PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


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DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Ben Shapiro negazionista del cambiamento climatico vs scienza
    Caratteri: 18.312 - Tempo di lettura: 12,56 minuti

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    Ecco come nel 2022 il "Daily Wire" dell'editorialista Ben Shapiro, per attirare nuovi lettori, ha pagato Google per fare pubblicità con alcune frasi di ricerca come: "il cambiamento climatico è una bufala" ed altre.


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    Nonostante la natura è continuamente oltraggiata, diventando sempre più nera e tossica e il nostro pianeta, a detta di scienziati autorevoli, sia in pericolo, la disinformazione sul cambiamento climatico semina scetticismo. I negazionisti del clima, sfruttando il potere delle piattaforme dei social media, diffondono notizie prive di fondamento che non hanno nulla di scientifico.

    Geoff Dembicki, giornalista investigativo sul clima del The Guardian, autore tra l’altro, del libro “The petroleum papers” (Le carte petrolifere) nominato come il miglior libro del 2022 dal Washington Post, lo scorso 27 gennaio 2023 ha pubblicato un articolo dal titolo: “Google let Daily Wire advertise on climate change is a hoax searches”, ovvero (Google ha permesso a Daily Wire, di fare pubblicità su ricerche legate al cambiamento climatico). I dati sono stati condivisi dal “Center for Countering Digital Hate” (CCDH), un'organizzazione senza scopo di lucro che contrasta la diffusione dell'odio e della disinformazione online.

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    Il “Daily Wire”, (letteralmente “Il Filo Quotidiano”) di Ben Shapiro, i cui ricavi annuali all'inizio del 2022 hanno superato per la prima volta i 100 milioni di dollari e che, secondo il suo CEO e co-fondatore Jeremy Boreing, conta 150 dipendenti, ha acquistato nel 2022 annunci su frasi di ricerca come: "il cambiamento climatico è una bufala" e "perché il cambiamento climatico è falso", il che significa che quando le persone hanno cercato su Google queste frasi,

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    Last Post by Filippo Foti il 7 Feb. 2023
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  2. La deglaciazione sarà diffusa su quasi tutti i ghiacciai della Terra entro il XXI secolo.
    Caratteri:15.942 - Tempo di lettura: 11,03 minuti

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    Di recente, un rapporto intitolato “Global glacier change in the 21st century” (Cambiamento globale dei ghiacciai nel 21° secolo) precisa che ogni aumento della temperatura è importante" e che metà dei ghiacciai della Terra potrebbe scomparire entro il 2100.


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    Entro la fine del 21° secolo, si prevede che dal 49 all'83% dei ghiacciai del mondo scomparirà, a seconda delle future emissioni di gas serra. Dato che la perdita di massa è direttamente correlata ai cambiamenti di temperatura, ogni pur piccolo aumento è importante, e poiché i ghiacciai rispondono al cambiamento climatico, le società devono adattarsi ai cambiamenti nella disponibilità di acqua e all’innalzamento del livello del mare.

    L’autore principale del rapporto, David R. Rounce glaciologo e docente di ingegneria alla Carnegie Mellon University, Pennsylvania, USA, ha utilizzato due decenni di dati satellitari per mappare i ghiacciai del pianeta con una precisione mai vista prima. Lo studio è stato pubblicato il 6 gennaio 2023 su Science, il “Global glacier change in the 21st century: Every increase in temperature matters”, (Cambiamento globale dei ghiacciai nel 21° secolo: ogni aumento della temperatura è importante) di cui più sotto vediamo un video esplicativo, sottolineando che ogni aumento della temperatura è importante. Anche il sesto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, pubblicato il 28 febbraio 2022, ha avvertito che il tempo per raggiungere l'obiettivo di 1,5°C sta per scadere."Non importa se perderemo, molti ghiacciai. Ma abbiamo la capacità di fare la differenza limitando il numero di ghiacciai che perdiamo", ha dichiarato Rounce.

    Science



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    Animazione della risposta dei ghiacciai a causa del cambiamento climatico.



    PER STUDIARE GLI IMPATTI DEL CAMBIAMENTO AMBIENTALE GLOBALE, I PARCHI NAZIONALI DEGLI STATI UNITI SONO I LUOGHI IDEALI

    Da ricerche effettuate su ResearchGate, un social networking per scienziati e ricercatori per condividere documenti, porre e rispondere a domande e trovare collaboratori, Myrna Hall - sopra raffigurata - dell’universi...

