PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Mitizzazione di calamari giganti: bufale e verità

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 1 June 2016
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    Nel raccontare, con l’ausilio di immagini, bufale e verità sui calamari giganti, c’è da dire che per secoli, pescatori norvegesi e groenlandesi hanno raccontato storie di un terribile mostro marino: il kraken. Responsabile di miti, favole, fantasie e finzioni più di tutti gli altri mostri marini messi assieme.


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    E' sufficiente questa foto per capire la bufala: stesse persone, stessi tutori dell'ordine.
    Insomma "stessa spiaggia, stesso mare" !



    Ma ci sono anche delle verità:

    Ma anche scrittori di fantascienza si sono occupati di mostri marini. E, a proposito di cefalopodi mostruosi, come non ricordare Jules Verne che ha descritto in “Ventimila leghe sotto i mari”, un calamaro gigante che potrebbe intrappolare una nave di cinque mila tonnellate e seppellirla nell'abisso del mare.

    Fin dalla scoperta, dei calamari giganti, c'è stata una notevole speculazione circa le loro dimensioni massime. Ora sappiamo che il kraken è un cefalopode reale, come anche che è altamente improbabile che questi calamari sono in grado di uccidere i pescatori o distruggere imbarcazioni. I calamari giganti rimangono comunque tra i più grandi animali enigmatici del pianeta.

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    A metà del 1800, il kraken ha preso una forma biologica autentica come Architeuthis, passando dal mito alla scienza.E’ stato il prof. Japetus Steenstrup, docente presso l'Università di Copenaghen, che ha introdotto il calamaro gigante in un documento, in relazione alla descrizione originale delle prime scoperte che risalgono al 1639, quando uno di questi esemplari si arenò a Thingore Sand, in Islanda.

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    La cattura non riuscita nel novembre del 1861, dalla Alecton una nave della marina francese fuori Tenerife nelle Isole Canarie, si concluse con solo un pezzo di coda staccato del calamaro, come prova dell'incontro. Nel 1871 e 1872, due carcasse di calamari giganti furono raccolti rispettivamente sulla Grand Banks e a Coombs 'Cove, a Fortune Bay, a Terranova, l'ultima delle quali è stata segnalata lunga circa 15 metri.

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    Infine, nel dicembre del 1873 mentre la scienza prese una pausa di riflessione, quattro pescatori a Logy Bay, una città in Canada in provincia di Terranova, catturarono nelle loro reti da pesca un calamaro gigante. L'esemplare intatto è stato portato a Moses Harvey, un sacerdote di origine irlandese canadese, saggista e na...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 June 2016
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  2. Expo Blue Sea Land 2016 con la Blue Economy protagonista

    By Filippo Foti il 5 June 2016
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    Quanto si sta facendo nel "mondo mediterraneo" per proteggere la natura e utilizzarla in modo sostenibile? Un ponte tra i popoli senza confini e barriere con la Blue Economy protagonista.


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    Presentata a Roma, lo scorso 31 maggio la Va edizione dell’Expo Blue Sea Land. Tema:“La prevenzione dello spreco alimentare”, in programma dal dal 5 al 9 ottobre a Mazara Del Vallo in Sicilia. Nell’occasione i sapori e le eccellenze agroalimentari, che saranno proposti da produttori e aziende, provenienti da oltre 30 Paesi del Mediterraneo, Africa e Medioriente, si incontreranno nella Casbah di Mazara del Vallo - il centro storico della città - per dar vita ad esposizioni e degustazioni, incontri commerciali, spettacoli, workshop. Insomma un dialogo interculturale tra popoli di diverse etnie e religioni.

    Intervista a Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della pesca di Mazara Del Vallo.


    Ridurre gli sprechi alimentari, i rifiuti e l’inquinamento, dove gli elementi naturali che compongono ogni sostanza di cui è composta la materia, terra, acqua, aria e sole, che sono alla base dell'ordine delle cose e dell'organizzazione dell'Universo, sono anche maltrattate e/o scarsamente utilizzate, è ormai diventata una esigenza prioritaria per il bene comune dell'umanità.

    Oggi 5 giugno è la giornata mondiale dell'ambiente, per ricordare la Conferenza di Stoccolma del 1972, (ne parleremo in altra sezione del forum), e crediamo giusto dare risalto a quanto ogni anno sostiene a favore dell’ambiente l’Expo Blue Sea Land, il convegno siciliano, giunto ormai alla sua quinta edizione. Una bella iniziativa in linea con i principi dell'Unione europea, anche per prevenire e ridurre gli sprechi alimentari.

