PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


AL SERVIZIO DEL PIANETA DAL 31. 01. 2010 - IL 19/2/2020 CI HANNO VISITATO 910 LETTORI









DISCUSSIONI RECENTI

 






  1. Cipresso della Patagonia alerce (Fitzroya cupressoides) età oltre 5.000 anni VS Pino Methuselah (Pinus longaeva) 4.854 anni White Mountains California.
    Caratteri: 12.061 - Tempo di lettura: 8,21 minuti

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    Uno studio condotto da uno scienziato ambientale cileno sostiene che un antico cipresso della Patagonia, dove viene chiamato “alerce” (Fitzroya cupressoides), sia l'albero più antico al mondo.

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    Circa 5400 anni fa, all'incirca nel periodo in cui gli esseri umani inventavano la scrittura, un albero di alerce (Fitzroya cupressoides), noto come Alerce Milenario o Gran Abuelo (bisnonno), potrebbe aver iniziato a crescere nelle montagne costiere dell'attuale Cile. Riparato in un burrone fresco e umido, questo cipresso della Patagonia, una conifera propria del Cile e dell'Argentina, ha evitato incendi e disboscamento che hanno distrutto molti altri del suo genere, ed è cresciuto fino a diventare un gigante “brizzolato” di oltre 4 metri di diametro. Gran parte del tronco è morto, parte della corona è caduta e l'albero è stato aggredito con muschi, licheni e persino altri alberi che hanno messo radici nelle sue fessure. Il legname di alerce è stato molto utilizzato nella costruzione di case e per le tegole dei tetti e persino per la costruzione di barche. Ora, l'albero, potrebbe rivendicare un nuovo e straordinario titolo: il più antico individuo vivente sulla Terra.

    Per misurare l'età dell'allerce senza danneggiarlo, Jonathan Barichivich e Antonio Lara, dell'Universidad Austral de Cile, hanno utilizzato un approccio di modellizzazione statistica per prevedere l'età degli alberi in base alla conoscenza di come crescono quando sono giovani, creando un metodo bayesiano utilizzando i dati di 2.400 alberi. Detto metodo probabilistico utilizza una funzione di verosimiglianza per creare una quantità di dati, chiamata probabilità a posteriori degli alberi, utilizzando un modello di evoluzione, basato su alcune probabilità a priori, producendo l'albero filogenetico più probabile.

    Jonathan_Barichivich

    Jonathan Barichivich



    Come riportato per la prima volta su Science.og, la rivista scientifica pubblicata dall'American Association for the Advancement of Science (Associazione americana per il progresso della scienza), il 20 maggio scorso, Jonathan Barichivich afferma che l'Alerce Milenario è l'albero più antico di tutti: probabilmente ha almeno 5.000 anni, subito dopo che siamo entrati nell'età del bronzo. È molto più vecchio del precedente detentore del record, Matusalemme, un pino conico della California orientale che si pensa abbia 4.853 anni. Poiché i suoi...

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    Last Post by Filippo Foti il 17 June 2022
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  2. Prove scientifiche sugli allevamenti intensivi in un contraddittorio senza fine.
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    Mare a 360°
    Natura
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    By Filippo Foti il 26 May 2022
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    L’acquacoltura e l’insostenibilità ecologica e sociale della dipendenza dell'allevamento del salmone. Cosa mangia un salmone d'allevamento? Tanto pesce selvatico nutriente o monnezza?


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    Tralasciando la monnezza che già tanto è dispersa in tutti gli oceani del pianeta, per quanto attiene il salmone – pur non rinunciando a qualche brevissimo commento su chi opera fraudolentemente in questo settore - viene allevato utilizzando olio di pesce e farina a base di milioni di tonnellate di pesce catturato in natura, la maggior parte del quale è di qualità alimentare eccellente. Ovviamente se dobbiamo dare credito alle buone e rigide regole che dovrebbero osservare tutte le aziende mondiali del settore.

