PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. La modifica del clima aumenta il rischio terremoti!?

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 1 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   365 Views
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    A causa di cambiamenti climatici, l'acqua degli oceani si riscalda e si espande. Questo aumento di volume sconvolge l'equilibrio delle placche tettoniche. E’ un nuovo studio, pubblicato su “International Journal of Engineering Science Invention”.


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    I ricercatori che hanno condotto lo studio, tra cui Michael Steckler, professore presso Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University - un geofisico la cui ricerca è incentrata alle indagini dei moti verticali della superficie terrestre - hanno scoperto che un terremoto catastrofico può annidarsi nella zona del delta del Bengala in Bangladesh, nell’Asia meridionale, il paese più densamente popolato del mondo.

    "Alcuni di noi hanno a lungo sospettato questo pericolo, ma non abbiamo avuto i dati e un modello", sostiene Steckler, ma ora abbiamo i dati e un modello, e siamo in grado di stimare la dimensione".

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    I geologi, con i pochi dati storici disponibili della regione, non possono però prevedere quando si verificherà, semmai un evento sismico possa essere previsto, ma sostengono che quando colpirà è probabile che sarà di magnitudo tra 8,2 e 9, e almeno 140 milioni di persone della regione potrebbero essere colpite.

    "Non possiamo dire che è imminente o tra altri 500 anni. Ma noi sappiamo che il sisma ci sarà”, sostiene Steckler.

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    Michael Steckler


    CAMBIAMENTI CLIMATICI E AUMENTO DEL NUMERO DI TERREMOTI.

    Il nuovo studio sostiene questa probabilità: "Il rapporto tra l’aumento di temperatura e l'aumento del numero di terremoti è evidente da due insiemi di dati documentati in un periodo di tempo", sostiene il geografo Sujib Kar, che insegna a Vidyasagar College, a Calcutta.

    Il suo studio è stato pubblicato su “International Journal of Engineering Science Invention” con il titolo: “Impact of global warming on the probable earthquake in the Bengal basin area with respect to the global scenario”, ovvero L’impatto del riscaldamento globale sul probabile terremoto nella zona del bacino del Bengala rispetto allo scenario globale.

    "Se nelle zone sismiche si guarda al numero di terremoti di 5 o più gradi della scala Richter, dal 2001 al 2015, si sarà in grado di comprenderne le dinamiche. Questo è stato il periodo in cui l'aumento della temperatura globale è stato molto alto", dice Kar.

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Nov. 2016
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  2. Cop 22: è Swaziland, una nazione dell'Africa del Sud, una delle tante priorità

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 3 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   50 Views
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    Ultimi preparativi per la conferenza sul clima (Cop 22) che si terrà a Bab Ighli (Marrakech) in Marocco, dal 7 al 18 novembre. Una delle tante priorità è Swaziland, una nazione dell'Africa del Sud.


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    Mancano ormai solo pochi giorni prima dell'apertura della Conferenza delle Parti (COP 22) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - UNFCCC). Con l'accordo di Parigi che entra in vigore domani 4 novembre, molti occhi sono puntati su uno dei punti all’ordine del giorno della conferenza, ovvero lo sviluppo di una strategia per migliorare la consapevolezza dei problemi del cambiamento climatico e prevedere come gestire i contributi “Intended Nationally Determined Contributions” (INDC ) in Swaziland, una nazione dell'Africa del Sud (17.363 chilometri quadrati).

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    La decisione di aiutare 1.250.000 abitanti di questo regno, la maggior parte dei quali vive in campagna e seguono modi di vita tradizionali, una delle ultime monarchie assolute ancora esistenti nel mondo, sono stati decisi dopo l’accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di gas serra e migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici.

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    Secondo l'UNICEF, Swaziland ha il più alto tasso di HIV in tutto il mondo. Il virus HIV-AIDS ha ucciso finora innumerevoli Swazi che hanno lasciato dietro di migliaia di orfani. Si ritiene, da alcune fonti, che circa 220.000 convivono con l'HIV.

