PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Bonobo ultimo antenato comune con gli esseri umani

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    Natura
    By Filippo Foti il 2 June 2017
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    Un nuovo studio rivela che i bonobo (Pan paniscus), anatomicamente, possono essere più strettamente legati agli esseri umani che agli scimpanzé comuni (Pan troglodytes), e rappresenterebbero al meglio l’ultimo antenato comune con gli esseri umani.


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    La ricerca, secondo Rui Diogo, autore principale dello studio e professore associato di anatomia alla Howard University di Washington, ha preso in esame il sistema muscolare dei bonobo fornendo la prova a livello molecolare. Ma questo, secondo Diogo, è uno studio che sarà utile per confrontare in dettaglio l'anatomia delle due specie di scimmia e dell’uomo.

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    Rui Diogo


    I muscoli dei bonobo sono cambiati di meno, il che significa che possono rappresentare come una specie di antenato vivente degli esseri umani”, ha detto Bernard Wood, professore delle Origini Umane presso il "Center for the Advanced Study of Human Paleobiology" di Washington (Centro per lo studio avanzato di Paleobiologia umana).

    Praticamente, le due specie di scimmia e l’uomo, avrebbero alcune caratteristiche condivise e l’uomo potrebbe rappresentare la loro raffigurazione somatica vivente.

    DIFFERENZE ANATOMICHE E COMPARAZIONI

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    Gli scienziati ritengono che, nella storia evolutiva dei primati (proscimmie, scimmie e Homo sapiens), il momento in cui i bonobo e gli scimpanzé si sarebbero separati risale a circa 8 milioni di anni fa. I primi nostri antenati in grado di camminare in posizione eretta furono le australopitecine, la più nota è stata l'Australopithecus afarensis, uno dei fossili risalenti a circa 3,2 milioni di anni fa, mentre il fossile più antico riconducibile al nostro genere, Homo, avrebbe circa 2,8 milioni di anni.

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    Australopithecus afarensis, specie di Lucy.


    La storia recente dei bonobo ne annovera una di nome Kanzi, una senziente speciale che poteva comunicare con gli esseri umani attraverso lexigram, ovvero per mezzo di questo sistema linguistico in cui ogni parola viene associata a un simbolo. I simboli comprendono migliaia di parole in inglese pronunciate da scienziati che si occupavano di lei. Ka...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 June 2017
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  2. Rendere la Terra un posto migliore si può e si deve!

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    Natura
    By Filippo Foti il 7 June 2017
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    Giornata Mondiale dell'Ambiente 2017: Una occasione per tutti di connettersi con la natura in un momento cruciale per il Pianeta.


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    La Terra, la nostra casa, possiamo, anzi dobbiamo renderla migliore. I marciapiedi su cui camminiamo, le strade che attraversiamo come pedoni o conducenti di auto, le spiagge che frequentiamo, i boschi, i parchi, non sono forse la nostra casa? Sicuramente, anche se crediamo che alcuni rispettano l'ambiente non più di quanto rispettano le loro mura domestiche; se prendiamo coscienza di rispettare l’ambiente, renderemo la Terra un posto migliore in un momento cruciale per noi e per lo stesso pianeta malato.

    La Giornata Mondiale dell'Ambiente, aumenta la consapevolezza delle persone che rendere la Terra un posto migliore in cui si può vivere è diventato un fattore imprescindibile, e negli ultimi anni è diventata l'occasione ideale per uscire di casa e godersi le aree naturali che, fortunatamente, sono disponibili nel nostro territorio.

    Ogni anno, la Giornata Mondiale dell'Ambiente si celebra il 5 giugno con un nuovo tema. Quest'anno, a livello globale, il tema è stato "Connecting People to Nature”, ovvero connettere le persone alla natura. Questo tema ci chiede di uscire all'aperto e apprezzare la bellezza e l'importanza della natura, e portare avanti l’appello per proteggere il Pianeta. Il tema dello scorso anno, di cui ne abbiamo puntualmente dato notizia, è stato "tolleranza zero per il commercio illegale della fauna selvatica" che ha incoraggiato la lotta contro il crimine della fauna selvatica.

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    La giornata che si celebra ogni anno ha lo scopo di aumentare la consapevolezza globale sul significato di un ambiente sano e per cercare di risolvere i vari problemi ambientali mediante l'attuazione di alcune azioni per proteggere la natura e la Terra, che ci portino a vivere in un ambiente sano per tutti. World Environment Day è gestita dal United Nations Environment Programme (UNEP) (Programma Ambiente delle Nazioni Unite).

