PROFUMODIMARE: TERRA, MARE, NATURA, CAMBIAMENTO CLIMATICO, BIODIVERSITÀ, TRANSIZIONE ECOLOGICA

Profumo di mare: Terra, mare, natura, cambiamento climatico, biodiversità, transizione ecologica


AL SERVIZIO DEL PIANETA DAL 31. 01. 2010 - IL 19/2/2020 CI HANNO VISITATO 910 LETTORI









DISCUSSIONI RECENTI

 




  1. Pescatori illegali vs pesca virtuosa e sostenibile nel Mediterraneo.
    Caratteri : 19.271 - Parole : 2.927 - Tempo di lettura: 13,30 minuti

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    Nelle isole Kerkennah, un arcipelago sulla costa orientale della Tunisia, i 15.500 abitanti quasi tutti pescatori non rompono il fragile equilibrio tra uomo e natura praticando la charfia, un tipo di pesca sostenibile.


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    I tradizionali pescatori di charfia (o “charfiya”), una sorta di labirinto fisso costruito sul fondo del mare tradotto letteralmente come “stanza della morte” - costruito allineando migliaia di foglie di palma nel fondale piatto e sabbioso con profondità compresa tra 5 e 15 metri di profondità, a volte meno, nelle isole Kerkennah - stanno lottando per guadagnarsi da vivere poiché la pesca a strascico da parte di pescherecci illegali distrugge habitat marini vitali. Mercoledì 16 settembre 2020, la pesca con la charfia in queste isole - una tecnica di pesca tradizionale e sostenibile che sfrutta passivamente le condizioni idrografiche, il rilievo marino e le risorse naturali in mare e sulla terraferma - è stata classificata iscritta dall'Unesco, nella lista del patrimonio immateriale dell'umanità.

    La charfia circoscrive, grazie a pareti di palme incastrate, un campo triangolare. I pesci, spinti dalla bassa marea, si precipitano nelle camere di cattura e poi nelle reti o nelle trappole. Non possono più uscire a differenza di quelli catturati con reti a strascico che raschiano il fondale, i pesci rimangono vivi e a stomaco vuoto

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    Last Post by Filippo Foti il 22 May 2023
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  2. La felicità è dentro ognuno di noi e non dai beni che possono essere acquistati.
    Caratteri: 2772 - Parole: 480 - Tempo di lettura: 2,18 minuti

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    A volte le cose più importanti sono proprio davanti a noi. I soldi non comprano la felicità. Una grande lezione di vita da un pescatore delle Barbados.


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    I protagonisti della storia


    In un paesino delle Barbados, un'isola dei Caraibi orientali, un marinaio viveva con sua moglie e due figli, lo chiameremo con un nome di fantasia “Tommy”, che ogni mattina andava con la sua piccola barca a pescare catturando numerosi pesci riuscendo così a sfamare la sua famiglia.

    Lungo la strada di ritorno, aveva l’abitudine di bere un sorso di rum con gli amici nella vicina taverna ritrovo di cacciatori e marinai poco distante dal mare per poi tornare direttamente dai suoi cari. Questo era il suo rito quotidiano. Tommy, anche se non ricco, era contento e dava sostegno di tutto ciò che moglie e figli avevano bisogno per vivere.

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    Un giorno mentre l'uomo stava pescando, vide avvicinarsi un signore, lo chiameremo "Benny", che lo osservava. L'uomo gli disse: “Buon giorno signore possiedo una delle più grandi attività di pesca del paese. L’ho osservata tutto il pomeriggio e vorrei offrirle un lavoro”.

    Tommy scosse la testa, sorrise, e gli rispose: “Signore non mi interessa la sua offerta, non ho bisogno di niente di più di quello che ho adesso. Sono felice e contento come sono”.

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    Il potenziale benefattore Benny non credette alle sue orecchie e continuò ad incalzarlo dicendogli: “Ti lascerò la tua barca, così potrai pescare ancora più pesce, e io comprerò tutto il pesce da te”! Tommy si limitò a scuotere la testa e rifiutò di nuovo l'offerta. Rimase ancora più irritato Benny, in quanto pensò che nessuno avrebbe mai rifiutato un'offerta come questa. “Sei un idiota, gli disse, potresti diventare un uomo ricco senza lottare così come fai ora”!

    Tommy si voltò e rispose: “Ma signore, io non lotto. Ogni giorno riesco a passare del tempo con i miei figli. Giochiamo al tennis fuori sulla strada mentre mia moglie ci prepara la cena. Trascorro del tempo con i miei amici alla taverna, e la mia vita è fantastica”.

