PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Climate Action Summit 2019: il primo dei cinque vertici ad alto livello solo un flop

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    Il vertice delle Nazioni Unite sul clima del 23 settembre scorso è stato come una tazza piena per metà o una tazza vuota per tre quarti? Propendiamo per la seconda ipotesi!


    Climate-Meltdown


    Il vertice sul clima delle Nazioni Unite del 23 settembre scorso che si è svolto a New York e a cui hanno partecipato i leader mondiali per condividere ciò che stavano facendo per affrontare i cambiamenti climatici, è stato decisamente deludente - non solo per gli attivisti climatici che speravano che l’occasione avrebbe potuto segnare una nuova era nell'azione per il clima, ma anche per i commenti molto severi che ci sono stati in tutto il mondo. Si è chiuso pertanto tra pochi cauti elogi per i suoi risultati e un’amara condanna per i suoi numerosi fallimenti.

    Secondo le previsioni si sono svolti cinque vertici / riunioni di alto livello:

    - Climate Action (23 settembre);
    - Copertura sanitaria universale (23 settembre);
    - Obiettivi di sviluppo sostenibile (24-25 settembre);
    - Finanziamento per lo sviluppo (26 settembre);
    - Sviluppo sostenibile negli Stati delle piccole isole (27 settembre).
    -
    CLIMATE ACTION

    I leader mondiali, convocati dal segretario generale António Guterres, sono stati impegnati nell’ambito dell'annuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed avevano come obiettivo quello di spingere i Paesi a intensificare le loro azioni individuali per combattere il cambiamento climatico.

    Dei cinque vertici ad alto livello di cui sopra cerchiamo di fare una sintesi su quanto è stato discusso, anticipando che alcuni dei Paesi che detengono le maggiori economie e che sono anche i maggiori inquinatori, devono ancora intensificare gli impegni per ridurre le emissioni.

    ALCUNI COMMENTI

    "Non commettete errori, altrimenti ci saranno migrazioni di massa da parte dei rifugiati climatici che destabilizzeranno i Paesi del mondo che non sono in prima linea in questa crisi climatica", ha dichiarato la Primo Ministro Mia Mottley delle Barbados.

    Mia-Mottley

    Mia Mottley


    I rappresentanti dei Paesi meno sviluppati (a dicembre 2018, l'elenco delle Nazioni Unite annovera 47 paesi) hanno chiesto che vengano assegnati più fondi alla resilienza climatica e ai programmi di adattamento...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Oct. 2019
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  2. Riduttivo chiamarlo Festival il XIII° Internazionale di giornalismo a Ferrara.

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    Alla XIII^ edizione del festival Internazionale di giornalismo a Ferrara saranno presenti alcune tra le più famose giornaliste, attiviste e ambientaliste del mondo. Emergenza climatica, questioni di genere e disuguaglianze, pari opportunità e lavoro, al centro della manifestazione.


    130to


    Ideato da internazionale.it “Internazionale a Ferrara” si terrà, dal 4 al 6 ottobre, la XIII^ edizione della manifestazione. Informazione e attualità e, ciò che più conta per noi, si discuterà anche di ambiente. Il “festival” internazionale quest'anno sarà di tipo ecologico.

    Venerdì 4 ottobre alle ore 10,00 c'è stata l’apertura al cinema Apollo, con l’inaugurazione degli incontri e subito dopo è stato assegnato il “Premio giornalistico” istituito per il festival e dedicato alla memoria e al lavoro di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa a Mosca il 7 ottobre 2006, dopo un precedente tentativo di avvelenamento mentre era a bordo di un aereo.

    Per ricordare e, nel contempo, sostenere l’impegno e il coraggio dei reporters che si sono distinti per le loro inchieste, il premio quest’anno toccherà ad Augustina Armstrong-Ogbonna una giornalista nigeriana che da oltre dieci anni si occupa di ambiente e sviluppo sostenibile. Una donna che ha deciso di raccogliere l’eredità di Anna Politkovskaja e di continuare il suo progetto.

    Ha già ricevuto una medaglia d'oro consegnata dall’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, per eccezionali rapporti umanitari da lei messi in luce nei reportages sulle comunità trascurate lungo la costa di Lagos, la più grande città della Nigeria. E, appunto, per la sua inchiesta del 2016 - quando ha messo in luce la mancanza dell’autorizzazione del governo e della valutazione dell’impatto ambientale della società “Integrated Oil and Gas” dell'ex Ministro degli Interni nigeriano Emmanuel Iheanacho - è stata minacciata. Sorvegliata dalle forze di sicurezza dello Stato è ora costretta esule negli Stati Uniti. Iheanacho ha accusato invece la reporter di essere stata pagata per scrivere notizie false con l’intenzione di macchiare la sua reputazione.