    La maggior parte delle persone non si rendono conto di quanto cibo viene gettato via ogni giorno, da avanzi non consumati a prodotti deteriorati o scaduti. Circa il 95 per cento del cibo che buttiamo finisce in discarica o impianti di combustione, dove il cibo si sfrutta per la produzione di metano, il potente gas serra che contribuisce ad aumentare gli effetti dannosi del cambiamento climatico. Nel 2013, abbiamo ceduto più di 35 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari.

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    I benefici che derivano dalla riduzione del cibo sprecato, consentono di risparmiare denaro, riducono le emissioni di metano dalle discariche e abbassano le emissioni di anidride...

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    Last Post by Filippo Foti il 5 June 2016
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  3. "World Environment Day":Proteggere la vita selvatica

    By Filippo Foti il 6 June 2016
    +1   -1    0 Comments   106 Views
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    L'Angola ieri ha ospitato la “World Environment Day”, che si è concentrata sul commercio illegale di animali selvatici, in particolare il commercio di zanne di elefante e corni di rinoceronte, un grave problema in tutto il continente africano.


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    Ieri è stata la giornata mondiale dell'ambiente per ricordare la Conferenza di Stoccolma del 1972, istituita per creare la consapevolezza globale sull'importanza della conservazione di "Madre Terra", che si celebra il 5 giugno di ogni anno. Il tema di questa giornata ambiente è stato: "Go Wild For Life - Zero tolerance for the illegal wildlife trade", ovvero” Proteggiamo la vita selvatica - Tolleranza zero per il commercio illegale di specie selvatiche"

    Con questo tema, il Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) incoraggia le istituzioni internazionali e ciascuno di noi a lottare contro il commercio illegale della fauna selvatica e contribuire a salvaguardare le specie in pericolo per garantirle alle generazioni future.


    Angola in Africa è stato il paese che ha ospitato quest'anno la giornata dell'ambiente.

    "L'Angola è lieta di ospitare la “World Environment Day”, che si concentrerà su un tema vicino ai nostri cuori. Il commercio illegale di animali selvatici, in particolare il commercio di corno di avorio e di rinoceronte, è un grave problema in tutto il nostro continente. Ospitando questo giorno di festa e di sensibilizzazione, ci proponiamo di inviare un messaggio chiaro che tali pratiche saranno presto sradicate ", ha detto, secondo il sito ufficiale dell'UNEP, il ministro dell'Ambiente angolano Maria de Fatima Jardim.

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    Maria de Fatima Jardim.


    Infatti l’Angola è un paese che cerca di ripristinare le mandrie di elefanti, conservare la ricca biodiversità della fauna selvatica, e salvaguardare l'ambiente che continua a ricostruire dopo più di un quarto di secolo di guerra civile. Vanta beni ambientali di assoluta bellezza, tra cui una costa incontaminata, così come foreste e praterie paragonabili a quelle che richiamano molti turisti alle vicine Namibia e Zambia.

    La fauna selvatica del paese comprende leoni, le grandi scimmie e l’antilope nera gigante, una specie in pericolo ormai diventato critico che si trov...

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    Last Post by Filippo Foti il 6 June 2016
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  4. La salute della Terra dipende dal mare

    By Filippo Foti il 8 June 2016
    +1   -1    0 Comments   51 Views
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    Appena tre giorni fa è stata la giornata mondiale dell'ambiente e, come di consueto, l’abbiamo ricordata e commentata in questa stessa sezione. Oggi l’attenzione degli abitanti del pianeta blu si è spostata sugli oceani.


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    Quando la H.M.S. Challenger (H.M.S. sta per Her Britannic Majesty nell’era Vittoriana) salpò da Portsmouth, in Inghilterra, il 21 dicembre 1872, i ricercatori fecero scoperte che consentirono all’umanità di conoscere più da vicino l’aspetto fisico degli oceani e nel contempo anche gli esseri viventi che gli appartengono.

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    H.M.S. Challenger.


    Anche noi gli apparteniamo. Ha ben scritto Peter Benchley, giornalista e scrittore statunitense, “Without the oceans there would be no life on Earth”, ovvero, “Senza gli oceani non ci sarebbe vita sulla Terra”, uno degli aforismi più gettonati da chi ama il mare e in senso lato gli oceani.

