PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. "XI° Petersberg Climate Dialogue" per mettere una pezza al coronavirus.

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    Coronavirus
    Natura
    By Filippo Foti il 1 May 2020
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    La diplomazia climatica internazionale è ancora più spigolosa nell'era del coronavirus ed il costo più alto per ripartire è quello di non fare nulla. La bella notizia dell'ultima ora la propone il Guardian.


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    Presieduto dalla ministra tedesca dell'ambiente Svenja Schulze, dal Segretario di Stato britannico Alok Sharma presidente nominato della COP 26, con Angela Merkel a fare gli onori di casa, e i ministri dell’ambiente di 30 Paesi si sono conclusi i dialoghi sul clima dell'XI° "Petersberg Climate Dialogue" a Berlino, in Germania, un piccolo comune di 14.741 abitanti. L'evento, iniziato lunedì scorso 27 aprile, ovviamente in videoconferenza, si è concluso il giorno successivo. Oggetto dell'incontro virtuale e interlocutorio è stato il riscaldamento globale allo scopo di identificare i possibili punti d’intesa in vista della successiva Conferenza sul clima Cop 26 che però quest’anno, non si terrà come programmato il prossimo novembre ma nel 2021 a causa della situazione legata al coronavirus.

    L’annuale "Petersberg Climate Dialogue" è stato un appello a porre la protezione del clima al centro della ripresa economica europea. Lanciato nel 2010 con un'iniziativa guidata da Angela Merkel, a seguito dei falliti negoziati sul clima del 2009 a Copenaghen, il dialogo sul clima di Petersberg intende "creare uno spazio per scambi stretti e costruttivi tra i ministri europei" sull'azione da intraprendere in comune per il clima.

    La cancelliera tedesca ha esordito chiedendo come risposta al coronavirus "il massimo rispetto del clima", ed ha ribadito l'impegno della Germania, nonostante le enormi sfide sociali ed economiche poste dal COVID-19. "Berlino è ancora dietro al Green Deal europeo, ha affermato, una ambizione che potrebbe però essere limitata nel contesto di ricostruzione economica post-virus ."

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    Last Post by renatoponzzo il 25 Mar. 2021
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  2. Deconfinamento progressivo? In Italia ci credono solo i Dpcm e chi ha paura del Covid-19.

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    Coronavirus
    Natura
    By Filippo Foti il 5 May 2020
    +1   -1    0 Comments   85 Views
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    Gli idealisti, quelli che hanno visto l'attuale crisi sanitaria come l'alba di un imminente cambiamento, saranno probabilmente scoraggiati dall'analisi di Michel Houellebecq. Il romanziere francese, lunedì 4 maggio, spiega a France Inter, di non credere all'avvento di un "nuovo mondo" dopo l'epidemia di coronavirus.


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    Michel Houellebecq


    Da mesi il mondo è costretto a combattere l'epidemia di Covid-19, c'è chi invece getta nella mischia la solita "voce fuori dal coro". Lui è Michel Houellebecq, pseudonimo di Michel Thomas, autore di numerosi libri celebrati per la loro capacità di catturare o addirittura anticipare i mali della nostra società. E' uscito dal silenzio che lo contraddistingue per offrire la sua visione del mondo post-quarantena che traduce in ciò che scrive e che è piuttosto pessimista. “Non ci sveglieremo, dopo il confinamento, in un nuovo mondo; sarà lo stesso, solo un po' peggio”, ha scritto in una lettera pubblicata lunedì 4 maggio 2020 nella sezione Informazioni di France Inter, una delle più importanti radio pubbliche francesi.

    Michel Houellebecq, scrittore, saggista, poeta, regista e sceneggiatore francese, è un uomo che ha spesso anticipato nei suoi romanzi l’involuzione della condizione umana, arrivando nei suoi libri a denunciare la miseria affettiva dell’uomo contemporaneo, i miti e i riti della civiltà occidentale. Non crede alle dichiarazioni del tipo “nulla sarà mai più come prima” a proposito dell’argomento del giorno, (ma non proprio veramente… ) coronavirus.

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    Last Post by Filippo Foti il 5 May 2020
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  3. La Caritas avverte della mancanza di protezione a cui sono esposti i popoli dell'Amazzonia

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    Coronavirus
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 16 May 2020
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    La pandemia di coronavirus sta raggiungendo le aree più remote del mondo e la mancanza di protezione sanitaria fa sì che il virus possa causare una ecatombe. Per questo motivo, la Càritas Espanola ha deciso di supportare la rete Caritas nei territori amazzonici, sollevando l’allarme per l’esposizione a cui sono esposte le comunità indigene della regione.