    Alle ore 11.00, sempre al cinema Apollo si è parlato della “notizia del secolo”: “Il cambiamento climatico colpisce in particolare i più poveri. E il lavoro dei giornalisti è fondamentale per far sentire la loro voce”. Sarà la giornalista e scrittrice italiana Marina Forti ad intervistare Augustina Armstrong-Ogbonna.

    Giova ricordare che l’edizione 2018 del “Premio giornalistico” è stato assegnato a Behrouz Boochani (sotto nella foto) scrittore, giornalista, regista e attivista curdo iraniano. Fuggito dall'Iran dal 2013 si trova nel centro australiano pe...

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    Last Post by Filippo Foti il 4 Oct. 2019
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  3. L'impatto sociale delle lobby nel cambiamento climatico

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    Leggendo ed ascoltando qua e là di scienze, avvertiamo una crescente preoccupazione che questa mancanza di azione per il clima può essere dovuta a “influenze” esercitate sulle istituzioni politiche. E non scopriamo l’acqua calda.


    1300_vuoto_19


    L'impatto sociale delle lobby: I responsabili politici dei Paesi globalizzati vogliono che le loro decisioni siano basate sulle più autorevoli prove scientifiche che sono disponibili e che rappresentano anche una componente chiave della strategia dei lobbisti. Infatti, tra le tattiche utilizzate da queste persone senza scrupoli c’è quella di finanziare uomini di “scienza” da utilizzare per le loro attività di lobbying, screditando gli scienziati o le istituzioni scientifiche, prolungare artificialmente il dibattito scientifico per preservare le posizioni commerciali e catturare la politica di ricerca pubblica per limitare i finanziamenti per il controllo indipendente

    K


    Kyle Meng, economista e professore alla “Bren School of Environmental Science & Management” presso l'Università della California, Santa Barbara, e anche direttore dell’Environmental Market Solutions Lab di Bren, in uno studio recente, ha affermato che: "Esiste una notevole disconnessione tra ciò che è necessario per evitare il pericoloso cambiamento climatico e ciò che è stato fatto finora”.

    Fondamentalmente, senza una politica climatica vincolante degli Stati Uniti, i Paesi di tutto il mondo hanno pochissime pressioni per intensificare e adottare i propri piani di mitigazione del clima", ha spiegato Meng.

    I ricercatori sono stati in grado di stimare come le riserve economiche di alcune aziende sarebbero cambiate se fosse stato implementato un disegno di legge sull'energia pulita, il Waxman-Markey (WM) 2009-2010 che, secondo gli economisti della UC Santa Barbara e anche dell'Università di Chicago, il ruolo delle pressioni politiche nel settore privato non ha consentito. Questo gruppo ben organizzato contro detto disegno di legge, in un decennio è costato negli Stati Uniti circa 60 miliardi di dollari in danni climatici. Gli economisti usano citare il Waxman-Markey, il più interessante fino ad oggi, per dimostrare e quantificare l'impatto sociale delle lobby.

    Gli incendi in Colorado dell’estate del 2012 hanno causato danni per circa 450 milioni di dollari in poche settimane. Le città da costa a costa hanno subito enormi ondate di calore. Nel frattempo, le alte temperature da record causarono situazioni di siccità che resero quasi impossibile l'impollinazione delle colture. Un biologo delle colture dichiarò a Bloomberg News che ”le condizi...

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    Last Post by Enrico F. Amoroso il 23 Nov. 2019
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  4. L'importanza del sostegno finanziario legato al clima e alla natura.

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    Gli istituti finanziari possono, pur esaminando le proprie esposizioni di bilancio per i rischi ambientali, incanalare finanziamenti verso imprese e progetti che stanno ripristinando le risorse naturali del nostro pianeta, con il pieno sostegno delle società civili e della comunità scientifica.


    o


    Il degrado del capitale naturale attraverso l'attività umana ci ha portato a un punto di non ritorno. I rischi sono molteplici e vari, dalla rapida diminuzione della crescita economica al futuro incerto della nostra specie. Tutti i settori della società sono chiamati ad andare "oltre il carbonio" e ridurre il loro impatto negativo sull'ambiente naturale, trovando soluzioni che rigenerino le risorse naturali.

    Da aprile scorso, i responsabili della finanza sostenibile in tutto il mondo affermano di aver partecipato a incontri a porte chiuse con le loro banche centrali, autorità di regolamentazione, politici e colleghi per discutere su come misurare l'esposizione al rischio ambientale, su come iniziare a valutare il capitale naturale (risorse minerarie, acqua, ossigeno, biodiversità) e i servizi ecosistemici che forniscono e per valutare un potenziale da seguire o l’espansione dell'attuale Task Force sulla divulgazione finanziaria legata al clima e alla natura.