    Sta di fatto che la lunga crociera di studio della H.M.S. Challenger, gettò le basi dell’oceanografia. Secondo la Royal Society, l'associazione scientifica britannica, fondata il 28 novembre 1660 per lo sviluppo della conoscenza della natura, gli obiettivi scientifici del Challenger sono stati:

    - Studio delle condizioni fisiche del mare profondo nei grandi bacini oceanici (per quanto riguarda la regione della “Great Southern Ice Barrier”), le profondità, temperature, circolazione, peso specifico e la penetrazione della luce;
    - Determinazione della composizione chimica dell'acqua marina a varie profondità, dalla superficie al fondo, la materia organica in soluzione e le particelle in sospensione;
    - Accertare il carattere fisico e chimico dei depositi in alto mare e le fonti di questi depositi;
    - Studiare la distribuzione della vita organica a diverse profondità e sul fondo del mare.

    Altri risultati sono stati la scoperta e la classificazione di 4.717 nuove specie marine, la messa in discussione della teoria di Forbes, in quanto fu provata l‟esistenza della vita nelle profondità abissali e la scoperta della cresta dell’Atlantico centrale.


    La nave con cui venne effettuata la spedizione oceanografica, la H.M.S. Challenger, il primo studio del suo genere, era stata usata inizialmente come nave da guerra, poi appositamente modificata e attrezzata a scopo scientifico. Dopo circa 4 anni di navigazione, fece ritorno a Spithead, nella contea dello Hampshire in prossimità di Portsmouth il 24 maggio 1876. I dati raccolti portarono alla integrazione tra la scienza oceanogr...

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    Last Post by Filippo Foti il 8 June 2016
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  5. Raja Ampat paradiso dove la natura deve fare i conti con la sopravvivenza

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 9 June 2016
    +1   -1    0 Comments   273 Views
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    I divieti per evitare lo sfruttamento eccessivo della pesca consentono agli squali di proliferare, ma con problemi per le comunità di pescatori delle isole indonesiane.


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    Raja Ampat


    Uno studio recente realizzato dagli scienziati della Murdoch University australiana, la Wildlife Conservation Society, Nature Conservancy e altri istituti di ricerca, pur mettendo in evidenza che la chiusura della pesca stabilita nel santuario degli squali in Indonesia e le "No-Take-Zone", che vietano la pesca di squali e pesci delle barriere coralline, e che stanno facendo aumentare il numero degli squali e di altri pesci, mette in guardia le istituzioni locali in quanto i pescatori a volte sono costretti a rivolgersi a pratiche illegali.

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    E' sicuramente un bene per gli squali e altri pesci, che sono tutti più abbondanti nelle zone con limitazioni di pesca, però occorre dare opportuni mezzi di sussistenza alternativi e sostenibili per le comunità che finora hanno basato la loro economia sulla pesca.

    La cattiva notizia.

    Lo studio prende in esame sia gli effetti delle restrizioni di pesca sugli squali, sia gli impatti di questi cambiamenti sui membri delle comunità locali che pescano per vivere.

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    Lo studio, intitolato "Higher Abundance of Marine Predators and Changes in Fishers' Behavior Following Spatial Protection within the World's Biggest Shark Fishery," ovvero, "L’abbondanza dei predatori marini e cambiamenti nel comportamento dei pescatori in seguito alla protezione degli squali …," appare in una recente edizione di “Frontiers in Marine Science”.

    Gli autori dello studio sono: Vanessa Jaiteh, Carol Warren e Neil Randell Loneragan, professore di Ecologia e conservazione marina della; Steve Lindfield della fondazione “Coral Reef Research”; Sangeeta Mangubhai di “The Nature Conservancy” e “Wildlife Conservation Society”; e Ben Fitzpatrick della Oceanwise Australia.

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    In alto da sinistra:Vanessa Jaiteh, Carol Warren e Neil Randell Loneragan.


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    In alto da sinistra: Steve Lindfield, Sangeeta Mangubhai e Ben Fitzpatrick.


    Lo studio sul rapporto tra gli sforzi di conservazione degli squali e dei cambiamenti comportamentali nelle persone dopo l’attuazione delle chiusure ...

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    Last Post by Filippo Foti il 9 June 2016
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  6. Il mare: riflessi luminescenti ed emergenza migranti

    By Filippo Foti il 13 June 2016
    +1   -1    0 Comments   62 Views
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    Gli sforzi per affrontare o quantomeno contenere l'emergenza umanitaria nel Mediterraneo non sono mai arrivati a trovare la chiave del problema delle migrazioni.


