Il primo volo reale di un pellicano rimasto orfano a cui è stato dato il nome “Big Bird” (Grande uccello), è stato un grande successo di un gruppo di umani che hanno insegnato a volare, al sensiente, e che hanno filmato il momento in cui il gigantesco uccello ha preso il volo.

Una delle più celebri frasi di William Arthur Ward è:
“If you can imagine it, you can achieve it; if you can dream it, you can become it.” Ovvero “Se puoi immaginarlo, puoi realizzarlo. Se puoi sognarlo, puoi diventarlo” (W. A. Ward).

Ci hanno creduto gli umani del personale dipendente del “Greystoke Mahale Park” ed i tanti ospiti che hanno collaborato in una epica impresa: quella di far volare un pellicano, il senziente, che si era smarrito. Sì, ci ha creduto anche Big Bird, questo il nome che è stato dato al pellicano che ha imparato a volare.

Che non si tratta di una trovata pubblicitaria per fare aumentare le visite al parco, lo attestano fonti autorevoli di media che ne hanno dato ampio risalto in queste ultime settimane.

La vita libera di Big Bird è dovuta dunque alla tenacia del personale dipendente e dei tanti ospiti che si sono susseguiti ad emulare il movimento che l’uccello doveva fare per librarsi in volo.

Ci hanno creduto tutti e credere è spesso determinante per riuscire nella vita. Questo è uno dei più grandi esempi del rapporto che l'uomo ha con madre natura e come stupefacente può essere la gentilezza umana. Il nostro amore per le creature viventi va oltre i confini della specie e Big Bird è l'incarnazione di quella qualità umana.

La storia

All'inizio di ottobre dello scorso anno un giovane pellicano è stato scaraventato sulla spiaggia a “Greystoke Mahale”, una località iconica nella zona ovest remota della Tanzania. Apparentemente portato fuori rotta da una tempesta, era un po' scombussolato ed ha vagato nel caos per alcune ...

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Questo video è stato girato al parco nazionale Kruger in Skukuza, Sud Africa e mostra un rinoceronte il cui corno molto probabilmente è stato reciso dai bracconieri.

Secondo il vice responsabile della comunicazione del "South African National Parks", Reynold Thakhuli , il rinoceronte è stato avvistato venerdì 28 febbraio 2014, nei pressi di Porta Phabeni nel Parco Nazionale Kruger dai visitatori che sono riusciti ad avvertire le autorità.

Immagini macabre sono state catturate dai turisti che mostrano un rinoceronte disorientato vagare intorno al parco nazionale Kruger, con il suo corno inciso e l'occhio gravemente danneggiato.

La notizia raccapricciante la fornisce il “Guardian” poche ore fa.

Una valutazione è stata condotta per determinare l'entità delle lesioni e delle sofferenze. Si è scoperto che un proiettile si era depositato nel cervello del rinoceronte e pertanto ogni possibilità di sopravvivenza era minima. Pertanto il ranger che lo ha scoperto ha preso la decisione di abbattere l'animale considerando che non vi era alcuna possibilità della sua sopravvivenza.Il proiettile è stato inviato per la prova balistica per determinare che tipo di fucile è stato utilizzato.

Il Sud Africa è la patria di più rinoceronti di qualsiasi altro paese, di cui circa 19.000 rinoceronti bianchi ( Ceratotherium simum ) e 2.000 rinoceronti neri ( Diceros bicornis ).

Reynold Thakhuli

Il paese quest'anno ha perso 146 rinoceronti dopo il record di 1.004 gli animali che sono stati uccisi dai bracconieri nel 2013, secondo il Dipartimento degli Affari Ambientali del paese. La maggior parte di questo bracconaggio si svolge nel parco nazionale di Kruger.

La drammatica crescita del bracconaggio in Sud Africa del rinoceronte, rispetto ai solo 13 uccisioni del 2007, è stata largamente trainata dalla domanda nel sud - est asiatico , dove alcune persone credono erroneamente che curi vari disturbi .

Rob Brandford, direttore d...

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Il premier cinese Li Keqiang mercoledì scorso ha dichiarato che è pronto a combattere l’inquinamento.

Li Keqiang ha usato parole forti nel suo discorso, descrivendolo addirittura come un "avvertimento a luci rosse" contro l'inefficienza dilagante nel paese in cui il popolo manifesta serie preoccupazioni r l'alto indice dello smog e sulla sicurezza alimentare.

La Cina, nel corso degli ultimi tre decenni, è stata protagonista di una rapida industrializzazione unitamente ad una forte urbanizzazione che ha trasformato radicalmente la sua economia, ed ha visto salire il reddito dei suoi abitanti.

Ma, come si dice che “non è tutto oro ciò che luccica, locuzione cara agli italiani fin dai tempi di Esopo, questo “progresso”, ha anche portato a gravi conseguenze ambientali, con le persone infuriate nelle città regolarmente sprofondate nello smog ed incidenti come quello che si è verificato il 7 marzo 2013 nel fiume Jiapingtang, il fiume principale di Shanghai quando nelle acque nere come l'inchiostro, coperte di melma e di alghe verdi, e puzzolenti come una fogna bloccata, vennero rinvenuti migliaia di suini morti, al punto che gli abitanti di quei luoghi, con amara ironia, dicevano che c’erano più maiali che pesci nel fiume.