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    Ma puoi diventare qualcosa di più, gli rispose Benny sempre più ir...

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    Last Post by Filippo Foti il 8 May 2023
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  3. Parco Nazionale delle Calanques meraviglia del Mediterraneo.
    Caratteri: 8486 - Tempo di lettura: 5,96 minuti

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 6 May 2023
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    A pochi chilometri da Marsiglia, un impatto naturalistico e paesaggistico per la presenza di calette circondate da rocce nel Mar Mediterraneo con mare poco profondo e con la suggestiva presenza della balenottera comune.


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    Il Mar Mediterraneo è famoso per le sue acque temperate e cristalline e per la sua ricca biodiversità, con una fauna estremamente diversificata e piuttosto specifica per l'aspetto “chiuso” di questo mare e per le specie endemiche che vi si possono quindi osservare. Alcune delle specie più iconiche della regione includono cernie scure, barracuda, polpi, seppie, ma anche specie di grandi dimensioni come il delfino, la balenottera comune o il capodoglio e le tartarughe marine che si osservano frequentemente in alta stagione.

    Una delle peculiarità di questo mare, che possiamo definirlo come un grande lago salato, è rappresentato dalla profondità dell'acqua che si differenzia tra la costa e il mare aperto. La costa è spesso bassa e rocciosa, offrendo molti habitat per la fauna e la flora marina, i famosi "pesci di scoglio" ma anche praterie di Posidonia, l'oro verde del Mediterraneo. Infatti la si trova vicino alla costa e fino a circa 40 metri di profondità e funge da luogo di vita, fonte di cibo, riparo e vivaio per molti pesci.

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    LA BALENOTTERA COMUNE

    Nome scientifico Balaenoptera physalus della famiglia Balaenopteridae. Vive bene nel Mediterraneo occidentale, con la scoperta di quasi 3.000 individui, oggetto spesso di diversi censimenti. La balenottera comune è l'unica specie di balenottere frequenti nel Mediterraneo ed è il secondo animale del pianeta per dimensioni, dopo la balenottera azzurra.

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    La sua silhouette è sottile e allungata e può raggiungere gli 80 anni. Più di un migliaio di individui frequentano le acque profonde oltre 1000 metri nel Santuario Pelagos, soprattutto in estate quando abbondano i krill. Ogni anno si osservano piccoli parti, vicino alle coste della Provenza o della Corsica. In generale, le balene partoriscono dopo 11-12 mesi di gestazione. Il vitello appena nato misura una taglia rispettabile, circa un terzo della lunghezza della madre: così un cucciolo di balenottera comune è lungo circa 6 metri mentre la madre supera facilmente i 20 metri. A causa del rapporto che lega i volumi alle dimensioni, il vitello pesa solo 200-1500 kg alla nascita.

    La balenottera comune è uno degli anelli essenziali per garantire una biodiversità sana e sostenibile a tutta la fauna e la flora delle nostre coste. Questi grandi animali marini, che si trovano in cima alla catena alimentare, hanno bisogno di una scorta giornaliera di krill (Meganyctiphanes norvegica - piccoli gamberetti) che si aggira intorno a 2 tonnellate di cibo! Pertanto, la presenza di un predatore di queste dimensioni, che necessita di un tale approvvigionamento alimentare, dimostra una ricchezza e una bella produzione di biodiversità nel Mediterraneo. Secondo il WWF Italia oggi si stimano meno di 5.000 esemplari ed è considerata in pericolo di estinzione in quanto minacciata da sempre più crescenti attività antropiche.

    UN EVENTO RARO, MA NON TROPPO

    Il 20 aprile scorso, con una certa enfasi,

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    Last Post by Filippo Foti il 6 May 2023
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  4. Biodiversità: le "zone morte" oceaniche stanno proliferando a causa del riscaldamento globale.

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    In atto, nell’oceano globale ci sono più di 500 'zone morte' che coprono circa 250.000 km quadrati in cui nessun organismo vivente può vivere. Secondo One Ocean Foundation e la biologa marina francese Francoise Gall, queste zone continueranno a proliferare se non si fa nulla per frenare il cambiamento climatico e limitare il riscaldamento globale ad un massimo di 1,5 o 2 gradi Celsius.


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    Le prime discese di Françoise Gaill nell'oceano profondo furono a bordo del sottomarino americano Alvin.



