PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. “La natura non dimentica”: animali diventati radioattivi.
    9.803: Caratteri - 1.420: Parole - Tempo di lettura: 6,45 minuti

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 6 Oct. 2023
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    Dalle montagne giapponesi alle foreste tedesche, alcune specie di animali testimoniano gli effetti a lungo termine dei test e degli incidenti nucleari condotti dagli Stati Uniti decenni fa.


    ricercatori

    Gli autori dello studio



    TARTARUGHE MARINE

    Per le tartarughe marine, pochi habitat sono più adatti rispetto alle fresche acque del Pacifico intorno al verde dell’atollo di Eniwetok, a metà strada tra l'Australia e le Hawaii. Questi meravigliosi rettili, perfettamente adattati alla vita marina, riportano la “firma” nucleare dei test condotti dagli Stati Uniti dove, negli anni quaranta, l’esercito americano faceva esperimenti nucleari. Adesso, in quei luoghi meravigliosi, c’è il rischio reale di fuoriuscita di detriti radioattivi da quella cupola, come nella foto che segue, costruita proprio per "tacitare" il problema. L, e tartarughe marine, sono solo una delle tante specie colpite dal dominio dell'uomo sull'energia nucleare.

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    Un habitat perfetto, tranne che per un “piccolo” dettaglio: le radiazioni. Dopo aver conquistato l'atollo durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti per 43 volte vi testarono armi nucleari, poi seppellirono i rifiuti radioattivi in quella "tomba di cemento" che da allora cominciò a rompersi. Successivamente gli scienziati hanno scoperto l’eredità radioattiva nei gusci delle tartarughe marine che vivono nelle acque circostanti, rendendo questi rettili, prestati al mare - proprio come balene, delfini e altri cetacei che si sono evoluti da mammiferi terrestri - uno dei tanti animali colpiti dalla contaminazione nucleare globale.

    Dalle montagne giapponesi alle foreste tedesche, alcune specie di animali testimoniano gli effetti a lungo termine dei test e degli incidenti nucleari condotti dagli Stati Uniti decenni fa. Sebbene le radiazioni provenienti da questi animali generalmente non minaccino gli esseri umani, riflettono il patrimonio nucleare dell’umanità.

    "È un avvertimento! La natura non dimentica”., afferma Georg Steinhauser, radiochimico dell’Università di Tecnologia di Vienna ed esperto di radioattività animale.

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Oct. 2023
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  2. Our fragile moment (Il nostro momento fragile) di Michael Mann: sopravvivere alla crisi climatica‽

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    Mare a 360°
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 15 Oct. 2023
    +1   -1    0 Comments   37 Views
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    Le lezioni del passato della Terra possono aiutarci a sopravvivere alla crisi climatica Le minacce di ieri e quelle di oggi hanno in comune il cambiamento climatico e i continui appelli della comunità scientifica internazionale sono puntualmente disattesi.


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    Siamo la prima generazione a sentire il dolore del cambiamento climatico e gli ultimi a poter fare qualcosa al riguardo, sostiene Michael Mann nel suo recente libro “Our fragile moment”. La minaccia esistenziale posta dal riscaldamento globale è diventata una sorta di cliché. Mentre il cambiamento climatico passa dall’essere un pericolo imminente a una realtà mortale per vaste aree del pianeta, si discute sull’ampia frattura tra ciò che gli scienziati dicono sia necessario fare per moderare un disastro imminente e la realtà permanente della politica internazionale di ciò che è possibile fare.

    MICHAEL MANN E IL PIANETA RICCIOLI D'ORO

    Il nome del pianeta "riccioli d'oro" deriva dalla fiaba per bambini “Riccioli d'oro e i tre orsi”, dove la bambina protagonista, chiamata appunto “Goldilocks” (Riccioli d'oro"), sceglie tra (grande o piccolo, caldo o freddo, ecc...)sempre la via di mezzo, ignorando gli estremi. Allo stesso modo, un pianeta Goldilocks non è né troppo vicino né troppo lontano da una stella, in modo da non escludere la presenza di acqua liquida sulla sua superficie, elemento fondamentale per la presenza di vita così come gli esseri umani la concepiscono.

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    Così Mann: “Goldilocks ha acqua, un’atmosfera ricca di ossigeno e uno strato di ozono che protegge la vita dai dannosi raggi ultravioletti. Non fa né troppo freddo né troppo caldo, apparentemente giusto per la vita. Nonostante la nostra continua ricerca – che, con il recente avvento del telescopio James Webb, si estende ora per quasi quattordici miliardi di anni luce –non abbiamo trovato finora nessun altro pianeta nell’universo con condizioni così favorevoli. È quasi come se questo pianeta, la Terra, fosse fatto su misura per noi. Eppure sembra non esserlo…”.

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    Last Post by Filippo Foti il 15 Oct. 2023
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  3. Le piante sono destinate all'estinzione, ma c’è ancora tempo per proteggerle.
    Caratteri: 8.068 - Parole: 1.227 - Tempo di lettura: 5,64 minuti

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    Nei prossimi decenni la maggior parte delle specie vegetali che si sono evolute per vivere dovranno affrontare un clima che non le sottoporrà allo stesso tipo di stress in cui si sono evolute, ma sarà il cambiamento climatico che potrebbe causare la loro scomparsa con la proliferazione dei parassiti che le uccideranno.


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    È arrivato dunque il momento di evitare questo genocidio della natura, che continua imperterrito, e cercare di identificare le condizioni che causano la morte delle piante. “Ciò ci consentirà di proteggerle meglio scegliendo obiettivi di conservazione in modo più strategico”. È quanto sostengono Leonie Schönbeck, Marc Arteaga, Humera Mirza, Mitchell Coleman, Denise Mitchell, Xinyi Huang, Haile Ortiz, e Louis S. Santiago, botanici della “University of California, Riverside"-UCR-. In un recente articolo del 12 settembre 2023 pubblicato su "Conservation Physiology", con il titolo “Plant physiological indicators for optimizing conservation outcomes” (Indicatori fisiologici delle piante per ottimizzare i risultati di conservazione), gli autori documentano come gli scienziati possono conoscere i limiti oltre i quali le funzioni vitali delle piante si interrompono, sostenendo che non agire è un errore in quest’epoca di crescente siccità ed incendi.

    Louis S. Santiago, coautore dello studio e professore di botanica dell'UCR, dichiara: "Possiamo misurare la quantità di perdita d'acqua che le piante possono tollerare prima che inizino ad appassire, e possiamo conoscere la temperatura alla quale la fotosintesi si ferma per diversi tipi di piante. È molto importante misurare i limiti critici di quando ciò avverrà, e non solo determinare come stanno andando ora. L'avvizzimento, ovvero la perdita di ‘pressione del turgore cellulare’ quando la pianta perde acqua, non è sempre fatale ma è ad un passo verso la sua fine”.

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    Secondo Santiago, tutto è iniziato dopo l'ultima siccità quando si è assistito alla sofferenza delle piante. Giova ricordare che gli scienziati del "Goddard Institute of Space Studies" - l'Istituto Goddard per gli studi spaziali della NASA a New York è dedicato Robert Goddar, uno dei pionieri della missilistica moderna ed uno dei maggiori laboratori che riguardano le scienze dello spazio - hanno accertato che l’estate del 2023 è stata la più calda sulla Terra da quando sono iniziate le registrazioni globali nel 1880. I cambiamenti sono stati più evidenti in tre aree specifiche della Terra, vale a dire il Mediterraneo, il Sud America sud-o...

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    Last Post by Filippo Foti il 24 Oct. 2023
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