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    Last Post by Filippo Foti il 23 Jan. 2023
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  3. L'ondata di caldo senza precedenti in Europa batte i record durante il pieno inverno.

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    Con la crisi climatica che sta diventando un argomento caldo nei principali mass media, c'è molta confusione su cosa sia effettivamente il cambiamento climatico. Proviamo a chiarire i fatti reali e riflettere sulle contaminazioni delle “bufale”!


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    Il caldo record all'inizio del 2023 ha lasciato gli sciatori delle Alpi con pochissime opzioni se non quella di sciare sull'erba. Anche alcuni paesi in Europa stanno uscendo da un 2022 caldo da record.

    Mentre il Nord America combatte pioggia gelata e forti nevicate, in Europa il 2023 ha portato caldo da record, basti pensare che il nuovo anno ha visto Bilbao in Spagna raggiungere i 24,9 °C. In Bielorussia, Repubblica Ceca, Danimarca, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia e, dulcis in fundo, Italia le temperature hanno registrato in questi primi giorni di gennaio valori sempre più alti, lasciando gli sciatori delle Alpi "a secco".

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    Le temperature in molte località d’Italia, nei primi giorni di questo mese, hanno raggiunto valori primaverili: Catania 20 gradi, Napoli e Reggio Calabria 16, Milano e Roma 14. Il Met Office del Regno Unito ha avvertito che il 2023 sarà probabilmente uno degli anni più caldi della Terra mai registrati, con una temperatura media globale prevista compresa tra 1,08°C e 1,32°C al di sopra dei livelli preindustriali. In un comunicato stampa, Nick Dunstone del Met Office ha affermato che le previsioni sono state influenzate dalla fine prevista di un prolungato evento climatico La Niña, che ha avuto un effetto di raffreddamento sulle temperature medie globali negli ultimi tre anni.

    Catania


    A causa del fatto che l'Artico si sta riscaldando più velocemente di qualsiasi altra regione sulla Terra, è stato dimostrato che quelle temperature più elevate interrompono il comportamento dei vortici polari, indebolendoli in modo che vagano a sud sopra gli Stati Uniti continentali.

    LE TEMPESTE INVERNALI NEGLI STATI UNITI CONTINUERANNO MENTRE L'EUROPA REGISTRA TEMPERATURE RECORD

    Oltre a combattere temperature pericolosamente fredde e vento gelido, parti degli Stati Uniti settentrionali hanno visto forti nevicate e bufere di neve, e recentemente mentre un vortice polare è sceso in tutto il paese, la National Aeronautics and Space Administration (Amministrazione nazionale dell'aeronautica e dello spazio) si è salvaguardata di ricordare al paese stelle a strisce che l'esplosione del fred...

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    Last Post by Filippo Foti il 11 Jan. 2023
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  4. Cambiamento climatico e sconvolgimento nel settore della pesca a livello globale.
    Caratteri:12.524 - Tempo di lettura: 8,44 minuti

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    Si prevede che il riscaldamento delle acque oceaniche, a causa del cambiamento climatico, provocherà la migrazione delle specie ittiche a livello globale e soprattutto nelle piccole isole dell'Oceano Pacifico, creando complicate disuguaglianze nello sviluppo sociale ed economico nel settore della pesca.


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    Le catture nell'oceano Pacifico occidentale e centrale rappresentano oltre la metà di tutto il tonno rastrellato. Gran parte di questo pescato viene prelevato nelle acque di dieci piccoli territori in via di sviluppo, che per la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico, dipendono in modo sproporzionato dagli stock di tonno disponibili. Sta di fatto che il cambiamento climatico sta colpendo duramente queste isole, dove il livello del mare sale quattro volte più velocemente rispetto alla media globale, e questo pesce è fondamentale per questi paesi.

    Le parti dell'accordo di Nauru - The Parties to the Nauru Agreement (PNA) sulla gestione della pesca che ha compreso inizialmente otto Stati è stato raggiunto l'11 febbraio 1982. Hanno fatto parte gli Stati Federati di Micronesia, la Repubblica di Kiribati, la Repubblica delle Isole Marshall, la Repubblica di Nauru, la Repubblica di Palau, lo Stato Indipendente di Papua Nuova Guinea, le Isole Salomone e Tuvalu. Nauru, tra i paesi più piccoli del pianeta, 12.511 abitanti nel 2021, ha spinto per un'azione a sostegno dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo di fronte alla crisi climatica. Le (PNA) controllano la più grande pesca sostenibile del tonno con reti a circuizione e hanno lo scopo che i Paesi cooperino per gestire e sviluppare in modo sostenibile questa risorsa chiave.