    Giornata Mondiale dell'Ambiente è un'occasione per pensare come noi siamo una parte integrante della natura e come intimamente ed inequivocabilmente dipendiamo da essa per la sopravvivenza.

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    L'Onorevole Ministro dell'ambiente e del cambiamento climatico Catherine McKenna
    e il primo ministro Justin Trudeau, paladini canadesi dell'ambiente.


    La giornata è stata istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite, e dopo questa gli Stati Uniti hanno istituito il “Giorno della Terra”, e da all...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 June 2017
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  3. Bologna: G7 Ambiente dall'11 al 12 giugno

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    Natura
    By Filippo Foti il 10 June 2017
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    Tra circa 20 anni la plastica negli oceani potrebbe diventare uno dei più grandi continenti del Pianeta, più grande dell'Europa!


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    PROVOCAZIONE, MA NON TANTO!

    In quanti continenti è suddivisa la Terra?

    La suddivisione può essere fatta considerando come modelli di riferimento elementi geografici, in un contesto storico-culturale, a criteri geologici, oppure secondo il principio delle terre emerse circondate dall'oceano:

    - Modello a sette continenti da più rilevanza a fattori storici e culturali più che a questioni geografiche: Americhe, Cina, Africa, Antartide, Asia, Europa e Oceania;

    - Modello a sei continenti relativo a questioni geografiche, ovvero alle terre emerse: Africa, Americhe, Antartide, Asia, Europa ed Oceania;

    - Variante del modello a sei continenti in base a criteri geologici e geografici: Africa, Sud America, Nord America, Eurasia, Antartide e Oceania;

    - Modello a cinque continenti: Africa, America, Europa, Asia e Oceania. Questo si considera nei 5 anelli di diversi colori dei giochi olimpici, dove l'Antartide, non è considerato un continente in quanto non antropizzato;

    - Modello a quattro continenti: vale il principio delle terre emerse circondate dall'oceano, ovvero America, Antartide, Eurafrasia o Afro-Eurasia e Oceania.

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    QUALE FUTURO?

    Tra circa 20 anni la plastica negli oceani potrebbe diventare uno dei più grandi continenti, più grande dell'Europa, e paradossalmente potrà fare parte di uno dei suddetti modelli. Di questa criticità ambientale globale si è parlato questa mattina in Prefettura a Bologna nel corso dell'incontro promosso dai governi italiano e francese per fare il punto sul tema, alla vigilia delle riunioni ministeriali del G7 Ambiente dell'11 e 12 giugno.

    Stamane, nell’ambito del G7 Ambiente, presso la Prefettura di Bologna si è tenuto l’incontro promosso dalla Cop22 di Marrakech, denominato “Stop Plastic Waste”, che intende promuovere l’eliminazione dei sacchetti di plastica monouso in tutti i 12 Paesi membri della coalizione supportata dall’UNEP: Italia, Francia, Marocco, Cile, Principato di Monaco, Mauritius, Svezia, Bangladesh, Australia, Senegal, Croazia e Paesi Bassi, cioè le amministrazioni locali e i governi nazionali che si stanno impegnando per la riduzione dell’inquinamento provocato dalla plastica degli oceani. La lieta novità è stata rappresenta...

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    Last Post by Filippo Foti il 10 June 2017
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  4. Il fascino della "Montagna di Scilla" nelle sue mitiche acque

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 16 June 2017
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    Praterie di Posidonea Oceanica accompagnano i sub tra Gorgonie gialle, ”Fiori di mare” e Cerianti (Cerianthus membranaceus) nel video di Maurizio Marzolla dell’Associazione Y Cassiopea Produzioni video e fotografiche.


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    Il fascino della "Montagna di Scilla" nelle sue mitiche acque.


    Molti di voi conosceranno Scilla, appena 10 minuti di autostrada da Reggio di Calabria, per la bellezza che suscita nell’ammirare il suo paesaggio marino molto pittoresco. Senza tralasciare i suoi borghi storici e per il richiamo mitologico che sembra ancora vivere nelle acque dello stretto della Fata Morgana e del suo più bel chilometro d’Italia e della bellissima ninfa Scilla che, secondo Virgilio, a seguito della sua trasformazione in un mostro dal petto in giù, cercò protezione presso uno scoglio della costa siciliana dove abitava Cariddi, anch’esso mostro marino.