    Stime HIV e AIDS (2015)

    • Numero di persone che vivono con l'HIV: 220 000 [200.000-240.000];
    • Adulti di età compresa tra i 15 e i 49 tasso di prevalenza: 28,8% [26,7% - 30,5%];
    • Adulti con 15 anni e più che vivono con l'HIV: 210.000 [190.000-230.000];
    • Donne con 15 anni e più che vivono con l'HIV: 120.000 [110.000-130.000];
    • Bambini di età compresa tra 0 a 14 che vivono con l'HIV: 10.000 [9.700-11.000];
    • I decessi dovuti all'AIDS: 3.800 [3.300-4.200];
    • Orfani a causa dell'AIDS da 0 a 17 anni: 47.000 [40.000-52.000].

    CORSI DI FORMAZIONE SVILUPPARE LA CAPACITÀ DI AFFRONTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI.

    Per la riduzione del rischio di catastrofi come l'aumento delle inondazioni e siccità utilizzando tecnologie geospaziali nel Corno d'Africa, nel mese si ottobre, a Nairobi (Kenya), 27 esperti tecnici provenienti da 10 Stati membri (tra...

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    Last Post by Filippo Foti il 3 Nov. 2016
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  3. Il cambiamento climatico secondo Leonardo DiCaprio

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 4 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   38 Views
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    Secondo Leonardo Di Caprio, educare il maggior numero di persone in tutto il mondo sui cambiamenti climatici è una priorità!


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    Punto di non ritorno - Before The Flood (Leonardo Di Caprio).

    "Il cambiamento climatico è reale, e noi sentiamo i suoi effetti sempre di più ogni giorno. E' arrivato il momento di fermarsi a discutere della sua esistenza, e facciamo tutto il possibile per portare la questione alla ribalta della mente delle persone in modo che si interviene realmente per combattere il clima cambiamento", ha dichiarato Leonardo DiCaprio .


    Il film è prodotto da Di Caprio, Stevens, Brett Ratner e James Packer e la produzione esecutiva è di Martin Scorsese.
    Non servono altre parole. Il video è veramente molto esaustivo.

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    A presto con un altro post!
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    Last Post by Filippo Foti il 4 Nov. 2016
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  4. Balene: il loro canto deve fare i conti con la cattiveria umana

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    Mare a 360°
    By Filippo Foti il 6 Nov. 2016
    +1   -1    1 Comments   792 Views
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    Un nuovo studio del “Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI), ha svelato un elemento precedentemente sconosciuto sul canto delle balene. La scoperta è importante per potere capire meglio le loro modalità di comunicazione, e può svolgere un ruolo centrale nel localizzarne altre in mare aperto per poterle proteggere. Il loro canto, però, deve fare i conti con la cattiveria umana.


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    I ricercatori, da decenni, sono a conoscenza che le balene emettono suoni elaborati, a volte proiettandoli a molte miglia sotto il mare. Un nuovo studio del WHOI, tuttavia, ha svelato altri elementi di studio molto interessanti.

    Per lungo tempo è stato accettato che cantano solo per accoppiarsi. Ma alcuni studi hanno suggerito che le balene possono cantare anche se non soprattutto per esplorare l'ambiente circostante.

    Queste megattere, femmina e maschio, iniziano un valzer lento,
    per poi trasformarsi in un campo di battaglia quando altri arrivano altri maschi!


    In un articolo pubblicato il 2 novembre nel giornale on-line Biology Letters, il biologo del WHOI, Aran Mooney, a bordo della sua piccola barca di ricerca, ha avvicinato un gruppo di megattere al largo della costa della isola hawaiana di Maui. Con l’aiuto di altri ricercatori del suo team ha misurato due componenti di onde di pressione sonore, ovvero il tipo di onde sonore che spingono sui timpani umani e che ci permettono di sentire, e il moto delle particelle (la vibrazione fisica di una sostanza come suono che si muove attraverso di essa). Sorprendentemente, egli ha osservato, che il moto delle particelle in acqua si propaga molto più di quanto già si conosce.
    “Mentre misuravamo il moto delle particelle e la pressione sonora, abbiamo continuato la nostra marcia pensando di sentire i loro suoni, al massimo, ancora per pochi metri di distanza e siamo rimasti sorpresi, come ci siamo progressivamente allontanati, nel sentire il moto delle particelle forte e chiaro", ha detto Mooney.