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    Nel Pacifico occidentale e centrale, oltre agli otto Stati su menzionati, ce ne sono altri due che dipendono soprattutto dalla loro pesca per lo sviluppo economico e la sicurezza alimentare, al punto da essere considerati “dipendenti dal tonno” e sono le Isole Cook e Tokelau.

    Il futuro per gli stati delle isole del Pacifico sembra più promettente in scenari di minori emissioni di gas serra, che porterebbero a minori perdite di pescato e di sostentamento. La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in linea con l'accordo di Parigi, fornirebbe un percorso verso la sostenibilità e per le economie delle isole che sono tonno-dipendenti. Anche le organizzazioni regionali di gestione della pesca possono svolgere un ruolo nell'aiutare questi paesi per negoziare accordi atti a massimizzare i benefici economici, anche se la futura distribuzione del pesce potrebbe cambiare come vedremo in seguito.

    "È molto significativo, principalmen...

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Jan. 2023
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  5. Strategia sui cambiamenti climatici, biodiversità, adattamento e mitigazione: due facce della stessa medaglia.

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    Cerchiamo di fare chiarezza sulle varie "COP", ovvero delle “Conferenze delle Parti”, per il clima e l’ambiente, che stanno disorientando molti cittadini del mondo.


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    Di COP, quest'anno, ce ne sono state tre:

    - Una per la biodiversità (COP 15), la più grande convenzione sulla diversità biologica, o biodiversità delle Nazioni Unite, adottato durante il summit di Rio de Janeiro nel 1992 ed è entrata in vigore nel 1993, ossia il summit dei paesi che hanno sottoscritto la Convenzione per la Diversità Biologica (Convention on Biological Diversity - CBD). La prima riunione ordinaria della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (COP 1) si è svolta a Nassau, Bahamas, 28 novembre - 9 dicembre 1994. La prima fase di COP 15 si è svolta invece virtualmente, dall'11 al 15 ottobre 2021 a Kunming in Cina;

    - Una per il cambiamento climatico (COP 27), che ha riunito dal 6 al 18 novembre a Sharm El Sheikh (Egitto) delegati di governi, istituzioni internazionali e rappresentanti della società civile per decidere sul futuro del clima e del pianeta e che non ha prodotto nessun risultato concreto;

    - E una per la fauna selvatica mondiale (COP 19), svoltasi da1 14 al 25 novembre 2022 a Panama, (Stato dell'America Centrale) le cui decisioni prese dalle parti entreranno in vigore 90 giorni dopo la fine della riunione, il 23 febbraio 2023.

    "La conservazione della natura e l'adattamento al cambiamento climatico sono due facce della stessa medaglia", (ovvero uno fa affidamento per aiutare l'altro n.d.r.), l'adattamento basato sull'ecosistema è una potente strategia che riconosce l'interconnessione delle agende della natura e del clima,"afferma Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.

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    I collegamenti tra cambiamento climatico e sviluppo sostenibile, ovvero vivere nei limiti di un solo pianeta evitando uno sfruttamento eccessivo delle risorse ancora disponibili per l’umanità fino a lasciare a secco le future generazioni distruggendo i sistemi naturali, sono forti. Mentre il cambiamento climatico non conoscerà confini, i paesi poveri e in via di sviluppo, in particolare i paesi meno sviluppati, saranno tra quelli più colpiti negativamente e meno in grado di far fronte agli shock previsti per i loro sistemi sociali, economici e naturali. L'Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC - (Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) prevede che entro il 2080 milioni di persone saranno sfollate a causa ...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 Dec. 2022
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  6. Generazione Z e cambiamento climatico.
    10.764 : Caratteri - 7,45 minuti: Tempo di lettura

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    Come aiutare la Generazione Z (soprannominati nativi digitali) a trasformare l'ansia climatica in azione. I social danneggiano la mente?


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    Come genitori dei giovani della generazione Z, persone nate tra il 1997 e il 2012, abbiamo assistito all'idealismo, alla creatività e all'angoscia di questa generazione. Come tutti noi, solo negli ultimi anni, hanno navigato attraverso una rotta di sconvolgimenti come pandemia, disordini politici e cambiamenti sociali, ma anche dalla insicurezza di un posto di lavoro, dal cambiamento climatico, dalla tecnologia e da altri fattori di stress. Diversi sondaggi eseguiti in vari paesi del mondo hanno rilevato che quasi la metà della Gen. Z trascorre 10 o più ore online al giorno, il che limita la quantità di contatti di persona con gli altri e può creare sentimenti di isolamento, solitudine e tumulti che coinvolgono e modellato le loro vite in modo sproporzionato.

