PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Spectrum & petrolio in Adriatico: sangue nero di Madre Terra, la Croazia c'è!

    By Filippo Foti il 2 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   431 Views
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    Il governo croato prevede di dare seguito nel 2015 ai primi permessi di trivellazione. La famigerata cannoniera norvegese della Spectrum, 12 milioni al mese a carico del governo croato, per soddisfare la sete di petrolio con "il sangue nero di Madre Terra."



    L'azienda norvegese, la Spectrum, specializzata nel fornire servizi per prospezioni geologiche con onde sismiche per l’individuazione di eventuali giacimenti di idrocarburi, avrebbe confermato l'esistenza di ingenti giacimenti di petrolio e gas lungo le coste croate. All'euforia dei politici fa riscontro però la cautela e i timori degli esperti ed ambientalisti.

    Il ministro dell’Economia croato Ivan Vrdoljak, la scorsa settimana a Spalato ha annunciato entusiasticamente: “non passerà molto tempo, prevedo poco più di un paio di anni, che “la Croazia potrebbe diventare una “piccola Norvegia”, ovvero “il gigante energetico della regione, se non di tutta l’Europa”.

    Ivan Vrdoljak


    L’ottimismo del ministro, che come tutti i politici enfatizza il progetto, non tiene conto che il paio di anni possono diventare anche 3 e/o 5 anni, dopodiché serviranno altrettanti anni per installare le piattaforme e le trivelle per raggiungere i giacimenti.

    La dichiarazione è arrivata dopo cinque mesi di ricerche nel fondo marino dell’Adriatico da parte dell'azienda norvegese Spectrum, che indica la presenza di una grande quantità di giacimenti di gas e di petrolio lungo tutta la costa croata. Ottimismo diffuso, anche se è ancora troppo presto per stabilire la quantità di gas e di petrolio ed il valore dei giacimenti scoperti.

    Il direttore della Spectrum, Rune Eng, si dice certo dei risultati ottenuti ed ha dichiarato: “considerando la bassa profondità del mare Adriatico , che rende più semplice lo sfruttamento dei giacimenti e abbassa molto i costi di estrazione rispetto alle trivellazioni e al pompaggio su zone con grandi profondità, i grandi player internazionali saranno particolarmente attratti da queste particolari condizioni.”

    Rune Eng


    Ciò è qu...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Feb. 2014
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  2. Facebook: uno squardo al passato ed in vena di regali!

    By Filippo Foti il 4 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   43 Views
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    Chiedi l'amicizia all'amministratore di profumodimare.forumfree.it, ovvero al Founder di questo forum, per vedere il video e tre anni di Fb in armonia con il Mare.


    Last Post by Filippo Foti il 4 Feb. 2014
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  3. SCINI - New sea anemone species lives on ice. Glow in the Dark ovvero splendore nel buio.

    By Filippo Foti il 5 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   33 Views
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    La ricerca di ecologia bentonica, lo studio di come gli organismi marini interagiscono sul e nel fondo marino, sembra non conoscere limiti.



    In Antartide, il prof. Stacy Kim, per la sua ricerca biologica, sta studiando le comunità bentoniche per mezzo del SCINI (Submersible Capable of under Ice Navigation and Imaging).SCINI è un veicolo azionato a distanza che Kim fa viaggiare sotto il ghiaccio antartico per effettuare ricerche usando tecniche fotografiche.

    Stacy Kim


    Ricercatori del paleoclima, inaspettatamente, hanno scoperto una specie di anemone di mare che vive nel ghiaccio. La scoperta è stata effettuata per mezzo di un robot, un cilindro di 4,5 metri dotato di due telecamere di indagine dell'ambiente sotto il Ross Ice Shelf di Antartide.