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    Nel 2013, la Marina Militare Italiana ha lanciato Mare Nostrum, un programma con un mandato esplicito di ricerca e soccorso che operava nei pressi delle acque territoriali della Libia.

    Le principali organizzazioni sui diritti umani hanno lodato il nostro paese per avere salvato più di 100.000 vite, ma si è fatta molta fatica a sopportare il peso delle operazioni, per non parlare dei finanziamenti, per un programma che non prevedeva un più ampio aiuto europeo.

    Con alcuni politici europei che hanno detto, e tuttora lo ribadiscono, di non volere incoraggiare i cosiddetti viaggi della speranza, l’Italia rimaneva il solo barlume di speranza per oltre 60 milioni di rifugiati e sfollati interni, la più grave crisi dei rifugiati dalla fine della seconda guerra mondiale.

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    Mare Nostrum, dopo il suo inizio del 1° novembre 2014, è stato sospeso da poco più di un anno, per fare posto alla missione chiamata "Operazione Triton" -originariamente chiamata Frontex Plus - gestita da un'agenzia di confine dell'Unione Europea, Frontex.

    I critici hanno definito Triton una sostituzione dolorosa, sostenendo che il suo mandato è stato basato più sul pattugliamento delle frontiere marittime europee, che per salvare vite umane. Sottolineando che il numero di persone che scomparivano nel Mediterraneo aumentava in modo significativo da quando il programma Mare Nostrum è stato annullato. Da novembre 2014 a maggio 2015, l’operazione europea Triton è stata definita un fallimento.

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    Successivamente, in base alla decisione del Consiglio Europeo il 18 maggio 2015, è stata attivata l’operazione EUNAVFOR MED (European Union Naval Force Mediterranean (ovvero: Forza navale mediterranea dell'Unione europea), che l’Alto Commissario per gli affari esteri a Bruxelles, Federica Mogherini, l'ha ingentilita chiamandola Operazione Sophia, il nome della bambina nata da una donna somala nel corso di una traversata nel Mediterraneo e salvata da una nave tedesca, la "Schleswig-Holstein", il 22 agosto 2015.

    L’Unione europea annuncia ufficialmente l'Operazione Sophia, mercoledì 7 ottobre 2015, ufficialmente co...

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    Last Post by Filippo Foti il 13 June 2016
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  7. Hai un pesce arciere in acquario? Se impara a conoscerti aspettati anche uno “sputo” in faccia

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    Storie
    By Filippo Foti il 14 June 2016
    +1   -1    0 Comments   400 Views
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    Il pesce arciere (Toxotes chataraeus), opportunamente addestrato, è capace di riconoscere i volti umani, anche se le immagini sottoposte alla loro attenzione sono alterate nei tratti somatici.


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    “Bravo nel saltare fuori dall’acqua, ma soprattutto a sparare getti d'acqua a ignari insetti, ragni, o anche piccole lucertole sulle foglie o ramoscelli sopra la superficie dell'acqua. Una prodezza notevole che ci ricorda come il nostro mondo è magnifico! I Toxotidi sono pesci marini e d’acqua dolce altamente precisi al tiro e quasi sempre colpiscono il loro bersaglio al loro primo tentativo, ed è l'abilità speciale per spruzzare getti d'acqua che li ha resi popolari negli acquari”. Così abbiamo scritto in un post precedente.

    Ebbene, che i loro getto d’acqua fosse non solo un’arma ma anche un modo di riconoscere il viso di una persona, ciò ha dell’incredibile!


    Infatti, questi pesci sono stati in grado di selezionare la faccia giusta da una serie di immagini diverse, spruzzando acqua verso di loro.
    I pesci sono stati addestrati individualmente per selezionare le facce su un monitor posto in vista dentro l’acquario e scegliere un volto che avevano già conosciuto da 44 nuovi volti “sputando” un getto d'acqua sull'immagine in modo corretto, indovinando il volto giusto nell'81% dei casi (ovvero del viso tra altri visi ignoti) e addirittura dell'86% di quelli con variazioni nei tratti somatici.

    Uno studio congiunto formato da un team di scienziati presso l'Università di Oxford e del Queensland, in Nuova Zelanda, pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”, ha dimostrato che i pesci sono stati in grado di identificare i volti attraverso dettagliati lineamenti, anche quando le forme e i colori delle facce sono state modificate.