    Il rischio finanziario di 42 banche centrali e osservatori, tra cui la Banca mondiale, l'OCSE e l'IFC, è stato un chiaro segnale che misurare il rischio legato al clima è solo un punto di partenza per il settore finanziario.

    Il Gruppo Banca Mondiale è formato da:

    - Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRD);
    - International Development Association (IDA);
    - International Finance Corporation (IFC), il braccio del settore privato del Gruppo Banca Mondiale che condivide la sua missione di ridurre la povertà globale;
    - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che sostiene l'urgente azione per il clima come fondamento del nostro benessere e sta aiutando i paesi a preparare un futuro più dignitoso.

    Nel maggio di quest'anno, il World Wide Fund for Nature (WWF) e l'assicurazione multinazionale francese Axa Investment Managers, hanno richiesto appunto una task force sulle informazioni sull'impatto sulla natura, evidenziando non il rischio per gli istituti finanziari del degrado della natura, ma piuttosto il rischio per la natura se gli investitori e i finanziatori continuano a ignorare il suo valore nel processo decisionale. Stanno chiedendo alle aziende di identificare e analizzare le attività che hanno un impatto materiale s...

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    Last Post by Filippo Foti il 14 Oct. 2019
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  5. L’inquinamento atmosferico provoca tramonti con toni crepuscolari?

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    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 19 Oct. 2019
    +1   -1    0 Comments   2,059 Views
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    Il sole che sorge e tramonta creando colori vivaci nel cielo, ha catturato nel corso dei secoli l'immaginazione di artisti, poeti, scrittori e fotografi che hanno immortalato effetti pittoreschi. Ma chi “dipinge” il cielo così, da quasi un secolo, non è una divinità, a volte è l’uomo.


    Mia2

    Mia Ferraioli di Facebook amante di fotografia e di toni crepuscolari.



    Una tipica espressione della gente di mare, è quella diventata un proverbio: “Rosso di sera bel tempo si spera. Rosso di mattina la pioggia si avvicina”. Non è poi tanto azzardato affermare tuttavia che una serie di studi sui fenomeni meteorologici e fisici di una certa rilevanza, danno ragione a questo assunto.

    Questo detto meteorologico è stato menzionato addirittura nella Bibbia (Matteo XVI: 2-3,) quando Gesù disse ai pescatori: “Quando di sera il cielo è rosso, dite sarà bel tempo, quando lo è al mattino, dite sarà brutto tempo. Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi”? Ovvero ai fatti che accadono, alla storia nella quale si compiono le profezie e ai segni della presenza del Messia che essi non sanno o non vogliono riconoscere perché non sanno discernere. Oggi i “segni dei tempi”, purtroppo gli uomini non li sanno cogliere e sono come i pescatori ai prodromi della storia l’umanità (d.C.).

    Nel corso della storia dell'uomo, in molti hanno cercato di spiegare il motivo per cui la bellezza dei tramonti differisce da qualsiasi altro momento della giornata e hanno escogitato molte teorie. Alcune persone collegarono i tramonti ad esseri mistici, mentre altri collegarono l'evento a delle divinità.

    jpg


    Le variazioni della tonalità della luce solare in qualsiasi momento della giornata sono causate dall'interazione della luce del sole con un elevato numero di particelle che si trovano entro i 10 km dal suolo (troposfera) - e che includono polvere, molecole d'acqua o persino smog dalle città - sono la causa di tramonti crepuscolari. Secondo altre fonti, l'inquinamento non è la causa.

    Tuttavia, gli scienziati hanno studiato il motivo per cui si trovano pittoreschi tramonti in varie località e il motivo per cui tali tramonti si verificano soprattutto durante determinati mesi.

    La luce del sole è composta da uno spettro di molti colori come un arcobaleno che, se combinato a diverse lunghezze d'onda, viene visto come luce bianca quando entra nell'atmosfera. Durante l'alba e il tramonto, la luce entra nell'atmosfera ad ango...

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    Last Post by Filippo Foti il 19 Oct. 2019
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  6. Rete di corsie per micromobilità protette adatte ai piccoli veicoli di oggi e a quelli non ancora immaginati.

    Tags
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 28 Oct. 2019
    +1   -1    0 Comments   78 Views
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    I veicoli che usufruiscono della micromobilità hanno una lunga storia che risale ad almeno due secoli dall'invenzione della bicicletta, quando nel 1817 un inventore tedesco, Karl von Drais, perfeziona un suo precedente progetto, realizzando la prima apparizione delle due ruote.