    Dall'aria che respiriamo, al cibo che mangiamo, ai vestiti che indossiamo, ogni giorno l'umanità fa affidamento sugli oceani coinvolti in ogni fase del percorso. Fornisce un sostentamento per i pescatori, un tragitto naturale per il nostro commercio ed un habitat per migliaia di specie preziose.

    Negli ultimi decenni, sono stati ingenti gli apporti antropogenici di nutrienti in eccesso - eutrofizzazione - in particolare composti dell’azoto e/o del fosforo, veicolati a mare dai fiumi o dagli insediamenti costieri e negli strati più bassi di acqua oceanica, dalle attività agricole e dalle acque reflue. Tutto ciò ha aumentato drasticamente la produzione della biomassa algale, con conseguente ipossia (carenza di ossigeno)/anossia (grave carenza di ossigeno) e inevitabili stati di sofferenza delle comunità bentoniche, morie di pesci e problemi sull’uso sostenibile di beni e servizi.

    In tutto il mondo ci sono ora più di 500 'zone morte' che coprono circa 250.000 km quadrati in cui nessun organismo vivente può vivere, e potrebbero esserci molte più zone morte che non sono ancora state scoperte. Una delle “zone morte” più significative si forma ogni anno nel Golfo del Messico. Minacciano gli animali vertebrati, con oltre un terzo dei mammiferi marini colpiti. Il fenomeno è in atto dagli anni '80 e sta proliferando, mentre la ricerca sull'argomento è in ritardo.

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    L’eutrofizzazione è uno degli 11 Descrittori della Strategia Marina dell’UE (Direttiva 2008/56/CE), per la quale l’Italia ha condotto una valutazione iniziale nel 2012 ai sensi dell’art. 8 (Strategie per L’ambiente Marino), della Direttiva stessa, aggiornato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 15 febbraio 2019. Si tratta esattamente del Descrittore 5 che riguarda “la riduzione al minimo dell’eutrofizzazione di origine umana, in particolare i suoi effetti ...

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    Last Post by Filippo Foti il 18 April 2023
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  5. Il benessere dei pesci, problema non più trascurato.

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    Mare a 360°
    Natura
    By Filippo Foti il 12 April 2023
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    Circa 2,7 trilioni di pesci selvatici ogni anno vengono pescati in tutti i mari del mondo. Perché dovremmo preoccuparci di più del consumo quadruplicato negli ultimi 50 anni? Una grande quantità di dati scientifici dimostrano che i pesci sono capaci di provare dolore, stress e ansia.


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    I pesci sono gli animali marini più espressivi, eppure, sono visti poco più che cibo o animali domestici decorativi. Basti pensare al linguaggio che usiamo: i pesci sono comunemente descritti come “stock da raccogliere” e vendere a tonnellate.

    Oggi la maggior parte delle persone è orgogliosa di sostenere, ad esempio, la protezione di balene, delfini, pinguini e tartarughe. Anche gli squali stanno finalmente iniziando ad ottenere il rispetto e la protezione che meritano come importanti predatori apicali dopo secoli di demonizzazione e massacro a milioni. Ma la maggior parte dei pesci - e altre specie di fauna marina che chiamiamo collettivamente "frutti di mare" - finiscono ancora nei nostri piatti senza la minima considerazione di come sono arrivati lì o se consumarli del tutto.

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    "Ovviamente, questo è un linguaggio scelto con cura in modo che i potenziali consumatori non mettano in dubbio il modo in cui catturiamo i pesci e altre creature dai nostri oceani", ha scritto il CEO di “Sea Shepherd GlobalAlex Cornelissen in un suo commento sulla pesca sostenibile.

    Forse il motivo per cui raramente consideriamo il destino dei circa 2,7 trilioni di pesci selvatici che ogni anno vengono pescati è che semplicemente non sappiamo o non capiamo molto di loro e ciò che pensiamo di sapere è spesso obsoleto e/o non corretto. Ma questo modo di ragionare può cambiare man mano che le persone diventano più consapevoli di quanto i pesci siano realmente complessi e affascinanti e dell'importante ruolo che svolgono nel mantenere l'ecosistema dell'oceano.