    Scilla dominava, in prossimità della costa calabrese, quello che oggi è lo stretto di Messina, con l’atroce mostro che di lei si era impossessata a ghermire i marinai con le sue sette teste, e Cariddi, dalla parte opposta, che ingoiava l’acqua marina per poi rigettarla in mare creando vortici giganteschi.

    A Scilla la roccia leggendaria dei mostri omerici si erge in alto verso la maestosa e antica fortificazione dell'imponente Castello dei Ruffo la cui mole domina Chianalea e Marina Grande.

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    La roccia degrada dopo il naturale prolungamento della terraferma composta di ghiaia e sabbia fino a circa 25 metri per poi scendere rapidamente fino a 35, dove c'è una bellissima scogliera: la cosiddetta “Montagna Sommersa” caratterizzata da una fessura verticale profonda, spesso abitata da pesci e crostacei che riescono a salvarsi dalla pesca illegale.

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    Un benthos così variopinto, per le sue caratteristiche, ha delle peculiarità difficilmente riscontrabili nel Mediterraneo. Con caratteristiche che sono simili ai fondali tropicali, è terreno fertile per molti i subacquei che si cimentano a raccogliere testimonianze fotografiche e filmati, soprattutto ricercatori e professionisti reggini come il noto subacqueo, operatore video e regista Maurizio Marzolla dell’Associazione Y Cassiopea Produzioni video e fotografiche.

    Di Maurizio, proporremo più sotto un video che ci farà scoprire la bellezza del fondale, e di alcune delle creature marine dove insiste la “Montagna Sommersa di Scilla”.

    Dicevamo questo fondale ha delle caratteristiche che lo rendono simile ai fondali tropicali. Pur non avendo avuto l’occasione di andarci personalmente, le forme più suggestive sono quelle d...

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    Last Post by Filippo Foti il 16 June 2017
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  5. Validazione scientifica differenza fulmini onshore - offshore

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    Natura
    By Filippo Foti il 16 June 2017
    +1   -1    0 Comments   67 Views
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    Team di ricercatori indiani, dopo studi effettuati sugli effetti differenti dei fulmini in prossimità delle coste e in mare aperto, validano scientificamente ciò che prima era una ipotesi.


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    Una ricerca condotta presso il “Florida Institute of Technology” di Melbourne (Stati Uniti), dimostra che il fulmine può essere molto più potente sopra l'oceano rispetto al terreno.

    Questa nuova comprensione della natura del fulmine potrebbe tornare utile nella costruzione di infrastrutture e imbarcazioni off-shore per minimizzare il rischio di potenti fulmini in seguito ai temporali si formano sopra il mare.

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    Amitabh Nag, professore di Idrologia e Scienze dell'Atmosfera ed esperto in Fisica e Scienze Spaziali, e Kenneth L Cummins, esperto di Idrologia e Scienze dell'Atmosfera, studiano le applicazioni dell’elettricità atmosferica e la fisica dei fulmini, la loro interazione con i veicoli aerei, linee elettriche, turbine eoliche e come proteggersi da tali eventi.

    Alcune osservazioni indirette precedenti hanno portato gli scienziati a credere che gli attacchi dovuti ai fulmini negli ambienti acquatici tendono ad essere più potenti, ma il nuovo studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, avvalora e convalida scientificamente per la prima volta ciò che prima era una supposizione.

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    Nel loro studio, dove il team ha misurato le correnti di picco di vari fulmini sulla terra e nell'oceano dal 2013 al 2015, i ricercatori hanno calcolato la durata di ciò che chiamano "negative stepped leader", ovvero il canale elettrico che si muove verso terra da una nube temporalesca.

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    Lo “Stepped leaders”si sviluppa all'interno nuvole temporalesche quando le differenze tra la regione principale di carica negativa nel mezzo del temporale e la piccola regione di carica positiva vicino alla base della tempesta, diventare grandi.

    E’ stato dimostrato che le durate dei “leader a gradini negativi” sopra l'oceano sono significativamente più brevi rispetto a quelli su terra, portando una maggiore quantità di carica.

    Utilizzando una relazione tra la durata dei “leader” e il picco di corrente del fulmine derivato nello studio, i ricercatori hanno stimato che un fulmine con correnti di picco di oltre 50 kiloampere [kA] è due volte più probabile che si verifichi nel corso di temporali oceaniche. Normalmente l'intensità elettrica di un fulmine varia tipicam...

