Rifiuti marini : L'impegno Honolulu.

Honolulu

La 5^ Conferenza internazionale sui rifiuti marini tenutasi a Honolulu, Hawaii, dal 20 al 25 marzo 2011, ha riunito appresentanti di governi, grandi imprese e ricercatori di 35 Paesi che hanno preso una serie di nuovi impegni e avviato partnership riguardanti l'inquinamento da rifiuti dei mari e degli oceani del pianeta. Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi decenni per prevenire e ridurre l'inquinamento marino da rifiuti come gli imballaggi di plastica, le reti da pesca abbandonate o rifiuti industriali o domestici, il problema continua a crescere. Ciò è dovuto anche alla mancanza di coordinamento tra i programmi mondiali e regionali di gestione dell'inquinamento marino, le lacune nell'applicazione delle regole internazionali e nazionali esistenti ed i modi di produzione e consumo sono all'origine dell'aggravamento di questo problema.
Si pensa che negli oceani ogni anno vengono gettati più di 6,4 milioni di tonnellate di rifiuti. Secondo l'Onu, almeno 267 specie marine nel mondo hanno problemi per l'ingestione di rifiuti marini, tra queste l'86% delle specie di tartarughe marine, il 44% di tutte le specie di uccelli martini e il 43% di tutte le specie di mammiferi marini. Sta crescendo anche la preoccupazione per il potenziale impatto sulla salute umana dei rifiuti marini che contengono sostanze tossiche. In particolare la "micro-plastica", frutto della disgregazione dei materiali plastici, può provocare accumuli di sostanze contaminanti e cancerogene o che presentano rischio per il sistema riproduttivo o altri rischi sanitari. Inoltre, i rifiuti accumulati sulle spiagge e le coste possono avere un notevole impatto economico sulle comunità che dipendono dal turismo.
Uno dei principali risultati della conferenza delle Hawaii è l'adozione del "The Honolulu Commitment", una dichiarazione finale che propone un approccio intersettoriale per ridurre i rifiuti marini e i danni che causano agli habitat marini, alla biodiversità, all'economia ed alla salute umana. Per migliorare la gestione dei rifiuti in tutto il mondo, la dichiarazione di Honolulu incoraggia a «Condividere le soluzioni tecniche e giuridiche basate sul mercato, al fine di ridurre la quantità dei rifiuti marini e di migliorare la comprensione locale e regionale dell'impatto del problema.

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Tonno rosso: il commissario alla pesca Damanaki alla "Iccat"
la Libia sospenda temporaneamente la pesca al tonno rosso.

Il commissario alla pesca Damanaki in una lettera al presidente dell'Organizzazione internazionale per la gestione della pesca al tonno rosso (Iccat), vuole che la Libia sospenda temporaneamente la pesca al tonno rosso.
Data l'attuale situazione eccezionale in Libia, commissario europeo responsabile degli Affari marittimi e della pesca Maria Damanaki ha espresso seri dubbi sulla capacità delle autorità libiche a garantire il pieno rispetto e l'applicazione delle misure fissate dall'ICCAT ai fini della conservazione del tonno rosso.

In una lettera al presidente ICCAT, il commissario spiega che, fino a quando questa situazione durerà, questo darà luogo a gravi problemi in ​​una situazione in cui il tonno rosso è già in grave pericolo. Crede fermamente che la Libia non è in grado di onorare i diritti e ad adempiere gli obblighi derivanti dalla convenzione ICCAT, compresa l'esecuzione e gli obblighi di cooperazione previste nel suo Articolo IX, così come l'obbligo di garantire il rispetto e l'esecuzione della ICCAT applicabili alle misure di conservazione e di gestione.
Pertanto, l'Unione europea ritiene che la Commissione ICCAT deve decidere che tutte le attività di pesca ICCAT connesse praticate da navi autorizzate a battere la bandiera della Libia o da altre navi nelle acque soggette alla sovranità o alla giurisdizione della Libia temporaneamente venga sospesa fino a quando la Libia sarà in grado di garantire il rispetto di tutte le disposizioni dell'ICCAT.

Kater I Rades, una tragedia che deve fare riflettere.