    Il team di scienziati e ingegneri, che fanno parte del programma antartico Geological Drilling (ANDRILL) finanziato dalla National Science Foundation NSF, ha segnalato che c'erano migliaia e migliaia di piccoli anemoni.
    Anche se altri anemoni di mare sono stati trovati in Antartide, questa specie è il primo abitante segnalato che vive sotto il ghiaccio collocandosi inaspettatamente sottosopra nel ghiaccio sul o nel fondale marino, con i loro tentacoli sporgenti come fiori da un soffitto.

    Edwardsiella andrillae sono stati chiamati questi anemoni bianchi, in onore del programma ANDRILL.
    Gli scienziati avevano fatto scendere il robot — un cilindro di 4,5 metri dotato di due telecamere - attraverso un foro verso la zona di messa a terra del West Antarctic Ice Sheet nel mare di Ross.


    Molti misteri restano su queste creature, di come essi traforano il ghiaccio duro, sopravvivono e come si riproducono senza congelarsi. Non esiste alcuna prova di ciò che mangiano, anche se probabilmente si nutrono di plancton in acqua che scorre sotto la mensola del ghiaccio, così si sono espressi i ricercatori.


    Oltre gli anemoni, gli scienziati hanno visto pesci che nuotavano sotto la piattaforma di ghiaccio che serve a loro come il piano del loro mondo sottomarino, così come una piccola creatura bizzarra che hanno soprannominato "Eggro...

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    Last Post by Filippo Foti il 5 Feb. 2014
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  4. Benthos - La zona bentonica del mare.

    Tags
    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 5 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   3,398 Views
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    Benthos sono gli organismi che vivono nella zona bentonica,
    e sono diversi da quelli che vivono altrove nella colonna d'acqua.



    In relazione alla profondità del mare e degli oceani e della quantità di luce che penetra attraverso le acque, si distinguono tre zone:

    - La zona litoranea, in prossimità della costa;
    - La zona pelagica, rappresentata dal mare aperto;
    - I fondali marini ed oceanici che costituiscono la zona bentonica.


    In questo post ci occuperemo a descrivere la zona bentonica e del suo dominio suddiviso in due sistemi secondo la penetrazione della luce, dei vari piani (per piano si intende lo spazio verticale caratterizzato da fattori ambientali omogenei e da cenosi di organismi statisticamente e stabilmente correlate – ovvero dall’insieme di organismi che convivono nel medesimo ambiente formando un ecosistema -), dei fattori fisici e chimici, del flusso dei nutrienti e degli habitat, dando un breve accenno ad alcuni degli organismi marini più conosciuti tra la moltitudine di quelli esistenti.

    Due sono i grandi gruppi di organismi che si possono trovare all’interno dell’ecosistema marino, i pelagici ed i bentonici. Questa suddivisione però non sempre è così netta, tanto che alcuni pesci, alle volte, possono rientrare in entrambi i sistemi.
    Appartengono al sistema bentonico gli organismi che vivono a contatto con il fondale per svolgere le proprie attività come i molluschi, i crostacei, gli echinodermi e le alghe ma anche alcuni pesci come lo scorfano, tipico esempio di pesce che vive nelle vicinanze del fondale, anche se non si ancora ad esso. Altri esempi di vita prevalentemente bentonica sono la sogliola, la razza, il grongo, ed anche la murena.

    Gli organismi bentonici più diffusi sono i Bivalvi filtratori, come le cozze (Mytilus galloprovincialis) e leostriche (Ostrea edulis). Ci sono anche molti Briozoi, Celenterati, Echinodermi, come le stelle marine (Marthasterias glacialis, Echinaster sepositus), ofiure (Ophiotrix fragilis), oloturie (Holoturia sp., Cucumaria planci), Poriferi, Policheti, ricci di mare (Echinus melo, Echinus acutus, Paracentrotus lividus, Arbacia lixula) e Tunicati.


    La zona bentonica è la regione ecologica al livello più basso di un corpo d’acqua come un mare, un oceano o un lago, compresa la superficie sedimenti e alcuni strati sub-superficiali. L'insieme degli organismi animali e vegetali che hanno stretto rapporto con il fondo del mare, sia in maniera permanente che temporanea, sono detti organismi bentonici, chiamati anche benthos, come la comunità di invertebrati bentonici, compr...

