PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Antropocene: l’era degli umani

    By Filippo Foti il 1 May 2015
    +1   -1    0 Comments   97 Views
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    L’era del dominio umano sulla Terra si riferisce al periodo di tempo in cui l'uomo ha avuto un impatto globale misurabile sugli ecosistemi della Terra, che è iniziato presumibilmente nel 1610.


    Plastica e bombe atomiche l’inizio dell’ Antropoc


    “We humans are now a geological power in our own right, as earth-changing as a meteorite strike. Historically, the collision of the old and new worlds marks the beginning of the modern world”. (Simon Lewis, Dipartimento di Geografia dell'University College di Londra.)
    "A modo nostro, noi esseri umani siamo ormai una potenza geologica, come un colpo di meteorite che cambia la terra. Storicamente, la collisione dei mondi vecchi e nuovi segna l'inizio del mondo moderno".

    Anche se è chiaro che stiamo attualmente vivendo in questa nuova era geologica, gli scienziati hanno a lungo dibattuto quando è iniziata esattamente questa epoca di dominio umano sul pianeta.

    E’ iniziata con l'avvento dell'agricoltura intorno a 10.000 anni fa? Con la rivoluzione industriale? Con le prime esplosioni di armi nucleari nel 1940? I nuovi studi suggeriscono che potrebbe essere iniziata effettivamente nel 1610.

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    Mercoledì 22 Aprile, si è svolta la 45a edizione della Giornata della Terra. Dal 1970, questo evento tende a dimostrare soprattutto la fragilità del nostro pianeta rispetto all'impatto delle attività umane.

    La Terra sta cambiando il suo aspetto rapidamente, ed un numero sempre più crescente di scienziati dice che gli esseri umani sono diventati la forza dominante a guidare questi cambiamenti. Mentre il termine non ha una definizione formale, molti concordano sul fatto che stiamo vivendo in un'epoca modellata dall'attività umana: l'Antropocene. Le prove vanno dal boom di popolazione in tutto il mondo alla trasformazione del paesaggio.

    Promuovere la geografia come una importante chiave per lo sviluppo di un futuro razionale e sostenibile, ci viene offerta dall’Environmental Systems Research Institute (ESRI), che illustra come il nostro pianeta sta cambiando.


    Un atlante dell...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 May 2015
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  2. I Bajau Lau e il loro amore per il mare

    +1   -1    0 Comments   583 Views
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    Molti di noi hanno dormito sotto le stelle in una mite sera d'estate,
    ma pochi di noi cercherebbero di farlo tutti i giorni dell'anno.


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    Il Bajau Laut, invece, preferiscono vivere sul mare o più vicino al livello del mare. Nei mari intorno alla Malesia e le Filippine, i Bajua Laut vivono in case galleggianti dove trascorrono la maggior parte della loro vita. Intere famiglie dormono, cucinano e mangiano insieme su queste barche, solo raramente tornano a terra per vendere il pesce o scambiarlo con altri prodotti o per riparare le loro barche. In realtà, questi "zingari del mare", come sono talvolta chiamati dai popoli occidentali, sono così abituati a vivere sull'acqua che spesso, quando passano sulla terraferma, riferiscono di stare male a causa di una strana sensazione: la “malattia della terra”.

    Il Coral Triangle è un'area marina situata nel Pacifico occidentale che comprende le acque dell’Indonesia, Malesia, Filippine, Papua Nuova Guinea, Timor Est e le Isole Salomone. Chiamato così per il numero impressionante di coralli, quasi 600 diverse specie ermatipici, capaci di costruire scogliere. La regione ospita sei delle sette specie di tartarughe e più di 2000 specie di pesci di barriera.

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    Secondo l'United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), sono almeno 10 milioni le persone in tutto il mondo che non hanno alcuna cittadinanza, tra questi ci sono anche loro, gli abitanti del mare, ì Bajau Laut o Sama Dilaut. Sono una piccola goccia nel Triangolo dei Coralli in cui vivono oltre 120 milioni di persone che si basano sulle barriere coralline per il cibo, il reddito e per proteggersi dalle tempeste.