    La misurazione è durata fino a 200 metri dalle balene, ma i dati registrati dimostrano che questo moto delle particelle, in particolare nelle frequenze più basse del suono, potrebbe viaggiare oltre la distanza registrata. "E' tutto un altro percorso di suono che non abbiamo mai saputo che le balene possono usare", osserva Mooney.

    Per capire la differenza tra questi due modi di suono, Mooney dice di immaginare di ascoltare l’esplosione di una musica ad alto volume. Ciò che si sente è l’onda di pressione. Quando si tratta delle ...

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    Last Post by guidallacasa il 7 Nov. 2016
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  5. COP22:iniziati i lavori a Bab Ighli (Marrakech)

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 7 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   43 Views
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    Il Presidente della COP22, Salaheddine Mezouar (Ministro degli Affari Esteri del Marocco), ha detto ieri, in conferenza stampa, che il motto della Conferenza delle Parti di quest'anno è "azione".


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    La conferenza stampa di apertura che si è tenuta ieri domenica 6 novembre a Bab Ighli, prima del calcio d'inizio ufficiale alla Conferenza 22 Parti (COP22) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è servita, tra l’altro, al presidente di COP22 Salaheddine Mezouar e al segretario esecutivo Patricia Espinosa dell’UNFCCC, di dare il benvenuto ai diplomatici provenienti da 196 paesi che si sono incontrati stamane per rimpolpare il piano salva-pianeta firmato nella capitale francese lo scorso dicembre.

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    Salaheddine Mezouar e Patricia Espinosa.


    A Bab Ighli il villaggio all'interno di Marrakech, da qualche giorno circolano due autobus a due piani dipinti con i colori di COP22 che sono stati utilizzati da associazioni per la tutela dell'ambiente per sensibilizzare i cittadini sui cambiamenti climatici.

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    "Abbiamo reso possibile quello che tutti dicevano era impossibile", ha detto il ministro dell'ambiente francese, Ségolène Royal, alla cerimonia di apertura, nel corso della quale ha consegnato la gestione del forum sul clima a Salaheddine Mezouar Ministro degli Affari Esteri in Marocco dal 10 ottobre del 2013. e presidente di turno di COP22.

    Dopo che venerdì scorso 4 novembre 100 paesi hanno ratificato l'accordo di Parigi, il processo che è stato uno dei più veloci di un trattato internazionale nella storia, c’è stato l’appello alle altre nazioni a farlo entro la fine dell'anno.

    Tra allarmi crescenti sulle conseguenze del cambiamento climatico - mari, tempeste mortali, siccità e incendi - le nazioni del mondo si sono mosse rapidamente nel corso dell'ultimo anno. E Salaheddine Mezouar ha lanciato l’appello a tutti i partecipanti invitandoli ad impegnarsi per azioni concrete per aiutare i paesi più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici soprattutto in Africa. Il suo motto alla Conferenza delle Parti di quest'anno dev'essere: "azione"

    Non può però passare inosservato ai circa 15.000 negoziatori, amministratori delegati e attivisti che si sono stabiliti per i 12 giorni di colloqui a Marrakesh, che tutti gli occhi sono punta...

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Nov. 2016
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  6. Cambiamento climatico: Donald Trump solo contro tutti?

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 10 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   54 Views
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    Il risultato elettorale degli Stati Uniti getta incertezza in tutto il mondo sull’accordo di Parigi.


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    Non sono in pochi a pensare, e soprattutto a scrivere, che dopo il successo di Donald Trump ci potrebbe essere una inversione di rotta sul corso ambizioso fissato da Barack Obama.
    Che gli Stati Uniti sono pronti a tirarsi fuori dall'accordo di Parigi e aumentare la spesa dei combustibili fossili, non è poi tanto da scartare, con la “grande mela” già provata dai danni causati nel novembre 2012 dall'uragano Sandy che a detta di molti è stato dovuto a significativi cambiamenti ambientali.