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    Last Post by Filippo Foti il 5 Feb. 2014
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  5. Luno, una nave cargo spagnola si spezza in due nel mare adiacente alla città di Anglet.

    By Filippo Foti il 6 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   148 Views
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    Spettacolare incidente in Francia, fortunatamente senza vittime, solo un ferito, lungo la costa della città di Anglet. Una nave lunga 100 metri, la Luno, sbatte contro una diga foranea e si spezza letteralmente in due.


    Côté Anglet



    Visualizzazione ingrandita della mappa



    E’ successo lungo la costa della città di Anglet comune francese di 39.034 abitanti situato nel dipartimento dei Pirenei Atlantici nella regione dell'Aquitania.


    Un elicottero militare ha evacuato l'equipaggio della nave spagnola che, dalle ultime notizie ha sbattuto in un molo e diviso in due in acque increspate dell'Oceano Atlantico fuori regione. Sulla costa atlantica della Francia cresce ora la paura per la possibilità che sulle spiagge della zona si riversi una "marea nera" creata dalla nafta fuoriuscita dalle cisterne della nave.


    Dalle ultime notizie il mercantile spagnolo, già spezzato in due, sembra che nel corso della notte una parte si sia spaccata ancora in un terzo troncone. E’ il vice prefetto di zona Patrick Dallennes a darne notizia in queste ultime ore. Secondo Dallennes, una parte della la cabina di pilotaggio, si è staccata finendo in acqua, a circa quaranta metri dalla spiaggia. Aumentano i timori per un nuovo caso di "marea nera".


    La stiva della nave Luno, lunga 100 metri, era vuota quando ...

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Feb. 2014
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  6. The Limits to Growth - Chi risponderà all'ultima chiamata della Terra?

    By Filippo Foti il 7 Feb. 2014
    +1   -1    1 Comments   42 Views
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    The Limits to Growth and deep ecology (I limiti alla crescita ed ecologia profonda) - Negli anni ’70 chi si ricorda delle “domeniche senza macchine”? Amara riflessione… Fu una utopia? No! Fu una buona intrenzione? Sì! Ma... successe che le lobby, variamente interessate, si erano prese una gran paura! Quale? Che la gente si accorgesse di quanto era bello un mondo senza automobili?



    Il prof. Guido Dalla Casa, a fine post leggerete una breve biografia, dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di ecologia profonda; tramite il gruppo omonimo di questo forum, ci ha fatto pervenire il messaggio che segue mettendo in rilievo il pensiero di vari filosofi non ambientalisti e soprattutto il Suo pensiero di filosofo ambientalista.
    Così scrive, giovedì 06 febbraio 2014 su “Quantic Magazine”, un news di informazioni on line, creato per cercare di fare aumentare la consapevolezza nell’uomo che cambiare si deve e si può.

    “Nel 1972 uscì in italiano il rapporto “I limiti dello sviluppo” (The Limits to Growth) promosso dal Club di Roma, fondato da Aurelio Peccei, che non era un filosofo ambientalista, ma un dirigente italiano.


    Si noti che il rapporto del Club di Roma non è mai andato fuori da posizioni antropocentriche, non ha mai fatto considerazioni morali, pure molto importanti dato che stiamo sottraendo lo spazio vitale a tutti gli esseri senzienti (altri animali, vegetali, ecosistemi) e sostituendo in modo massiccio materia inerte a sostanza vivente. Il rapporto non è quindi basato sulle idee dell’Ecologia Profonda. Siamo completamente entro il paradigma cartesiano-newtoniano, anche se con approccio abbastanza sistemico, e non viene avanzato alcun dubbio sulla visione del mondo antropocentrica, allora e tuttora imperante. In quegli anni “Il punto di svolta” non era ancora iniziato, e anche oggi, se è in corso, procede con estrema lentezza. Il libro di Fritjof Capra che porta quel titolo, è uscito in italiano dieci anni dopo, nel 1984.