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    Raccapricciante, è dire poco, l'uso di farina e olio di pesci catturati in natura per i mangimi dell'acquacoltura. Ciò contribuisce alla pesca eccessiva delle popolazioni selvatiche ed ha implicazioni sul loro benessere; soffrono immensamente dopo essere stati pescati. Una percentuale significativa morirà, schiacciata nelle reti sotto il peso di altri pesci, mentre quelli che sopravvivranno alla cattura e allo sbarco vengono lasciati morire tra mille sofferenze per asfissia o con l’immersione in delle vasche piene di ghiaccio. Ovvero vengono considerati come fossero già morti e – credo ...

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    Last Post by guidallacasa il 12 April 2023
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  6. Un'aviazione elettrica silenziosa ed efficiente è percorribile?
    10.790: Caratteri - Tempo di lettura: 7,41 minuti

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    Ricercatori della Chalmers University of Technology, in Svezia, hanno sviluppato un metodo di ottimizzazione del design dell'elica che apre la strada ad un design aerodinamico per le eliche dei futuri aerei elettrici per la mitigazione del rumore e funzionante.


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    Airbus ha annunciato l’intenzione di testare un motore a reazione alimentato a idrogeno entro la metà del decennio.
    Il più grande produttore di aerei del mondo punta a rispettare la scadenza del 2035 per la consegna.


    Con la continua crescita del traffico aereo che vediamo al giorno d'oggi, si rende necessario un aumento dei requisiti necessari da soddisfare per certificare un aeromobile per l'esercizio. Queste normative più severe influiscono su aspetti come le emissioni di CO2, l'inquinamento acustico e così via, spingendo i produttori a puntare su design più leggeri, funzionanti e robusti. Questi miglioramenti potrebbero essere raggiunti in due modi diversi; migliorando/ottimizzando la tecnologia esistente o sviluppando nuovi concetti tecnologici.

    Si ritiene che l'elettrificazione abbia un ruolo importante da svolgere nell'aviazione senza combustibili fossili di domani. Ma l'aviazione elettrica sta combattendo con un dilemma: più un aereo elettrico è efficiente dal punto di vista energetico, più diventa rumoroso. Ora, i ricercatori della Chalmers University of Technology, in Svezia, hanno sviluppato un metodo di ottimizzazione del design dell'elica che apre la strada a un'aviazione elettrica silenziosa ed efficiente.

    Negli ultimi anni, l'elettrificazione è stata descritta come avente un ruolo importante nella riduzione delle emissioni del futuro trasporto aereo. A causa delle sfide poste dalle lunghe distanze, l'interesse si concentra principalmente sugli aerei ad elica elettrica che coprono distanze più brevi. Le eliche collegate ai motori elettrici sono considerate il sistema di propulsione più efficiente per i voli regionali e nazionali. Da sottolineare che i governi di varie nazioni stanno tentando di ridurre le conseguenze delle emissioni di gas effetto serra - circa un terzo del quale è appunto attribuibile ai trasporti - proprio con l’elettrificazione degli aeromobili.

    Il traffico regionale svanirà dai nostri cieli se non riusciremo ad abbassare i livelli di anidride carbonica. E non possiamo assolutamente abbassare l'anidride carbonica, mantenendo gli aerei nel cielo, senza propulsione elettrica. Il mio obiettivo è consegnare la propulsione elettrica alla prossima generazione per...

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    Last Post by Filippo Foti il 22 Mar. 2023
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  7. L'archeologia subacquea, un settore in continua evoluzione, per far luce sul nostro passato.

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    Mare a 360°
    Storie
    By Filippo Foti il 15 Mar. 2023
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    Nonostante continui ed interessati ritrovamenti, le profondità dell'oceano rimangono per lo più inesplorate.
    Nuove tecniche indispensabili per approfondire le conoscenze di “città sottomarine perdute” come Pavlopetri nel mar Mediterraneo e di relitti.


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    Lo studio dell'oceanografia riunisce diversi campi della scienza per indagare sugli oceani. Tuttavia, l'aumento della ricerca e dei progressi tecnologici, le profondità dell'oceano rimangono per lo più inesplorate. L'archeologia è lo studio della storia umana utilizzando i resti di reperti che aiutano a rivelare la cultura di un particolare popolo, comprese le loro economie, politiche, religioni, tecnologie e strutture sociali. L’archeologia subacquea, in particolare, studia manufatti e siti sommersi in laghi, fiumi e oceani e, mentre molti reperti archeologici terrestri sono già stati studiati, le profondità oceaniche contengono innumerevoli aree ancora da scoprire.

