il nostro mondo. Abbiamo fatto cose incredibili. Abbiamo chiuso tutto, rinchiusi noi stessi, smesso di socializzare, ha reso le maschere una parte del nostro abbigliamento e abbiamo lavorato online. Il nostro mondo è crollato. Abbiamo vissuto l'inferno negli ultimi due anni, vedendo la morte e la disperazione come mai prima d'ora. L'esperienza è stata universale, sia per i ricchi che per i poveri.

    Poi abbiamo pensato che la fine fosse in vista: abbiamo sperato e pregato che il vaccino funzionasse. Esattamente un anno fa, questo miracolo della medicina moderna è arrivato nel nostro mondo. Sembrava chiaro che il peggio era alle nostre spalle. L'unica domanda era se il vaccino avrebbe raggiunto tutto il mondo. Molto è stato detto (non inteso) anche sulla necessità di garantire che tutti fossero vaccinati, altrimenti sarebbe emersa una nuova variante.

    Nella guerra contro la pandemia, è stata una gara tra la vaccinazione e il virus e le sue varianti. "Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro". Questo slogan ci è arrivato come una rassicurazione di una vittoria. Abbiamo sentito queste sottigliezze dai leader mondiali del G7.

    Mentre ci preparavamo per entrare nel nuovo anno, sperando di tornare ai vecchi modi normali, la nuova variante - Omicron - ha colpito il mondo. Se il 2020 è stato l'anno del nuovo coronavirus e il 2021 della sua variante Delta, il 2022 ora rischia di essere quello di Omicron. Non sappiamo quanto sarà grave; sappiamo solo che questa variante è altamente mutata e altamente infettiva: rompe le barriere immunitarie, compreso ciò che abbiamo acquisito dai vaccini. Quindi, ora l'unica opzione è fornire colpi di "richiamo" ai già vaccinati in modo che Omicron diventi meno pericoloso.

    L'Organizzazione Mondiale della Sanità, che fino a poco tempo fa implorava i paesi "ricchi" di non optare per i booster (richiami dei vaccini) dicendo che dovrebbero invece metterli a disposizione delle nazioni più povere per fermare il virus, ora sta urlando "booster, booster, booster". Siamo stanchi. Temiamo che il 2022 sia una ripetizione dell'anno scorso, che abbiamo accolto con la speranza della normalità, ma che poi abbiamo dovuto sopportare un'altra ondata mortale della pandemia.

    La pandemia non è finita, per niente. Nella sua morsa c'è la nostr...

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    Last Post by Filippo Foti il 27 Dec. 2021
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  8. Pesca eccessiva e plastica negli oceani e sulla terra ferma.

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    Come risolvere il problema dell'inquinamento da plastica e pesca eccessiva, non sostenibili e interconnessi, negli oceani e sulla terra ferma.


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    In questo post tratteremo il problema dell’inquinamento da plastica, anche se è bene precisare che questa monnezza non è altro che uno dei tanti problemi che affligge gli oceani che sta portando alcune specie marine verso l'estinzione, cambiando irreparabilmente gli ecosistemi, danneggiando milioni di animali marini ogni anno e mettendo a repentaglio il benessere delle persone che dipendono dall'oceano per cibo o lavoro.

    PLASTICA E PESCA ECCESSIVA NEGLI OCEANI: DUE PROBLEMI INTERCONNESSI

    Inquinamento da plastica e pesca eccessiva non sostenibili possono sembrare problemi isolati, ma sicuramente si influenzano a vicenda. Man mano che i nutrienti scorrono dai terreni agricoli (fosfati e nitrati) e attraverso gli dagli scarichi diretti delle industrie (metalli pesanti), e finiscono in mare, unitamente alla plastica, influiscono sulle condizioni di cui i pesci hanno bisogno per prosperare negli oceani e mari. Tutti questi stress sono amplificati dal riscaldamento globale tanto che è voce comune che le generazioni future troveranno più monnezza che pesci.

    L'oceano ha agito da decenni come un serbatoio per le emissioni di CO2 e del calore in eccesso, ma in maniera smisurata, tanto che gli ecosistemi marini crollano in quanto non possono assorbire tutto. E non dovremmo pensare che questi problemi non ci riguarderanno. Infatti si verificano spesso tempeste sempre più forti, alimentate da acque oceaniche più calde.

    È nell'interesse di tutti proteggere l'oceano. Mari più puliti sarebbero più redditizi e la ricerca suggerisce che una pesca meglio gestita potrebbe generare sei volte più cibo di quanto non si fa attualmente. Le zone economiche esclusive degli Stati costieri sarebbero più produttive se ogni paese accettasse di proteggere l'alto mare.

    INQUINAMENTO DA PLASTICA

    L’inquinamento da plastica, in questa trattazione ne diamo maggiore risalto, è causato dall’accumulo nell’ambiente di prodotti sintetici che sono arrivati al punto di creare problemi alla fauna selvatica e al loro habitat, nonché alle popolazioni umane. Nel 1907 l'invenzione della bachelite

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    Last Post by Filippo Foti il 15 Dec. 2021
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  9. Chi ha più delegati al vertice COP26? L'industria dei combustibili fossili!