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    Last Post by Filippo Foti il 16 June 2017
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  6. Spazzatura e microplastiche tra pesci mostruosi negli abissi oceanici

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 17 June 2017
    +1   -1    0 Comments   121 Views
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    Negli abissi, al largo delle coste dell’Australia orientale, uno dei grandi ambienti estremi del pianeta, pesci mostruosi tra spazzatura e microplastiche.


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    Dr. Tim O'Hara


    Molto al di sotto della superficie del mare, al largo delle coste dell’Australia orientale, c’è una zona conosciuta semplicemente come "l'abisso" che si estende da Launceston a Brisbane. Il più grande e più profondo habitat del pianeta, la zona abissale si estende ben al di là delle acque dell'Australia e su metà degli oceani del mondo, ma resta in gran parte inesplorata.

    A bordo della nave da ricerca Investigator per un viaggio di un mese, l'esplorazione ha avuto inizio il 15 maggio e si è conclusa ieri 16 giugno. Lo studio si è esteso dal nord della Tasmania (Launceston), al Queensland centrale (Brisbane), con a bordo 27 scienziati provenienti da sette paesi, 13 tecnici e 20 membri dell'equipaggio.

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    E' un luogo con temperature molto basse, appena 1° C, nessuna luce e pochissimo cibo, con la presenza di pesci mostruosi. Uno dei grandi ambienti estremi del pianeta. L’esplorazione, lungo il percorso, ha permesso di dragare centinaia di specie precedentemente sconosciute.

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    Dr. Tim O'Hara (estrema destra) e un gruppo di scienziati si affollano intorno a uno schermo per vedere le immagini riprese da una videocamera calata negli abissi.


    Tra i reperti interessanti scoperti c’è un "pesce senza volto", il secondo esemplare scoperto della sua specie e che per questo motivo non è stato mai classificato, trovato per la prima volta nei pressi di Papua Nuova Guinea nel 1873. Questo pesce non ha occhi, almeno apparentemente, il naso è quasi invisibile e la sua bocca è situata sull’estremità inferiore del suo corpo.

    Senza allargarci a tutte le creature marine scoperte, ci limitiamo in questo post a farvi conoscere questo “pesce senza volto”. La scoperta si deve ad alcuni scienziati, con in testa il capo della spedizione, il biologo marino dr. Tim O'Hara del “Museums Victoria”, e del “Commonwealth Scientific e Industrial Research Organisation” (CSIRO), durante il fine settimana del mese di maggio.

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    "E' stato davvero un viaggio di scoperta, dice O'Hara. È uno studio sorprendente nel 21° secolo che si può ripetere, ma sì, si può”!

    Il team ha inviato apparecchiature fino ad una profondità di 4.000 metri, per raschiare sul fondo del mare e raccogliere d...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 June 2017
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  7. Dieta e metodi di allevamento diversi per il bene dell’ambiente.

    By Filippo Foti il 21 June 2017
    +1   -1    0 Comments   65 Views
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    Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Minnesota, ridurre il consumo di carne e utilizzare metodi di coltivazione più efficienti a livello mondiale, è propedeutico per allontanare danni irreversibili all’ambiente.


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    L’agricoltura globale alimenta più di 7 miliardi di persone, ma è anche una delle principali cause di diversi tipi di degrado ambientale. Le attività agricole emettono tra il 25% e 33% di gas serra, occupano il 40% della superficie terrestre e il 70% dei prelievi di acqua dolce.

    I sistemi di produzione alimentare, come l'agricoltura biologica e la carne di bovini nutriti con erba sono stati proposti come potenziali modi per ridurre l'impatto ambientale in agricoltura. L’agricoltura biologica, per esempio, è spesso considerata, ma c’è chi non condivide questo assunto, come avente minore impatto ambientale rispetto ai sistemi convenzionali perché sostituisce sostanze agrochimiche con ingressi naturali come il letame o con servizi ecosistemici, come il controllo dei parassiti.

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    Insalata di ceci.


    Questi impatti rischiano di aumentare a livello globale nel corso dei prossimi decenni a causa degli aumenti di crescita della popolazione e dei cambiamenti dietetici reddito-dipendente verso diete a base di carne e a più elevate percentuali di zuccheri e grassi raffinati, oli e salumi.