    Quando i popoli antichi iniziarono a sviluppare civiltà, o insediamenti urbani con modi di vita complessi, si formarono estese rotte commerciali soprattutto in tutto il Mediterraneo orientale e dell'Egeo che costituirono un importante crocevia di commerci e viaggi nel mondo antico. I Fenici, considerando la loro posizione furono tra i più attivi protagonisti. Fenicia era l’antica regione lungo la costa orientale del Mediterraneo che corrisponde al moderno Libano, con parti adiacenti della moderna Siria e Israele.

    Nell'Odissea di Omero, ad esempio, i Fenici sono descritti "abili marinai e commercianti intelligenti, ma anche, allo stesso tempo, potenzialmente ingannevoli", ha dichiarato Jonathan Prag, storico e condirettore dell'Oxford Centre for Phoenician and Punic Studies (Centro di studi fenicio-punico di Oxford).

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    Esplorando i relitti reperiti in queste regioni, i ricercatori apprendono di più sulle persone che vivevano lì nel corso della storia, fin dal 1000 a.C. quando cresceva la civiltà greca. In passato, ci sono stati pochissimi mezzi per aiutare l'umanità a raggiungere il fondo del mare a causa di varie difficoltà tecnologiche. Un modo per determinare il periodo storico da cui proveniva il naufragio è identificare gli artefatti chiave, ovvero l’osservazione per mezzo di veicoli subacquei senza equipaggio come i sottomarini autonomi, sonar e i veicoli telecomandati (ROV).

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    Last Post by Filippo Foti il 15 Mar. 2023
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  8. Cloud Seeding (semina delle nuvole) per rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera: è/sarà utile?
    Caratteri:11.240 - Tempo di lettura:7,93 minuti

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    Cambiamento climatico
    By Filippo Foti il 6 Mar. 2023
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    Daniele Visioni ricercatore post-dottorato in fisica climatica, Cornell University, USA, intervistato venerdì 3 marzo 2023 a Radio 1 da Giancarlo Loquenzi giornalista e conduttore della trasmissione radiofonica “Zapping”.


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    In linea con i titoli del giorno dei telegiornali mandati in onda da “Mamma Rai”, da lunedì a venerdì dalle 19.30 alle 21.00, Giancarlo Loquenzi, noto conduttore di Radio 1 commenta, con illustri ospiti, i fatti del giorno. Il 3 marzo scorso Loquenzi e i suoi ospiti hanno affrontato diversi argomenti come la mancanza delle piogge, con la conseguente siccità che da febbraio si protrarrà probabilmente fino a marzo. Tra gli altri ospiti abbiamo avuto modo di ascoltare Daniele Visioni - ricercatore in climatologia presso la "Cornell University a National Centre for atmospheric Research"- commenti sul cambiamento climatico, mitigazione e geoingegneria climatica. Infatti la sua principale area di competenza è il comportamento degli aerosol stratosferici e come interagiscono con la chimica atmosferica e con il clima superficiale.

    Ecco una sintesi dell’intervista


    Giancarlo Loquenzi:

    “Le Nazioni Unite hanno in qualche modo incoraggiato la comunità scientifica internazionale a mettere l'attenzione su queste procedure cosiddette di geoingegneria per cercare di trovare una soluzione al riscaldamento globale e all’aumento delle temperature sul pianeta. Di che cosa stiamo parlando, cos'è la geoingegneria e che cosa vuol dire rimandare al mittente l'energia solare”.


    Daniele Visioni:

    “Sì, come hanno dichiarato le Nazioni Unite, si tratta di guardare al problema sotto molti punti di vista. La cosa fondamentale, la prima cosa che bisogna fare, è ridurre le emissioni e portarle a zero, perché più CO2 c'è nell'atmosfera più la Terra si riscalda".

    Ci sono molti ricercatori che guardano a tecniche per rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera, ma sono tecnologie molto al di là da venire. Per esempio ci sono molti dubbi su quanto siano energivore. Ciò fa parte di una visione più completa e ci si chiede se c'è qualcosa che possiamo fare, sul breve periodo, per ridurre la temperatura mentre riduciamo le missioni e mentre troviamo più tecnologie per ridurre la temperatura e usare dei metodi simili a cose che già troviamo in natura. Ciò, potrebbe essere una parte di queste soluzioni.