    Il team di “Semporna Marine Ecological Expedition” (SMEE) invitato a bordo di una barca di Bajau Laut per un colloquio con una famiglia. A seguire una regata d’aprile. Sottotitoli in italiano.


    I Bajau Laut o Sama Dilaut sono un piccolo gruppo etnico Sama (Bajao, Bajaw, Samal Laut, Pal'au, Orang Laut, Badjau, Lutao, Sama Dilaut, Sama Jengngeng), noti anche come Sama Dilaut presso le locali popolazioni.

    I luoghi della concentrazione della popolazione sono in Sitangkai, Tawi-Tawi (1.075), e Bongao...

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    Last Post by Filippo Foti il 3 May 2015
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  3. Profumo di Mare Buon inizio di settimana

    AvatarBy Fatina-Gioia il 4 May 2015
    +1   +1   -1    0 Comments   60 Views
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    Cristallino e prezioso è il mare del mattino.
    I pensieri si fermano per un attimo
    sospesi nell'aria...
    Si ferma un sorriso sulle labbra.
    Lo sguardo spazia
    e si ubriaca di luce.
    È tutto un attimo.
    Un attimo intenso
    dove esiste solo lo spazio
    ma non il tempo.
    Pat



    Attached Image
    www.profumodimare.forumfree.ie_sunrise at sea

    Last Post by Fatina-Gioia il 4 May 2015
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  4. Artico: il ghiaccio marino e l'influenza sul clima locale e globale

    By Filippo Foti il 5 May 2015
    +1   -1    0 Comments   38 Views
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    Rendere le nuvole più bianche, aumentando il loro albedo,
    ovvero la capacità di riflettere la radiazione solare verso lo spazio, un progetto impraticabile.


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    Ecosistemi marini dell’Artico ed insediamenti umani adiacenti a quei mari sono fortemente dipendenti dalle copertura di ghiaccio. La sua inesorabile scomparsa porta però ad una gamma di cambiamenti di habitat, perdita di biodiversità, cambiamenti di stili di vita e la delocalizzazione delle comunità indigene tradizionali.

    Proiezioni climatiche della misura delle temperature del mare e del ghiaccio artico, indicano che le pressioni ambientali e socio-economiche nella regione artica sono suscettibili a diventare più gravi nei prossimi decenni.

    Ulteriori preoccupazioni relative ad un maggiore riscaldamento dell'Artico includono l’aumento globale del livello del mare e l'aggravamento di gas ad effetto serra costringendo il disgelo del permafrost ed il conseguente rilascio di metano in atmosfera che amplifica il riscaldamento globale in quanto è un potente gas ad effetto serra.

    Già nel 1990 lo scienziato John Latham ha pubblicato alcune sue idee sulla rivista Nature, sostenendo che l’umanità dovrebbe ridurre le emissioni di biossido di carbonio, invece di interferire ulteriormente con l'ambiente.

    Però, in attesa di quanto si cerca di fare da decenni, ovvero arrivare ad un accordo globale per ridurre le emissioni, ha cercato anche finanziamenti, per mettere in pratica una sua idea che, secondo Latham, potrebbe limitare il riscaldamento globale. Per anni ha proposto di rendere le nuvole più bianche, aumentando il loro albedo, ovvero la capacità di riflettere la radiazione solare verso lo spazio.


    Questo, secondo lo studioso, compenserebbe il raddoppio dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera e, almeno in teoria, produrrebbe un raffreddamento che compenserebbe il riscaldamento globale.

    Anche uno dei suoi collaboratori, Stephen Salter, un inventore scozzese presso l'Università di Edimburgo di nome, pioniere delle energie rinnovabili, ha lavorato su un progetto simile progettando turbine alte circa 70 metri, che, potrebbero generare spruzzi di acqua salata inspessendo le nubi per far riflettere maggiormente i raggi del sole.

    Secondo i due scienziati queste piccole particelle agiscono come centri per formare un maggior numero di goccioline. “Le nuvole diventano più riflettenti, se si aumenta il numero di gocce al loro interno...