    Quindi c’erano tutte le premesse perché il rapporto del Club di Roma potesse essere accettato, esaminato, ascoltato senza lo sforzo di dover effettuare un cambio di paradigma o di rovesciare subito una visione del mondo: sono passati più di quaranta anni, ora è troppo tardi perché si possano evitare...

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    Last Post by guidallacasa il 10 Feb. 2014
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  7. Ark Futura e Cape Ray: è lì la “festa”? Il mistero attorno al trasbordo delle armi chimiche.

    By Filippo Foti il 8 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   101 Views
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    Bashar al-Assad prende tempo per consegnare le armi chimiche e Gioia Tauro sta vivendo momenti di terrore in quanto, verosimilmente, gli armamenti contenuti nella Ark Futura saranno stoccati sulla banchina del porto.



    Si fa sempre più ingarbugliata la faccenda che ruota attorno al trasbordo delle armi chimiche provenienti dalla Siria previsto per il prossimo 11 febbraio al porto di Gioia Tauro, mentre il WWF chiede garanzie. I pericolosi armamenti saranno stoccati sulla banchina all'interno del porto! Lo dichiara il dr. Pino Romeo, coordinatore del tavolo tecnico per la tutela ambientale sulla piana di Gioia Tauro.

    E mentre il presidente Barack Obama è, a dir poco, imbarazzato per l'atteggiamento della Siria in quanto prende tempo per la consegna del suo arsenale di armi chimiche di distruzione, sulla base di un accordo con l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) - premio Nobel per la Pace 2013 - finora, sono state consegnate solo il 5% delle sue scorte di distruzione.
    Il presidente siriano Bashar al-Assad sembra mantenere il suo arsenale ancora per qualche tempo e potrebbe non rispettare i tempi per spedire tutti i suoi agenti chimici fuori dal paese martedì 11 febbraio.

    L'amministrazione Obama è, ovviamente, preoccupata e si augura che la diplomazia prevarrà perché ci sono pochissime possibilità di un intervento militare.

    Come ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, i funzionari stanno lavorando con i loro partner a "mantenere la pressione" sul regime, discutendo della questione con il suo omologo russo chiedendo l'aiuto di Mosca in questa delicata materia.

    Bashar al-Assad


    Intanto, mentre i politici calabresi sono stati addolciti dai poteri forti dello Stato, sulla vicenda delle armi chimiche siriane, il WWF Italia chiede “che siano fornite le massime garanzie sanitarie e ambientali. Durante il trasbordo è necessario garantire la massima trasparenza su come avviene la neutralizzazione in mare e lo smaltimento definitivo delle 560 tonnellate di sostanze altamente tossiche. Il tutto nel rispetto delle misure previste dalla Zona di protezione Ecologica del Tirreno e delle convenzioni internazionali a tutela del Mediterraneo e del diritto alla trasparenza dei processi decisionali.

    Le operazioni tra la nave danese Ark Futura e il laboratorio galleggiante Cape Ray, inviato dagli Stati Uniti dureranno circa 48 ore e coinvolgeranno 60 container...

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    Last Post by Filippo Foti il 8 Feb. 2014
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  8. Homo antecessor: Isabelle De Groote, Liverpool John Moores University, trovate impronte umane.

    By Filippo Foti il 8 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   153 Views
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    Un team di scienziati guidati dal British Museum hanno scoperto una serie di orme lasciate dai primi esseri umani nei fanghi di un estuario presso il villaggio storico di Norfolk.



    Il rinvenimento sulla costa nord-est di Norfolk, in Inghilterra in un sito di oltre 800.000 anni fa. Solo le impronte trovate a Laetoli in Tanzania datate 3,5 milioni di anni ed a Ileret e Koobi Fora in Kenya di circa 1,5 milioni di anni, sono le più antiche.