    1300_vuoto_20


    Dall’invenzione della bicicletta, che riassumiamo più avanti, fino agli scooter Razor degli anni '90 e dei successivi miglioramenti, questi mezzi hanno il potenziale per collegare meglio le persone con il trasporto pubblico, ridurre la dipendenza dalle auto, riducendo al contempo le emissioni di gas serra. Oggi le piste ciclabili protette, aree generalmente in cui si può circolare a 30 km/h, sono di solito le componenti infrastrutturali più ambiziose del modello basato su piccolissime arterie stradali, una componente che semplicemente costituisce un punto di partenza. Una visione audace di micromobilità inizia probabilmente con una rete completa di corsie protette in tutta la città, fornendo ovunque un accesso sicuro ed equo a tutti.

    Man mano che le città affrontano la rapida crescita della popolazione, la necessità di spostare più residenti attraverso le reti di trasporto esistenti sta diventando sempre più pressante. Oltre la metà della popolazione mondiale vive ora nelle aree urbane e questa potrebbe raggiungere i due terzi entro il 2050. Le proiezioni, tra il 2015 e il 2050, vedono la mobilità motorizzata totale nelle città arrivare quasi raddoppiare (+ 94%) e questa crescita causerà un aumento del 26% delle emissioni di CO2 nel 2050, annullando più di qualsiasi riduzione delle emissioni resa possibile dalle nuove tecnologie a basse emissioni di carbonio.

    La decarbonizzazione rapida delle città richiede auto a zero emissioni, tuttavia il numero di auto elettriche nelle città rimane ancora marginale, pur se al dire il vero, in atto si registra un continuo aumento di mezzi. I veicoli elettrici stanno diventando dunque più facilmente disponibili e convenienti, ma, per avere un impatto sulle emissioni di CO2 urbane in un modo che aiuti a raggiungere gli obiettivi di mitigazione, il loro uso deve essere aumentato molto rapidamente. C’è da sottolineare comunque che praticamente oggi tutte le case automobilistiche offrono un numero crescente di modelli meno inquinanti.

    I responsabili politici possono, come già stanno cercando di fare, accelerare la tranjsizione con una vasta gamma di incentivi. Tuttavia, devono evitare le politiche che semplicemente spostano le emissioni: la mobilità elettrica alimentata da energia fossile non aiuta certo il clima.

    L'iniziativa della decarbonizzazione dei trasporti promuove la mobilità a emissioni zero per aiutare a fermare i cambiam...

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    Last Post by Filippo Foti il 28 Oct. 2019
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  7. Il vertice sul clima COP25 programmato dal 2 al 13 dicembre in Cile non si terrà più per questioni di ordine pubblico.

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    Mentre continuano le proteste antigovernative, il Cile rinuncia ad ospitare il vertice sul clima COP25 delle Nazioni Unite programmato dal 2 al 13 dicembre. Lo ha affermato da poco il presidente Sebastián Piñera in quanto il suo governo ha bisogno di ristabilire l'ordine pubblico.


    Sebastian_Pinera


    I leader mondiali si sarebbero dovuti riuniti alla Conferenza delle Parti (COP25) di quest'anno per discutere dell'attuazione dell'Accordo di Parigi, un importante accordo internazionale sul clima, firmato per la prima volta alla COP21 nel dicembre 2015. E questa è la prima volta che un Paese si ritira dall'ospitare la conferenza con così poco preavviso. La decisione del Cile arriva tra le proteste climatiche globali, tra cui una settimana di scioperi del mese scorso guidati dall'attivista ambientale Greta Thunberg.

    In una dichiarazione, la segretaria esecutiva delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, Patricia Espinosa, ha dichiarato: "Prima di oggi, sono stata informata della decisione del governo del Cile di non ospitare la COP25 in vista della difficile situazione in cui si trova il paese. Attualmente siamo esplorando opzioni di hosting alternative".

    Questo è un duro colpo per le speranze di progresso su quella che molti vedono come la crisi del cambiamento climatico.

    Proprio come la scienza diventa più solida sull'aumento dei livelli di carbonio che fa salire le temperature e innescando una serie di impatti pericolosi, i diplomatici e gli esperti hanno guardato ai colloqui della COP25 a dicembre come una grande occasione per intraprendere la strada dell'azione globale.

    In particolare, i paesi in via di sviluppo - i più vulnerabili agli effetti dell'innalzamento del livello del mare e delle tempeste più forti - stavano contribuendo all'evento per sollevare le loro richieste di maggiore aiuto da parte delle nazioni più ricche.

    developing-countries

    In verde i Paesi in via di sviluppo.


    E come è stata annunciata la notizia, un'organizzazione con sede negli Stati Uniti ha anche rivelato separatamente che decine di milioni di persone, in più di quanto si pensasse in precedenza, sono a rischio di inondazioni costiere a causa dell'innalzamento del livello del mare causato dal clima entro il secolo successivo.

    A rischio nei Paesi di tutto il mondo, soprattutto in quelli a basso e medio reddito, la crescita economica sostenibile e buoni risultati di sviluppo a causa del...

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    Last Post by Filippo Foti il 30 Oct. 2019
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