PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Vito Dumas navigatore solitario giramondo.
    9685 Caratteri - 1580 Parole - 7,18 min Tempo di lettura

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    Mare a 360°
    Storie
    By Filippo Foti il 7 Mar. 2022
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    Tra i più famosi velisti solitari a fare il giro del mondo l'argentino Vito Dumas ha vinto una delle più grandi sfide per la navigazione di tutti i tempi.


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    Vito Dumas


    I primi velisti solisti provenivano da New England, sulla costa nord-orientale degli Stati Uniti, e fecero le traversate atlantiche da ovest a est, cioè verso l'Europa. Nel 1876 il pescatore danese Alfred Johnson è il primo marinaio, molto popolare all'epoca, ad attraversare l'Atlantico su una piccola barca a vela di 20 piedi (6,1 m) che chiama “Centennial", in concomitanza con il primo centenario degli Stati Uniti. Parte nel giugno 1876 da Gloucester (Massachusetts) ed effettua la prima traversata dell'Atlantico sbarcando a fine di agosto, per un viaggio totale di 66 giorni, ad Abercastle (Liverpool) nel Galles sud-occidentale (Regno Unito).
    Più tardi, nell'estate del 1899, Howard Blackburn impiega 61 giorni per salpare da Gloucester (Stati Uniti) con arrivo a Gloucester (Inghilterra), e nel 1901 naviga questa volta raggiungendo Lisbona. La sua impresa ha più merito, dal momento che, a causa del congelamento, perde le dita di una mano.

    Tuttavia, il velista solista più famoso di quegli anni fu Joshua Slocum. Di origine canadese, il 24 aprile 1895 parte da Boston, per tornare (dopo 3 anni, 2 mesi e 2 giorni), il 27 giugno 1898 a completamento di un percorso di 46.000 miglia (74.029,824 km), a bordo del cutter Spray, una barca a vela composta da un albero per il primo giro del mondo in solitario.

    Nel 1930, il francese Alain Gerbault circumnaviga il mondo in 6 anni, ed è il primo ad attraversare l'Atlantico in solitaria e senza scalo da est a ovest. Ci vollero 101 giorni per andare da Gibilterra a New York per la rotta delle alte latitudini, più a nord dello Spray, con il “Firecrest”, un tipico sloop inglese lungo 11 metri con un solo albero. Slocum aveva attraversato l'equatore, da Gibilterra al Brasile.

    In coincidenza temporale, il 12 luglio 1930, il catalano Blanco Alberich, insegnante di spagnolo negli Stati Uniti, salpa da Boston a bordo della sua piccola barca a vela “Evalu”, insieme alla moglie e alla figlia di 7 anni. Non sa navigare, né porta a bordo quasi tutti gli strumenti occorrenti. Tuttavia, attraversa l'Atlantico in 85 giorni per raggiungere Barcellona (Spagna).

    LA STORIA DI VITO DUMAS TENACE NAVIGATORE CONTRO TANTE AVVERSITÀ

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    Ed è proprio sull'argentino Vito Dumas, che ora si concentra la nostra

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Mar. 2022
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  2. Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico: Dio, salvaci tu!
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    Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico, una contingenza di eventi che considerati singolarmente, già di per sé sono catastrofici, ma quando combinati, i risultati possono portare ad una ecatombe dell’umanità.


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    La guerra in Ucraina che sta portando ad una migrazione forzata è diventata per molti Paesi una delle principali preoccupazioni poiché oltre due milioni di ucraini si sono già trasferiti nel territorio dell'UE. Si teme che il numero dei profughi possa raggiungere i cinque milioni. Sebbene il petrolio e il gas russi siano ancora al di fuori del regime sanzionatorio dell'Occidente - la Cina si oppone con risolutezza ad ogni forma di sanzioni unilaterali e restrizioni imposte dagli USA - l'incertezza sulla fornitura ha già fatto aumentare i prezzi dell'energia in tutto il mondo.

    L'Ucraina, rappresentando “il granaio dell'Europa”, aumenta il timore che la guerra possa portare a una crisi alimentare globale. Inoltre, a dir poco, la triste situazione ha riportato l'alto rischio di una guerra nucleare o l'uso di bombe sporche dopo diversi decenni.

    Durante il frastuono dei media su tutte queste minacce e rischi emergenti, il mondo sembra aver dimenticato che la vita stessa del pianeta è in pericolo a causa del cambiamento climatico senza precedenti. C'era l'auspicio che, con l'approssimarsi della fine della pandemia di Covid-19, il mondo avrebbe rimesso gli occhi sul cambiamento climatico, ma la situazione in Ucraina ha smentito questa speranza.

