PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Elon Musk: L’umanità deve colonizzare Marte per sopravvivere alle "età oscure".

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    Natura
    By Filippo Foti il 1 Nov. 2018
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    Elon Musk: "La luna e Marte sono spesso pensati come una via di fuga per i ricchi, ma non lo sarà affatto".


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    [S]Michio Kaku - Elon Musk[D]


    Secondo il fondatore di Space Exploration Technologies Corporation e cofondatore e Amministratore Delegato di Tesla la luna e Marte sono spesso pensati come una via di fuga per i ricchi, al sopraggiungere nel nostro pianeta di "età oscure". Per inciso, proprio giovedì 25 ottobre Elon Musk ha annunciato che entro un quinquennio sarà realizzata, la nascita di nuovo modello di SUV crossover elettrico - la Tesla Model Y.

    Secondo Musk, questa via di fuga per i ricchi non sarà proprio così facile ottenerla, in quanto questo suo progetto interplanetario lo definisce forse un po’ troppo ambizioso.
    Musk, le cui numerose sue aziende costruiscono veicoli elettrici, batterie e pannelli solari, ha parlato spesso della sua visione di un futuro più pulito e sostenibile, ma sostiene che nel caso di una nuova guerra mondiale, l'unico modo che rimane al genere umano per sopravvivere è colonizzare Marte o la Luna.

    Il lungimirante, e probabilmente anche un po’ visionario miliardario, immagina una "democrazia diretta" per le colonie che andranno a colonizzare questi pianeti, "dove le persone voterebbero direttamente sulle questioni invece di passare attraverso un governo rappresentativo". Musk ha anche suggerito che la sua azienda aerospaziale “Space Exploration Technologies Corporation” (SpaceX) sarà pronta a lanciare un razzo su Marte nel 2019. "Penso che saremo in grado di fare voli brevi, una sorta di voli up-and-down (su e giù), probabilmente un po' di tempo nella prima metà del prossimo anno, pur sostenendo che non sarà facile per le prime persone che andranno a vivere in un nuovo pianeta".

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    Musk non prevede che sicuramente stiamo per entrare in un‘era oscura, ma sostiene, che “c'è una certa probabilità che lo faremo, in particolare se ci dovesse essere appunto una terza guerra mondiale", ha detto nel marzo scorso in occasione di una sua ampia intervista al festival South by Southwest (SxSw), dove ha parlato anche della minaccia dei cambiamenti climatici. “Vogliamo assicurarci che ci sia abbastanza seme della civiltà umana da qualche altra parte per riportare la civiltà e, forse, ridurre la durata delle epoche buie",

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    Last Post by Filippo Foti il 3 April 2021
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  2. Fonti non rinnovabili e impatti sul clima.

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    Natura
    By Filippo Foti il 2 Nov. 2018
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    Gli impatti dei cambiamenti climatici rappresentano oggi, a livello globale, la più grande sfida dell'umanità.


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    Non solo bruciare una risorsa come il carbone o gas naturale, ha impatti sul clima, ma ottenerlo dal terreno e metterlo in commercio - in fase di produzione e trasporto - è un male insopportabile per la Terra. Gli impatti dei cambiamenti climatici rappresentano oggi, a livello globale, la più grande sfida dell'umanità.

    Il recente appello di oltre 200 persone, tra cui alcuni dei più famosi attori, artisti e scienziati del mondo, è stato "Stiamo vivendo un cataclisma globale. Ma non è troppo tardi per evitare il peggio”. A margine di questo post, citiamo “The Independent”, il quotidiano britannico online, che ha fornito la lista completa dei firmatari. Attori e musicisti come Tim Robbins, Ethan Hawke, Juliette Binoche, Alain Delon, Bradley Cooper, Patti Smith, Jane Birkin, Willem Defoe, Jude Law, Ralph Fiennes e Marion Cotillard, e anche da scienziati di fama come l'astrofisico Aurélien Barrau, il climatologo Jean Jouzel, il fisico teorico Carlo Rovelli, e il matematico Mikhaïl Gromov. Noi l'abbiamo ridotta.[*].