    Sulla base dei risultati dell'industria scozzese del salmone, questi scenari alternativi sono stati quindi applicati su scala globale. Uno scenario mostra che l'allevamento di più carpe e meno salmone, utilizzando solo mangimi da sottoprodotti del pesce, potrebbe lasciare 3,7 milioni di tonnellate di pesci selvatici in mare, producendo nel complesso il 39% in più di frutti di mare. Quindi ora stiamo parlando di un vantaggio per tutti socio-ecologico! Sempre e meglio pesce nei nostri piatti, e di più nel mare.

    Queste sono domande a cui un team di scienziati delle università di Cambridge, Lancaster e Liverpool, ha deciso di rispondere in uno studio pubblicato di recente su “PLOS Sustainability and Transformation”, che spiega come massimizzare la produzione sostenibile di nutrienti da sistemi accoppiati pesca-acquacoltura. Nell’abstract pubblicato il 1° marzo 2022 redatto da David F. Willer (Department of Zoology, University of Cambridge), James PW Robinson (Lancaster Environment Centre), Grace T. Patterson (University of Liverpool) e Karen Luyckx (Feedback Global Tottenham, London), si legge: “L'espansione dell'acquacoltura dovrebbe soddisfare la crescente domanda di alimenti sostenibili di origine animale. Eppure, le specie nutrite con pesci del mare richiedono già milioni di tonnellate di catture, di cui oltre il 90% sono specie nutritive per uso alimentare umano”. Gli autori dimostrano altresì come la rimozione del pesce catturato in natura per la produzione di salmonidi, potrebbe lasciare 3,7 milioni di tonnellate di pesce in mare aumentando al contempo la produzione globale di frutti di mare di 6,1 milioni di tonnellate.

    salmone_trasparente


    Evidenziando alcune gravi inefficienze ecologiche e sociali che circondano la produzione di salmone d'allevamento, l'analisi mostra che se rimuovessimo il pesce intero cattura...

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    Last Post by Filippo Foti il 26 May 2022
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  3. I segreti della longevità dei residenti di Molochio (RC).
    Caratteri 3508 - tempo di lettura 2,94 minuti N-B.: Lettura sconsigliata ai buongustai ahahahahahah

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    Natura
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    By Filippo Foti il 3 May 2022
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    Molochio, in Calabria, l’immagine angosciata del Sud che non sempre necessariamente diventa metafora di passione, sofferenza e solitudine, che spesso vanno di pari passo.


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    I segreti che stanno dietro gli anziani residenti di Molochio dove in questo piccolo paese calabrese nell'estremo sud dell'Italia, vivere fino all'estrema vecchiaia, pur nella sofferenza e solitudine del meridione d’Italia, non è poi così raro, a parere di illustri scienziati risiedono nell’alimentazione povera e semplice a cui erano abituati, che forse oggi meno di ieri, potrebbe aver rappresentato la chiave della longevità.

    Gli studi sul digiuno suggeriscono che la pratica di alimentarsi con cibi genuini può migliorare la salute e la durata della vita. Ma rimane l’ostacolo che poche persone sono disposte a farlo. Ora gli esperti medici sono alla ricerca di modi per imitare lo stato di digiuno, senza effettivamente digiunare. Ovvio porsi una domanda: ma come faranno?

    In una delle zone più povere, ma più belle e intatte d’Europa, nell'estremo sud dell'Italia, il digiuno, spesso non voluto, è la pratica che ha potuto migliorare la salute e la durata della vita.

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    Se lo saranno chiesti in molti in una regione dove il grande cantastorie Otello Profazio cantava: "Qui si campa d'aria..."