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    Pochi giorni dopo l'accordo storico di Parigi ufficialmente entrato in vigore venerdì scorso, la vittoria di Donald Trump, un negazionista di spicco del riscaldamento globale, ha gettato nell’incertezza l'accordo globale e sollevato i timori che gli Stati Uniti possono invertire l’ambizioso corso ambientale tracciato sotto la presidenza di Barack Obama.

    Alcuni gruppi ambientalisti internazionali riuniti ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite in Marocco hanno detto che sarebbe una catastrofe se Trump tirerà indietro gli Stati Uniti dall’impegno, che per andare in porto sono stati necessari 20 anni di negoziati, e limitare il suolo pubblico al carbone, petrolio e all’estrazione del gas.

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    Trump ha definito il cambiamento climatico, successivamente smentito parzialmente, una "bufala", criticando i leader mondiali sulla validità della ricerca scientifica. Il magnate immobiliare ha infatti promesso di intraprendere un percorso di quattro anni per ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi e ha preso di mira i miliardi dati ai programmi sul clima delle Nazioni Unite per lo sviluppo di energia pulita. E' possibile, ma difficile, in quanto ciò potrebbe minare la cooperazione globale su altre questioni. I repubblicani sostengono infatti che il carbone una "risorsa di energia pulita”.

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    Last Post by Filippo Foti il 10 Nov. 2016
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  7. L'ampia impronta del cambiamento climatico antropogenico sugli esseri viventi

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 14 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   33 Views
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    Gli impatti del cambiamento climatico sugli ecosistemi terrestri e i processi ecologici nel mare e nell’acqua dolce. La variazione della fenologia delle piante e degli animali è una delle risposte ecologiche più sensibili ai cambiamenti climatici.


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    Brett Scheffers biologo e professore presso il Dipartimento di Ecologia della Fauna e Conservazione dell'Università della Florida, autore di molte pubblicazioni, attualmente è impegnato ad esaminare come le alterazioni dei regimi delle precipitazioni portano alla perdita della capacità funzionale di importanti habitat degli esseri viventi e a valutare le specie vulnerabili al cambiamento climatico.

    Scheffers sostiene che l'impatto del cambiamento climatico sugli Ectotermi (detti anche a sangue freddo) ovvero gli organismi viventi che assumono la temperatura corporea uguale a quella dell’ambiente in cui vivono, (anfibi e rettili) dipenderà in larga misura dalla loro capacità di trovare ambienti meno caldi e tali per proteggersi dalle alte temperature.

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    La sua ricerca sui microhabitat negli ecosistemi tropicali, già iniziata nel 2014, ha rivelato la loro importanza nel mediare eventi climatici estremi e la loro protezione dovrebbe migliorare le future valutazioni sulla vulnerabilità delle specie ai cambiamenti climatici. Sta di fatto che le specie viventi sono già da tempo in fase di adattamento evolutivo alle temperature estreme, con il cambiamento climatico che ha un impatto sostanziale sulla loro fisiologia che include cambiamenti nella tolleranza alle alte temperature, spostamenti di rapporti sessuali nelle specie, con la determinazione del sesso dipendente dalla temperatura, e un aumento del dispendio del loro metabolismo per potere vivere in un ambiente più caldo.

    Queste regolazioni fisiologiche hanno impatti sulla loro morfologia osservabili in molte specie in entrambi i sistemi acquatici e terrestri, con il restringimento delle dimensioni del corpo in quanto i grandi rapporti superficie-volume sono generalmente favoriti in condizioni più calde.

    Un organismo piccolo ha un metabolismo più intenso di uno grande in quanto, rispetto al suo volume, ha un’ampia superficie di scambio con l'ambiente. Gli animali, ad esempio che vivono in ambiente freddo sono generalmente più grandi degli animali di specie simili che vivono nelle zone calde in quanto hanno bisogno di molto grasso, e quindi di un grande volume.