    Pubblicato sulle maggiori testate giornalistiche internazionali, citiamo quello del quotidiano francese “Le Monde” : “At the current rate, in a few decades, there will be almost nothing left. Humans and most living species are in a critical situation. "Al ritmo attuale, tra qualche decennio, non ci sarà quasi più nulla. Gli esseri umani e la maggior parte delle specie viventi si trovano in una situazione critica".

    È stato a lungo ipotizzato che il gas naturale, poiché brucia più pulito del carbone, è più rispettoso del clima, ma la scienza emergente suggerisce con forza che non è così.

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    COME PUÒ IL GAS NATURALE ESSERE PEGGIO PER IL CLIMA DEL CARBONE?

    L'anidride carbonica (CO2) si forma quando si brucia carbone o gas naturale. Ma il gas naturale è per la maggior parte metano, e il metano è peggiore per il clima del biossido di carbonio: secondo il Gruppo intergovernativo di es...

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    Last Post by Filippo Foti il 2 Nov. 2018
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  3. La plastica nuoce all'uomo, agli oceani e all'ambiente; quella biodegradabile è tutto un bluff.

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 7 Nov. 2018
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    Gli alimenti acidi contenuti nei pasti e introdotti nei piatti di plastica possono aumentare il tasso di migrazione di sostanze chimiche tossiche che poi ingeriamo.


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    Nessuno di noi vuole sostanze chimiche, potenzialmente pericolose, che si aggiungano deliberatamente nel piatto dove mangiano e che irritino il loro cibo! Questo argomento oggi è più importante che mai con gli echi di stampa che ci raggiungono quotidianamente, sentendo parlare di inquinamento da plastica nei mari e oceani di tutto il nostro pianeta. Ma la plastica non fa male solo ai pesci...

    Basta solo tornare indietro di un paio di generazioni per vedere i cereali venduti in sacchetti di juta, carne del macellaio avvolta in carta marrone naturale, e piuttosto che in sacchetti di plastica. Ad esempio, quanti alimenti si potrebbero comprare in un contenitore di ceramica riutilizzabile che successivamente si trasformerebbe in un credito per per il prossimo acquisto?

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    Ora, indipendentemente da ciò che mangiamo, è probabile che provenga da un imballaggio in plastica e che poi consumeremo in un piatto di plastica. Viviamo in un'epoca in cui molti, se non la maggior parte dei nostri pasti, sono fast food o fast casual che esporrebbero, più di altri, ai famigerati ftalati (agenti chimici che vengono aggiunti alle materie plastiche per aumentarne la flessibilità) e che hanno o avrebbero effetti deleteri sulla nostra salute. Il paradosso: anche se stiamo evitando gli consumare hamburger e patatine fritte, questo utilizzo eccessivo di plastica potrebbe farci ancora più male.

    Molti di noi, per esigenze legate a brevi pause pasto, sono costretti spesso a mangiare insalate da asporto con un condimento acido in quei "clamshells" ovvero di quei contenitori di plastica trasparente. Oppure un "Thai vegano" saltato in padella in un piatto di melamina. Se siamo esposti a questi tipi di materiali sintetici ogni giorno, belli, colorati e quasi indistruttibili non facciamo altro che ingerire anche le loro molecole. Infatti, versandoci degli spaghetti caldissimi come a molti di noi piace fare, l’alta temperatura della pasta condita consente il rilasciano di melammina e formaldeide che migra nei cibi.
    Molti di questi piatti e stoviglie arrivano in Europa da paesi come Hong Kong che non hanno obbligo di aderire alle direttive europee e rappresentano in Italia ben il 70%.

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Nov. 2018
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  4. Positano, luogo dei sogni dove, con molta immaginazione, puoi sentire il canto delle "Sirenuse".

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 10 Nov. 2018
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    Il canto delle " Sirenuse ", che negli anni '50 sarebbe stato ascoltato a Positano dal narratore statunitense John Steinbeck, "riuscì" a farlo trattenere a lungo in "uno dei posti più belli d'Italia", così come Alberto Moravia gli consigliò?


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    Non è esagerato dire che Positano è uno dei posti più belli del mondo. Questa piccola città della Costiera Amalfitana, in provincia di Salerno, attira i visitatori con le sue case color pastello arroccate sulle montagne che si ergono sopra il mare.