    La Gen. Z sarà senza dubbio influenzata dai grandi eventi che si verificano durante il periodo in cui questi individui stanno diventando maggiorenni. Sebbene si possa presumere che questa generazione sarà influenzata da ciò che accade nel mondo, è ancora troppo presto per sapere quali eventi avranno il peso maggiore nella descrizione del loro tratto generazionale. È possibile che i seguenti eventi diventino fondamentali nel modo in cui questa generazione vede se stessa e il mondo: Guerra e terrorismo, Rete sociale, Cambiamento climatico, Diritti umani e Pandemia globale.
    La Gen. Z è, almeno per ora, la generazione più esperta di tecnologia della storia. La maggior parte di questi nativi digitali ha ricevuto il primo smartphone intorno ai 12 anni. Fornire opportunità più innovative e creative per attingere alle proprie competenze tecnologiche nel perseguimento di obiettivi climatici, potrebbe incoraggiarli a ridurre le proprie emissioni. La Gen. Z è già più propensa di altri gruppi di età a utilizzare "dispositivi intelligenti" come prese multiple intelligenti o timer per le prese per automatizzare il consumo di energia.

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    IL PARERE DEGLI ESPERTI: L'AMBIENTE RIMANE UNA PRIORITÀ E, PER LA GEN. Z, QUESTA È L'ERA DELL'ANSIA.

    La Gen. Z ha attualmente tra i 10 e i 25 anni e la ricerca suggerisce che sono la generazione più ansiosa fino ad oggi, ed è una delle malattie mentali più comuni in tutto il mondo. Solo negli Stati Uniti, l'ansia colpisce 40 milioni di adulti all'anno.

    Secondo un sondaggio condotto dall'Oliver Wyman Forum – una comunità che si imp...

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    Last Post by Filippo Foti il 10 Dec. 2022
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  7. L'influenza dei cittadini del mondo può avere successo dove ha fallito COP27?
    Caratteri: 9.368 - Tempo di lettura: 6,47 minuti

    Tags
    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 1 Dec. 2022
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    Molto tempo dopo che le nostre sfide congiunturali di guerra, malattie e inflazione saranno alle nostre spalle, la crisi climatica sarà ancora con noi, sempre più intensa, più urgente e più dirompente.


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    La società civile deve iniziare a combattere il fallimento della XXVII Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP27), uno dei famigerati ed inutili summit sulla decarbonizzazione davanti alle lobby delle compagnie petrolifere. L'azione diretta del popolo può rivelarsi la più importante. Vale sempre la pena ricordare che alcuni dei cambiamenti sociali positivi più significativi degli ultimi 120 anni hanno avuto dietro di sé forti elementi di azioni dirette non-violente. I gruppi per il suffragio femminile, l'impatto del pensiero gandhiano in India sulla decolonizzazione, contro il dominio britannico che portò all'indipendenza dell'India nel 1947, il movimento statunitense per i diritti civili ed i movimenti di azione dei cittadini in tutta l'Europa orientale alla fine degli anni '80 sono tutti potenti promemoria di ciò che si può ottenere.

    Nel corso di quei pochi servizi visti attraverso alcuni media, a notizie sempre più sconfortanti si sono osservati corridoi sconfinati ed affollati dei padiglioni espositivi del summit, e non si è potuto fare a meno di avere la sensazione che la maggior parte delle persone presenti fosse inutile per lo scopo principale della COP e che fosse più un festival o addirittura una fiera mondiale del turismo. In tali circostanze, eventi collaterali, cocktail ed eventi sociali di alto livello hanno fanno dimenticare a molti delegati lo scopo della loro presenza e la gravità della situazione climatica.

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    Il trambusto e le attività sociali alla COP sono state “esche” che hanno distratto i partecipanti che stiamo attraversando delle guerre intestine, e non solo per l’invasione della Russia in Ucraina ma soprattutto per il cambiamento climatico, un’altra guerra intestina tra l’umanità e le istituzioni che dovrebbero rappresentarla. Siamo in guerra con noi stessi!

    All'apertura della conferenza, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che l'umanità si trova di fronte ad una dura scelta tra un patto di solidarietà per il clima o un patto collettivo di suicidio nella battaglia contro il riscaldamento globale. Precisando: "Siamo su un'autostrada per l'inferno climatico con il piede ancora sull'acceleratore".