    LA FINESTRA PER SCONGIURARE GLI EFFETTI DEVASTANTI DEL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA SI STA RESTRINGENDO


    A causa della totale attenzione dei media globali sull'Ucraina, quasi nessuno si è accorto quando, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ovvero (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ha pubblicato la sua ultima valutazione sulla situazione climatica il 28 febbraio scorso. Più di 270 ricercatori provenienti da 67 paesi hanno concluso che: “il cambiamento climatico ha influenzato negativamente il mondo molto più velocemente di quanto previsto in precedenza e che la “finestra”

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    Last Post by guidallacasa il 9 Mar. 2022
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  3. Sir Ernest Shackleton e l'Era Eroica dell'Esplorazione Antartica.

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    Mare a 360°
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 16 Mar. 2022
    +1   -1    0 Comments   35 Views
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    La drammatica storia di sopravvivenza nel 1916 dell'esploratore Sir Ernest Shackleton, dopo la perdita della sua nave Endurance, e dei 27 uomini dell'equipaggio con le meravigliose immagini immortalate dal fotografo australiano Frank Hurley.


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    Il 9 marzo 2022, il nuovo sito web “Falklands Maritime Heritage Trust” lanciato l'8 dicembre 2020, ha comunicato che il 5 marzo una squadra di ricercatori a bordo della nave da ricerca polare sudafricana Agulhas II, ha finalmente individuato il relitto di Endurance nelle fredde profondità dell'oceano. L'evento eccezionale è accaduto dopo 106 anni da quando la nave dell'esploratore Ernest Shackleton è rimasta intrappolata, schiacciata e affondata nel ghiaccio marino nel novembre 1915 nelle profondità del Mare di Weddell a ridosso del continente antartico.

    Lo scopo di queste spedizioni era spesso più competitivo che scientifico, ovvero gli esploratori, più che comprendere l'ambiente dell'Antartide, volevano vincere la "Corsa al Polo Sud" . Poiché i primi esploratori affrontarono ostacoli estremi e condizioni debilitanti, questo periodo di tempo divenne noto come "l'Era Eroica" delle esplorazioni. Roald Amundsen, Robert Falcon Scott, Edward Adrian Wilson ed Ernest Shackleton gareggiarono tutti per raggiungere la meta agognata. È doveroso però premettere che l'esploratore norvegese Roald Amundsen, fu il primo a raggiungere il Polo Sud nel 1911 e il britannicoRobert Falcon Scott, morì dopo averlo raggiunto un mese dopo.

    Comunque, dopo la conquista del Polo Sud da parte di Amundsen, che, solo per uno stretto margine di giorni, era in anticipo rispetto alla spedizione britannica guidata da Scott, non restava che un grande obiettivo principale dei viaggi in Antartide: l'attraversamento del continente polare.

    Sperando di superare i precedenti esploratori, Sir Ernest Shackleton pianificò il viaggio per l'attraversamento del continente polare utilizzando due navi, l'Aurora e l'Endurance, da collocarle all’estremità opposte del continente. Aurora doveva salpare verso il Mare di Ross depositando rifornimenti, mentre sul lato opposto, Endurance, attraverso il Mare di Weddell, per raggiungere appunto il continente. Una volta arrivati, la squadra avrebbe marciato verso il polo con squadre di cani, smaltito il bagaglio extra e utilizzato i rifornimenti lasciati da Aurora per raggiungere l'altra estremità del continente.
    Last Post by Filippo Foti il 16 Mar. 2022
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  4. Il ruolo che giocano savane e foreste nel riscaldamento globale

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    Secondo una pubblicazione sulla rivista Nature, un'analisi del carbonio immagazzinato nelle piante e nel suolo di una savana africana suggerisce che le concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera - e quindi il riscaldamento globale - potrebbero essere meno influenzate da incendi frequenti.


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    Le savane bruciano più frequentemente di qualsiasi altro bioma e quelle tropicali, da sole, rappresentano il 62% dell'anidride carbonica emessa dagli incendi a livello globale. Le strategie che prevedono la soppressione degli incendi o l'operazione di mettere a dimora giovani piante arboree (piantumazione) nelle savane sono state quindi proposte come mezzo per ridurre le emissioni di CO2 ed aumentare il sequestro del carbonio, contribuendo così potenzialmente alla mitigazione del cambiamento climatico globale. Ma non è chiaro se queste misure fanno una differenza sostanziale per l'accumulo di CO2 nell'atmosfera.