    Positano, oggi conta circa 4.000 abitanti. Ha vissuto molte vicissitudini, facendo parte della repubblica marinara di Amalfi durante il Medioevo, un'importante rotta commerciale durante il Rinascimento, un villaggio di pescatori dimenticato un secolo fa, di cui tanti abitanti tentarono la fortuna in America e, infine, un'idilliaca località balneare vivendo una rinascita che durante la prima metà del ventesimo secolo è diventata metà di un turismo inarrestabile.

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    John Steinbeck, uno tra i più importanti narratori americani, visse per un breve periodo a Positano nel 1953, e scrisse: "È un luogo dei sogni che non è del tutto reale quando ci sei e diventa davvero attraente dopo che te ne sei andato. Quindi, potresti non voler mai più andartene." Fu Alberto Moravia a consigliare Steinbeck di andare a riposarsi a Positano, in una estate in cui a Roma faceva molto caldo. Moravia gli disse: "Perché non vai? È uno dei posti più belli d'Italia".

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    Nearly always when you find a place as beautiful as Positano, your impulse is to conceal it, ovvero "Quasi sempre quando trovi un posto bello come Positano, il tuo impulso è di nasconderlo", scrisse nel numero di maggio 1953 John Steinbeck nella sua mitica corrispondenza per il giornale Harper Bazaar. Voleva dire cioè che se l’avesse raccontato si sarebbe riempito presto di turisti che l’avrebbero rovinato "facendone un passeraio". Ma lo raccontò e da allo...

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    Last Post by Filippo Foti il 10 Nov. 2018
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  5. “H Farmer Project”: persone che amano la Natura promuovendo azioni in sua difesa.

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    Natura
    By Filippo Foti il 10 Nov. 2018
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    Pulire non è esclusivamente un bene per l'ambiente, ma lo è anche per chi partecipa.


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    1530j9c : Non potendo partecipare personalmente lo facciamo virtualmente con questo contributo.

    Ai volontari che partecipano lascia sicuramente la sensazione di essere responsabili di qualcosa di così delicato, ma incredibilmente importante a favore del nostro grande oceano in cui c’è anche il nostro mar Mediterraneo.

    Condizioni meteo permettendo, come scrive Sherry Sermattei in “h-farmerS - Coltiviamo insieme valori ambientali”, domani domenica 11 novembre alle 9,30 “approda sul litorale l’iniziativa di sensibilizzazione organizzata da “H Farmer Project” contro la dispersione dei rifiuti nell’ambiente

    Il ritrovo dei partecipanti è stato fissato nei pressi del locale “Barlume” di viale Amerigo Vespucci, 4 a Marina di Carrara. “Si tratta di un’iniziativa in linea con le buone pratiche sostenute dall’amministrazione comunale per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e che potrà contare sulla collaborazione delle associazioni degli operatori balneari locali”.

    Questa iniziativa punta a promuovere azioni che stimolino la consapevolezza e la responsabilità delle singole persone rispetto al problema dell’inquinamento e più in generale delle conseguenze che le azioni di ciascuno di noi hanno nell’ambiente in cui viviamo. Il risultato di queste pulizie è spesso molto più grande di una semplice spiaggia più pulita, poiché cambia la visione delle persone del loro ruolo all'interno dell'ambiente e infonde un senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente circostante.

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    Sherry Sermattei


    Le pulizie ci portano anche all'aperto e ad apprezzare la bellezza dei nostri dintorni. Questo è in sintesi quanto spiegano da H Farmer Project, ricordando anche che le persone che parteciperanno potranno contare sulla collaborazione delle associazioni degli operatori balneari locali.

    I nostri oceani stanno affrontando una catastrofe di plastica prodotta dall'uomo. Considerando che nel 2050 ci sa...

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    Last Post by Filippo Foti il 10 Nov. 2018
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  6. Cambiamento climatico: chi perde è sempre l’uomo!

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 13 Nov. 2018
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    Mentre cambiamento climatico ed “eventi estremi” vincono, chi perde è sempre l’uomo! Le catastrofi sono sempre “disastri naturali umani” e non più “eventi estremi”.