    Ma la conferenza sul clima delle Nazioni Unite di quest'anno è diventata solo più che...

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    Last Post by Filippo Foti il 1 Dec. 2022
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  8. Crisi climatica: una crisi di razzismo sistemico e disuguaglianze globali.
    Caratteri: 6.100 - Tempo di lettura: 4,20 minuti

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    La disuguaglianza nel mondo è strettamente connessa con la crisi climatica globale che il nostro pianeta affronta oggi sempre con maggiore aggressività.


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    Sempre più spesso, i gruppi emarginati nella società sono quelli che sono lasciati soli ad affrontare i risultati catastrofici del cambiamento climatico e dei danni ambientali. La disuguaglianza di genere pone altresì minacce allo stile di vita, ai mezzi di sussistenza, alla salute, alla sicurezza e alla protezione delle donne e delle ragazze di tutto il mondo. Questo è il risultato della crisi climatica: una crisi di razzismo sistemico, un argomento di conversazione e studio in continua evoluzione, e disuguaglianze globali con un'estrema ricchezza che coesiste con un'estrema povertà.

    I maggiori inquinatori del pianeta sono anche quelli che soffrono meno i pericoli del cambiamento climatico. In alternativa, quelli che inquinano di meno saranno quelli più colpiti dalle conseguenze del nostro mondo che cambia. Questa vulnerabilità al cambiamento climatico non è insita in alcuni gruppi, piuttosto si basa, come sostiene climatejust.org.uk, su un “mix di fattori sociali, economici, ambientali e culturali, nonché di attività istituzionali”.

    Il cambiamento climatico, che sta andando incontro a dinamiche irreversibili, condizionerà persone e luoghi diversi in modo non uniforme, e quindi sta già portando a disuguaglianze all'interno dei e fra i paesi e tra le generazioni attuali e future, creando così ingiustizia sociale come nel centro e sud America ed in Colombia. La disuguaglianza in America Latina è aumentata durante la pandemia.

    Come il razzismo, il cambiamento climatico è un problema sia causato che confutato dagli esseri umani e diventa sempre più imperativo che si faccia qualcosa per affrontare e superare questi problemi. La crisi climatica pone sempre più gli esseri umani di fronte a numerosi dilemmi tra cui risorse alimentari che scarseggiano e l'innalzamento del livello del mare che rende le case inabitabili; inevitabilmente sono coloro che hanno meno denaro e potere nella società che saranno mal equipaggiati nell'affrontare i duri effetti. È evidente che il Sud del mondo è colpito molto peggio della sua controparte, poiché è costituito generalmente da paesi meno sviluppati. Ad esempio, sono meno in grado di affrontare gli effetti di condizioni meteorologiche estreme come la ricostruzione delle case.

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    Ironia della sorte, i paesi che costituiscono il Nord del mondo sono i maggiori responsabili delle emissioni globali di CO2. Com'è possibile che solo coloro che non sono colpevoli della distru...

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    Last Post by Filippo Foti il 24 Nov. 2022
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  9. Summit sul clima: cazzeggi, ipocrisie ed ambigui rimandi. Un anno climatico perduto dopo Cop27.
    Caratteri: 33.375 - Tempo di lettura: 22,31 minuti

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    Nel 2023 Cop28 sarà ospitata da uno stato petrolifero, gli Emirati Arabi Uniti, è difficile immaginare molti progressi su una riduzione graduale dei combustibili fossili. Di Cop27, stendiamo un velo pietoso!


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    C'è un acceso dibattito a livello planetario sul fatto che i summit annuali sul clima possano davvero aiutare a salvare la Terra dal cataclisma climatico di origine antropogenica. Non ci si può aspettare nulla dai vertici sul clima nei resort di lusso e "balli in maschera" di leader trasformisti.

    I paesi ricchi, occidente compreso, stanno usando la COP27 solo per scaricare le colpe: l'avidità privata prevale sulla sopravvivenza dell'umanità. Se tutti i loro discorsi producessero un accordo concreto che contribuisse effettivamente a rallentare il riscaldamento globale, ridurre l'inquinamento, fermare il restringimento della foresta pluviale amazzonica e proteggere le specie animali e vegetali, potremmo perdonare ai partecipanti questo lusso. Ma è quasi certo che ciò non accadrà, perché in futuro ci saranno altri vertici sul clima a cui parteciperanno. Dove, una volta spenti i riflettori, possono mangiare e bere qualcosa di buono, darsi pacche sulla spalla, ridere e stringere nuovi affari che assicurino comodità e convenienza ad una cerchia sempre più ristretta di pochi eletti.