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    Ciascuno dei principali biomi del mondo si distingue per temperature caratteristiche e quantità di precipitazioni. Vengono mostrati anche il ghiaccio polare e le montagne. Le foreste umide tropicali sono raffigurate in verde e di solito si trovano nelle regioni equatoriali. Le savane sono raffigurate in rosa chiaro e di solito si trovano in Africa, Sud America e Australia settentrionale.

    Secondo uno studio condotto da Yong Zhou del "Yale Institute for Biospheric Studies, Yale University (USA) - che ha analizzato un esperimento di incendio condotto a lungo termine nel Kruger National Park, in Sud Africa - la quantità totale di carbonio immagazzinato nell'ecosistema aumenta più lentamente del previsto in assenza di incendio, sfidando le precedenti ipotesi su come il fuoco influenzi lo stoccaggio di carbonio nelle savane.

    Infatti, i dati dell'esperimento avviati nel 1954 nel "Kruger National Park", il più grande parco nazionale del Sud Africa, e rendendoli uno dei progetti di ricerca sull'ecologia del fuoco più longevi nelle savane africane, sollevano dubbi sul fatto che la soppressione degli incendi nelle savane possa aiutare a combattere il cambiamento climatico. Gli arbusti e le erbe che compongono la savana immagazzinano più carbonio sotto terra, in media, rispetto alle foreste, motivo per cui gli incendi non sono così dannosi in tali paesaggi. Anche per gli appezzamenti nel parco nazionale soggetti a un'intensa attività d...

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    Last Post by Filippo Foti il 25 Mar. 2022
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  5. La vita marina e i suoi suoni

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 27 Mar. 2022
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    Gli scienziati pianificano un vasto repertorio di rumori acquatici per aiutare a monitorare la vita marina, identificare le specie e persino scoprire i “dialetti” di determinate aree marittime.

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    È noto che il suono sott'acqua viaggia ad una velocità maggiore che nell'aria, esattamente cinque volte di più. Tuttavia, per gli esseri umani l'udito sott'acqua non è così facile come lo è nell'aria. Il volume del suono in realtà dipende principalmente dalla percezione degli organi uditivi e dall'ampiezza delle onde sonore. I suoni possono essere percepiti attraverso la conduttività dell'aria, utilizzando le ossa uditive dell'orecchio interno o attraverso la conduzione ossea, utilizzando la vibrazione delle ossa nel cranio. Uno dei motivi per cui gli esseri umani non riescono a sentire sott'acqua è perché la conduzione ossea è meno efficace del 40% della conduttività dell'aria. La tonalità del suono influenza anche la distanza percorsa dall'onda sonora. I suoni con una tonalità maggiore possono viaggiare a distanze maggiori, e quelli emessi sott'acqua, di solito, non possono essere uditi in superficie.

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    Gli ambienti acquatici comprendono gli habitat più estesi del pianeta, ricchi di suoni prodotti da una consistente varietà di animali. Il monitoraggio acustico passivo (dall’inglese Passive Acoustic Monitoring - PAM) è una tecnologia di telerilevamento sempre più accessibile che utilizza idrofoni per ascoltare il mondo sottomarino e rappresenta un metodo non invasivo senza precedenti per monitorare gli ambienti subacquei. Queste informazioni possono aiutare nella delimitazione di aree biologicamente importanti attraverso il rilevamento di specie produttrici di suoni o la caratterizzazione in base al tipo ed alle condizioni dell'ecosistema, dedotte dalle proprietà acustiche del paesaggio sonoro locale. In un momento in cui la biodiversità mondiale è in declino significativo ed i paesaggi sonori sottomarini vengono alterati a causa degli impatti antropici, è necessario documentare, quantificare e comprendere le fonti sonore biotiche, potenzialmente prima che scompaiano.

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    Ascoltare i rumori degli animali marini può fornire una valutazione della biodiversità dei nostri oceani: Nell'oceano c'è uno strato d'acqua profondo noto come “canale SOFAR (abbreviazione di Sound Fixing and Ranging channel, o Deep Sound Channel)” e cioè uno strato orizzontale di acqua alla profondità di circa 1.000 metri in cui l...

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    Last Post by Filippo Foti il 27 Mar. 2022
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