Allegato B

Seduta n. 455 del 30/3/2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

Interrogazioni a risposta scritta:

BELLANOVA e GINEFRA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 28 marzo 1997 una piccola motovedetta, la Kater I Rades, salpata dal porto di Valona affondava nel canale d'Otranto a seguito di uno speronamento da parte della corvetta Sibilla della Marina militare italiana;
a bordo della piccola imbarcazione c'erano circa un centinaio di persone, uomini, donne e bambini che fuggivano dal territorio albanese sul quale si consumava una guerra civile. In quella circostanza ben 58 persone persero la vita, i superstiti furono 34 e 24 corpi non sono stati mai ritrovati;
la motovedetta fu recuperata dal fondo del canale d'Otranto diversi mesi dopo e proprio all'interno della stiva furono estratti la maggior parte dei corpi. Il processo di primo grado si è concluso nel marzo 2005 con la condanna del comandante della Sibilla e di colui che conducevala Kater I Rades. Nella sentenza di primo grado si ordinava il dissequestro e la restituzione della nave allo Stato albanese anche se tale provvedimento è stato sospeso negli ultimi sei anni a causa del processo di appello;
in questi quattordici anni il relitto della Kater I Rades è stato conservato, sotto il controllo del comando della Marina, in un angolo di Forte a Mare a Brindisi. Gli avvocati di parte civile che difendono i familiari delle vittime, in questi giorni, si sono visti recapitare una nota da parte della corte d'appello di Lecce nella quale si legge che «considerato che il processo è oramai in fase avanzata di discussione e che in base ai prevedibili sviluppi sembra esclusa la necessità di disporre materialmente della motonave albanese, si dispone dare corso alla restituzione della motonave. A tale fine si invita il rappresentante della Repubblica di Albania a concordare le modalità di restituzione entro il 31 marzo, altrimenti si provvederà alla rottamazione»;
il Comitato dei familiari delle vittime ha chiesto che il relitto torni a Valona per diventare un monumento-museo alla memoria delle vittime e dell'emigrazione albanese. L'Osservatorio sui Balcani e l'Osservatorio permanente Italia-Albania, di concerto con il Comitato dei familiari, hanno fatto notare che il 31 marzo 2011 è u...

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Campionati Mondiali di Pesca Sportiva:dal 28 agosto al 4 settembre in 6 regioni italiane.

Si è svolta venerdì 1 aprile a Roma alle ore 11:30, presso il Salone d’Onore del CONI, la conferenza stampa di presentazione della III^ Edizione Sport Fishing World Championships (Campionati Mondiali di Pesca Sportiva) che si svolgeranno dal 28 agosto al 4 settembre.
Le Regioni italiane interessate dall'evento saranno il Lazio, la Toscana, l'Emilia Romagna, l'Umbria, la Liguria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Sarà un evento, a detta degli organizzatori, che oltre allo spirito agonistico coniugherà aspetti naturalistici di notevole interesse. Le competizioni previste saranno 26 nelle diverse discipline di pesca sportiva divise per mare, laghi e fiumi.

Ugo Claudio Matteoli

Saranno inoltre impegnati più di 2.500 atleti, 1.100 tra tecnici ed accompagnatori, 1500 tra commissari e giudici di gara per un totale di circa oltre 5.100 partecipanti di 66 Nazioni di tutto il Mondo ed oltre 130 Federazioni Sportive Nazionali.
Ospiti del Presidente della Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee Ugo Claudio Matteoli e del Comitato Organizzatore dei Campionati Mondiali, alla conferenza sono state invitate le massime Autorità istituzionali e sportive coinvolte nell’evento, dai rappresentanti del Governo, a quelli delle Regioni, Province e Comuni sedi delle gare, al Presidente del CONI Giovanni Petrucci e al Segretario Generale Pagnozzi, oltre allo staff della CIPS (Confederazione Internazionale della Pesca Sportiva) presente in occasione dell’Assemblea annuale che si svolgerà a Roma nella stessa data.
ORGANIZZATORE DEI CAMPIONATI DEL MONDO
La Federazione Italiana di Pesca Sportiva e Attività Subacquee è stata fondata nel 1942 con lo scopo di promuovere la pesca sportiva dilettantistica. Nel corso degli anni, il campo di applicazione si è esteso in altri settori.
Oggi le attività, sia di gare che di promozione, nazionali e internazionali, sono gestite da cinque settori specifici: Acque Dolci, Acque Marittime, Attività Subacquee, Nuoto Pin...