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    Tsunami, uragani, tornado, inondazioni, alluvioni, terremoti, mareggiate, onde anomale, maremoti, carestie, epidemie, siccità, ondate di calore, frane, valanghe, dissesti idrogeologici e chi più ne ha ne metta … sono sempre disastri naturali umani? Ma quanti di questi “disastri naturali” sono creati dall'uomo?

    Nonostante il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sia scettico nei confronti dei cambiamenti climatici, il rapporto sulla scienza del clima del “Global Change Research Program (USGCRP)” pubblicato nel novembre 2017, afferma che "è estremamente probabile che le attività umane, in particolare le emissioni di gas serra, siano la causa principale del riscaldamento osservato dalla metà del XX° secolo".

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    I disastri naturali non sono mai costati così tanto quanto nel 2017 sia in termini economici che in vite umane. Le perdite mondiali sono state stimate a 337 miliardi di dollari.
    Quanto per non andare troppo lontano nel tempo, sono state 411 milioni le persone che nel 2016, tra terremoti e alluvioni, sono state colpite dai disastri provocati da catastrofi naturali, un numero nettamente superiore rispetto al 2015 che è risultato essere quattro volte superiore.

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    ALCUNI DEGLI EVENTI PIÙ DISTRUTTIVI DEL 2017

    Nel 2017, invece, gli eventi più distruttivi hanno interessato soprattutto gli Stati Uniti, con gli uragani Harvey, Irma e Maria che hanno provocato danni per circa 217 miliardi di dollari. Le Isole dei Caraibi, il Texas, Puerto Rico, e la Florida occidentale sono state quelle che hanno subito le maggiori perdite economiche.

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    In meno di due mesi, tra agosto e ottobre dell’anno scorso, Harvey, Irma e Maria hanno riempito le prime pagine dei giornali nel coro dei loro passaggi apocalittici. Ognuno di questi tre uragani è stato così distruttivo che sono stati tutti tra i cinque disastri più costosi della storia degli States.

    Gli scienziati continuano ad avvertire che con il riscaldamento globale, ci saranno molte altre tempeste simili in futuro. Ma queste cat...

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    Last Post by Filippo Foti il 13 Nov. 2018
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  7. Il nostro oceano: come eredità da preservare per le future generazioni.

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 16 Nov. 2018
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    Rendere il nostro pianeta più a misura d'uomo, assicurando più lunga vita alla Terra, può diventare una missione possibile!


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    Il termine "gestione dei rifiuti", a essere onesti, anche se a monte c’è tanta natura, ma anche benessere e spreco, non rievoca per nulla amenità, anzi queste tre sillabe (ri-fiu-ti), 4 vocali e 3 consonanti, evocano immagini di autocarri pieni di monnezza e cassonetti maleodoranti, sempre più vicini alle nostre case con i mastelli della raccolta differenziata.

    Discariche montuose e cassonetti ribaltati soprattutto lungo le vie secondarie, sono cose che la maggior parte di noi tutti è costretta a tenere nascoste e lontane dalla mente. Ma per quanto sgradevole sia la gestione dei rifiuti (raccolta, selezione ed elaborazione), è davvero fondamentale per risolvere quello che è diventato rapidamente una delle minacce più visibili e forse più gettonate di oggi, ovvero l'inquinamento del nostro Pianeta blu dalla plastica?

    Si stima che circa otto milioni di tonnellate di plastica entrano ogni anno in tutti i mari del mondo, ovvero quella grande porzione della Terra che ci piace definire “Oceano Globale” (O.G). Più della metà proviene da soli cinque paesi dell'Asia dove i sistemi di gestione dei rifiuti non hanno tenuto il passo delle economie in crescita. In altre parole, molta plastica sta entrando nell'(O.G) perché, in alcune parti del mondo non c'è proprio nessun altro posto in cui può andare. Ecco perché ogni strategia per arginare in modo significativo la marea della plastica oceanica deve includere piani per investire in migliori sistemi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti, soprattutto se si considera pure come rapidamente altre parti del mondo stanno crescendo.