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    Last Post by Filippo Foti il 5 May 2015
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  5. Ban Ki-moon e Papa Francesco ambientalisti

    By Filippo Foti il 7 May 2015
    +1   -1    0 Comments   66 Views
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    “Il cambiamento climatico è un problema reale e va affrontato cambiando gli atteggiamenti e gli stili di vita umani, ha dichiarato Ban Ki-moon, ed i leader religiosi possono dare un loro contributo sostanziale”.

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    Ban Ki-moon e Papa Francesco


    Ban Ki-moon, il 28 aprile scorso, ha voluto incontrare Papa Francesco in Vaticano, al termine del meeting “Protect the Earth, dignify humanity. The moral dimensions of climate change and sustainable development” - (“Proteggere la Terra, Nobilitare l’Umanità. La dimensione morale dei Cambiamenti Climatici e dello Sviluppo Sostenibile” ).
    Da questo incontro, le notizie che si possono riassumere sono fondamentalmente due: la prima, è che il Pontefice parlerà all’assemblea generale delle Nazioni Unite il prossimo 25 settembre; la seconda è che l’enciclica di Bergoglio, dedicata al clima e ai cambiamenti climatici, sarà pubblicata presumibilmente il 5 giugno prossimo, Giornata Mondiale dell’Ambiente, che quest’anno ha per tema “Sette miliardi di sogni. Un Pianeta. Consumare con cautela”, che l’ONU celebrerà all’EXPO di Milano. Nell’occasione Il segretario Onu ha messo in risalto che la lettera pastorale del Papa è stata ultimata ed è in fase di traduzione.

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    “Il cambiamento climatico è un problema reale e va affrontato cambiando gli atteggiamenti e gli stili di vita umani, ha dichiarato Ban Ki-moon, ed i leader religiosi possono dare un loro contributo sostanziale. Non credo che essi siano scienziati, ma penso che impegno morale e volontà politica possano mobilitare le persone. In questo senso non solo gli scienziati, ma tutti devono essere parte di questo processo ed i leader religiosi hanno un ruolo molto importante. Tutti insieme, con la società civile ed i leader politici, possiamo cambiare le cose. Affrontare il cambiamento climatico è un imperativo morale urgente”. Il prossimo vertice Onu sul “climate change” è fissato a Parigi il prossimo mese di dicembre.

    Nella dichiarazione finale firmata da 37 tra gli oltre 100 leader come scienziati, religiosi, politici, imprenditori ed Operatori per lo Sviluppo, resa nota al termine del convegno: “Protect the Earth, dignify humanity. The moral dimensions of climate change and sustainable development”, ovvero “Proteggere la Terra, Nobilitare l’Umanità. La dimensione morale dei Cambiamenti Climatici e dello Sviluppo Sostenibile”, si sostiene:

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    Last Post by Filippo Foti il 7 May 2015
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  6. Björn Larsson: dai “Viaggi alla fine del mondo” a “Raccontare il mare”

    By Filippo Foti il 11 May 2015
    +1   -1    0 Comments   597 Views
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    Björn Larsson, torna a scrivere di mare nel suo nuovo libro “Raccontare il mare”, in uscita il 12 maggio. Dal 14 al 18 maggio, lo presenterà al Salone Internazionale del Libro di Torino.


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    Björn Larsson


    Larsson sarà presente, dal 14 al 18 maggio, al Salone Internazionale del Libro di Torino presso lo stand Iperborea, per la presentazione ufficiale in Italia del suo nuovo libro: “Raccontare il mare”.

    Recentemente su “Illywords”, una rivista e un blog di arte e cultura, Larsson ha scritto un post dal titolo: “Voyages to the end of the world”, ovvero “Viaggi alla fine del mondo”. Una piacevole metafora per descrivere se stesso.