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Naoto Kan: la peggiore crisi dalla seconda guerra mondiale, ma ce la faremo !

ciò che rimane di Xinhua

L’agenzia Kyodo news ha riferito che a Xinhua, acqua altamente radioattiva, fuoriuscita da un impianto nucleare danneggiato dallo tsunami, è andata a finire nell'oceano. Il primo ministro del Giappone Naoto Kan ha voluto rendersi conto personalmente e ha fatto un giro nella città devastata dalla catastrofe.
Nel frattempo, il primo ministro ha visitato una base operativa a 20 chilometri dalla centrale nucleare da Fukushima Daiichi, raccontando ai lavoratori "Voglio farvi lavorare con la convinzione che non si può mai perdere la battaglia".
Kan aveva già sorvolato le coste devastate, subito dopo lo tsunami, ma oggi è stata la prima volta che ha messo piede in una delle città polverizzate.

Il primo ministro giapponese Naoto Kan, passa oggi davanti alle macerie di fronte al palazzo comunale in Rikuzentakata, prefettura di Iwate.

Il primo ministro si è fermato anche a Rikuzentakata, dove il municipio è uno dei pochi edifici rimasti ancora in piedi. In giro solo un groviglio di metallo e altri detriti.
Kan si è inchinato per un minuto di silenzio di fronte all'edificio. Si è incontrato con il sindaco della città, la cui moglie di 38 anni è stata spazzata via da onda e risulta ancora dispersa. I funzionari hanno paura che circa 25.000 persone possono essere stati uccisi, molti dei cui corpi non sono stati trovati.
"Il governo appoggia pienamente voi fino alla fine," Kan ha poi detto a 250 persone presso una scuola elementare che sta servendo come centro di evacuazione.
A tre settimane dal terremoto catastrofico e conseguente tsunami che paralizzarono la centrale nucleare di Daiich Fukushima, continuano senza sosta gli sforzi per rimuovere l'acqua contaminata, prima che i lavoratori possano intervenire per ripristinare il sistema di raffreddamento.

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Marevivo: la magia di Capri, letteratura, musica, pensieri e parole.

Scrivere di Capri potrebbe sembrare semplice in quanto c'è tanto da "digitare". Ed è appunto per questo che è una delle cose più difficili in quanto si rischia sicuramente di tralasciare qualcosa. E’ come raccontare di una illusione, di un sogno, di una utopia. Perchè scriviamo ciò? E' per il fatto che, neanche il tempo di averla "intravista", che ti aspetta il vaporetto per il ritorno e rimani e vederla farsi sempre più piccola, quasi che non ci fosse più... ma è invece c'è l'isola che non c'è.

ROSALBA GIUGNI, napoletana di nascita ma romana d’adozione, presidente dell’associazione Marevivo.
Appassionata ed esperta subacquea è riuscita ad “organizzare una passione”, mobilitando l’opinione pubblica sui grandi temi del rispetto e della tutela del mare.

ROSALBA GIUGNI

Per questo grande amore per il Mare, pur alla prima esperienza da scrittrice, a Rosalba non è risultato oltremodo difficile immaginarsi una storia pregnata di grandi ideali, degli esseri che lo animano e di una magia che profuma di mare e di un'isola che fortunatamente ancora c'è. Chi legge il libro avverte una piacevole sensazione ed anche se non è appassionato di Mare, lo diventa, pervaso da una "incrollabile fiducia in un futuro possibile".
"Protagonisti di questa fiaba moderna sono tre bambini che durante un lungo soggiorno a Capri finiscono per essere coinvolti in un'incredibile avventura. Girando in lungo e in largo l'isola, guidati anche dalla nonna, lentamente prendono consapevolezza del ricco patrimonio culturale e delle meraviglie naturali del luogo. La presa di coscienza della necessità di proteggere e salvaguardare quell'ambiente sarà premiata con l'avverarsi di un incantesimo, con la realizzazione di antichi sogni e infantili desideri; Giacomo, Gabriele e Maria Sofia si troveranno così a vivere un'esperienza magica, dove accanto a lor...

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NOAA ha lavorato con i pescatori per progettare e realizzare dei palangari con il gancio debole
capace di proteggere il tonno rosso nel Golfo del Messico, ma di consentire la cattura di tonno a pinna gialla e pesce spada.

James Barbour, ricercatore del NOAA con gli attrezzi da pesca, ha appena pescato un pesce spada.