    Con la leadership che proclama soluzioni ambiziose e poi cambia comportamento non sarà possibile fermare il cambiamento climatico, servono decisioni politiche di tutti i paesi. Non possiamo raggiungere l'optimum per il clima e quindi salvare la vita sulla Terra, come alcuni sostengono, solo cambiando le nostre abitudini di consumo e stile di vita - anche questi cambiamenti sono necessari, ma non sono sufficienti. Finché il mondo continuerà a mettere al potere persone la cui agenda non include questo problema cruciale per la nostra sopravvivenza, non abbiamo alcuna possibilità di sfuggire alla trappola climatica che cui va incontro l'umanità.

    Allucinante, lo sponsor principale del 27° vertice sul clima è la Coca-Cola, il più grande inquinatore di plastica al mondo. Questo è, a dir poco, un brutto scherzo. Coca-Cola, secondo gli attivisti di “Break Free from Plastics”, un movimento globale che immagina un futuro libero dall'inquinamento da plastica, produce circa 120 miliardi di bottiglie di plastica all'anno prodotta a base di petrolio. "La sponsorizzazione della COP27 da parte di Coca-Cola è pura 'greenwash' (disinformazione diffusa, insomma spazzatura n.d.r.)", ha denunciato Emma Priestland, coordinatrice del movimento. "È sorprendente che un'azienda così legata all'industria dei combustibili fossili ...

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    Last Post by Filippo Foti il 20 Nov. 2022
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  10. I confini planetari secondo Johan Rockström
    Caratteri: 22.339 - Tempo di lettura: 25,36 minuti

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    I confini planetari sono soglie entro le quali l'umanità può sopravvivere, svilupparsi e prosperare per le generazioni a venire.
    Ma ben ventisette COP ancora non basteranno!


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    Johan Rockström, uno degli scienziati più influenti e citati al mondo da Clarivate Analytics (leader globale nella fornitura di informazioni e analisi affidabili per accelerare il ritmo dell'innovazione), è un navigato ricercatore che si occupa di sostenibilità, ambito scientifico in cui vengono analizzati i meccanismi che regolano il rapporto tra l’uomo e l’ambiente tentando di trovare e mettere in pratica soluzioni per uno sviluppo tollerabile e duraturo. Direttore e professore di scienze del sistema terrestre del “Potsdam Institute for Climate Impact Research” (Istituto per la ricerca sull'impatto climatico - situato nella città di Potsdam in Germania), Rockström ha ricevuto numerosi premi internazionali ed adempie le funzioni di consulente strategico per le istituzioni governative e per le imprese di tutto il mondo su questioni di sostenibilità, aprendo la strada al nuovo concetto dei confini planetari. Questa è la rappresentazione di una struttura di nove dimensioni ambientali discussa per la prima volta dagli scienziati nel 2009, quando hanno identificato i nove processi che sono rimasti straordinariamente stabili nel sistema Terra negli ultimi 11.700 anni.

    Il professor Johan Rockström ha aperto la strada alla struttura dei confini planetari, un controllo “sanitario” basato sulla scienza dei nove processi che mantengono il nostro pianeta stabile e resiliente. Nel suo discorso dell'11 ottobre 2022 al “Frontiers Forum” – una guida dove relatori virtuali, tra cui premi Nobel e altri scienziati di spicco mostrano e discutono progressi, paradigmi e tecnologie rivoluzionarie con responsabili politici ed innovatori di tutto mondo - Rockström ha presentato nuovi dati sullo stato di questi confini e sui punti critici del sistema terrestre. A questa sessione hanno partecipato oltre 2.400 rappresentanti di scienza, politica e affari di tutto il mondo. Il suo intervento principale è stato seguito da una discussione con esperti globali sulle implicazioni economiche e sociali del ripristino dei confini planetari.

    Rockström ha guidato lo sviluppo del quadro dei confini planetari, pubblicato per la prima volta nel 2009 e aggiornato nel 2015 e nel 2022, ed è anche un esperto di risorse idriche globali. Svolge attività di advisor sui temi dello sviluppo sostenibile in incontri internazionali tra cui il "World Economic Forum" (Riunione annuale del Forum economico mondiale) - dal 22–26 maggio 2022 si è svolta a Davos, Svizzera; e la Convenzione quadr...

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    Last Post by Filippo Foti il 12 Nov. 2022
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