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    In precedenza si è creduto che solo alcuni mammiferi, e primati in particolare, avevano capacità di riconoscimento del volto a causa delle grandi dimensioni del loro cervello. Anche alcune specie di uccelli sono stati trovati capaci di avere queste doti che sono proprie della corteccia visiva dei primati, che utilizza le informazioni raccolte dalle orecchie e dagli occhi quando si visualizza il mondo circostante.

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    Tuttavia, i risultati dello studio, suggeriscono che, pur avendo...

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    Last Post by Filippo Foti il 14 June 2016
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  8. Pene della tigre terapeutico e afrodisiaco. Superstizioni e problemi per i grandi animali

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    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 16 June 2016
    +1   -1    0 Comments   1,669 Views
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    Doppio rischio di estinzione sia sulla terra che in mare per i grandi animali.


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    In base a dei nuovi studi riportati il 9 giugno sulla rivista scientifica “Current Biology”, gli animali cacciati a scopo commerciale, come gli elefanti per l’avorio, i rinoceronti per i suoi corni, le tigri per le pelli e le pinne degli squali, sono a doppio rischio di estinzione. Lo studio rivela il rischio sottovalutato delle specie marine simile a quella delle specie iconiche terrestri. Se qualcosa non sarà fatto al più presto per proteggerli, molti di loro scompariranno dalla faccia della Terra.

    Basti pensare che la medicina tradizionale cinese utilizza il corno di rinoceronte, opportunamente polverizzato, per guarire impotenza, malaria, epilessia, influenza, avvelenamenti e ascessi, ma attualmente non esiste alcun fondamento medico scientifico documentato.

    Nel nuovo studio, Loren McClenachan, insieme a Andrew Cooper e Nicholas Dulvy della Simon Fraser University in Canada, ha identificato un gruppo tassonomico eterogeneo di oltre 100 specie marine e terrestri di grandi dimensioni che sono indirizzate per i mercati internazionali del lusso. Hanno stimato il valore di queste specie attraverso tre punti vendita ed esplorato le relazioni tra rischio di estinzione, il valore commerciale e la dimensione del corpo. Essi hanno anche quantificato gli effetti di due fattori attenuanti: bracconaggio, multe e la distribuzione geografica.

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    La McClenachan e i suoi collaboratori si sono concentrati soprattutto sui grandi animali dell'oceano, come gli squali, che hanno ricevuto meno attenzione di conservazione rispetto ai loro omologhi terrestri. La loro analisi ha determinato che i grandi animali dell'oceano affrontano lo stesso alto rischio di estinzione come i grandi animali terrestri.

    McClenachan si è detta sorpresa che i singoli animali marini sono preziosi come le specie di maggior valore sulla terra. E questo perché gli animali dell'oceano hanno parti più grandi, il che significa più quantità commerciabile.

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    Loren McClenachan


    La nota curiosa.

    "Senza offesa per le tigri, ma il loro pene è molto piccolo rispetto alle dimensioni corporee", ha dichiarato la McClenachan.
    "Il prodotto di più alto valore che abbiamo trovato nella tigre è stato il pene, che viene utilizzato nella medicina tradizionale asiatica, (la superstizione, tra le più grandi minacce per gli animali in t...

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    Last Post by Filippo Foti il 16 June 2016
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  9. Da oggi 18 giugno 2016 salpa “Goletta Verde”.

    By Filippo Foti il 18 June 2016
    +1   -1    0 Comments   41 Views
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    Goletta Verde oggi, alle ore 11.00, al Porto Antico di Genova inaugura il viaggio 2016 con un incontro a bordo contro inquinamento, speculazioni edilizie e cattiva gestione delle coste.


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    In Italia è primaria l'importanza del mare e delle sue coste. Per questo motivo, la barca storica di Legambiente promuove ogni anno diverse campagne che cercano di sensibilizzare il pubblico ad avere un rapporto più sostenibile con il mare, con le coste e con l’acqua, mirando nel contempo a coinvolgere i cittadini per ridurre le emissioni di CO2 attraverso l'adozione di nuovi stili di vita, più rispettosi dell'ambiente ed economicamente sostenibili.