    Il prof. Valter Longo, nato a Genova, da genitori calabresi, nel suo libro “La Dieta della Longevità” dedicato a Molochio - in cui, nel 1972 all’età di 5 anni, trascorse sei mesi preziosi per il suo brillante prosieguo umano e professionale - scrive:

    Molochio è uno dei luoghi con il più alto tasso di centenari al mondo (quattro centenari su 2.000 abitanti), il triplo di quello di Okinawa, a Sud del Giappone, considerata la località con il più alto tasso di longevità al mondo per un’area di vaste dimensioni" […]. Salvatore Caruso, il nonno d’Italia nato il 02/11/1905 e deceduto il 22/12/2015 all’età 110 anni, aveva la consuetudine di bere nella fontana nella piazza di Molochio. “Data l’eccezionale longevità dell’anziano più anziano d’Italia, prosegue Longo, ho sempre pensato che quella fontana fosse quanto di più simile alla "fonte della giovinezza" (metafora) a cui chiunque di noi potrebbe attingere”.

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    Last Post by Filippo Foti il 3 May 2022
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  4. Conosciamo il nostro pianeta, prima che sia troppo tardi
    5762 Caratteri - 3,98 min. tempo di lettura

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    Conosciamo meglio il nostro pianeta: i laghi che possono esplodere, la perdita di acqua dolce, il colore viola della terra primordiale ed inoltre tuoni e fulmini che rivelano il lato più feroce del nostro pianeta.


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    I LAGHI POSSONO ESPLODERE



    In Camerun, al confine tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo, ci sono tre laghi mortali: Nyos, Monoun e Kivu, e tutti e tre sono di origini vulcaniche. Il magma sotto la superficie rilascia anidride carbonica, creando uno strato profondo e ricco di anidride carbonica proprio sopra il fondo del lago. Quell'anidride carbonica, può essere rilasciata in un'esplosione, asfissiando i passanti.

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    Ma c’è di più: Questi laghi si trovano tutti sopra regioni tettonicamente attive, dove gas vulcanici come la CO2 filtrano, dal profondo della Terra, verso l'alto. I laghi sono profondi e le loro acque non si mescolano dall'alto verso il basso con gli sbalzi di temperatura stagionali. Invece, il gas disciolto si accumula in strati inferiori più densi, ricoperti da un "tappo di pressione” delle acque soprastanti. Se i gas si accumulano a tal punto da formare bolle, questi laghi possono letteralmente esplodere come una bottiglia di champagne. Un evento esterno può anche "far scoppiare il tappo" - come una siccità che potrebbe abbassare i livelli del lago e ridurre la pressione sulle acque gassose sottostanti; una frana, un terremoto o una lava che erutta sul fondo del lago potrebbero spostare gli strati d'acqua o aggiungere abbastanza calore tale da far fuoriuscire il gas.

    CON LA RIDUZIONE DEI GHIACCIAI STIAMO PERDENDO ACQUA DOLCE



    L'acqua di fusione superficiale può accumularsi sulla superficie del ghiacciaio formando grandi laghi che possono drenare in modo catastrofico, tipo il ghiacciaio Belcher (Isola del Devon, Nunavut - Canada).
    Con il cambiamento climatico la catena di ghiacciai dell'Artico canadese ha perso di volume come il ghiacciaio Belcher, il più grande ghiacciaio di marea che scorre dalla calotta glaciale del Devon. E, mentre i ghiacciai si stanno sciogliendo velocemente, gli esseri umani lasciano il loro segno sul pianeta in tutti i modi più strani. Ad esempio, i test nucleari negli anni '50 hanno gettato nell'atmosfera una “spolverata” di radioattività. Secondo l'...

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    Last Post by Filippo Foti il 25 April 2022
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  5. Cina:sempre a caccia di animali da cancellare dalla faccia della Terra.
    8564 caratteri - 5,81 min. tempo di lettura

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    Mare a 360°
    Natura
    Storie
    By Filippo Foti il 21 April 2022
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    In attesa che gli umani compromettano definitivamente la propria sopravvivenza, continua imperterrito il massacro di molte specie di animali in via di estinzione.


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    Pezzo essiccato di vescica natatoria di totoaba.