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    La filiale britannica PBI UK dell'organizzazione leader mondiale per i diritti umani, e DeSmog un blog che si dedica al cambiamento climatico, sostengono: "Chi ha più delegati al vertice COP26? L'industria dei combustibili fossili"!


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    A conclusione della COP 26, "Peace Brigades International UK"(PBI UK), la filiale britannica dell'organizzazione leader mondiale per i diritti umani, una delle principali ONG che lavora per proteggere i difensori dei diritti umani a rischio e DeSmog, riflettono sulle voci che sono rimaste inascoltate, sottovalutate e scarsamente rappresentate; così come quelli che erano eccessivamente rappresentati.

    Una recente analisi dell'elenco dei partecipanti nominati da parte di "Global Witness, Corporate Accountability, Corporate Europe Observatory" (CEO) e "Glasgow Calls Out Polluters" ha rivelato che ad almeno 503 lobbisti di combustibili fossili, affiliati ad alcuni dei più grandi giganti mondiali del petrolio e del gas, è stato consentito di accedere alla COP26. Ciò ha permesso a loro di continuare a ritardare, distrarre e deviare dall'azione di cui abbiamo bisogno per affrontare la crisi climatica, in gran parte causata dalle loro industrie.

    Questo numero, che rappresenta i delegati di oltre 100 aziende di combustibili fossili e 30 associazioni commerciali e associative, è più grande di qualsiasi delegazione di un singolo paese o delle delegazioni combinate dei paesi più colpiti dai cambiamenti climatici negli ultimi due decenni: Porto Rico, Myanmar, Haiti, Filippine, Mozambico, Bahamas, Bangladesh e Pakistan.

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    Questa sovra rappresentazione - con un rapporto di circa due a uno - è ancora più scioccante se considerata insieme alla sotto rappresentazione di migliaia di potenziali partecipanti impossibilitati a partecipare a causa di problemi di visto, mancanza di accesso ai vaccini Covid ed ingombranti restrizioni di quarantena, ovvero a coloro che sono i più colpiti dai cambiamenti climatici: i popoli indigeni, i difensori dei diritti della terra e dell'ambiente e le comunità del Sud del mondo.

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    I 503 delegati per i combustibili fossili hanno pertanto sminuito il collegio elettorale indigeno ufficiale dell'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), ovvero della "Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite". Significa, ripetiamo, che c'erano ...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 Nov. 2021
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  10. Alcuni scienziati dicono: perché dare la colpa ai pipistrelli per il virus COVID 19.

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    Buona parte della scienza difende i pipistrelli presenti sulla Terra da più di 50 milioni di anni, gli unici mammiferi capaci di un vero volo.


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    I pipistrelli appartengono all'Ordine dei Chirotteri, noti comunemente come ferro di cavallo, diffusi nelle regioni temperate e tropicali dell’Africa, dell’Europa e dell’Asia. Sebbene spesso vengano scambiati per roditori, sono più strettamente imparentati con i primati. Il ferro di cavallo (Rhinolophus ferrumequinum)è diffuso in Italia. La gente dello Zimbabwe chiama i pipistrelli con nomi curiosi tipo "draghi alati", "topi volanti" o semplicemente "i malvagi". I pipistrelli insettivori possono ridurre i danni alle colture e centinaia di specie di piante si affidano a loro per l'impollinazione.

    Fino a prima di effettuare queste ricerche sui pipistrelli siamo stati in molti a non sapere che oltre 500 specie di piante si affidano ai pipistrelli per impollinare i loro fiori - comprese specie di mango, banana e durian (proviene dal Brunei, Indonesia e Malesia), Guava (coltivato solitamente in America centrale e meridionale, soprattutto Brasile, Colombia, Messico e Venezuela e presente anche in Sicilia) e agave (usata per fare la tequila), l'albero del baobab e diverse specie di piante tropicali - completamente o parzialmente dipendenti da essi. Quindi, la prossima volta che beviamo un po' di tequila o mangiamo un mango, dovremmo ringraziare i pipistrelli! L'impollinazione delle piante da parte dei pipistrelli è chiamata chiropterofilia. Questi mammiferi con le ali sono considerati degli ottimi “indicatori biologici”, poiché, attraverso lo studio, aiutano gli scienziati a monitorare lo stato della biodiversità riuscendo a capire l’intero ecosistema “sorvegliando” continuamente l’ambiente in cui vivono.

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    Impollinazione


    Come succede quasi sempre in tutto il mondo, i mammiferi volanti sono molto fraintesi. Per questo il dottor Mathieu Bourgarel, sotto nell'immagine, ecologista della fauna selvatica, li descrive come creature bellissime e incredibili. "Sono affascinanti, dice. e la gente ha paura di qualcosa che non conosce". Per l'istituto di ricerca francese CiradÈ è un cacciatore di virus. Lavorando con i colleghi dell'Università dello Zimbabwe, Bourgarel si reca nelle grotte dei pipistrelli per raccogliere campioni di escrementi. Al laboratorio, gli ...

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    Last Post by Filippo Foti il 4 Nov. 2021
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