Nel suo discorso al Congresso Nazionale del Popolo, organo legislativo della Cina, Keqiang ha descritto il degrado ambientale come insopportabile a causa di un modello di sviluppo inefficiente e cieco".

"Noi dichiariamo guerra contro l'inquinamento e lo combatteremo con la stessa determinazione di come abbiamo combattuto la povertà", ha detto il premier, che si è insediato nel marzo dello scorso anno.

Il governo ha promesso che quest'anno, userà il carbone con moltissima prudenza e rimuoverà sei milioni di veicoli ad alta emissione dalle strade.

Un limite sarà applicato sul consumo totale di energia del paese e saranno prese misure per frenare l'inquinamento delle acque, la conservazione del suolo, oltre a recuperare e ripristinare le zone umide foreste e praterie, ha aggiunto Li Keqiang.

Li Keqiang

Le autorità cinesi hanno ripetutamente promesso azioni per migliorare l'ambiente in questi ultimi mesi, ma gli esperti avvertono che l'attuazione sarà f...

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Intergovernmental Panel on Climate – IPCC molto benevola nei riguardi dei cambiamenti climatici. Scienziati e docenti universitari internazionali gettano ombre allucinanti sul prossimo futuro del pianeta.

L'innalzamento del livello del mare sembra non preoccupare più di tanto la gente nel mondo. Questa faccenda riguarderà gli abitanti del pianeta tra 50/100 anni, ovvero sarà solo "una minaccia per le generazioni future". Ovvero, per dirla alla Rocco Barbaro: “me ne fotto!”

Ma la scienza, quella buona, cosa dice? A sentire qualche scienziato del clima, si potrebbe correre il rischio di trovare taluni “affiliati” a qualche lobby del petrolio che sdrammatizzano, quando invece si organizza un sondaggio on-line fra scienziati, perché si esprimano circa il rischio climatico, allora si possono avere buone speranze di conoscere qualche verità.

“Vision Prize” è una piattaforma newyorkese di ricerca on line composta da illustri scienziati, leader della politica climatica, ricercatori comportamentali e di indagine, ingegneri, comunicatori scientifici e specialisti della tecnologia energetica. Ebbene, questa agenzia periodicamente pone interrogazioni agli esperti scientifici su questioni importanti, che poi sono rilevanti per i responsabili politici.

Nella sua ultima indagine, Vision Prize ha formulato ai partecipanti delle domande relative alle tecnologie da mettere in atto per limitare il cambiamento climatico, e cosa pensassero dell'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, (Intergovernmental Panel on Climate - IPCC) in cui sono stati presi in considerazione i cambiamenti osservati nel sistema climatico negli ultimi tre decenni, ciascuno dei quali è stato successivamente più caldo sulla superficie della Terra rispetto a qualsiasi decennio precedente dal 1850.

Due di queste domande sono state formulate così: “che probabilità ci sono che la media globale del livello del mare salirà meno della stima più bassa dell’IPCC (0,25 metri), o superiore alla stima più alta IPCC (0,91 metri) entro il 2100?”. Queste stime dell'ultimo rapporto IPCC 2013 sono circa il 60 per cento in più rispetto al rapporto del 2007, che volutamente hanno lasciato fuori i processi dinamici che causano effetti come la creazione di piattaforme di ghia...

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Le diverse strategie di queste splendide creature per evitare i danni del sole. Balenottere azzurre, balene comuni e capodogli a confronto e sotto il microscopio della scienza.

Capodoglio

Anche le balene si abbronzano. La loro pelle infatti non è molto da diversa da quella degli esseri umani, quindi, sorge spontaneo chiedersi come fanno a proteggersi dalle scottature solari quando stanno in superficie. E non pensate a darvi una risposta del tipo: “ ma se stanno in acqua!? Quante volte ci siamo “arrostiti” la schiena facendo nuoto!?

E' una buona abitudine di noi umani quella di applicare la protezione solare prima di andare in spiaggia se non si vuole correre il rischio di bruciarsi. Ma gli animali marini come le balene, non possono farlo. Specie come i capodogli possono trascorrere fino a sei ore al contatto con la superficie dell'oceano, ed allora come si proteggono da un grave caso di scottature?

Esaminiamo queste tre balene:

- la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus Linnaeus, 1758), quando si espone al sole, ha la caratteristica di diventare di colore blu scuro grazie a una maggiore pigmentazione di melanina, tipica degli esseri umani di carnagione normalmente chiara;
- la balena comune (Balaenoptera physalus Linnaeus, 1758 ),non cambia la propria pigmentazione nel corso dell’anno in quanto ha la pelle abbastanza scura essendo tipica dei tropici;
- il capodoglio (Physeter macrocephalus, Linnaeus 1758), invece, non si abbronza, così come sostiene Mark Birch-Machin , un professore di dermatologia molecolare a Newcastle University nel Regno Unito, invece protegge la propria pelle attivando due geni riparatori. Sul proprio corpo, infatti, si attivano dei geni similmente a come fa il corpo umano producendo antiossidanti in risposta ai radicali liberi, molecole che possono causare molti danni genetici e cellulari.

Balenottera azzurra

Alcuni ricercatori, usando delle balestre caricate con frecce modificate per recuperare porzioni di pelle dai mammiferi marini, hanno preso più di un centinaio di biopsie cutanee dalle balenottere azzurre, dalle balenottere comuni e da capodogli nel Golfo d...

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