    La vaquita, il più piccolo mammifero marino del mondo, è da tempo sull'orlo dell'estinzione. La popolazione di focene contrassegnate da occhi cerchiati di nero e bocche sorridenti e all'insù è diminuita di un devastante 99% nell'ultimo decennio. Ora gli scienziati affermano che il loro futuro è più precario che mai, dopo che un recente sondaggio ha rilevato che meno di 10 individui sono rimasti nelle acque del loro limitato home range tra Baja California e Messico. Ma alcuni dicono che c'è ancora speranza per le specie in via di estinzione che hanno resistito contro ogni previsione.

    Il nostro ecosistema è composto da animali e piante interdipendenti che costituiscono una complessa rete di vita e varietà sulla Terra. Ciò, definito tradizionalmente come biodiversità, presenta numerose interazioni tra le specie ed è estremamente vitale per l'esistenza del nostro pianeta e, in particolare, dell'umanità. Così, infatti, l'estinzione di una singola specie può interessare l'intero sistema biologico relativo alla vita e agli stessi esseri viventi. Sfortunatamente, gli interventi impropri in natura degli esseri umani stanno spingendo molte delle specie nell'ecosistema sull'orlo dell'estinzione. Innaturale e senza precedenti l'estinzione di queste specie non solo ha messo in pericolo il funzionamento dell'ecosistema, ma ha anche influenzato in larga misura le questioni ecologiche.

    Molte specie marine, inclusi mammiferi marini, tartarughe marine e salmonidi, sono sull'orlo dell'estinzione poiché il cambiamento climatico e la pesca eccessiva diventano una grave minaccia per la loro esistenza. Allo stesso modo, anche sulla Terra da creature sconosciute a megafauna carismatica, queste sparizioni nell'ecosistema accadono frequentemente, animali come l'orangutan, il rinoceronte nero, il leopardo dell'Amur ed il panda gigante sono alcune delle specie più in pericolo di estinzione al mondo.

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    Secondo l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), centinaia di specie marine in tutto il mondo rientrano nelle categorie di specie in via di estinzione e in pericolo critico. L'IUCN, ad intervalli regolari, determina infatti lo stato...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 April 2022
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  6. Tintarella finta Vs tintarella protetta

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    By Filippo Foti il 13 April 2022
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    La pelle è l'organo del corpo umano più esposto alle radiazioni solari nocive. Identificati ingredienti naturali chiave, da aggiungere alle creme protettive tradizionali, come antiossidanti per evitare gli effetti dannosi del sole.


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    La pelle, l'organo più grande del corpo umano, costituisce un'efficace barriera tra essa e l'ambiente prevenendo l'invasione di agenti patogeni e respingendo gli attacchi chimici e fisici, nonché la perdita sregolata di acqua e soluti. Questo la rende più esposta ad esposizioni ambientali come inquinamento, temperatura e radiazioni che, a seconda delle risposte biologiche governate dai vari fattori genetici interni e non, possono contribuire al suo invecchiamento. Assieme ai suoi derivati (capelli, unghie, sudore e ghiandole sebacee) costituiscono il sistema tegumentario. Una delle principali funzioni della pelle è la protezione. Protegge il corpo da fattori esterni come batteri, sostanze chimiche e temperatura. La pelle contiene secrezioni che possono uccidere i batteri e il pigmento melanina fornisce una difesa chimica del pigmento contro la luce ultravioletta che può danneggiare le cellule della pelle.

    Con l'estate a portata di mano, è di nuovo tempo di soleggiate avventure all'aria aperta! Ma la cosa migliore che si può fare, per mantenere la pelle giovane e sana e prevenire le rughe, è evitare l'esposizione diretta e costante ai raggi del sole. Cosa che non è mai buona.