"NOAA Servizio Pesca" richiederà ai pescatori professionisti che per la pesca del tonno albacora, pesce spada ed altre specie nel Golfo del Messico, di utilizzare un nuovo tipo di gancio, un gancio chiamato debole, mirato a ridurre le catture accidentali di tonno rosso dell'Atlantico. Questi nuovi ganci dovranno essere utilizzati a partire dal 5 maggio 2011.
La pesca diretta del tonno rosso nel Golfo è stata vietata sin dal 1980, tuttavia, anche se accidentalmente, sono state catturate dai pescatori con il palangaro che prende di mira altre specie. Il Golfo del Messico è l'unica zona di riproduzione conosciuta per lo stock occidentale di tonno rosso dell'Atlantico, una specie storicamente in via di estinzione. Molti muoiono per lo stress subito in queste catture accidentali, anche se i pescatori li rilasciano.

"NOAA , negli ultimi tre anni, ha lavorato intensamente con i pescatori del Golfo per testare il gancio debole ", ha detto Eric Schwaab, assistente amministratore NOAA per il Servizio Pesca del NOAA. "La nostra ricerca in cooperazione scientifica con i pescatori sta dimostrando che questa nuova tecnologia è in grado di proteggere il tonno rosso nel Golfo pur consentendo ai pescatori di potere pescare il tonno pinna gialla ed il pesce spada."

Eric Schwaab

Il gancio debole è un gancio circolare, costruito con filo di spessore sottile, ed è progettato per raddrizzarsi quando un grosso pesce, come il tonno rosso, cerca di agganciarsi; rilasciandosi, rimane utile...

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UNA SPLENDIDA LOCALITA' CHE, CHIESTO IL CONSENSO
ALL'AMMINISTRAZIONE DEL FORUM, VI SUGGERISCO DI VISITARE

Residence Camping Vignanotica

Giugno - Offerta Vacanze con gusto
dal 15/05/2011 al 02/07/2011

Per informazioni e prenotazioni: www.vignanotica.it/offerte/it/331/g...-con-gusto.html

Residence Vignanotica

Litoranea Mattinata Vieste km 18 + 500
Mattinata - Gargano
tel./fax: 0884 550640
cel.: 333 3844163 begin_of_the_skype_highlighting 333 3844163 end_of_the_skype_highlighting
[email protected]
Partita Iva: 00837390715

Edited by [Harley] - 4/4/2011, 10:47

Salve a tutti mi fà piacere far parte di questo forum, come voi amo il mare e faccio immersione da fine '96, vado in acqua ogni fine settimana, spero presto di poter fare immersioni con voi!!!

ciauuu a tutti!!

Il Giappone sversa nel Pacifico diecimila tonnellate di acqua radioattiva

Silvio Greco biologo marino

Il prof. Silvio Greco, biologo marino, ha rilasciato questa dichiarazione:
"questa è una vera e propria catastrofe, perché i radionuclidi agiscono sul Dna, quindi oltre alla mortalità immediata ci sono effetti a lungo termine. Quantificare il danno è molto difficile perché gli unici studi scientifici sono stati fatti dopo i test nucleari degli anni ’50 ed i risultati sono segreti, ma si possono ipotizzare scenari veramente tragici.

valerio rossi albertini

Valerio Rossi Albertini, ricercatore ISM-CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) e capo del dipartimento di fotonica di raggi X; responsabile del laboratorio di spettroscopia a raggi X , alla ricerca di Roma Area del Consiglio nazionale ricerche d'Italia (Tor Vergata), responsabile scientifico per la parte sperimentale del progetto SPARX SPARC (costruzione dell'italiana a raggi X Free Electron Laser), responsabile scientifico per la caratterizzazione strutturale dei materiali nel progetto NUME (progetto italiano per lo sviluppo di celle a combustibile polimeriche) e professore a contratto di laboratorio di chimica-fisica presso il dipartimento di chimica, Università di Roma "La Sapienza" ha detto:"lo sversamento dell'acqua radioattiva nel Pacifico causerà “un inquinamento notevolissimo”. La quantità di acqua radioattiva, che la TEPCO sta riversado in mare nel tentativo di raffreddare il reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima, è l’equivalente di sei piscine olimpioniche piene di radioattività. Questo comprometterà sicuramente la catena alimentare marina e non solo. Anche se la diluizione dovrebbe in qualche modo proteggere le aree lontane dall’impianto, i maggiori rischi riguardano soprattutto l’ecosistema della regione, i cui organismi, dalle alghe microscopiche ai grandi tonni, verrebbero minacciati dalle radiazioni per un numero considerevole di anni.
Il governo giapponese ha giustificato l'azione come una indispensabile sia per contenere i danni al pae...

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