    Eppure Björn Larsson, nato a Jönköping, in Svezia, il 1° gennaio 1953, docente di letteratura francese all’Università di Lund, filologo, traduttore, scrittore e appassionato velista, si è posto questa domanda: “Quanti confini ha la Terra”? La domanda può sembrare strana, scrive, e lui stesso da la sua risposta, questa: "Our planet is spherical, and so it can't have a beginning or an end”, e cioè: “Il nostro pianeta è sferico, e quindi non può avere un inizio e una fine”.

    baie des trepasses
    Baie des Trepasses


    Quando ci capita di sentire di un luogo remoto, scrive Larsson, non dobbiamo faticare tanto, abbiamo solo bisogno di cercare su Google Earth per avere subito un'idea.

    Björn Larsson fa questa considerazione: “Perché dovremmo andare a vedere che cosa c’è in altre parti della Terra, se già molte cose le abbiamo a portata di mano? Gli ingredienti più esotici in cucina vengono visualizzati in tutti i nostri supermercati. La musica di tutto il mondo ha i suoi scaffali in qualsiasi negozio di dischi. Per conoscere un'altra cultura, non vi resta che scendere in strada e parlare con gli stranieri, o gli immigrati, e se volete, anche a casa vostra. Anche l'amore a prima vista ha perso la sua freschezza esaltante: adesso ci stiamo preparando per un futuro di amore sui siti Internet con appuntamenti romantici virtuali”.
    "Dobbiamo, quindi, porre fine a tutti questi "confini del mondo", una volta per tutte", si domanda Björn Larsson? "Rassegnarci all'idea che i giovani non staranno più a sognare di partire alla scoperta del mondo? Ma dai!? Sarebbe non solo triste, ma anche inopportuno", dice Larsson.

    La prima volta che Larsson ha visto uno dei “confini del mondo” è stato quando...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 May 2015
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  7. I laboratori iXem con le webcam per monitorare gli ulivi pugliesi

    By Filippo Foti il 12 May 2015
    +1   -1    1 Comments   66 Views
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    La tecnologia wireless dei laboratori del Politecnico di Torino in aiuto del settore olivicolo pugliese, qualora la Xylella fosse veramente responsabile dell’infezione che ha distrutto migliaia di piante per le quali ancora non è stata trovata una cura.


    ulivi a rischio


    “I laboratori iXem, spiega il coordinatore responsabile Daniele Trinchero, docente di Sistemi di Radiofrequenza nelle Telecomunicazioni, Pianificazione Radio e Compatibilità Elettromagnetica, sono nati nell’ambito del Lace, il Laboratorio antenne e compatibilità elettromagnetica del Politecnico, a cui fanno riferimento i docenti che, come me, svolgono attività nell’ambito generico di antenne, compatibilità, propagazione di onde radio, ecc.”

    Il nome iXem deriva invece dal primo progetto strutturato a cui ha lavorato il coordinatore responsabile Daniele Trinchero, docente di Sistemi di Radiofrequenza nelle Telecomunicazioni, Pianificazione Radio e Compatibilità Elettromagnetica, e che ha portato allo sviluppo di un programma software (L’Instrumentation Control Software for Electromagnetic Monitoring, iXem appunto) per l’analisi dei diversi tipi di onde elettromagnetiche (tv, radio, cellulari, Wi-Fi, ecc.).

    Ebbene, la tecnologia wireless dei laboratori del Politecnico di Torino vengono in aiuto del settore olivicolo pugliese, semmai il batterio “Xylella fastidiosa” è veramente responsabile dell’infezione che ha distrutto migliaia di piante per le quali ancora non è stata trovata una cura.

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    Riccardo Stefanelli, l'amministratore delegato di Ixem, l'acronimo della sezione wireless del Laboratorio di Antenne e Compatibilità Elettromagnetica (LACE) del Politecnico di Torino, chiarisce che si tratta di telecamere wireless che, per tenere sotto controllo le piante e rilevare l’eventuale presenza di infestanti o batteri, sono capaci di scattare una foto ogni 5 minuti; una tecnologia che è già applicata nelle vigne a Barbaresco (CN), dove si produce un vino DOCG, il “Barbaresco”. Strumenti in grado di rilevare inoltre i principali parametri fisico-ambientali (temperatura, umidità in aria e nel terreno, bagnatura) insieme con immagini ad alta definizione sia nello spettro visibile che nell'infrarosso.