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    La generica protezione solare - figuriamoci l'impiego di apparecchiature dotate di lampade UV, ovvero mediante l'uso delle "lampade abbronzanti" che rendono la pelle abbronzata artificialmente - non protegge come dovrebbe. Ecco che la scienza ha pensato di porre rimedio! Infatti, secondo un nuovo studio sull'invecchiamento cutaneo, correlato al sole, condotto dalla dott.ssa Charareh Pourzand presso l'Università di Bath nel Regno Unito, è stato trovata la soluzione: in tutte le creme solari ed antietà manca un ingrediente chiave affinché la nostra pelle sia protetta molto meglio dagli effetti dannosi del sole, ovvero una ricca fonte di foto protezione naturale.

    Charareh_Pourzand


    L'ingrediente mancante, secondo la Pourzand, è una classe di antiossidanti (un tipo di molecola stabile) che si trova comunemente in natura. Gli esperimenti hanno dimostrato che queste molecole antiossidanti eliminano il ferro in eccesso nelle cellule, aiutandole a mantenere un livello sano di radicali liberi (un tipo di molecola instabile). Quest...

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    Last Post by Filippo Foti il 13 April 2022
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  7. Generazioni e stereotipi "ad libitum" a confronto in un mondo allo sbando.
    Caratteri: 8838 - Tempo di lettura: 7,30 minuti

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    Per i nostri lettori con più di 60 anni, sappiate che siete tra i cattivi emettitori di gas serra.
    Le nostre impronte di carbonio dipendono dal comportamento, dalla ricchezza, dallo stile di vita e ... dall'età.


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    Source: Sopra un commento estrapolato da un articolo di Jean M. Twenge, autrice del libro "Generation Me.", docente di psicologia alla San Diego State University, con una aggiunta di due “stereotipi”, per quanto ancora possono essere percepiti, non ancora "ufficiali".

    Le persone anziane, definite da molti media come "baby boomers", secondo molti analisti come Edgar Hertwich direttore del programma di ecologia industriale della "Norwegian University of Science and Technology" (NTNU) e ricercatore sul clima, spendono più soldi per il mantenimento delle loro abitazioni, consumo di energia e cibo.

    Jean_Twenge

    Jean M. Twenge



    Tesi sostenuta anche da Heran Zheng, un borsista post-dottorato presso la stessa (NTNU) che dichiara:“In pensione il reddito si riduce, ma gli anziani nei Paesi sviluppati hanno accumulato valore, principalmente nelle loro abitazioni che hanno visto un forte aumento del valore delle loro proprietà. Gli anziani sono in grado di mantenere i loro elevati consumi attraverso la loro ricchezza e ciò accade soprattutto nelle aree ad alta intensità di carbonio provenienti dalla produzione di energia elettrica e dalle industrie”. Una percentuale crescente di questa fascia di età vive da sola, ma, ovviamente, questo non è il caso in tutti i Paesi, ma riflette il quadro generale.

    I ricercatori hanno esaminato le emissioni di gas serra negli anni 2005, 2010 e 2015 per fascia di età negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia, in Giappone, in Norvegia e nei 27 paesi dell'UE. Nel 2005, le persone con più di 60 anni avevano un'impronta di carbonio inferiore rispetto alle persone di età compresa tra 30 e 44 o tra 45 e 59, rappresentando il 25,2% delle emissioni nazionali basate sui consumi. Entro il 2015 rappresentavano il 32,7% delle emissioni, in parità con la fascia di età dai 45 ai 59 anni. Poiché i "baby boomers", o più semplicemente Boomers - si fa riferimento alla generazione dei nati tra la seconda metà degli anni Quaranta e la seconda metà degli anni Sessanta, individui quindi che hanno oggi, nel 2022, tra i 58 e i...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 April 2022
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  8. Sir Ernest Shackleton e l'Era Eroica dell'Esplorazione Antartica.

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    Mare a 360°
    Natura
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    By Filippo Foti il 16 Mar. 2022
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    La drammatica storia di sopravvivenza nel 1916 dell'esploratore Sir Ernest Shackleton, dopo la perdita della sua nave Endurance, e dei 27 uomini dell'equipaggio con le meravigliose immagini immortalate dal fotografo australiano Frank Hurley.