    Questa valutazione è stato l’elemento trascinante della quinta conferenza “Our Ocean” che si è svolta a Bali, Jakarta Raya (Indonesia) dal 29 al 30 ottobre scorso. Il tema è stato "Our Ocean, Our Legacy , ovvero "Il nostro oceano, la nostra eredità", con i partecipanti che hanno dibattuto sulle scelte e azioni da compiere per mantenere la sostenibilità delle risorse oceaniche e per preservarne la salute, come eredità da preservare alle future generazioni.

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    L'obiettivo della conferenza è stato quello di generare impegni per mantenere la sostenibilità dei nostri oceani migliorando collaborazioni e partenariati tra le parti interessate, portando a impegni concreti e attuabili.

    L'evento ha visto seminari e discussioni interattive tra i...

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    Last Post by Filippo Foti il 16 Nov. 2018
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  8. Le foreste potrebbero essere la difesa più realistica contro il riscaldamento globale

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 19 Nov. 2018
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    Le foreste sono la salvezza del nostro pianeta. Massacrarle significa non solo far crescere il riscaldamento globale ma confinare l'umanità in un profondo oblio senza speranza di ritorno. Gli incendi della California sono difficilmente "naturali": gli umani li hanno resi peggiori passo dopo passo.


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    Le foreste sono la massima espressione della natura e, laddove ancora esiste la sua impronta, sono l’espressione più vitale della biodiversità, che alimenta la vita sul nostro pianeta aiutandoci a respirare e a consentirci di utilizzare la loro materia prima. Per citare solo gli umani, dipendono in misura diversa dalle foreste circa 1,6 miliardi di persone che usufruiscono di questo dono ricevuto essenziale per la vita sulla Terra e oggi oltremodo immeritato. Le foreste ospitano circa l'80% della biodiversità sulla Terra e circa 300 milioni di persone che vivono in questi luoghi trovano sostentamento, in particolare coloro che abitano nei paesi in via di sviluppo.

    Nonostante il fatto che le foreste siano così importanti per noi e per molte specie diverse, le stiamo perdendo ad un ritmo allarmante. Ciò è dovuto principalmente all'espansione dell'agricoltura, all'aumento della popolazione e ai cambiamenti nella dieta. Una volta che una foresta è persa per un'agricoltura insostenibile, di solito si perde per sempre, insieme a molte delle piante e a degli animali che una volta vivevano lì.

    Secondo un recente documento, se i cambiamenti climatici continuano senza sosta, quasi tutti gli ecosistemi del pianeta si modificheranno drammaticamente, fino a diventare un bioma completamente nuovo.

    Stephen Jackson, autore del rapporto e direttore di un centro di adattamento climatico presso l'US Geological Survey, avverte che i cambiamenti dei prossimi 200 anni potrebbero eguagliare e probabilmente superare quelli visti nei 10.000 anni che hanno concluso l'ultima era glaciale. Se l'umanità non smette di emettere gas serra, il carattere della terra potrebbe trasformarsi al punto tale che, ad esempio, le foreste di querce potrebbero diventare una prateria, i boschi sempreverdi potrebbero diventare decidui, e ovviamente le spiagge affonderebbero nel mare.

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    Last Post by Filippo Foti il 19 Nov. 2018
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  9. L'inquinamento atmosferico, brutta bestia da domare maschera il riscaldamento globale.

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 22 Nov. 2018
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    L'inquinamento atmosferico sta avendo una conseguenza inattesa, dicono gli scienziati: sta contribuendo a raffreddare il clima, mascherando parte del riscaldamento globale che è accaduto finora.


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    Quando il 29 dicembre dello scorso anno una tremenda ondata di gelo ha investito gli Stati Uniti, Trump twitta: "Perhaps we could use a little bit of that good old Global Warming that our Country, but not other countries, was going to pay TRILLIONS OF DOLLARS to protect against. Bundle up!"; ovvero: "Forse potremmo usare un po' di quel buon vecchio Riscaldamento Globale che il nostro Paese, e non altri, stanno pagando trilioni di dollari per proteggerci. Coprirsi bene"!