    L'agricoltura biologica è un settore in rapida crescita in molti paesi occidentali, forse perché è percepita come più sostenibile o più sana rispetto ai sistemi agricoli convenzionali. Comunque i ricercatori hanno scoperto che i sistemi biologici richiedono un maggiore uso del suolo identificato tra il 25 e il 110%.

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    Pesci grassi come il come il salmone sono una grande fonte di omega-3.



    MA COME SI SUOL DIRE: NON E’ ORO TUTTO QUELLO CHE LUCCICA.

    Ma qual è il reale impatto ambientale dell’agricoltura biologica e dell’agricoltura tradizionale? Alcuni studiosi sono pervenuti a conclusioni che sembrano divergere le une con le altre.

    Si diceva che l’agricoltura biologica comporta un maggior consumo di suolo per ricavare grandi quantità di prodotti. Sta di fatto però che sull’altro piatto della bilancia si verifica una riduzione dell’inquinamento e consumo di energia legato al mancato trasporto dei fertilizzanti.

    Una valida alternativa potrebbe essere utilizzare entrambi i sistemi di coltivazione, cercando di ottimizzarle per ridurre l’impatto ambient...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 June 2017
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  8. Il faro di Livorno, storia di una luce che resiste nel tempo

    AvatarBy Annamaria Lilla Mariotti il 22 June 2017
    +1   -1    0 Comments   481 Views
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    Il faro di Livorno, uno dei fari più antichi d'Italia, com'era e com'è oggi.



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    Ne ho scritto in tante occasioni di questo faro che segna la storia di una delle città più marinaresche del nostro "Bel Paese". Lo riporto, pertanto con piacere in questo sito che profuma tanto di mare.

    I fari hanno un'età, come ogni costruzione, fin dall'antichità sono apparsi sulle rive dei fuochi per illuminare il cammino ai naviganti, ma è solo con le prime torri di pietra dei romani che si è cominciato a segnalare la data della loro costruzione. Raccontiamo la storia di uno di questi.

    Il faro di Livorno in particolare ha una lunga storia: è uno dei più antichi d'Italia, secondo solo alla più vetusta Lanterna di Genova, che, però, nei secoli, ha subito molti cambiamenti, assumendo la forma definitiva solo nel 1543, mentre il faro di Livorno dalla sua costruzione è rimasto pressoché invariato.

    Una prima torre era stata innalzata dai Pisani nel 1154 a Porto Pisano con l'intento di segnalare alle navi in arrivo le molte e pericolose secche che si trovavano nella zona.

    Questo avveniva quando Livorno era ancora legata alle fortune di Pisa e quello era il porto utilizzato a quell'epoca per i commerci delle due città. Questa torre venne presa molte volte di mira e distrutta durante le guerre fra diverse fazioni che sconvolsero la regione durante il Secolo XII, e fu solo quando la città di Pisa fu ceduta a Firenze dei Medici, signore di quella città, si resero conto che Porto Pisano si stava insabbiando e non era più utilizzabile come scalo.

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    Il faro di Livorno (Annibale Cecchi sec. XVII)


    Rivolsero allora lo sguardo a Livorno, in posizione decisamente più favorevole, decisero di dare un nuovo impulso a quella città e fecero innalzare un faro che segnalasse alle navi l'entrata di quel porto.

    La torre fu eretta nel 1304, appoggiata su una basamento poligonale di 13 lati, era costruita in pietra natu...

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  9. Italia in ginocchio per caldo e siccità

    By Filippo Foti il 24 June 2017
    +1   -1    0 Comments   57 Views
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    Cambiamento climatico, caldo e siccità vanno bene a braccetto, e in Italia sono molte le regioni che si trovano ad affrontare crisi non più insolite per scarse precipitazioni e temperature elevate.


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    Qual è il legame tra il cambiamento climatico e la siccità?

    Di tutti i danni che provoca il cambiamento climatico, la siccità è quello che preoccupa di più alla gente. Secondo un sondaggio del centro di ricerca “Pew Research Cente”, gli americani ormai non si sorprendono più di tanto, come anche i cittadini di molte regioni del Medio Oriente, Asia, Africa ed Europa che stanno sperimentando anche temperature dell'aria più elevate, aria più secca, e siccità più gravi o frequenti.

    Un recente studio della NASA, ha rivelato che la siccità che sta interessando la regione del Mediterraneo, dal 1998 è probabilmente la peggiore degli ultimi 900 anni.

    Allora, qual è il rapporto tra il cambiamento climatico e la siccità? In quali aree la siccità influisce di più? Che cosa accadrà se il pianeta continua a scaldarsi?