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    Il 9 marzo 2022, il nuovo sito web “Falklands Maritime Heritage Trust” lanciato l'8 dicembre 2020, ha comunicato che il 5 marzo una squadra di ricercatori a bordo della nave da ricerca polare sudafricana Agulhas II, ha finalmente individuato il relitto di Endurance nelle fredde profondità dell'oceano. L'evento eccezionale è accaduto dopo 106 anni da quando la nave dell'esploratore Ernest Shackleton è rimasta intrappolata, schiacciata e affondata nel ghiaccio marino nel novembre 1915 nelle profondità del Mare di Weddell a ridosso del continente antartico.

    Lo scopo di queste spedizioni era spesso più competitivo che scientifico, ovvero gli esploratori, più che comprendere l'ambiente dell'Antartide, volevano vincere la "Corsa al Polo Sud" . Poiché i primi esploratori affrontarono ostacoli estremi e condizioni debilitanti, questo periodo di tempo divenne noto come "l'Era Eroica" delle esplorazioni. Roald Amundsen, Robert Falcon Scott, Edward Adrian Wilson ed Ernest Shackleton gareggiarono tutti per raggiungere la meta agognata. È doveroso però premettere che l'esploratore norvegese Roald Amundsen, fu il primo a raggiungere il Polo Sud nel 1911 e il britannicoRobert Falcon Scott, morì dopo averlo raggiunto un mese dopo.

    Comunque, dopo la conquista del Polo Sud da parte di Amundsen, che, solo per uno stretto margine di giorni, era in anticipo rispetto alla spedizione britannica guidata da Scott, non restava che un grande obiettivo principale dei viaggi in Antartide: l'attraversamento del continente polare.

    Sperando di superare i precedenti esploratori, Sir Ernest Shackleton pianificò il viaggio per l'attraversamento del continente polare utilizzando due navi, l'Aurora e l'Endurance, da collocarle all’estremità opposte del continente. Aurora doveva salpare verso il Mare di Ross depositando rifornimenti, mentre sul lato opposto, Endurance, attraverso il Mare di Weddell, per raggiungere appunto il continente. Una volta arrivati, la squadra avrebbe marciato verso il polo con squadre di cani, smaltito il bagaglio extra e utilizzato i rifornimenti lasciati da Aurora per raggiungere l'altra estremità del continente.
    Last Post by Filippo Foti il 16 Mar. 2022
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  9. Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico: Dio, salvaci tu!
    7583 Caratteri - 1122 Parole - 5,10 min Tempo di lettura

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    Guerra in Ucraina, pandemia e cambiamento climatico, una contingenza di eventi che considerati singolarmente, già di per sé sono catastrofici, ma quando combinati, i risultati possono portare ad una ecatombe dell’umanità.


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    La guerra in Ucraina che sta portando ad una migrazione forzata è diventata per molti Paesi una delle principali preoccupazioni poiché oltre due milioni di ucraini si sono già trasferiti nel territorio dell'UE. Si teme che il numero dei profughi possa raggiungere i cinque milioni. Sebbene il petrolio e il gas russi siano ancora al di fuori del regime sanzionatorio dell'Occidente - la Cina si oppone con risolutezza ad ogni forma di sanzioni unilaterali e restrizioni imposte dagli USA - l'incertezza sulla fornitura ha già fatto aumentare i prezzi dell'energia in tutto il mondo.

    L'Ucraina, rappresentando “il granaio dell'Europa”, aumenta il timore che la guerra possa portare a una crisi alimentare globale. Inoltre, a dir poco, la triste situazione ha riportato l'alto rischio di una guerra nucleare o l'uso di bombe sporche dopo diversi decenni.