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    In Amazzonia 35.000 persone hanno visto i loro fiumi contaminati.



    VULNERABILITÀ SANITARIA

    "I popoli indigeni affrontano una doppia vulnerabilità dovuta non solo dell'esclusione storica e dell'emarginazione a cui siamo stati sottoposti, ma anche a causa delle caratteristiche e condizioni geografiche in cui siamo sopravvissuti nelle terre e nei territori ancestrali", è la denuncia presentata dal rappresentante, coordinatore delle organizzazioni indigene del bacino amazzonico Edwin Vásquez.

    Pertanto, richiedono un maggiore coordinamento tra i governi e le organizzazioni indigene per stabilire le misure sanitarie appropriate - sapendo che in molte comunità il confinamento è impossibile. Inoltre, i problemi che la crisi economica causata dalla pandemia lascerà alle spalle, possibilmente, porteranno all'opzione di un modello economico meno sostenibile. A partire dal 10 maggio in Amazzonia sono state registrate in totale 43.516 infezioni e 2.647 morti per coronavirus.

    Alcune delle regioni supportate dalla Cáritas sono le comunità indigene lungo i fiumi Quiquibey, Yata e Benicito (Bolivia):

    - i dipartimenti di Amazonas e Roraima (Brasile);
    - i dipartimenti di Amazonas e Meta (Colombia);
    - i dintorni delle grandi città di Iquitos e Pucallpa (Perù); e i dipartimenti di Puyo e Napo (Ecuador).

    I principali problemi delle regioni amazzoniche, per la Caritas, sono le normative brasiliane riguardanti le persone in isolamento volontario, la mancanza di accesso alla salute e la violazione del diritto alla partecipazione alle aree del Perù e il rischio di avviare progetti minerari a Madre de Dios (Perù). Per questo motivo, la rete Caritas nei territori amazzonici continua a richiedere la collaborazione di partner e benefattori.

    Già il 31 marzo, Adolfo Chávez, il leader indigeno boliviano coordinatore delle organizzazioni indigene del bacino amazzonico (COICA) e le sue organizzazioni membri dei nove Paesi del bacino amazzonico - che comprende 511 popolazioni indigene e più di 66 popoli in isolamento volontario e contatto iniziale - ha rilasciato una dichiarazione in cui hanno denunciato che “le popolazioni indigene affrontano una doppia vulnerabilità dovuta non solo all'esclusione storica e all'emarginazione a cui siamo stati sottoposti, ma anche a causa delle caratteristiche geografiche e delle condizioni in cui siamo sopravvissuti le terre e i territori ancestrali ”.

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    Last Post by Filippo Foti il 16 May 2020
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  4. Ogni anno il cambiamento climatico causerà alle persone allergie sempre più fastidiose.

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    I dati provenienti da 17 località dell'emisfero settentrionale indicano che le piante rilasciano più polline e per un periodo di tempo più lungo mentre la Terra si riscalda.


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    Con le persone di tutto il mondo preoccupate per la malattia da Covid-19, le allergie stagionali stanno per peggiorare molto. Uno starnuto o un mal di gola è diventato molto più preoccupante in questi giorni. Alcuni primi sintomi causati dal virus si sovrappongono a sintomi di febbre da fieno (rinite allergica stagionale), come tosse e affaticamento, caratterizzata da prurito stagionale o perenne, starnuti, rinorrea, congestione nasale e, a volte, congiuntivite, causati dall'esposizione a pollini o ad altri allergeni.

    Diversi studi, confermano il continuo aumento della prevalenza della malattia influenzato da diversi fattori aggiuntivi che contribuiscono all'emergenza della malattia. Includono, ad esempio, il clima della posizione geografica del domicilio, il cambiamento climatico che esacerba i sintomi, il tipo di insediamento, il tasso di inquinamento ambientale, il cosiddetto stato socioeconomico, l'età e lo stile di vita dell'individuo all'interno della famiglia. Nonostante i grandi sforzi di ricerca, il fattore esatto oggi non è ancora del tutto chiaro. Tuttavia, secondo una previsione dell'OMS, ogni secondo una persona potrebbe avere un'allergia entro il 2050.