    Come dichiara ad Adnkronos Leo Piccinno, vicepresidente Unaprol e presidente Coldiretti di Lecce, “circa un milione di piante sono infette, circa il 10% del patrimonio degli olivicoltori della provincia. In termini economici “ci siamo gi...

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    Last Post by Enrico F. Amoroso il 12 May 2015
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  8. "Bureau of Ocean Energy Management” (Boem), approva trivellazioni Shell nell’Artico

    By Filippo Foti il 13 May 2015
    +1   -1    0 Comments   163 Views
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    Sfruttando i guadagni facili nell'Artico, l’America potrebbe ridurre l’utilizzo della costosa estrazione dalle sabbie bituminose con il fracking. Ma si tratta sempre di “petrolmonnezza”! Dobbiamo aspettarci possa accadere un'altra Deepwater Horizon!?


    petrolmonnezza


    L’amministrazione Obama ha annunciato lunedì scorso l’approvazione "condizionata" per Shell di riprendere i suoi “sforzi”, lunghi e difficili per perforare di petrolio nel Mar Glaciale Artico.

    Dopo una revisione globale del “Piano Chukchi Sea Exploration”, e la considerazione delle osservazioni ricevute da parte del pubblico, delle parti interessate, delle comunità artiche e dei bisogni dei nativi dell'Alaska, il Bureau of Ocean Energy Management (Boem), l’11 maggio scorso, ponendo delle condizioni, ha dato il via libera alla Royal Dutch Shell per le trivellazioni di petrolio e gas nell'Oceano Artico secondo standard di sicurezza rigorosi.

    Sottotitoli in italiano


    "Abbiamo adottato un approccio riflessivo atto a considerare attentamente il potenziale esplorativo nel Mare di Chukchi, riconoscendo le risorse ambientali, sociali ed ecologiche di rilievo nella regione e stabilito uno standard elevato per la protezione di questo ecosistema critico, tenendo conto delle esigenze delle nostre comunità artiche, e le necessità di sussistenza delle tradizioni culturali di nativi ", ha detto la direttrice del Bureau Abigail Ross Hopper. "Mentre ci muoviamo in avanti, tutte le attività esplorative in mare continueranno ad essere oggetto di rigorosi standard di sicurezza."

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    Abigail Ross Hopper


    Il “multi-year Exploration Plan” (EP), per il mare di Chukchi, descrive tutte le attività di esplorazione progettate dal gestore, tra cui la tempistica, informazioni sulle navi di perforazione, la loro posizione ben pianificata, le azioni da intraprendere per soddisfare importanti standard di sicurezza ed ambientali, e per proteggere i lavoratori, le risorse, la fauna selvatica e l'accesso alle aree ad uso sussistenza. In conformità con la National Environmental Policy Act, la revisione del (EP) ha compreso la preparazione di una valutazione ambientale ed una successiva individuazione di un impatto significativo.
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    Last Post by Filippo Foti il 13 May 2015
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  9. Gadusol è il gene che Madre Natura dispensa per una protezione naturale dal sole

    By Filippo Foti il 14 May 2015
    +1   -1    0 Comments   89 Views
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    E’ già da diversi anni che sono in corso diversi studi in tutti i più importanti istituti di ricerca del mondo, per capire come sostituire le creme protettive ai raggi ultravioletti, pericolosi e che invecchiano la pelle.

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    Rettili, anfibi ed uccelli, si espongono al sole senza mai scottarsi e tantomeno poco o per niente abbronzarsi. Ora si è scoperto il perché.

    Proprio come molte persone prima di andare in spiaggia si applicano la protezione solare, batteri, funghi e alghe, che spendono gran parte del loro tempo al sole, hanno bisogno di proteggersi dalle radiazioni solari. Questi organismi producono piccole molecole che agiscono come filtri solari assorbendo i dannosi raggi ultravioletti (UV). Piccole molecole che includono composti chiamati acidi mycosporine come gli aminoacidi (MAA), usati nelle creme solari, si trovano anche nei coralli, invertebrati marini e pesci.