    Se si pensa che fin dall’estate del 1986, stagione in cui si svolse la prima edizione di Goletta verde, ne ha macinato di miglia questa barca per effettuare analisi circa l'inquinamento del mare che nella sua relazione del 2015 ha verificato e denunciato che nel 45 per cento dei 266 campioni di acqua di mare sono state riscontrate cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla legge. Ciò significa che c'è una zona inquinata ogni 62 km di costa italiana, o come ha evidenziato l’anno scorso Giorgio Zampetti responsabile Scientifico di Legambiente, nel presentare il bilancio, almeno 120 zone inquinate.

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    I loro accertamenti hanno identificato nelle coste della Sardegna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, come le regioni che godono i mari più puliti del paese, mentre le Marche, Abruzzo e Sicilia, nel centro e sud Italia, hanno avuto il maggior numero di località di mare inquinati. Addirittura alcuni dei luoghi inquinati non erano stati chiusi al pubblico in modo che molti bagnanti sono andati lo stesso durante la stagione estiva.

    Ma il problema non è solo l'inquinamento del mare causato dalla mancanza di un sistema adeguato di trattamento e spesso mancante di impianti di trattamento delle acque reflue, c’è pure il dovere constatare che gli insulti perpetrati nei confronti del mare aumentano in percentuale ogni anno che passa.

    Nel 2014 un totale di 18.109 sono state le persone coinvolte in attività illecite lungo la costa italiana e ben 4.777 le strutture e i beni sequestrati, secondo il rapporto, che ha evidenziato i casi di successo nella lotta contro la criminalità e la protezione dei tesori naturali italiani.

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    E proprio per mettere in evidenza la crescita delle attività illecite, riportiamo qui di seguito i dati di Legambiente ben dettagliati in questa sezione ieri 17 giugno da adnkronos.com: “Mare, crescono del 27% in un anno i reati. In testa la pesca illegale. I dati nel dossie...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 June 2016
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  10. La Terra è in pericolo, ma solo noi possiamo salvare noi stessi

    By Filippo Foti il 20 June 2016
    +1   -1    0 Comments   54 Views
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    Ormai solo l'uomo può salvare il pianeta e la sua specie. Peter Willcox si racconta nel suo nuovo post su Greenpeace International.


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    Peter Willcox è ricordato, ed è già stato consegnato alla storia, come uno dei più arditi capitani di Greenpeace. Capitano a bordo della Rainbow Warrior quando, il 10 luglio del1985 in Nuova Zelanda, la barca fu affondata dai servizi segreti francesi a Auckland, per protestare contro un test nucleare francese pianificato in Moruroa Atoll, a circa 1.200 chilometri a sud est di Tahiti.

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    Nel 2013 è stato a bordo anche sulla Arctic Sunrise, imbarcazione rompighiaccio, quando, nel mare di Barents due uomini hanno tentato di scalare la piattaforma petrolifera Prirazlomnaya, di proprietà del gigante russo Gazprom, nell'ambito della campagna "Save the Arctic".

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    L'Arctic Sunrise ormeggiata ad un lastrone di ghiaccio, una delle tre navi di Greenpeace che cerca di portare l'attenzione sugli effetti dei cambiamenti climatici e di salvare l'Artico.


    In quella occasione è stato arrestato assieme ad altri dieci attivisti dai militari russi, e ha trascorso due mesi in stato di detenzione in Russia. Nel 2014 ha ricevuto un premio alla carriera da The Guardian per il suo attivismo ambientale.

    Peter Willcox è stato con Greenpeace per 35 anni, lottando in difesa dell’ambiente in ogni angolo del pianeta. Ha visto di tutto nella sua missione con fede incrollabile, affrontando inquinatori, bracconieri, contrabbandieri, terroristi, criminali - sia privati che aziendali - eserciti, marine, vigilantes senza autorità legale, e chi più ne ha ne ha ne metta. E’ stato spesso inseguito andando per mare, certo non per crociere di piacere.

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    Traduzione in italiano.


    Nel maggio del 1985, Peter ha portato la Rainbow Warrior a Rongelap, in prossimità dell'equatore, l’atollo nel sud delle Isole Marshall nel Pacifico, per evacuare, in tre viaggi, i 304 residenti per trasferirli agli isolotti di Mejato e alla vicina isola di Ebeye, (a Kwajalein, composto da 97 isole e isolette), uno dei più grandi atolli corallini del mondo, circa 110 miglia (180 chilometri) di distanza, perché la loro terra era stata avvelenata dalle conseguenze dell'ordigno termonucleare, “Bravo”, una bomba all'idrogeno testata dagli Stati Uniti a Bikini ...

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    Last Post by Filippo Foti il 20 June 2016
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