    Notizia delle ultime ore è questa: Trump ha appena accennato, pubblicandolo in un tweet mercoledì scorso il fatto che il freddo smentisce il riscaldamento globale. Un freddo da record in gran parte del nord-est degli Stati Uniti, con New York City che emette un allerta per il freddo estremo e Boston si prepara per quello che potrebbe essere il suo freddo da record.

    Allora perché gli scienziati si preoccupano del riscaldamento globale anche quando fa freddo? La risposta sta nel fatto che il tempo e il clima non sono la stessa cosa. Il tempo, come sottolinea la "National Oceanic and Atmospheric Administration" (NOAA) degli Stati Uniti, è ciò che possiamo notare, quando usciamo da casa e può cambiare rapidamente da un momento all'altro. Ad esempio, potrebbe nevicare al mattino ma anche piovere nel pomeriggio a causa di un aumento della temperatura dell'aria.

    Il clima, d'altra parte, riguarda i modelli meteorologici per un lungo periodo di tempo, misurato utilizzando le temperature medie, umidità, sole, precipitazioni, nebbia e altri fattori. Il clima cambia più lentamente e per un lungo periodo di tempo.

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    Pur non essendo uomo di scienza, anzi, per uno come lui che si ostina a negare il riscaldamento globale, senza volerlo forse quella "frecciatina" dell'utilizzo del riscaldamento globale per scaldare gli americani, ora diventa d'attualità. Perché? Leggete e capirete!

    Com'è perfetta la natura anche se la violentiamo! Non sempre avviene il giusto equilibrio e sintonia tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda, ma "Madre Terra", ci mette sempre una pezza. Il paradosso: La guerra cinese all'inquinamento atmosferico potrebbe causare più riscaldamento glo...

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    Last Post by Filippo Foti il 22 Nov. 2018
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  10. Rischio fallimento, già prima che cominci, del Summit COP 24 a Katowice (Polonia) sul clima.

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 23 Nov. 2018
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    La Polonia avverte che al prossimo vertice COP 24 delle Nazioni Unite che si terrà da 3 al 14 dicembre, nella città polacca di Katowice, il finanziamento dei Paesi ricchi a favore di quelli poveri sarà una questione controversa.


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    FATTO GRAVISSIMO! La Polonia ha recentemente approvato un progetto di legge che vieta le proteste spontanee e consente la sorveglianza della polizia in occasione del summit sul clima mondiale di quest'anno. I gruppi della società civile dicono che la Polonia vuole mettere a tacere i difensori dell'ambiente. Le ONG temono che specialmente i difensori dei diritti delle donne e degli indigeni saranno a rischio.

    Un rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato che i paesi ricchi che dovrebbero aiutare quelli poveri per fronteggiare il cambiamento climatico sono ben 20 miliardi di dollari al di sotto dell'obiettivo prefissato entro il 2020 per aiutare le nazioni più povere a combattere il cambiamento climatico, risultando quindi una questione controversa.

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    Secondo un rapporto del Financial Times, le nazioni ricche hanno consegnato circa 55 miliardi di dollari in aiuti pubblici legati al clima nel 2016, più di 70 miliardi se il capitale privato è incluso. Ma entrambe le cifre sono inferiori ai 100 miliardi di dollari l'anno che i paesi ricchi hanno promesso paesi più poveri per quasi un decennio.

    Michal Kurtyka, il ministro polacco che presiede il vertice nella città di Katowice, ha detto che il finanziamento sarà uno dei principali punti di forza nei negoziati che inizieranno il 3 dicembre. "C'è un dibattito molto ampio sulla questione della mobilitazione dei finanziamenti, ha detto.

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    Michal Kurtyka


    La promessa di 100 miliardi di dollari destinati ai finanziamenti annuali per il clima entro il 2020 è stata un elemento vitale che ha convinto i paesi in via di sviluppo a sostenere l'accordo sul clima di Parigi nel 2015, ma è anche diventata una fonte importante di disaccordo. L'accordo di Parigi impegnò le nazioni a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto del 2°C, ma lasciò ai singoli paesi la libertà di fissare i propri obiettivi su come realizzarlo.

    I discorsi di quest'anno, i più significativi di quelli di Parigi, affr...

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    Last Post by Filippo Foti il 23 Nov. 2018
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