    Durante il frastuono dei media su tutte queste minacce e rischi emergenti, il mondo sembra aver dimenticato che la vita stessa del pianeta è in pericolo a causa del cambiamento climatico senza precedenti. C'era l'auspicio che, con l'approssimarsi della fine della pandemia di Covid-19, il mondo avrebbe rimesso gli occhi sul cambiamento climatico, ma la situazione in Ucraina ha smentito questa speranza.

    LA FINESTRA PER SCONGIURARE GLI EFFETTI DEVASTANTI DEL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA SI STA RESTRINGENDO


    A causa della totale attenzione dei media globali sull'Ucraina, quasi nessuno si è accorto quando, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), ovvero (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ha pubblicato la sua ultima valutazione sulla situazione climatica il 28 febbraio scorso. Più di 270 ricercatori provenienti da 67 paesi hanno concluso che: “il cambiamento climatico ha influenzato negativamente il mondo molto più velocemente di quanto previsto in precedenza e che la “finestra”

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    Last Post by guidallacasa il 9 Mar. 2022
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  10. Vito Dumas navigatore solitario giramondo.
    9685 Caratteri - 1580 Parole - 7,18 min Tempo di lettura

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    Mare a 360°
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    By Filippo Foti il 7 Mar. 2022
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    Tra i più famosi velisti solitari a fare il giro del mondo l'argentino Vito Dumas ha vinto una delle più grandi sfide per la navigazione di tutti i tempi.


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    Vito Dumas


    I primi velisti solisti provenivano da New England, sulla costa nord-orientale degli Stati Uniti, e fecero le traversate atlantiche da ovest a est, cioè verso l'Europa. Nel 1876 il pescatore danese Alfred Johnson è il primo marinaio, molto popolare all'epoca, ad attraversare l'Atlantico su una piccola barca a vela di 20 piedi (6,1 m) che chiama “Centennial", in concomitanza con il primo centenario degli Stati Uniti. Parte nel giugno 1876 da Gloucester (Massachusetts) ed effettua la prima traversata dell'Atlantico sbarcando a fine di agosto, per un viaggio totale di 66 giorni, ad Abercastle (Liverpool) nel Galles sud-occidentale (Regno Unito).
    Più tardi, nell'estate del 1899, Howard Blackburn impiega 61 giorni per salpare da Gloucester (Stati Uniti) con arrivo a Gloucester (Inghilterra), e nel 1901 naviga questa volta raggiungendo Lisbona. La sua impresa ha più merito, dal momento che, a causa del congelamento, perde le dita di una mano.

    Tuttavia, il velista solista più famoso di quegli anni fu Joshua Slocum. Di origine canadese, il 24 aprile 1895 parte da Boston, per tornare (dopo 3 anni, 2 mesi e 2 giorni), il 27 giugno 1898 a completamento di un percorso di 46.000 miglia (74.029,824 km), a bordo del cutter Spray, una barca a vela composta da un albero per il primo giro del mondo in solitario.

    Nel 1930, il francese Alain Gerbault circumnaviga il mondo in 6 anni, ed è il primo ad attraversare l'Atlantico in solitaria e senza scalo da est a ovest. Ci vollero 101 giorni per andare da Gibilterra a New York per la rotta delle alte latitudini, più a nord dello Spray, con il “Firecrest”, un tipico sloop inglese lungo 11 metri con un solo albero. Slocum aveva attraversato l'equatore, da Gibilterra al Brasile.

    In coincidenza temporale, il 12 luglio 1930, il catalano Blanco Alberich, insegnante di spagnolo negli Stati Uniti, salpa da Boston a bordo della sua piccola barca a vela “Evalu”, insieme alla moglie e alla figlia di 7 anni. Non sa navigare, né porta a bordo quasi tutti gli strumenti occorrenti. Tuttavia, attraversa l'Atlantico in 85 giorni per raggiungere Barcellona (Spagna).

    LA STORIA DI VITO DUMAS TENACE NAVIGATORE CONTRO TANTE AVVERSITÀ

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    Ed è proprio sull'argentino Vito Dumas, che ora si concentra la nostra

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Mar. 2022
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