    Norfolk: Visualizzazione ingrandita della mappa


    Il team ha effettuato una scansione 3D delle impronte, e da un'analisi dettagliata di queste immagini, la dottoressa Isabelle De Groote della Liverpool John Moores University ha confermato che le cavità erano infatti delle impronte umane, possibilmente di cinque persone, un maschio adulto ed alcuni bambini.

    Isabelle De Groote


    Il percorso delle impronte suggerisce che essi si stavano dirigendo in direzione sud sulla strada per quello che è ora il villaggio di Norfolk attraverso una striscia di terra che collegava la Gran Bretagna con il resto dell'Europa, 1 milione anni fa!

    La dott. ssa De Groote ha detto che dalle dimensioni delle impronte, la più grande avrebbe riempito una scarpa della dimensione 8 (UK), ovvero della (dimensione europea 42) oppure (9 taglia americana). "Quando mi è stato detto circa le impronte, ero assolutamente sbalordita," ha detto alla BBC News la De Groote.


    Gli scienziati dal British Museum ritengono che le impronte di 800.000 anni fa, potrebbero essere connesse al nostro antenato molto presto conosciuto come “Homo antecessor”.

    Ebbene, secondo il paleontologo Eudald Carbonell, questo fu il primo uomo che praticò a lungo il cannibalismo. Secondo gli scienziati gli antichi abitanti di quell'area mangiavano gli individui che giungevano da fuori, soprattutto bambini e giovani, e non gli appartenenti al proprio gruppo. "Molto probabilmente si trattava più di un rituale cul...

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    Last Post by Filippo Foti il 8 Feb. 2014
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  9. ProfumodiMare:Dolce domenica sera

    AvatarBy Fatina-Gioia il 9 Feb. 2014
    +1   +1   -1    0 Comments   19 Views
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    Un grande pilota sa navigare anche con la vela rotta.

    Lucio Anneo Seneca


    Attached Image
    www.profumodimare.forumfree.it - vela 02

    Last Post by Fatina-Gioia il 9 Feb. 2014
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  10. Azle e Reno in North Texas sedi di studi su legame fracking-sismi.

    By Filippo Foti il 9 Feb. 2014
    +1   -1    0 Comments   40 Views
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    Un team di scienziati nel Texas studia i sismi per avere conferme, qualora ce ne fosse bisogno, se sono causati dal fracking.



    Per capirne di più su certi argomenti che in Italia vengono tenuti nascosti dai grandi media, ma sbandierati fortunatamente molto di più sui piccoli siti come, ad esempio, il nostro, dobbiamo seppur vitualmente “espatriare” ed attingere notizie laddove esse vengono con maggiore facilità pubblicate. E questo, non solo per saperne di più, e possibilmente fare divulgazione, ma anche per essere preparati al peggio che speriamo non arrivi.


    In America, un team di scienziati ha avviato, di recente, uno studio dell'attività sismica nel nord America (Texas) per determinare se il fracking può essere la causa di una serie di terremoti che hanno scosso le due città della regione dal 1° Novembre 2013.


    Visualizzazione ingrandita della mappa


    L'attività sismica nei comuni di Azle e Reno, a nord ovest di Fort Worth, ha implicazioni nazionali, con chi avversa la fratturazione idraulica, o fracking. Gli oppositori sostengono, e non da ora, che i sismi che stanno accadendo in quei comuni sono dovuti alla fratturazione idraulica.
    "E' importante che noi non abbiamo fretta alle conclusioni," ha dichiarato Heather Deshon, professore associato di geofisica presso la Southern Methodist University e leader del team di ricerca, nel corso di una conferenza stampa a Dallas venerdì scorso 7 febbraio.

    Deshon ha detto che l'inizio della serie di terremoti è coinciso con l’inizio dell’utilizzo nella zona dei pozzi di iniezione utilizzati per fracking. Lo studio è previsto per sei mesi, ma potrà anche durare un anno.

    Heather Deshon


    Sta di fatto che il fracking, che comporta l'iniezione di acqua, sabbia e sostanze chimiche ad a...

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    Last Post by Filippo Foti il 9 Feb. 2014
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