    ASPETTI EPIDEMIOLOGICI

    Secondo il portale di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità rivolto agli operatori del servizio sanitario nazionale [epicentro.iss.it], “le riniti allergiche sono intimamente legate con la produzione e il ciclo di emissione in ambiente dei pollini delle piante. Solitamente, i pollini più allergenici sono quelli prodotti da piante arboree o da piante erbacee e selvatiche, prive di fiori. In questo caso, infatti, l’impollinazione non è affidata, come nel caso delle piante da fiore, al trasporto mediato da insetti, ma alle correnti d’aria e al vento. Si tratta quindi di pollini prodotti in abbondanti quantità, di dimensioni molto ridotte, capaci di rimanere sospesi in aria anche per lunghi periodi di tempo e di essere trasportati a grandi distanze, per qualche centinaio di chilometri”.

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    Last Post by Filippo Foti il 20 May 2020
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  5. L’estate fa bene o fa male alla salute?

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    Il cambiamento climatico peggiora gli effetti delle epidemie globali. Sarà la più grande sfida per la salute che dovrà affrontare l’umanità, anche dopo che si sarà ripresa dalla pandemia di coronavirus.


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    Sono tanti i motivi per cui si può dire che l'estate fa bene alla nostra salute ed altrettanti per sostenere l’esatto contrario. Il sole, non solo abbronza, ed è noto che con una esposizione moderata, ha altri importantissimi effetti per il ruolo che svolge nella produzione di vitamina D, che sintetizzata a livello cutaneo è fondamentale nel corretto sviluppo e mantenimento dell’apparato scheletrico. Migliora l’umore, poiché la quantità di serotonina, conosciuta anche come ormone della felicità, prodotta dal nostro cervello viene influenzata in maniera diretta dalla quantità di luce a cui il corpo è esposto durante la giornata.

    Sappiamo anche che, soltanto 30 minuti al giorno di camminata veloce costituisce un’ottima maniera per mantenersi in forma (in alcuni casi anche iniziare a perdere chili in eccesso), stimolare la produzione di endorfine, ossigenare i polmoni, migliorare la respirazione, aiutare cuore e circolazione, ridurre il colesterolo, attivare il sistema immunitario, rassodare i muscoli delle gambe e rinforzarne le articolazioni, prevenire l’osteoporosi ed altri effetti benefici. Le vacanze estive costituiscono anche un buon reset psicofisico.

    Non ce ne vogliano coloro i quali sostengono quanto sia importante l’arrivo dell’estate per il benessere del corpo e della mente, soprattutto in questo periodo di emergenza Covid-19. Tuttavia, secondo alcune fonti ben accreditate, l'estate fa male alla nostra salute. Respiriamo aria pericolosa, guardiamo i nostri fiumi prosciugarsi, viviamo in città senza acqua, soffriamo per il caldo torrido con temperature da record e molte persone sopravvivono con difficoltà in prossimità di incendi di vaste proporzioni.

    FINO AL 2% DELLA MORTALITÀ IN ALCUNI PAESI È INFLUENZATO DA TEMPERATURE MOLTO CALDE

    Molti registri dei decessi per il 2020 non registreranno ne rifletteranno quasi mai gli attacchi di cuore o l'insufficienza polmonare, le lesioni e l'insufficienza d'organo, infarti, ictus, infezioni e malattie ancora inguaribili che si verificano o possono giustificare la fine della vita. Non registreranno i fattori ambientali che contribuiscono a questi eventi fatali.

    La salute umana è complessa. Alla base c'è la biologia e la scienza di come funzionano i nostri corpi e di come prendono piede le malattie. Altri fattori hanno una forte influenza sulla salute e sul benessere. I determinanti sociali della salute - fattori come l'istruzione, l'economia, la posizione geografica e le relazioni - hanno una profonda influenza sul progresso delle malattie. Questo ha spesso una forte influenza sull'aspettativa di vita.

    Ma nonostante questa forte influenza, i determinanti sociali della salute, si riflettono molto meno spesso nei dati sulla mortalità. I medici sono sempre più preparati a comprendere le conseguenze di queste cause, ma spesso vedono ancora questi fattori come secondari e non meritevoli di particolare attenzione. Oggigiorno non tutti i decessi sono attribuibili al coronavirus!

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    Last Post by Filippo Foti il 25 May 2020
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Grafica: Yolia   -   Code: El Gringo 89   -   Vieni a trovarci su www.ffmagazine.forumfree.it