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    Siamo nel Texas, ma potremo quanto prima essere così in Italia.


    Mentre la siccità può avere diverse cause a seconda della zona del mondo e ad altri fattori naturali, la maggior parte degli scienziati hanno iniziato a collegare la siccità più intensa al cambiamento climatico. Questo perché, come più emissioni di gas serra vengono rilasciate in aria, causando l’innalzamento delle temperature dell'aria, più umidità evapora dalla terra, laghi, fiumi e altri corsi d'acqua.

    Va da sé che la siccità può essere dannosa per l'ambiente. Ma essa ha anche gravi conseguenze per i mezzi di sussistenza delle persone, che colpisce l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico e la salute. Quasi il 40 per cento del mondo, 1,3 miliardi di persone, si basano sull’agricoltura come principale fonte di reddito. Quindi, se gravi siccità portano carenza d'acqua in una zona dipendente dall'agricoltura, viene messa a repentaglio la salute e il benessere non solo di animali e colture, ma dei contadini e delle comunità che dipendono da loro. Né è l'impatto limitato alla comunità agricole. Con l'aumentare della siccità alcune colture cominciano a scarseggiare e i costi alimentari vanno a picco.

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    Ormai di queste notizie legate alla siccità le riferiamo puntualmente tutti gli anni, soprattutto in questo periodo con le temperature massime che salgono almeno di 2,5°C di sopra della media per il periodo dell'...

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    Last Post by Filippo Foti il 24 June 2017
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  10. Sole, cloro e sale micidiali per i capelli.

    By Harley* il 25 June 2017
    +1   +1   -1    0 Comments   62 Views
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    La stagione estiva è già iniziata con temperature torride che mettono a repentaglio il nostro benessere fisico e i tratti somatici. Com’è noto, il sole, il sale marino e la sabbia e, per chi deve “accontentarsi” della piscina di un villaggio, associati ai raggi del sole possono causare ai capelli fili indeboliti e malati.


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    Quali precauzioni occorre prendere in estate con i capelli dopo un bagno in mare o in piscina?

    E' molto importante, soprattutto per voi donne, che in questo periodo le vostre attenzioni siano raddoppiate quando si parla di cura dei capelli. Qui di seguito, gli specialisti del settore forniscono alcune cure necessarie per i vostri capelli:

    Dopo che si esce dal mare o dalla piscina occorre:

    - andare direttamente a fare una doccia per eliminare il cloro o sale dei vostri capelli che può provocare anche la caduta;

    - idratarli con un prodotto appropriato per il tipo di capelli, attendere alcuni minuti e risciacquare i capelli di nuovo;

    - se si ha l'abitudine durante ogni estate di stare sulla spiaggia al contatto con la sabbia, sale, cloro e sole, o in piscina, i capelli hanno la tendenza ad accumulare sporcizia. Pertanto è utile usare uno shampoo appropriato per promuovere una pulizia profonda e restituire la naturale brillantezza ai capelli. Utilizzare lo shampoo una volta alla settimana per i capelli grassi. Per i capelli secchi e tinti fare un trattamento ogni quindici giorni. Una cuffia che copra i capelli sarebbe l’ideale ma, soprattutto al mare, se ne vedono pochissime;

    - tenere i capelli idratati è fondamentale e per questo è consigliato l’uso di Aloe Vera che sono sostanze nutritive importanti per i capelli. L’Aloe ha proteine, vitamine e minerali che aiutano a rafforzare e rendere lucidi i capelli. Prima di idratarli si consiglia di lavare i capelli per ottenere i migliori risultati. Ripetere l'idratazione una volta alla settimana;

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    - coprire i capelli con cappelli a tesa larga evitando di esporli all’azione diretta del sole. I raggi UV non sono dannosi solo per la pelle, ma pure per i capelli. Quindi si può usare un copricapo con piccoli fori o sciarpe a tesa larga per completare il vostro look estivo, piuttosto che lasciare la testa scoperta. Il cuoio capelluto e le orecchie, vanno protette in quanto sono particolarmente vulnerabili al cancro della pelle. Sciarpe a tesa larga anche al tramonto in riva al mare;

    - è così allettante lasciarsi andare durante l’estate con pasti elaborati, soprattutto se siete in vacanza, ma i capelli sono anche un rifle...

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    Last Post by Harley* il 25 June 2017
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