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    Brett Scheffers

    La stessa cosa succede alle foglie delle piante che vivono in zone secche che generalmente hanno un grande spessore perché, avendo una superfic...

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    Last Post by Filippo Foti il 14 Nov. 2016
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  8. Il “carbonio blu” e la sua funzione sulla Terra

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    Natura
    By Filippo Foti il 17 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   95 Views
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    Il "carbonio blu" gioca un ruolo importante in alcuni habitat costieri e negli oceani del nostro pianeta. E’ importante nella conservazione naturale del gas serra e contribuisce a mitigare il cambiamento climatico. Le mangrovie sono l'ecosistema più utile sulla Terra.


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    Ecosistemi di carbonio blu - come le foreste di mangrovie, le paludi di acqua salata e prati di posidonia, riconosciute per la loro bellezza naturale, la capacità di filtrare l'inquinamento, e fungere da tampone contro le tempeste - sono in grado di migliorare i mezzi di sussistenza e contribuire a mitigare e ad aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici.

    Il carbonio blu altro non è che la stessa CO2 che viene memorizzata in natura dagli ecosistemi marini e costieri, da cui il nome. Tre tipi di ecosistemi costieri - mangrovie, piante marine e le paludi di marea - conservano la metà del carbonio "blu" sotto forma di biomassa e di sedimenti sepolti sotto il fondo dell'oceano.


    Il carbonio blu è importante in quanto il rilascio di CO2 nell'atmosfera è uno dei principali motori del cambiamento climatico, e perché gli ecosistemi ne contengono una notevole quantità. Una data area di foresta di mangrovie, per esempio, può memorizzare fino a 10 volte più CO2 come la stessa area di foresta sulla terra.

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    Volontarie del San Diego's Uptown Rotary Club mentre scrivono un cartello a Oaxaca nella bella costa del Messico:
    "L'acqua è la chiave per mantenere un sano ecosistema …”



    IL CARBONIO BLU SECONDO EMILY PIDGEON

    Emily Pidgeon, di Conservation International, sabato 12 novembre alla Conferenza sul cambiamento climatico di Marrakech ha presentato il carbonio blu come strumento di trasformazione per la gestione dell'ambiente marino e la conservazione a livello globale. Ha sottolineato che quasi tutti i paesi hanno un ecosistema di carbonio blu da mangrovie, paludi di marea e prati di posidonia e possono essere trovati in tutto il mondo tranne che per l'Antartide. Ha sottolineato che queste aree hanno fino a dieci volte la capacità di sequestro di un'area comparabile ad una foresta. Pidgeon ha evidenziato ulteriormente i paesi che hanno incluso esplicitamente il carbonio blu nei loro contributi a” Nationally Determined Contributions” (NDCs).

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    Emily Pidgeon


    "A diffe...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 Nov. 2016
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  9. Plastica negli oceani: Marina Militare & Marevivo con i ragazzi a Bari

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 18 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   60 Views
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    Nel 2010 si calcola che negli oceani sono andati a finire tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate di plastica.


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    Secondo lo studio, condotto nel 2015 da Jenna Jambeck della “Environmental Engineering College of Engineering University of Georgia", al primo posto si trova la Cina, con circa 2.265.000 tonnellate, seguita dall’Indonesia con poco meno di 930.000 tonnellate e dalle Filippine con circa 453.000 tonnellate.

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    Jenna Jambeck


    Si è calcolato che circa il 10% di questo materiale plastico finisce in mare. L'ingresso annuo di materie plastiche nel Mare del Nord è stimato in circa 20.000 tonnellate, e nel Pacifico e Oceano Atlantico si concentrano grandi vortici che formano gigantesche "isole spazzatura”.