    Quindi, per esempio, abbiamo osservato in passato che ci sono forti eruzioni vulcaniche come Pinatubo nelle Filippine nel 1991 che hanno rilasciato nell'alta atmosfera, nella stratosfera, tonnellate di anidride solforosa che poi nella stratosfera forma delle particelle di aerosol che riflettono una piccola porzione della radiazione solare. E, quindi, l'idea che già ebbe tra i primi

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    Last Post by Filippo Foti il 6 Mar. 2023
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  9. Negazionismo climatico e sensi di colpa
    Caratteri 9.339 - Tempo di lettura: 6,28 minuti

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    Si tratta solamente di una colpevole furberia dei negazionisti climatici farci pensare che, con le nostre abitudini quotidiane, possiamo contribuire all’aumento del riscaldamento globale.


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    Sentirsi responsabili, seppure non completamente, della catastrofe climatica, derivante dalla nostra incapacità o riluttanza a proteggere efficacemente l'ambiente, sta diventando una causa crescente di stress soprattutto per le ultime nuove generazioni. La maggior parte delle persone, o rinuncia completamente a cercare di essere rispettosa dell'ambiente, oppure si preoccupa per ogni viaggio, pasto consumato o acquisto.

    Sentirsi in colpa ogni volta che non possiamo essere dei perfetti ambientalisti non è sopportabile. Il percorso verso un clima più sicuro non dev’essere cercato dai cittadini nel fare bene ogni propria azione, ma cercare di comprendere nelle opportunità quotidiane l’importanza all'interno di una crisi più grande. C'è chi pensa che, con il proprio stile di vita, fa poco per contribuire al contenimento del cambiamento climatico, a meno che: non porti una tazza riutilizzabile ogni volta che consuma un caffè, compri solo vestiti di seconda mano, riutilizzi ogni avanzo di cibo, vada ovunque in bicicletta e spinga altri individui a fare la medesima cosa.

    A negare l’evidenza del cambiamento climatico, l’industria petrolifera mondiale ci marcia bene almeno dal 1977 quando James Black (1919-1988), uno scienziato dell’allora Exxon, ebbe una crisi di

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    Last Post by Filippo Foti il 27 Feb. 2023
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  10. Transizione ecologica per un accesso all'energia pulita.
    Caratteri: 16.986 - Tempo di lettura: 11,00 minuti

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    Transizione ecologica
    By Filippo Foti il 21 Feb. 2023
    +1   -1    0 Comments   34 Views
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    Energia pulita, innovazione delle infrastrutture, città sostenibili, lotta al cambiamento climatico, protezione della vita sulla terra e sott'acqua, sono i concetti innovativi e fondamentali della transizione ecologica.


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    Il primo a teorizzare il concetto di "transizione ecologica" è stato nel 2005 l'insegnante britannico Rob Hopkins. Sulla base di esperimenti che perseguono l'autonomia e la resilienza locale, Rob Hopkins sviluppò una serie di principi e pratiche che ha esposto nel suo libro "The Transition Handbook: From Oil Dependency to Local Resilience" (Il manuale sulla transizione: dalla dipendenza dal petrolio alla resilienza locale), pubblicato nel 2008.

    Dalla pubblicazione di questo manuale, la rappresentazione di Hophins, ha sempre più interessato opinione pubblica e politica nella vita di tutti i giorni e che costituisce soprattutto un pilastro fondamentale degli Obiettivi dell'Organizzazione delle Nazioni Unite 2030. Detto fondamento, è appunto la “transizione ecologica”.

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    Come molti sanno, l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile del 25 settembre 1985 ed entrata in vigore dal 2016 con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Suistainable Development Goals, SDGs), è un piano d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, racchiudono 169 traguardi da raggiungere entro il 2030.

    La transizione ecologica è un concetto che compare in molti degli obiettivi fissati nel piano, ad esempio quelli incentrati sull'accesso all'energia pulita, l'innovazione delle infrastrutture, le città sostenibili, lotta al cambiamento climatico e la protezione della vita sulla terraferma e sott'acqua. Diamo quindi un'occhiata a cosa significa transizione ecologica e quale ruolo può avere in questo processo.

    Partendo dai Paesi disposti ad affrontare il cambiamento climatico e il picco del petrolio, il concetto di transizione ecologica si è progressivamente esteso a diversi ambiti economici e sociali. Essa si riferisce anche alla transizione energetica (efficienza energetica, preferenza per le energie rinnovabili), alla transizione industriale (produzione locale di beni riciclabili in una prospettiva di economia circolare) e alla transizione agroalimentare, ovvero alla sostituzione dell'agricoltura industriale con una biologica.

    ZERO EMISSIONI ENTRO IL 2040

    Per garantire il raggiungimen...

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    Last Post by Filippo Foti il 21 Feb. 2023
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