    Ora è stato scoperto un nuovo composto correlato chiamato gadusol.

    Gadusol si trova, in alte concentrazioni, nelle uova di pesce, come il merluzzo, nonché nelle uova riccio dei ricci di mare.
    Tassonomicamente diverse specie marine, d'acqua dolce ed organismi terrestri si sono evoluti al punto di avere la capacità di sintetizzare, accumulare e metabolizzare una varietà di sostanze che assorbono gli UV come gli aminoacidi mycosporine (MAA), preposte nel quadro di una strategia globale a ridurre gli effetti dannosi diretti e indiretti della radiazione ultravioletta ambientale.

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    Il gene che fornisce la capacità di produrre gadusol è molto simile a quello che si trova nelle alghe, che possono essere trasferiti ad animali vertebrati. In precedenza si era pensato che solo i batteri ed altri organismi molto piccoli producessero gadusol, e che gli altri animali avrebbero dovuto mangiare al fine di sperimentare i benefici.

    Ma la nuova ricerca mostra che molti animali possiedono una innata capacità di produrlo, spalancando la possibilità di produrre un giorno il “nostro” gadusol, proprio attraverso l'ingestione allo stesso modo di un integratore vitaminico.

    Madre Natura, sempre prodiga di doni immeritati all’uomo, presto ci consentirà di prendere il sole evitando le noiose creme solari. Potremo uno giorno prendere la protezione solare in una pillola? In tal caso dovremo ringraziare solo il mare e la scienza.

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    Last Post by Filippo Foti il 14 May 2015
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  10. Robert Worsley:tengo stretta la mia terra

    By Filippo Foti il 17 May 2015
    +1   -1    0 Comments   30 Views
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    Agricoltore inglese di 48 anni rifiuta 275.000.000 sterline, quasi 400 milioni di euro, per non fare cambiare la destinazione d'uso del suo terreno agricolo.



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    Robert Worsley e famiglia


    Sarebbero state costruite 10.000 case, solo se Robert Worsley ed altri suoi confinanti che hanno seguito l’esempio, ugualmente determinati, avessero accettato le grandi offerte da parte di Mayfield, una compagnia immobiliare americana.

    La cessione di questa terra avrebbe deturpato irrimediabilmente il paesaggio naturale della fattoria di Worsley, nel territorio del West Sussex, non lontano dal South Downs, una contea storica dell'Inghilterra meridionale, cambiando la sua vita e quella di molti altri agricoltori di una comunità rurale che non vuole uno sviluppo basato sulla cementificazione.

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    Mid Sussex


    Questo agricoltore inglese ha strenuamente difeso i suoi 550 acri circa di terreno non cedendo alle tentazioni della compagnia immobiliare americana Mayfield. La notizia ha fatto scalpore tanto che l’opinionista del Daily Mail, James Delingpole, descrive questo gesto paragonandolo addirittura alla scena del Nuovo Testamento in cui Gesù non si lascia corrompere da Satana quando viene portato in un monte altissimo per fargli vedere tutti i regni del mondo e la loro magnificenza.

    Certo, questo accostamento è sicuramente esagerato, sta di fatto però che Worsley, 15 anni di vita da agricoltore non li ha voluti mettere da parte.

    Si stima che la Gran Bretagna ha bisogno ogni anno di 300.000 nuove abitazioni e, trovare l'equilibrio tra la costruzione di nuove case e la necessità altrettanto importante di preservare i bellissimi spazi che compongono questa parte del pianeta così attraente per vivere, non sarà molto facile.

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    Così Robert Worsley: “La storia del nostro paesaggio è la storia di una continua distruzione, saccheggio e l'industrializzazione da parte di lobby avide e senza anima. Siamo una comunità rurale che non vuole questo sviluppo, che non vuole vedere Sussex rovinato. Non è un discorso di soldi, ma di rispetto verso il nostro territorio".

    Worsley comunque non è solo in questo suo proposi...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 May 2015
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