    Poiché il tempo di ripartizione delle materie plastiche ammonta a decine o addirittura centinaia di anni (ad esempio le bottiglie di plastica permangono in mari e oceani da 200 a 500 anni), la minaccia di accumulo di rifiuti di plastica in mare nel mondo è reale.
    Nel frattempo, i frammenti di plastica più grandi sono noti per causare aggrovigliamento e ostruzione in più di 600 specie di balene, foche, uccelli marini, tartarughe, ecc.

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    Nella immagine viene riportata la classifica con il peso espresso in libbre.

    Quando invece la plastica si frammenta in pezzi più piccoli, questa microplastica viene consumata da cozze, vermi e crostacei causando tutta una serie di effetti dannosi a loro e a noi che li consumiamo.

    E’ dunque importante conoscere gli impatti negativi sul mare e sulla vita marina, e sapere come dobbiamo affrontare questo problema e trattare l'uso delle materie plastiche in maniera sostenibile.

    Diversi sono i progetti di sensibilizzazione in molti paesi del mondo, soprattutto nelle scuole. In Italia, ad esempio, mercoledì 16 novembre si è tenuto presso il terminal crociere del porto di Bari, un evento informativo e divulgativo alla presenza delle massime autorità militari e civili della città pugliese, rivolto a circa 200 studenti delle scuole secondarie superiori.

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    Nella nostra sezione dedicata alla “Guardia Costiera e Marina Militare” appare in data odierna l'articolo seguente:



    Bari: la Guardia Costiera con l’associazione Marevivo per la campagna di sensibilizzazione sull’impatto della plastica in mare.

    “...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 Nov. 2016
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  10. COP22: promesse, promesse!

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 20 Nov. 2016
    +1   -1    0 Comments   48 Views
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    Quasi 200 delegati alla conferenza COP22 hanno cercato - con molte difficoltà e con promesse più o meno mantenute e/o da mantenere - di accordarsi per contrastare il cambiamento climatico e chi rema contro. Donald Trump sembra che non ha minato l’ambizione dei delegati convenuti alla conferenza.


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    Addirittura, leggiamo tra le righe di documenti ufficiali, pubblicati subito dopo la chiusura nella nottata di ieri della Conferenza Onu sul clima, di nuove promesse per ridurre il surriscaldamento del pianeta previste entro la Cop 24 del 2018.

    Sempre in tema di promesse, entro dicembre 2018, è previsto il via del “Green Climate Fund”, il Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo già peraltro deciso a Parigi con una previsione di 100 miliardi di dollari all'anno.

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    I paesi destinatari dei fondi dovranno assicurare i signori della globalizzazione di spenderli per la realizzazione di tecnologie pulite, riferire sui piani di azione sul clima, e incrementare le risorse di acqua potabile e sicurezza alimentare.

    A dir poco deludenti sono stati i risultati sulla difesa del suolo, come anche gli aiuti finanziari ai paesi più svantaggiati, (sono 45 di paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici) e i fondi promessi appaiono insufficienti.
    Il Fondo Verde per aiutare i paesi in via di sviluppo è un argomento su cui non si è voluto decidere subito, in quanto i paesi ricchi pretendono il controllo di come sono spesi i dollari promessi. I destinatari dei fondi non vogliono invece essere controllati su decisioni che attengono le loro politiche economiche.

    Per quanto attiene il Fondo verde per il clima, nonostante tutto, è stata annunciata l'approvazione delle prime due proposte per la formulazione dei piani nazionali di adattamento: alla Liberia sono stati “promessi” 2.2 milioni di dollari, al Nepal 2,9 milioni.

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    OCEANI

    L’importanza di“Sustainable Development Goal” (SDG Obiettivo14) attraverso la Blue Economy. Questi gli obiettivi da raggiungere, ma non in tempi brevi:

    • Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo l'inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare delle attività terrestri, compresi rifiuti marini e l'inquinamento dei nutrienti, ovvero l’eccessivo rilascio di azoto o fosforo;
    • Entro il 2020, gestire e proteggere in modo sostenibile gli ecosistemi marini e costieri per evitare impatti negativi significativi, anche rafforzando le loro capacità di recupero, e agire per il loro restauro...

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    Last Post by Filippo Foti il 20 Nov. 2016
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